Causa in corso
Santina Maria Addolorata (De Pascali)
- Venerabile Serva di Dio -

Santina Maria Addolorata (De Pascali)

(1897 - 1981)

Venerabilità:

- 20 gennaio 2017

- Papa  Francesco

Fondatrice della Congregazione delle Suore Discepole del Sacro Cuore; al carisma del nuovo Istituto diede l’impronta della sua spiritualità centrata sul Cuore di Gesù nel momento della passione. La fede salda la portò all’unione con Cristo, alimentata dalla preghiera e dalla speranza.

  • Biografia
Conservò la virtù della fede in ogni momento della sua vita, compiendo silenziosamente il suo cammino di ricerca, fiduciosa nell’aiuto divino

 

La Venerabile Serva di Dio Santina Maria Addolorata (al secolo: Maria Addolorata De Pascali) nacque il 10 giugno 1897 ad Acquarica di Vernole (Lecce, Italia). Dopo aver frequentato i primi anni di scuola, nel 1909 si mise a disposizione della famiglia per le faccende domestiche. In questo periodo sentì per la prima volta la chiamata alla vita consacrata. Nel 1920, dopo un incontro con la Beata Maria Maddalena Starace, Fondatrice della Congregazione delle Suore Compassioniste Serve di Maria, venne ammessa al postulandato di questa Congregazione. L’anno successivo, emise i voti religiosi temporanei e, nel 1927, la professione perpetua. In quel periodo la Serva di Dio fu tormentata da diversi problemi di salute di natura polmonare e da una crisi spirituale, dovuta ad asserite visioni, con le quali si sentiva chiamata a fondare una nuova Congregazione. Nel 1929 uscì dall’Istituto e, insieme a tre giovani, fondò le “Discepole del Sacro Cuore”, con lo scopo di pregare per la santificazione del clero, per la salvezza delle anime e per fare opere di bene, in particolare agli orfani e ai poveri. Impresse uno stile di vita scandito dal lavoro e dalla preghiera. Volle che le Suore si mettessero a disposizione delle parrocchie e che praticassero la questua, quale modalità per essere più a contatto con la gente.

L’8 gennaio 1968 le prime sei suore emisero i voti perpetui. Nello stesso anno, la Serva di Dio fu eletta Superiora Generale. A coronamento del suo impegno il 1° luglio 1973 la Congregazione ottenne dalla Santa Sede il Decreto di Lode e, nonostante l’età, la Serva di Dio si dedicò al suo sviluppo e organizzazione.

Nel 1977, le fu diagnosticato un carcinoma all’utero. Visse questa nuova condizione con serenità, sopportando pazientemente la sofferenza e con grande spirito di sacrificio lavorò fino all’ultimo. Nel 1980 ebbe un peggioramento che la costrinse a trascorrere la maggior parte del tempo a letto, da dove continuava a incoraggiare le Suore alla preghiera e alle opere di bene. Passò le ultime ore della sua vita a pregare per Papa Giovanni Paolo II, che aveva subito l’attentato il 13 maggio 1981, e per le vocazioni.

Morì a Lecce (Italia) il 19 maggio 1981.

ITER DELLA CAUSA

L’Inchiesta Diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di Lecce (Italia), dal 6 febbraio 1993 al 29 marzo 1995, in ventisette Sessioni, durante le quali fu raccolta la documentazione e vennero escussi ventitré testi, di cui cinque ex officio.

La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto del 17 ottobre 1998.

CONGRESSO PECULIARE DEI CONSULTORI TEOLOGI

Si tenne il 5 novembre 2015. I Consultori sottolinearono che ogni circostanza della vita della Venerabile Serva di Dio fu da lei vissuta come un’occasione di santificazione. Al carisma del nuovo Istituto diede l’impronta della sua spiritualità centrata sul Cuore di Gesù nel momento della passione. La fede salda la portò all’unione con Cristo, alimentata dalla preghiera e dalla speranza. Non esitò a donarsi altri attraverso la carità. Sensibile e attenta alle nuove povertà del suo tempo, elaborò progetti per contrastarle, occupandosi soprattutto dell’aiuto ai fanciulli malati e ai giovani universitari.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo a favore del grado eroico delle virtù, della fama di santità e di segni della Venerabile Serva di Dio.

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E VESCOVI

Si riunì il 17 gennaio 2017. L’Ecc.mo Ponente, dopo aver ripercorso l’iter della Causa e tratteggiato il profilo biografico della Venerabile Serva di Dio, ne mise in rilievo l’esercizio eroico delle virtù. Conservò la virtù della fede in ogni momento della sua vita, compiendo silenziosamente il suo cammino di ricerca, fiduciosa nell’aiuto divino. Alimentava lo spirito di fede alla sorgente dell’Eucaristia, ma anche con il Santo Rosario, la meditazione assidua della Parola di Dio e la partecipazione alla vita liturgica. Molto tempo era dedicato alla preghiera, anche di notte. Nelle situazioni più difficili della vita, con una grande serenità d’animo, si affidò alla volontà di Dio. Fin da giovane, si fece carico dei bisogni materiali e spirituali delle persone più bisognose, vedendo in ciascuna di esse la presenza di Cristo sofferente. Durante i suoi ottantaquattro anni, di cui sessantuno di vita consacrata, conobbe momenti difficili, che seppe superare fino a raggiungere le vette dell’eroismo.

Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa.