Causa in corso
Michele Zavala López
- Venerabile Servo di Dio -

Michele Zavala López

(1867 - 1947)

Venerabilità:

- 21 dicembre 2018

- Papa  Francesco

Sacerdote professo dell’Ordine di Sant’Agostino; la sua missione apostolica per tutta la vita fu la costruzione della chiesa materiale e della chiesa delle anime

  • Biografia
Per poter attuare il suo lavoro nella chiesa andava elemosinando porta a porta personalmente per ottenere l’obolo dei fedeli

 

Il Venerabile Servo di Dio Michele Zavala López nacque il 12 novembre 1867 a Rancho Nuevo de Santa Clara, situato a 12 Km a nord di Puruándiro (Michoacán), da José Rafael Zavala e María Micaela López. Il bambino fu battezzato il 14 novembre 1867 nella parrocchia del Señor de la Salud e gli furono imposti i nomi di José Estanislao Serapión Francisco de la Trinidad. Quando il bambino aveva solo 13 mesi di vita, i genitori emigrarono al Ojo de Agua de Emendío, Moroleón, Guanajuato, dove vissero la vita di umili contadini e, nel 1869, nacque la sorella del Servo di Dio, Pilar. Poi si trasferirono nuovamente al villaggio La Soledad (Moroleón). All’età di 4 anni il bambino rimase orfano di padre. La madre, con i bambini, rimase nel villaggio de La Soledad (Moroleón), lavorando per poter tirare avanti con la famiglia in grande povertà. Il bambino poté frequentare una scuola privata gestita dalle signorine Rosa e Antonia Paniagua, dove imparò facilmente a leggere, scrivere, far di conto, il catechismo e la storia sacra. Il 15 gennaio 1875 egli ricevette la Prima Comunione e presto imparò anche a fare il chierichetto e manifestando grande fervore religioso. A un certo punto manifestò alla sua mamma e al confessore, l’agostiniano padre Martín Delgado, il suo desiderio di diventare sacerdote, desiderio che fu bene accolto da ambedue.

Il 26 dicembre 1878 fu mandato a Morelia per essere ammesso nel seminario. Essendo però questo ancora chiuso, il Venerabile Servo di Dio fu accolto dalle monache cappuccine, presso le quali rimase alcuni mesi, al loro servizio, in attesa appunto di essere ammesso nel seminario, dove poté entrare il 25 gennaio 1879, con una borsa di studio nel Collegio di Sant’Ignazio. Vi rimase due anni attendendo agli studi umanistici. Il 7 gennaio 1881 fu accolto nel Collegio di San Paolo di Yuririapúndaro, perché intanto era stato accettato nell’Ordine agostiniano. L’ingresso nell’Ordine avvenne il 7 giugno 1888 con la vestizione religiosa e l’inizio del noviziato e gli fu cambiato il nome di battesimo in quello di fra Miguel. Anche la madre del Venerabile Servo di Dio, con l’unica figlia Pilar, si era trasferita a Yuriria (Yuririapúndaro) per poter assistere e seguire da vicino il figlio nelle sue necessità, mentre continuava a fare la lavandaia per pagarsi da vivere. L’anno seguente il Servo di Dio fece la professione temporanea e iniziò gli studi in preparazione al sacerdozio, che durarono 5 anni. Essendo stati espulsi i frati da Yuriria dal governo massonico, nel 1889, i religiosi furono dispersi e il Venerabile Servo di Dio trovò rifugio come sagrestano nella chiesa del convento di Morelia. Nel gennaio 1890 egli fu iscritto nel Seminario Conciliare di questa città, avendo potuto riprendere gli studi. Nel 1892 emise la professione solenne, che per tutta la vita si sforzerà di attuare con semplicità evangelica, audacia nell’intraprende­re grandi opere, carità ed ardente zelo per le anime, purezza angelica, obbedienza fino al sacrificio, estrema povertà e autentica gioia. Il 24 febbraio 1894, nella cattedrale di Michoacán ricevette dal Vescovo Mons. Ignacio Artiga, la tanto sospirata ordinazione sacerdotale, con grande gioia sua e della madre.

Dopo pochi giorni, il Servo di Dio ricevette il primo incarico di cappellano di Puebla de San Miguel del Sabino (Guanajuato), un piccolo villaggio non molto lontano da Yuriria, ai piedi della montagna del Culiacán. In questo paesino, il Venerabile Servo di Dio iniziò anche la sua attività di costruttore. Infatti nello spazio di otto mesi in cui vi rimase Fra Miguel portò a termine la costruzione della chiesa, che era rimasta incompleta da diversi anni. Il suo lavoro tuttavia non si limitava all’aspetto materiale, perché contemporaneamente portò avanti un lavoro pastorale molto proficuo, che gli attirò l’apprezzamento e la benevolenza dei fedeli. La sua attività apostolica fu rinnovatrice: promosse la pietà eucaristica e mariana; organizzò la catechesi e alcune pie associazioni; celebrò le feste liturgiche con grande splendore; faceva l’omelia nella Messa quotidiana; impartì diversi corsi di Esercizi Spirituali; mise in regola tutti i matrimoni dei dintorni; fece aumentare al 100% la frequenza ai sacramenti; fece diminuire molto il vizio dell’ubriachezza e la violenza. In questo modo procederà la sua missione apostolica per tutta la vita: costruzione della chiesa materiale e della chiesa delle anime. I testi affermano appunto questo suo impegno nel materiale e nello spirituale per tutta la vita, e in tutti i luoghi dove la Provvidenza lo inviò. Di fatto ebbe molti trasferimenti, che egli sempre accettò con spirito di obbedienza, benché la popolazione, che a lui si affezionava, molte volte protestasse, come fece già a El Sabino.

Il 13 novembre 1894 fu assegnato al convento di Santa María de los Dolores de Querétaro come Priore del convento. Qui decorò la chiesa di Sant’Agostino. Per poter attuare il suo lavoro nella chiesa andava elemosinando porta a porta personalmente per ottenere l’obolo dei fedeli. Egli seguì questo metodo in tutti i luoghi dove fu assegnato e operò la costruzione o la decorazione delle varie chiese. Questo metodo di elemosinare per lui costituì un grande e duro esercizio di umiltà, perché non sempre veniva bene accolto, ma anche un’occasione molto preziosa di avvicinare le persone e insegnare loro il Vangelo in maniera semplice e personale.

A questo lavoro pastorale e di costruttore si aggiunsero al Venerabile Servo di Dio vari incarichi all’interno del governo del suo Ordine. Nel 1904 fu trasferito a Morelia perché eletto Definitore e Segretario della Provincia; nel 1905 fu nominato maestro dei novizi, che svolse con grande impegno e amore per i giovani, per circa 4 anni. Nel 1908 fu nominato parroco della parrocchia di Morelón, di cui prese possesso il 13 novembre, dando così inizio a una lunga esperienza di lavoro pastorale. Come parroco incrementò la catechesi parrocchiale dei bambini e degli adulti sia nel centro urbano sia nelle 14 fattorie della zona, e la sua azione pastorale fu tale che trasformò Moroleón, di circa 16.000 abitanti, in una comunità cristiana esemplare. Tutta la sua vita umana, cristiana, religiosa e sacerdotale, era pervasa dalla Grazia mediante l’orazione, la meditazione della Parola di Dio, l’amministrazione dei sacramenti, l’esercizio progressivo nelle virtù, soprattutto della carità, nella celebrazione dignitosa del culto eucaristico e mariano. Tutto questo non fu messo alla prova da vari problemi di salute e da certe difficoltà esterne, comprese le calunnie, che però risultarono tutte false. Durante la rivoluzione carranzista (1914-1918) anche il Servo di Dio ne fu coinvolto con grande pericolo, anche perché la rivoluzione ebbe le sue nefaste conseguenze: la fame, (1915) la peste tifoidea, cui si aggiunse la cosiddetta influenza spagnola (1918). Il Servo di Dio in questi tragici eventi attese all’assistenza degli infermi e dei moribondi, e provvidenzialmente sopravvisse. Nel novembre del 1920 il Venerabile Servo di Dio fu nominato Priore e parroco di Yuriria dove, al lavoro parrocchiale si aggiunse anche il compito di ricostituire la comunità e la vita comunitaria, interrotta dalle tristi vicende precedenti della rivoluzione. Inoltre fu riaperto il Collegio San Paolo che egli diresse per quattro anni. La sua intensa attività apostolica e di costruttore fu nuovamente interrotta durante il nuovo conflitto religioso, chiamato il Battesimo di sangue della Chiesa Messicana, degli anni 1926-1929, quando il Presidente Plutarco Elías Calles, con la tristemente famosa Ley Calles, scatenò la più formidabile offensiva lanciata contro la Chiesa Cattolica.

Anche la reazione della Chiesa fu energica: con l’approvazio­ne del Papa Pio XI, l’episcopato messicano sospese il culto liturgico in tutte le chiese del Messico dalla mezzanotte del 31 luglio a tutto il 1° agosto. In tali circostanze il Servo di Dio lasciò liberi i suoi collaboratori di decidere secondo coscienza se cercare sicurezza o meno altrove, purché restassero saldi nella fede. Egli invece continuò ad esercitare il suo ministero in Yuriria vicino ai suoi parrocchiani, secondo le possibilità. Usciva dal paese soltanto per soccorrere gli infermi, approfittando così per celebrare la Messa, udire le confessioni, impartire la Comunione, battezzare i bambini. Il suo luogo fisso era la casa dei Padri Vega. Non tenendo conto dei decreti governativi che avevano ordinato ai sacerdoti di concentrarsi tutti nella Capitale, Città del Messico, dove potevano essere meglio controllati nelle loro attività apostoliche, egli, aiutato da alcuni studenti, cambiava alloggio continuamente e celebrava nei luoghi più nascosti, scantinati o sotterranei. Il governo infatti aveva deciso di sterminare il clero e i clericali. Nei momenti più acuti della persecuzione visitava i malati di notte e incontrava i sani all’alba. Il resto del tempo lo passava nella preghiera e nello studio della scienza sacra.

Quando nel 1929 fu ristabilito il culto nelle chiese, il Venerabile Servo di Dio riprese subito la cura pastorale dei suoi parrocchiani e le sue consuete occupazioni, in modo particolare ricostituendo l’Azione Cattolica, secondo le direttive del Papa. Il 10 settembre 1931 il Servo di Dio ricevette l’ordine di trasferirsi a Città del Messico con il compito di edificarvi un santuario a Santa Teresa del Bambino Gesù. Ma nella nuova destinazione trovò abbastanza difficoltà, anche per l’ostilità da parte del Governo. Provvisoriamente il Servo di Dio con altri due religiosi alloggiarono presso la chiesa di Santa Chiara, dove iniziarono il loro apostolato, che includeva anche l’assistenza spirituale all’Ospedale Generale della città. La sua assidua azione pastorale tuttavia presto infastidì alcune autorità, le quali, per dissuaderlo, un giorno lo prelevarono materialmen­te dalla chiesa e lo misero in carcere, perché non aveva il permesso di fare apostolato (1932). Di nuovo lo mandarono in carcere il 20 giugno 1933 e quando fu liberato, il giudice lo ammonì che se avesse nuovamente trasgredito la legge con lo stesso “delitto”, avrebbe dovuto applicargli le sanzioni previste dal Codice penale riformato.

Dopo tre anni fu privato della chiesa di Santa Chiara, e l’Arcivescovo del Messico gli affidò la parrocchia di San Bartolo, Neucalpan, Mex., in modo da poter continuare la costruzione del Santuario a Santa Teresina già iniziata nella capitale. Nel 1937 il Servo di Dio fu nuovamente nominato parroco di Yuriria, ma il 23 novembre 1938, provvisoriamente fu incaricato della chiesa del Carmen in Salvatierra, che non fu certo un momento di riposo (novembre 1938-febbraio 1939). A Yuriria, dunque, poté andare nel mese di febbraio 1939 in qualità di Priore del convento e cappellano del Santuario del Señor de la Preciosa Sangre. Nonostante l’età, la sua azione apostolica e di costruttore fu ancora molto intensa. Egli continuò a servire il Signore con tutte le sue forze fino al 1947. Gli anni e le varie infermità e incidenti minarono la salute del Servo di Dio. Morì il 4 aprile del 1947 alle ore 12.30, di Venerdì Santo. Il funerale fu celebrato la Domenica di Risurrezione con paramenti bianchi, e fu sepolto nel cimitero municipale, accom­pagnato da tutto il popolo di Yuriria. Dopo 5 anni dalla morte la salma fu traslata alla chiesa parrocchiale, dove ancora giace.