Causa in corso
Matteo Ricci
- Venerabile Servo di Dio -

Matteo Ricci

(1552 - 1610)

Venerabilità:

- 17 dicembre 2022

- Papa  Francesco

Sacerdote professo della Compagnia di Gesù; fu uomo di preghiera e obbedienza. Affrontò con fortezza e speranza i momenti difficili durante i quali, insieme ai confratelli, fu messo a dura prova con furti e assalti violenti in casa. Fu capace di decisioni audaci che produssero frutti apostolici importanti e prepararono il cammino a futuri missionari.

  • Biografia
“Farsi cinese con i cinesi”

 

Il Venerabile Servo di Dio Matteo Ricci nacque a Macerata (Italia) il 6 ottobre 1552. Dopo aver ricevuto una prima formazione scolastica nella città natale, nel 1568 si trasferì a Roma per intraprendere gli studi giuridici a “La Sapienza” e, tre anni dopo, entrò nel noviziato della Compagnia di Gesù. Perfezionò la sua preparazione umanistica e filosofica a Firenze e a Roma fino al 1577. Destinato a partire in missione per l’Oriente, fu inviato dapprima a Coimbra (Portogallo) e, dopo circa un anno, a Goa (India). Giunto nell’antica colonia portoghese il 13 settembre 1578, si dedicò allo studio della teologia e all’insegnamento del latino. Fu ordinato sacerdote a Cochin, in Kerala, il 25 luglio 1580.

Trasferitosi a Macao nel 1582, intensificò lo studio della lingua e della cultura cinese. Successivamente fu inviato a Zhaoqing dove, nel 1584, pubblicò il Mappamondo che egli delineò da una prospettiva non eurocentrica. Nel 1589 passò a Shaozhou e, nel 1595, durante un tentativo di giungere a Pechino, a causa di un naufragio, si fermò a Nanchang, dove nel 1595 pubblicò il Trattato sullamicizia. Nel 1596, emise la professione religiosa solenne nella Compagnia di Gesù.

Dopo vari tentativi non riusciti, P. Ricci giunse a Pechino nel 1601. Dal suo arrivo la residenza dei Gesuiti divenne un polo di attrazione per le élites, affascinate dalla cultura tecno-scientifica europea e dalla padronanza della cultura cinese che egli aveva conseguito negli anni. Cercò di immergersi sempre più in quella società, così da proporre il messaggio evangelico attraverso modalità espressive e prospettive che fossero in sintonia con la cultura, secondo la modalità raccomandata dal gesuita padre Alessandro Valignano. Scrisse opere scientifiche e catechistiche in lingua cinese e tradusse in cinese alcuni testi della grande tradizione occidentale, come gli Elementi di Euclide. Fondamentali furono il Catechismo del 1603 dal titolo Vero significato del Signore del Cielo, e la Dottrina Cristiana del 1605. L’annuncio della nuova fede fu accolta da molti con interesse ed egli stesso portò al battesimo sia esponenti della nobiltà e della cultura, sia persone dei ceti più umili. P. Ricci proseguì la sua azione apostolica col metodo del rispetto dei destinatari dell’annuncio e dell’inculturazione del Vangelo.

Morì a Pechino (Cina) l’11 maggio 1610, a 57 anni.

Fu uomo di preghiera e obbedienza. Affrontò con fortezza e speranza i momenti difficili durante i quali, insieme ai confratelli, fu messo a dura prova con furti e assalti violenti in casa. Fu capace di decisioni audaci che produssero frutti apostolici importanti e prepararono il cammino a futuri missionari.

Si impegnò ad apprendere la lingua e i costumi cinesi facendo proprio il motto del suo maestro e superiore P. Valignano: “Farsi cinese con i cinesi”. Riuscì a conoscere in profondità le varie sfaccettature della ricca cultura cinese; ottenne autorizzazioni per la costruzione di chiese anche in stile locale e fondò residenze missionarie. Ebbe la licenza di celebrare la messa in pubblico. Fondò la Confraternita della Madre di Dio e iniziò i lavori della prima chiesa di Pechino.

La sua azione missionaria ricevette il consenso del Preposito della Compagnia di Gesù, P. Claudio Acquaviva, e di papa Clemente VIII. Lo scopo era unicamente la diffusione del Vangelo: presentando il cristianesimo come “una pianta già seminata in oriente e non trapiantata da stranieri”. Ebbe la possibilità di avvicinare la gente e stringere relazioni di amicizia che divennero un prezioso punto di incontro tra mondi differenti. L’azione missionaria di P. Ricci segnò la ripresa del cattolicesimo cinese dopo un lungo silenzio che durava dal XIII secolo.

Fu soprattutto un sacerdote zelante per la gloria di Dio e la salvezza delle anime. Fu un religioso saggio, casto, obbediente, distaccato dai beni materiali e umile. Sostenuto dalla fiducia nell’aiuto divino, affrontò con serenità le difficoltà e la malattia che lo condusse alla morte.

La fama di santità era presente in vita e in morte, tant’è che fu sepolto nel giardino di Shal a Pechino, ove riposa tuttora, primo straniero europeo non diplomatico ad essere seppellito in Cina.

P. Ricci è riconosciuto come uno dei più grandi missionari della Chiesa ed è tuttora venerato in Asia. Oggi tale fama si è diffusa spontaneamente ed appare unita ad una certa fama di segni.