Causa in corso
Melchiorre Maria de Marion Brésillac
- Venerabile Servo di Dio -

Melchiorre Maria de Marion Brésillac

(1813 - 1859)

Venerabilità:

- 26 maggio 2020

- Papa  Francesco

Vescovo tit. di Prusa, già Vicario Apostolico di Coimbaore e Fondatore della Società delle Missioni Africane, fu sempre animato da amore soprannaturale verso Dio e rispose generosamente e senza ripensamenti alla chiamata al sacerdozio e alla vita missionaria. Nel suo apostolato missionario, cercò la giustizia nei confronti di Dio, compiendo i propri doveri ed esortando i missionari ad agire in modo tale che tutti, a prescindere dalle lingue e dalle culture diverse, potessero rendere al Signore il culto dovuto

  • Biografia
  • Decreto sulle Virtù
“Non siamo liberi noi missionari di non compiere continuamente l’opera di Dio. Bisogna che essa ci occupi interamente, che siamo immersi in essa, come identificati in essa”

 

    Il Venerabile Servo di Dio Melchiorre Maria de Marion Brésillac nacque il 2 dicembre 1813 a Castelnaudary (Carcassonne, Francia), in una famiglia aristocratica. Nel 1832, entrò nel Seminario minore di Carcassonne. Ordinato sacerdote il 22 dicembre 1838, fu nominato vicario parrocchiale nella sua città natale, dedicandosi con zelo al ministero pastorale. Dopo un lungo discernimento spirituale, giunse alla decisione di partire in missione. Il 2 giugno 1841 si trasferì a Parigi, presso il Seminario delle Missioni Estere (MEP) per essere formato alla vita missionaria. Nel 1842 fu inviato al Vicariato di Pondichéry, nel sud-ovest dell’India e, l’anno successivo, venne trasferito nella missione di Salem. Nel 1844, fu nominato Rettore del Seminario-collegio di Pondichéry, dove si impegnò per la formazione del clero locale. Dopo il Sinodo del 1844, la Santa Sede stabilì di dividere il Vicariato di Pondichéry in due nuovi Vicariati, dei quali uno, quello di Coimbatore, venne affidato alla guida del Servo di Dio, il quale fu nominato Vescovo titolare di Prusa. Ricevette l’ordinazione episcopale il 4 ottobre 1846. Il suo ministero iniziò in una condizione di estrema povertà, sia personale sia di mezzi materiali. La popolazione era molto povera, ed egli si prese cura dei disoccupati e dei malati. Sul piano missionario e pastorale affrontò diversi problemi, fra i quali quello riguardante i “riti malabarici”, considerato in modo diverso dai Vicari apostolici e dai missionari. Chiese che la Santa Sede approfondisse la questione e, volendo evitare di creare divisioni, per cinque anni, presentò ripetutamente le sue dimissioni dall’ufficio di Vicario Apostolico. Nel 1855 gli fu concesso di recarsi a Roma dove, dopo aver incontrato Pio IX e la Congregazione di Propaganda Fide, gli fu richiesto di redigere un documento sulla questione dei riti malabarici, sulla situazione della missione in India e sulle missioni in genere.

    Successivamente, rientrò in Francia e Pio IX accolse le sue dimissioni di Vicario Apostolico. Desiderando di poter continuare il suo servizio missionario, chiese e ottenne dalla Sede Apostolica di potersi recare in Africa, insieme a due o tre confratelli. Accolto il progetto, la Congregazione di Propaganda Fide, lo invitò a fondare una società missionaria per l’Africa. Per tre anni, in Francia, si impegnò nel lavoro di promozione vocazionale a favore della fondazione della Società delle Missioni Africane (SMA), visitando circa un centinaio di diocesi, cercando aspiranti per le missioni e mezzi finanziari. Egli stabilì la sede della Società a Lione, dove acquistò una casa. L’8 dicembre del 1856, nel santuario di Nostra Signora di Fourvière, nella sua città natale, consacrò alla Vergine l’opera e tutti i suoi membri.

    Dopo aver raccolto i fondi necessari e dopo l’erezione del Vicariato apostolico di Sierra Leone affidato a lui, il 19 febbraio 1859 partì insieme a due altri missionari per fondarvi la missione. Il 14 maggio 1859 arrivarono a Freetown (Sierra Leone), dove assistendo i malati colpiti dalla febbre gialla, morì il 25 giugno dello stesso anno, all’età di 45 anni.

    Visse la virtù della fede in modo eroico. Era devotissimo a Gesù Eucaristia e passava ore in adorazione dinanzi al Santissimo Sacramento. Aveva particolare venerazione verso la Vergine Maria, alla quale aveva consacrato la Società dei Missionari d’Africa. Invocava l’intercessione dei Santi, in particolare di quelli missionari. Mostrò fede in tutte le circostanze della sua vita, anche le più tragiche come quando, arrivato a Freetown, vide i suoi confratelli ammalarsi e morire, mentre la missione cominciava. In tale circostanza scrisse: “Adoriamo gli impenetrabili decreti [del Signore], ma il cuore è spezzato”.

    Si affidava con fiducia al Signore. Era profondamene convinto che solo la virtù della speranza fiduciosa nel Padre celeste era in grado di fargli superare gli ostacoli. Accettò tutte le prove, abbandonandosi alla Divina Provvidenza. Diceva spesso: “Tutto è possibile a Dio e in Lui mettiamo tutta la nostra speranza”.

    Il Venerabile Servo di Dio fu sempre animato da amore soprannaturale verso Dio e rispose generosamente e senza ripensamenti alla chiamata al sacerdozio e alla vita missionaria, fino al sacrificio della vita. Anche nei confronti del prossimo, dimostrò sempre grande carità: in famiglia, in seminario, in parrocchia e in missione. Nelle sue relazioni con i missionari, segnate dalla disubbidienza di alcuni, mostrò pazienza e carità. Da Vicario Apostolico ebbe cura dei più piccoli. A Coimbatore, aveva il progetto di creare un ospedale. Appena arrivato in Sierra Leone assistette con i confratelli i malati di febbre gialla, malgrado il pericolo di morte. Nel suo apostolato missionario, cercò la giustizia nei confronti di Dio, compiendo i propri doveri ed esortando i missionari ad agire in modo tale che tutti, a prescindere dalle lingue e dalle culture diverse, potessero rendere al Signore il culto dovuto. Con le persone manifestava un grande senso della giustizia; in particolare si adoperò affinché i seminaristi indiani avessero la migliore formazione, sull’esempio di quelli europei, e si dedicò alla promozione umana e cristiana del clero locale.

 

ROMA

 

BEATIFICAZIONE e CANONIZZAZIONE

del Servo di Dio

MELCHIORRE MARIA DE MARION BRÉSILLAC

Vescovo titolare di Prusa,

Primo Vicario Apostolico di Sierra Leone,

Fondatore della Società delle Missioni Africane,

già Primo Vicario Apostolico Coimbatore

(1813-1859)

_____________________

DECRETO SULLE VIRTU'

 

 

    “Non siamo liberi noi missionari di non compiere continuamente l’opera di Dio. (…) Bisogna che essa ci occupi interamente, che siamo immersi in essa, come identificati in essa”.

Scrivendo queste parole il Servo di Dio Melchiorre Maria de Marion Brésillac ha messo in luce ciò che ha sempre orientato la sua vita e le sue scelte. In esse riecheggiano le prime parole di Gesù, allorché a Gerusalemme rispose ai Santi Genitori: “Non sapevate che devo occuparmi delle cose del Padre mio?” (Lc 2,49).

Il Servo di Dio nacque il 2 dicembre 1813 a Castelnaudary, nel territorio della diocesi di Carcassonne. Diventò sacerdote il 22 dicembre 1838. Mentre esercitava il ministero nella sua città natale, avvertì la chiamata del Signore a partire per la missione ad gentes. Scelse di far parte delle Missioni Estere di Parigi e venne inviato nel Vicariato Apostolico di Pondichéry, nel sud dell’India, prima per un tempo di formazione locale, poi presso la missione di Salem. Dopo alcuni mesi fu nominato superiore del Seminario. Il Sommo Pontefice Gregorio XVI lo elesse vescovo titolare di Prusa e fu consacrato il 4 ottobre 1846. Gli venne affidata la provincia di Coimbatore, in seguito Vicariato Apostolico.

Rientrò in Europa alcuni anni più tardi. Presentò poi alla Congregazione de Propaganda Fide un progetto di missione nel Dahomey, attuale Benin. Per realizzare il suo proposito, gli fu suggerito di fondare una società di missionari. Nacque così l’8 dicembre 1856 a Lione la Società delle Missioni Africane. Ritenuto troppo pericoloso il Dahomey, il Servo di Dio fu nominato Vicario Apostolico di Sierra Leone, dove giunse con altri missionari il 14 maggio 1859. Imperversava in quello stesso tempo a Freetown una grave epidemia di febbre gialla, tanto che il comandante della nave non voleva farlo scendere. Ma egli si disse determinato ad andare, essendo quella la sua diocesi. Contagiato, morì il 25 giugno 1859. Le sue ultime parole furono: “La fede, la speranza e la carità”.

Erano queste infatti a dare continuamente forma all’agire del Servo di Dio. Con encomiabile prudenza sapeva vedere i segni dei tempi e riconoscere in essi la volontà di Dio. Secondo il suo motto episcopale, ossia Lumen rectis, ricercò sempre la verità e la rettitudine. Voleva che l’impegno per il Regno di Dio fosse svolto bene, con competenza e dedizione. Il suo servizio apostolico era sostenuto dalla preghiera, sia liturgica sia personale. I suoi scritti abbondano di orazioni. Ogni sera lo si vedeva fare devotamente l’adorazione eucaristica. Era regolare nell’accostarsi al sacramento della Penitenza e soffriva molto quando difficoltà di sorta glielo impedivano. Desiderava conformarsi sempre più a Gesù, che stava al primo posto nella sua vita spirituale. Con devozione filiale invocava la Vergine Maria, ed anche i Santi e precipuamente l’Angelo Custode. Non mancarono al suo lavoro pastorale la cura dei poveri e dei malati, e si dedicò con solerzia alla formazione del clero indigeno per lo sviluppo delle Chiese locali e l’inculturazione del Vangelo. Per questo spese tutta la sua vita, fino a morire.

La Società delle Missioni Africane ha portato avanti il carisma e l’apostolato del Servo di Dio. La vita e la morte, il servizio e l’habitus morale del Servo di Dio furono ben presto stimati eroici. Nel 1989 i suoi resti mortali a Freetown furono riesumati e si trovano oggi a Lione, nella casa madre della Società.

Nello stesso anno si valutò di avviare la Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio. L’Inchiesta diocesana si svolse presso il Vicariato di Roma dal 9 maggio 1995 al 19 maggio 2000. Di essa, questa Congregazione delle Cause dei Santi emise il decreto sulla validità giuridica il 3 dicembre 2004. L’Inchiesta suppletiva, tenutasi dal 4 luglio 2001 al 19 dicembre 2002 con Inchieste rogatoriali presso le Curie ecclesiastiche di Carcassonne, Parigi e Pondichéry e Cuddalore, fu riconosciuta giuridicamente valida il 3 dicembre 2004. Si preparò quindi la Positio, che fu esaminata il 19 gennaio 2016 dai Consultori Storici. Secondo consuetudine si è quindi discusso se il Servo di Dio abbia davvero esercitato in grado eroico le virtù cristiane. Il 10 ottobre 2019 il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi diede parere favorevole. I Padri Cardinali e Vescovi il 21 aprile 2020 hanno riconosciuto che il Servo di Dio ha esercitato in modo eroico le virtù teologali, cardinali ed annesse.

Il sottoscritto Cardinale Prefetto ha quindi riferito tutte queste cose al Sommo Pontefice Francesco. Sua Santità, accogliendo e ratificando i voti della Congregazione delle Cause dei  Santi, ha oggi dichiarato: Sono provate le virtù teologali  Fede, Speranza e Carità verso Dio e verso il prossimo, nonché le cardinali Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza ed annesse in grado eroico del Servo di Dio Melchiorre Maria de Marion Brésillac, Vescovo titolare di Prusa, Primo Vicario Apostolico di Sierra Leone, Fondatore della Società delle Missioni Africane, già Primo Vicario Apostolico Coimbatore, nel caso e per il fine di cui si tratta.

Il Sommo Pontefice ha poi disposto che il presente decreto venga pubblicato e inserito negli atti della Congregazione delle Cause dei Santi.

Dato a Roma il 26 maggio nell’anno del Signore 2020.

 

Angelo Card. Becciu

Prefetto

 

                                                                    + Marcello Bartolucci

                                                                    Arciv. tit. di Bevagna

                                                                    Segretario

 

 

 

 

________________________

 

 

 

 

ROMANA

 

BEATIFICATIONIS et CANONIZATIONIS

Servi Dei

MELCHIORIS MARIAE DE MARION BRÉSILLAC

Episcopi Titularis Prusensis

Primi Vicarii Apostolici Montis Leonini

Fundatoris Societatis Missionum ad Afros

iam Primi Vicari Apostolici Coimbaturensis

(1813-1859)

_____________________

DECRETUM SUPER VIRTUTIBUS

 

    “Liberum non est nobis missionariis opus Dei non continenter facere. Necesse est id nos omnino detinere, nos in eo esse demersos, quasi ei cohaerere”.

    Haec verba scribendo, Servus Dei Melchior Maria de Marion Brésillac in lucem protulit quod semper vitam delectusque suos impulit. Iisdem prima Iesu verba resonant, cum Hierosolymae Sanctis Parentibus respondit: “Nesciebatis quia in his, quae Patris mei sunt, oportet me esse?” (Lc 2,49).

    Servus Dei die 2 mensis Decembris anno 1813 Castelli Novi Arri, intra fines dioecesis Carcassonensis, ortum duxit. Presbyter factus est die 22 mensis Decembris anno 1838. Dum ministerium in patria exerceret, vocationem Domini percepit ad proficiscendum missionis ad gentes causa. Partem habere Societatis Parisiensis missionum ad exteras gentes optavit ac in Vicariatum Apostolicum missus est Pondicheriensem, meridiana in plaga Indiae, primum in loco instituendus, dein apud missionem v.d. Salem. Aliquot post menses nominatus est seminarii rector. Summus Pontifex Gregorius XVI Episcopum titularem Prusensem eum elegit, qui consecratus est die 4 mensis Octobris anno 1846. Provincia Coimbaturensis est ei commissa, postea Vicariatus Apostolicus.

    In Europam aliquot annis post rediit. Consilium novae missionis in Regno Dahomensi, intra hodiernos Benini fines, Congregationi de Propaganda Fide inde exposuit. Ad propositum istud efficiendum monitus est ut societatem missionariorum conderet. Sic Lugduni die 8 mensis Decembris anno 1856 Societas Missionum ad Afros est orta. Regno Dahomensi nimis ducto insidioso, Servus Dei renuntiatus est Vicarius Apostolicus Montis Leonini, quo ipse die 14 mensis Maii anno 1859 pervenit una cum aliis missionariis. Eodem tempore gravis contagionem secum ferens febris flavae morbus in Libera Urbe stragem faciebat, adeo ut navarchus escensionem ei praecluderet. At ipse sententiam eundi sibi stare dixit, cum illa eius dioecesis esset. Contagione affectus, die 25 mensis Iunii anno 1859 obiit. Extrema eius verba “fides, spes et caritas” fuerunt.

Ipsae enim continenter Servi Dei actiones informabant. Laudabili prudentia temporum signa intueri valebat, in quibus vero voluntatem Dei agnoscebat. Iuxta sui episcopalis insignis sententiam, videlicet “Lumen rectis”, veritatem et iustitiam semper quaesivit. Officium pro Regno Dei bene, studio ac diligentia, agi volebat. Ministerium eius apostolicum precatione sustinuebatur, tum lithurgica cum privata. Scripta eius orationibus abundant. Omni sero eucharisticam pietatem devote colere videbatur. Certis temporibus sacramentum Paenitentiae adire solebat, quo, cum quasdam ob vices effici non posset, valde laborabat. Iesum usque imitari cupiebat, qui spiritualis eius vitae tenebat principatum. Filiali benevolentia Virginem Mariam invocabat, sanctos quoque et Angelos Custodes praesertim. Pastorali eius operi indigentium et aegrotantium cura non caruit, atque clerum indigenum formandum navavit, illius loci Ecclesiae incrementi Evangeliique inculturationis gratia. Ad quod vitam totam impendit, usque ad mortem.

    Societas Missionum ad Afros Servi Dei charisma et apostolatum perrexit. Eiusdem vita et obitus, ministerium moralisque habitus brevi spatio heroici sunt aestimata. Itaque anno 1989 eius exuviae Libera Urbe effossae sunt ac hodie Lugduni, apud domum-matrem Societatis, quiescunt.

    Eodem anno pensum est Servi Dei Causam beatificationis et canonizationis incipere. Inquisitio dioecesana apud Vicariatum Urbis a die 9 mensis Maii anno 1995 ad diem 19 mensis Maii anno 2000 est habita, cuius decretum de iuridica validitate haec Congregatio de Causis Sanctorum die 16 mensis Martii anno 2001 edidit. Inquisitio suppletiva, a die 4 mensis Iulii anno 2001 ad diem 19 mensis Decembris anno 2002 peracta, rogatorialibus cum Inquisitionibus apud Curias ecclesiasticas Carcassonensem, Parisiensem atque Pondicheriensem et Cuddalorensem, ex iure valida decreta est die 3 mensis Decembris anno 2004. Positio postmodo est confecta, quae die 19 mensis Ianuarii anno 2016 a Consultoribus Historicis est ponderata. Secundum consuetudinem inde disceptatum est an Servus Dei christianas virtutes heroico in gradu vere excoluisset. Die 10 mensis Octobris anno 2019 Peculiaris Consultorum Theologorum Congressus faustum votum protulit. Patres Cardinales et Episcopi die 5 mensis Maii anno 2020 Servum Dei theologales, cardinales iisque adnexas virtutes heroico modo exercuisse sunt professi.

    Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Francisco per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate tum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Fortitudine et Temperantia iisque adnexis in gradu heroico Servi Dei Melchioris Mariae de Marion Brésillac, Episcopi Titularis Prusensis, Primi Vicarii Apostolici Montis Leonini, Fundatoris Societatis Missionum ad Afros, iam Primi Vicari Apostolici Coimbaturensis, in casu et ad effectum de quo agitur.

    Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

    Datum Romae, die 26 mensis Maii a. D. 2020.