Causa in corso
Placido Cortese (al secolo: Nicolò)
- Venerabile Servo di Dio -

Placido Cortese (al secolo: Nicolò)

(1907 - 1944)

Venerabilità:

- 30 agosto 2021

- Papa  Francesco

Sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, ripose nel Signore tutta la sua speranza e non si lasciò abbattere dalle contrarietà e dagli ostacoli. La sua disponibilità nei confronti dei ricercati dal regime nazifascista fu a tutta prova

  • Biografia
  • Decreto sulle Virtù
Solo la carità lo guidava, convinto che essa non dovesse avere confini

 

    Il Venerabile Servo di Dio Placido Cortese (al secolo: Nicolò) nacque a Cherso (oggi Croazia) il 7 marzo 1907.

    Dopo aver frequentato la scuola elementare, avvertendo la chiamata alla vita religiosa, nel 1920 entrò nel Seminario dei Frati Minori Conventuali a Camposampiero (Padova). Il 10 ottobre 1924 emise la professione dei voti semplici e tornò a Cherso, presso il Collegio di San Francesco, per frequentare il liceo. Fu quindi mandato a Roma per completare la formazione teologica. Il 4 ottobre 1928 emise la professione solenne e il 6 luglio 1930 fu ordinato sacerdote.

    Svolse il servizio pastorale nella Basilica di Sant’Antonio a Padova, in particolare nel ministero della Riconciliazione e nella direzione spirituale, specie della gioventù. Nel 1933 fu trasferito a Milano, nella chiesa dell’Immacolata e S. Antonio, allora in costruzione e, nel 1937, ritornò nella Basilica di Sant’Antonio a Padova come direttore della rivista Il Messaggero di Sant’Antonio. Nello stesso anno fu nominato Custode della Provincia Patavina. Nel 1940, venne trasferito nel convento di San Francesco di Cherso.

    Durante la Seconda Guerra Mondiale, su incarico del Nunzio Apostolico in Italia, Mons. Francesco Borgongini Duca, assistette gli internati croati e sloveni nei campi di concentramento italiani, in special modo in quello di Chiesanuova, presso Padova. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, si adoperò per aiutare a facilitare la fuga degli ex-prigionieri alleati, ma anche di tutte le categorie di persone perseguitate dai nazisti, compresi gli ebrei. La sua attività, lo espose a gravissimi rischi; infatti, fu catturato dalla Gestapo l’8 ottobre 1944 mediante lo stratagemma di attirarlo fuori dalla Basilica di Sant’Antonio, poiché questa era in zona extra-territoriale. Fu condotto nella caserma delle SS a Trieste (Italia), dove morì nei primi giorni di novembre, in seguito alle durissime torture subite.

    Il Venerabile Servo di Dio fu uomo di fede, pronto a donare la vita per essa. Il riferimento a Dio era costante e aveva la capacità di mantenere il raccoglimento in mezzo alle occupazioni quotidiane. Fu fedele alla preghiera quotidiana, alla celebrazione dell’Eucaristia e alla devozione a Maria e a Sant’Antonio. I mezzi di comunicazione erano per lui mezzi per diffondere la fede. La sua testimonianza era quella di un uomo semplice, aperto e disponibile che si prestava volentieri nell’esercizio del ministero e, in particolare, nel sacramento della Confessione e nella direzione spirituale.

    Ripose nel Signore tutta la sua speranza e non si lasciò abbattere dalle contrarietà e dagli ostacoli. Manifestò un abituale ottimismo, frutto dell’abbandonarsi fiduciosamente a Cristo. Possedeva un profondo senso della misericordia e infondeva speranza in quanti lo avvicinavano. Anche nella predicazione traspariva la fiducia nella misericordia divina.

    Fin da giovane, s’impegnò a corrispondere con tutto se stesso all’amore di Dio che viveva con gioia e nel desiderio di operare il bene. La carità quotidiana aveva le sue radici proprio in quell’amore ed era il motore di ogni attività, ministero e servizio. Sapeva mettere il Signore al primo posto nel suo cuore e nella sua giornata.

    Maturò negli anni una grande capacità di donarsi totalmente alle persone che il Signore gli faceva incontrare. Il suo tratto umano era semplice ed accogliente, capace di farsi carico con pazienza e benevolenza delle varie situazioni di necessità. La sua disponibilità nei confronti dei ricercati dal regime nazifascista era a tutta prova. Probabilmente i tedeschi lo arrestarono perché interpretarono il suo agire come attività politica, ma era solo la carità che lo guidava, convinto che essa non dovesse avere confini. Era cosciente dei rischi che correva da parte di nazisti e di fascisti. Molteplici erano gli aiuti materiali che donava alle famiglie e alle persone: cibo, abiti, cose di prima necessità.

 

 

TRIESTE

 

BEATIFICAZIONE e CANONIZZAZIONE

del Servo di Dio

PLACIDO CORTESE

(al secolo: Nicolò)

Sacerdote professo dell’Ordine

dei Frati Minori Conventuali

(1907-1944)

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DECRETO SULLE VIRTU'

 

 

    “Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5,16).

    In ogni epoca della storia, non sono mancati alla Chiesa di Dio uomini generosi e pieni di virtù, che hanno dimostrato con le loro azioni che essa, luminosa città collocata sul monte, è vicina e si prende cura dei bisognosi, perché ricevano in molti modi il conforto di Cristo. Così avvenne, in anni drammatici del XX secolo, con il Servo di Dio Placido Cortese (al secolo: Nicolò), autentico religioso e modello di carità fino alla morte, per il quale si addice la lode al Padre che è nei cieli.

    Il Servo di Dio nacque a Cherso, oggi in Croazia, il 7 marzo 1907. Avvertendo la vocazione religiosa, entrò nel Seminario dei Frati Minori Conventuali a Camposampiero, presso Padova. Emise la professione dei voti semplici e tornò a Cherso per frequentare il liceo nel Collegio di San Francesco. Fu quindi mandato a Roma per completare la formazione teologica. Il 4 ottobre 1928 emise la professione solenne e il 6 luglio 1930 fu ordinato sacerdote.

    Per alcuni anni svolse il servizio di confessore nella Basilica di Sant’Antonio a Padova, poi fu trasferito a Milano, nella chiesa dell’Immacolata e S. Antonio, la cui costruzione ancora non era terminata, e nel 1937 ritornò nella Basilica di Sant’Antonio a Padova come direttore della rivista “Il Messaggero di Sant’Antonio”. Nello stesso anno fu nominato Custode della Provincia Patavina. Nel 1940 fu trasferito nel convento di San Francesco a Cherso.

    Durante la seconda guerra mondiale, su incarico del Nunzio Apostolico in Italia, assistette gli internati croati e sloveni nei campi di concentramento italiani, in special modo in quello di Chiesanuova, vicino a Padova. Aiutò alla fuga molti perseguitati dai nazisti, compresi ebrei. Corse per questo gravi rischi. L’8 ottobre 1944 infatti la Gestapo lo catturò. Fu portato nella caserma delle SS a Trieste, dove morì, a seguito alle durissime torture subite, nei primi giorni di novembre.

    Il Servo di Dio tutto compiva con la mente fissa nel Signore e con una preghiera continua, che alimentava con la celebrazione dell’Eucaristia, la devozione a Maria Santissima e a Sant’Antonio. Fra le occupazioni quotidiane e nel profondo della sua interiorità, Dio aveva il primo posto. Con semplicità, mansuetudine e costanza amministrava i sacramenti e specialmente riconciliava le anime con Dio. Ebbe molto a soffrire, ma mai si perse d’animo nelle contrarietà. Si affidava a Gesù Cristo, e la misericordia di Dio era causa di speranza per sé e per gli altri. Fin da giovane s’impegnò a corrispondere in tutto all’amore di Dio e coltivava sempre dentro di sé il desiderio di operare il bene. Con pazienza e benevolenza accoglieva le persone e si faceva carico delle loro necessità. Donava cibo, abiti e altre cose a famiglie e persone in difficoltà. Probabilmente la polizia lo arrestò poiché interpretavano le sue azioni come attività politica, ma in realtà era solo la carità a spingerlo. Praticò in modo esemplare i consigli evangelici, portando così a perfezione la sua vocazione nella famiglia francescana. Per l’ampiezza e solidità delle sue virtù, fu circondato da una vera fama di santità.

    Poiché essa non è mai andata estinguendosi, fu aperta la Causa di beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio. Presso la Curia ecclesiastica di Trento si è celebrata dal 29 gennaio 2002 al 15 novembre 2003 l’Inchiesta diocesana, la cui validità giuridica è stata approvata da questa Congregazione delle Cause dei Santi con decreto del 4 giugno 2010. Si tenne anche una Inchiesta suppletiva, dal 18 giugno al 25 ottobre 2012, riconosciuta giuridicamente valida con decreto di questa medesima Congregazione il 17 maggio 2013.  Preparata la Positio e sottoposta al giudizio dei Consultori Storici il 31 gennaio 2017, si è discusso, secondo consuetudine, se il Servo di Dio abbia esercitato le virtù cristiane in grado eroico. I Consultori Teologi si sono espressi favorevolmente il 24 novembre 2020. I Padri Cardinali e Vescovi, nel corso della Sessione Ordinaria del 6 luglio 2021, hanno riconosciuto che il Servo di Dio ha esercitato eroicamente le virtù teologali, cardinali ed annesse.

    Il sottoscritto Cardinale Prefetto ha quindi riferito tutte queste cose al Sommo Pontefice Francesco. Sua Santità, accogliendo e confermando i voti della Congregazione delle Cause dei Santi, ha oggi dichiarato: Sono provate le virtù teologali Fede, Speranza e Carità verso Dio e verso il prossimo, nonché le cardinali Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza ed annesse in grado eroico del Servo di Dio Placido Cortese (al secolo: Nicolò), Sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, nel caso e per il fine di cui si tratta.

    Il Sommo Pontefice ha poi disposto che il presente decreto venga pubblicato e inserito negli atti della Congregazione delle Cause dei Santi.

    Dato a Roma il 30 agosto nell’anno del Signore 2021.

 

Marcello Card. Semeraro

Prefetto

 

                                                                                    + Fabio Fabene

                                                                                Arciv. tit. di Montefiascone

                                                                                    Segretario

 

 

 

 

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TREGESTINA

 

BEATIFICATIONIS et CANONIZATIONIS

Servi Dei

PLACIDI CORTESE

(in saeculo: Nicolai)

Sacerdotis professi Ordinis

Fratrum Minorum Conventualium

 (1907-1944)

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DECRETUM SUPER VIRTUTIBUS

 

 

    “Luceat lux vestra coram hominibus, ut videant vestra bona opera et glorificent Patrem vestrum, qui in caelis est” (Mt 5,16).

    Omni tempore historiae, Ecclesia Dei numquam hominibus caruit sedulis virtutibusque plenis, qui gestibus ostenderent eam, fulgidam civitatem supra montem positam, omnibus egenis adesse eosdemque, ut Christi solacium multipliciter reciperent, curare. Sic evasit, angustiore vigesimi saeculi tempore, per Servum Dei Placidum Cortese (in saeculo: Nicolaum), religiosum sincerum et caritatis usque ad mortem exemplum, quo laus Patrem, qui in caelis est, decet.

    Servus Dei natus est die 7 mensis Martii anno 1907 Chersi, hodie in Croatia. Religiosam vocationem percepit ac Fratrum Minorum Conventualium ingressus est Seminarium in Campo Sancti Petri, apud Patavium. Simplicilium votorum professionem emisit atque Chersum redivit, ut in Sancti Francisci Collegio studia ageret lycealia. Inde Romam missus est ad theologicam formationem perficiendam. Die 4 mensis Octobris anno 1928 sollemnem professionem emisit ac die 6 mensis Iulii anno 1930 ordinatus est presbyter.

    Aliquot annis confessoris munus explevit in Basilica Sancti Antonii Patavii, dein Mediolanum tralatus est in ecclesia Immaculatae et Sancti Antonii, cuius conditio tunc erat complenda. Anno 1937 in Basilica Sancti Antonii Patavii denuo erat, uti commentarii, quod Italice Il Messaggero di Sant’Antonio inscriptum est, moderator. Eodem anno et Custos nominatus est Provinciae Patavinae. In conventum Sancti Francisci Chersi anno 1940 est transmotus.

    Secundi mundani belli tempore, Nuntii Apostolici Italiae mandatu, Liburnos Slovenosque Italicis carceraliis in castris deportatos adiuvit, in primis in loco v.d. Chiesanuova, non longe a Patavio. Plurimis, a nazistis persecutis, ut fugam peterent, auxilium praebuit. Quapropter multum periclitavit. Nam die 8 mensis Octobris anno 1944 comprehensus est a publicis, qui Germanice Gestapo appellabantur. Inde Tregesti castris stativis militum, qui pariter SS nomen habebant, inductus est, ubi, acerbissimam ob carnificinam subitam, primis diebus mensis Novembris obiit.

    Servus Dei omnia mente Domino defixa continentique precatione agebat, quam Eucharistiae celebratione ac in Mariam Sanctissimam et Sanctum Antonium devotione alebat. Inter eius cotidianas agendas res et in altitudine interioritatis eius, Deus pricipatum obtinebat. Simplicitate, mensuetudine et constantia sacramenta ministrabat maximeque animas cum Deo reconciliabat. Multum pati debuit, sed in angustiis numquam fractus est animo. Se Iesu Christo semper committebat atque misericordia Dei eius et pro aliis spei erat causa. Iam a iuventute, ut caritati Dei omnino responderet, studuit necnon cupiditatem bonum agendi continenter inter se colebat. Patientia et benevolentia pauperes recipiebat, quorum suscipiebat necessitates. Cibaria, vestes at alia largiebatur familiis ac laborantibus. Milites, actiones eius rei publicae causa agitas probabiliter interpretantes, in vinculis duxerunt eum, at vero Servum Dei caritas tantum impellebat. Consilia evangelica excellenti modo exercuit, ita ut suam Franciscali in familia vocationem perficeret. Certas altasque propter eius virtutes, vera sanctitatis circumdatus est fama.

    Qua numquam imminuente, Servi Dei instituta est Causa beatificationis et canonizationis. Apud Curiam ecclesiasticam Tregestina a die 29 mensis Ianuarii anno 2002 ad diem 15 mensis Novembris anno 2003 Inquisitio dioecesana celebrata est, cuius iuridica validitas ab hac Congregatione de Causis Sanctorum per decretum diei 4 mensis Iunii anno 2010 est approbata. Et Inquisitio suppletiva habita est a die 18 mensis Iunii ad diem 25 mensis Octobris anno 2012, quam de iure validam haec eadem Congregatio per decretum agnovit die 17 mensis Maii anno 2013. Positione confecta, necnon Consultorum Historicorum iudicio die 31 mensis Ianuarii anno 2017 subiecta, disceptatum est, iuxta consuetudinem, an Servus Dei virtutes christianas heroico in gradu excoluisset. Consultores Theologi, ad firmative locuti sunt die 24 mensis Novembris anno 2020. Patres Cardinales et Episcopi, diei 6 mensis Iulii anno 2021 Ordinaria Sessione occurrente, Servum Dei professi sunt theologales, cardinales iisque ad nexas virtutes heroico more exercuisse.

    Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Francisco per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate tum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Fortitudine et Temperantia iisque adnexis in gradu heroico Servi Dei Placidi Cortese (in saeculo: Nicolai), Sacerdotis professi Ordinis Fratrum Minorum Conventualium, in casu et ad effectum de quo agitur.

    Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

    Datum Romae, die 30 mensis Augusti a. D. 2021.