Causa in corso
Raffaele Sánchez García
- Venerabile Servo di Dio -

Raffaele Sánchez García

(1911 - 1973)

Venerabilità:

- 08 luglio 2016

- Papa  Francesco

Sacerdote diocesano; svolse la pastorale verso gli ammalati per molti anni, dimostrando un profondo amore verso i sofferenti, soprattutto i bambini orfani

  • Biografia
Nutriva la predicazione, la catechesi e le attività caritative e sociali con un’intensa vita di preghiera

 

Il Venerabile Servo di Dio Raffaele Sánchez García nacque a Oliva de la Frontera (Badajoz, Spagna) il 14 giugno 1911, in una famiglia umile e molto religiosa, dove si pregava ogni giorno il Santo Rosario, si partecipava con frequenza ai Sacramenti e si leggeva assiduamente la Parola di Dio.

All’età di undici anni entrò in Seminario, grazie ad una borsa di studio concessagli dal medico del paese e, nonostante la giovane età, si distinse per la condotta integra e fedele, soprattutto per la dedizione alla preghiera ed alla penitenza. Terminato il cursus studiorum, venne ordinato sacerdote il 6 giugno 1936. Dopo un’esperienza parrocchiale, fu nominato cappellano dell’Orfanotrofio e, poco dopo, dell’Ospedale Provinciale di Badajoz, dove svolse con intensità, per ventisei anni, l’attività pastorale, mostrando un grande amore verso gli ammalati e i poveri, sempre pronto a corrispondere alle esigenze che gli si ponevano dinanzi.

Colpito da un epatocarcinoma accettò con serenità la sua malattia e morì a Badajoz (Spagna) l’8 agosto 1973.

 

ITER DELLA CAUSA

L’Inchiesta diocesana principale si svolse presso la Curia ecclesiastica di Badajoz (Spagna), dal 10 maggio 1990 al 3 luglio 1992, in settantasette Sessioni, con la raccolta delle prove documentali e l’escussione di trentatré testi, di cui sette ex officio.

Un’Inchiesta rogatoriale fu celebrata presso la Curia ecclesiastica di Madrid (Spagna) dal 26 al 28 giugno 1991, in tre Sessioni, durante le quali fu ascoltato un teste.

La validità giuridica delle Inchieste fu riconosciuta con il Decreto del 2 luglio 1993.

 

CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI

Si tenne il 17 febbraio 2015. I Consultori sottolinearono che il Venerabile Servo di Dio, svolse la pastorale verso gli ammalati per molti anni, dimostrando un profondo amore verso i sofferenti, soprattutto i bambini orfani. Non solo rimaneva accanto agli infermi con grande carità, portando loro i Sacramenti e conforto, ma anche sapeva attirare i loro familiari ed il personale sanitario, divenendo per tutti un autentico punto di riferimento.

Lo zelo che aveva per la salvezza delle anime era fondato su una vita ascetica cristocentrica e impregnata di spiritualità mariana. Pur essendo uomo di carità attiva, non trascurava la dimensione contemplativa, che coltivava con la costante preghiera. La sua spiritualità aveva come punti di riferimento i Padri della Chiesa e i mistici spagnoli. Personalità equilibrata, visse la fortezza nelle avversità, l’umiltà e la povertà. Il suo esempio trasparente e lineare di presbitero suscitò molte vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo circa il grado eroico delle virtù, la fama di santità e di segni del Venerabile Servo di Dio.

 

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E VESCOVI

Si riunì il 21 giugno 2016. L’Ecc.mo Ponente, dopo aver riassunto la storia della Causa ed il profilo biografico del Venerabile Servo di Dio, sottolineò l’esercizio delle virtù teologali e cardinali. In particolare, nutriva la predicazione, la catechesi e le attività caritative e sociali con un’intensa vita di preghiera, fondata sulla meditazione dei Misteri di Dio, sullo studio della Sacra Scrittura e dei Padri della Chiesa. Dedicò ai fratelli le migliori energie della vita, come emerge dal suo ministero verso i malati, nel confessionale e nella direzione spirituale. Si occupava, prima di tutto, dei più derelitti, dei più poveri e, per loro, si privava dei suoi abiti, del cibo e del denaro.

Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero al dubbio con sentenza affermativa.