Causa in corso
Raffaela Maria di Gesù Ostia (al secolo: Martínez-Cañavate Ballesteros)
- Venerabile Serva di Dio -

Raffaela Maria di Gesù Ostia (al secolo: Martínez-Cañavate Ballesteros)

(1915 - 1991)

Venerabilità:

- 05 maggio 2015

- Papa  Francesco

Monaca professa dell’Ordine delle Cappuccine di Santa Chiara; nata in una aristocratica famiglia dell’Andalusia, entrando in monastero, accolse una vita di povertà e sacrificio. Per la maggior parte della vita consacrata fu Abbadessa del suo monastero, accettando questo compito con spirito di servizio

  • Biografia
Scelse la povertà come stile di vita e la clausura come espressione più qualificata

 

La Venerabile Serva di Dio Rafaela Martínez-Cañavate Ballesteros nacque a Maracena (Spagna) il 31 marzo 1915. Trascorse un’infanzia serena, in una famiglia di grande pietà cristiana, abituata a partecipare quotidianamente alla S. Messa, a pregare il S. Rosario e ad essere generosa con i poveri.

Iniziati gli studi nel Collegio delle Hijas de la Caridad de Lanjarón, proseguì l’iter scolastico nell’Istituto del Sagrado Corazón de Jesús di Granada. Qui entrò al far parte dell’Associazione “Figlie di Maria”, si consacrò alla Santissima Vergine e visse una vita spirituale apostolica molto intensa, aiutando l’Azione Cattolica e offrendo la sua collaborazione nella catechesi delle parrocchie più povere della città, visitando gli ammalati e gli anziani.

Il 15 maggio 1941 entrò nel monastero delle Clarisas Capuchinas de Chauchina, attratta dall’adorazione continua al Santissimo Sacramento che lì si svolgeva. Il 18 novembre 1942 ricevette l’abito religioso e il giorno seguente fece la sua prima professione, scegliendo il nome di Raffaela Maria di Gesù Ostia.

Mostrò una grande docilità e disponibilità per il lavoro: pronta sempre al sacrificio e alla mortificazione, scegliendo i lavori più umili per evitare che altre consorelle dovessero farli. Tali servizi furono accompagnati da sofferenze fisiche causate da un tumore alla schiena e da un attacco di appendicite.

Emise la professione solenne il 19 novembre 1945. Il 4 marzo 1949, fu scelta come Maestra delle novizie. In questo nuovo incarico si dimostrò un’eccellente pedagoga e psicologa ed una madre amorevole verso le consorelle a lei affidate.

Nel 1955, accompagnò l’Abbadessa a Madrid per assistere al Primo Capitolo della Federazione della Santissima Trinità. In quest’occasione fu nominata Consigliera federale. Il 27 aprile 1960 la comunità la scelse come Abbadessa del monastero. In tale incarico continuò a manifestare le stesse attitudini che esercitava con le novizie: semplicità, trasparenza, pace interiore, bontà e serenità. Trattava tutte le consorelle con delicatezza, educazione e rispetto. Seppe essere esigente ma, allo stesso tempo, comprensiva, rispettando il ritmo di maturazione di ciascuna.

Il centro della sua vita fu sempre la virtù della carità verso Dio e verso il prossimo, in particolare a vantaggio delle tante persone che si avvicinavano al monastero durante la guerra civile spagnola, chiedendo aiuto materiale, preghiere, consigli. La Serva di Dio accoglieva tutti e li confortava.

Si preoccupò della formazione delle religiose: cercò sacerdoti competenti per fare conferenze, esercizi e ritiri. Riteneva spiritualmente importante l’approfondimento biblico, in particolare la conoscenza dei salmi. Un altro aspetto curato particolarmente fu la preghiera per le vocazioni sia per il monastero che per la diocesi.

Il 17 ottobre 1967 partecipò al Terzo Capitolo Federale e fu nominata Consigliera per un altro sessennio.

Nel 1974, terminato l’incarico di Abbadessa, le fu assegnato il ruolo di Vicaria e Maestra delle novizie ma, tre anni più tardi, fu eletta nuovamente Abbadessa della comunità.

Nel 1991, diagnosticatole un tumore maligno, accettò la malattia come dono di Dio e offrì la sua vita per la santificazione dei sacerdoti e per la sua comunità.

Secondo il suo desiderio, trascorse gli ultimi giorni della sua malattia nell’infermeria del monastero di Chauchina (Spagna), dove morì il 29 maggio 1991.

 

INCHIESTA DIOCESANA

L’Inchiesta Diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Granada (Spagna), dal 28 febbraio 2002 al 17 aprile 2004, in quarantasette Sessioni, durante le quali furono raccolte le prove documentali e vennero escussi trentuno testi, di cui due ex officio.

La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto del 29 aprile 2005.

 

CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI

Si svolse il 6 maggio 2014. I Consultori prescritti misero in evidenza che la Venerabile Serva di Dio, nata in una aristocratica famiglia dell’Andalusia, entrando in monastero, accolse una vita di povertà e sacrificio. Per la maggior parte della vita consacrata fu Abbadessa del suo monastero, accettando questo compito con spirito di servizio. Fu aperta alla carità, sia con le consorelle, che desiderava guidare sulla via della santità, sia verso i bisognosi, che bussavano alle porte del Monastero. Dotata di uno spiccato istinto pedagogico, curò la formazione delle monache facendosi coadiuvare da sacerdoti e religiosi. Visse secondo la Regola, offrendo tutto al Signore.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo a favore del grado eroico delle virtù, della fama di santità e di segni della Venerabile Serva di Dio.

 

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E DEI VESCOVI

Si riunì il 5 maggio 2015. L’Em.mo Ponente, dopo aver ripercorso la storia della Causa e illustrato il profilo biografico della Venerabile Serva di Dio, ne sottolineò l’esercizio eroico delle singole virtù. Ella visse costantemente sostenuta dalla fede, che nutriva con la lettura e lo studio della Sacra Scrittura. Scelse la povertà come stile di vita e la clausura come espressione più qualificata. Modello di vita contemplativa, fu capace di creare un movimento di spiritualità e di apostolato anche fuori dal monastero, divenendo guida e punto di riferimento per tante consorelle e laici.

Al termine della Relazione dell’Em.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa.