Causa in corso
Venanzio Maria Quadri (al secolo: Antonio)
- Venerabile Servo di Dio -

Venanzio Maria Quadri (al secolo: Antonio)

(1916 - 1937)

Venerabilità:

- 14 dicembre 2015

- Papa  Francesco

Religioso professo dell’Ordine dei Servi di Maria; visse la sua breve ma intensa esistenza, con equilibrio, costanza e prontezza d’animo. Si donò interamente a Dio nella semplicità della vita quotidiana, offrendosi come vittima in unione al Cristo sofferente

  • Biografia
“Amo il prossimo, perché amo Dio… dunque ne viene di conseguenza che io debba fuggire le simpatie e le antipatie; debbo amare tutti col medesimo amore, non avendo che di mira Dio”

 

Il Venerabile Servo di Dio Venanzio Maria Quadri (al secolo: Antonio) nacque a Vado di Setta (Italia) il 9 dicembre 1916. Nel paese natale, frequentando la scuola elementare, mostrò viva intelligenza e una predisposizione per la vita religiosa. Nel 1927 entrò nel collegio dell’Ordine dei Servi di Maria di Ronzano, dove continuò gli studi scolastici. Subito si distinse per la pietà, lo studio, la disciplina, il rispetto e l’obbedienza verso i Superiori, la carità verso i compagni, suscitando l’ammirazione di tutti. Il 7 settembre 1931 fu trasferito nel Convento della Madonna della Ghiara a Reggio Emilia, per compiere l’anno di Noviziato e completare gli studi. Prese l’abito religioso il 28 agosto 1932, ricevendo il nome di fra Venanzio Maria. Un anno dopo la vestizione religiosa, il 29 agosto 1933, emise i voti semplici, cui aggiunse privatamente, con il permesso del suo Padre Maestro, il “voto di vittima”, sull’esempio di Santa Teresa di Gesù Bambino, della quale era molto devoto.

Terminato il Noviziato, nel 1933 fu inviato nella comunità di Bologna, dove trascorse due anni per lo studio delle materie liceali e della filosofia. Nel 1935 partì per Roma, entrando nel Collegio Internazionale di Sant’Alessio Falconieri al Gianicolo, per frequentare il triennio di Teologia. Anche a Roma, fu notato per la straordinaria umiltà e obbedienza, per l’impegno nella preghiera e nello studio, per l’eccellente qualità della sua vita relazionale, cosicché veniva considerato un alunno modello. Il 30 ottobre 1937, quando aveva appena iniziato il terzo anno di teologia, fu colpito da un’improvvisa malattia. Il medico che lo visitò gli diagnosticò “reumatismo ai nervi, grave infezione alla spina dorsale con attacco d’asma al cuore”, una “polineurite”, contro la quale all’epoca non c’era alcun rimedio. La malattia ebbe un decorso rapidissimo. Il Venerabile Servo di Dio espresse il desiderio di emettere la Professione Solenne e, dopo aver ascoltato la lettura della formula, rispose con un “sì” e un accenno di capo. Ricevuto il Viatico e l’Unzione degli Infermi, morì a Roma (Italia) il 2 novembre 1937.

 

ITER DELLA CAUSA

Il Processo Informativo Ordinario si svolse presso la Curia ecclesiastica di Bologna (Italia), dal 16 novembre 1957 al 6 febbraio 1967, in cinquantanove Sessioni, con l’escussione di venticinque testi, di cui cinque ex officio.

L’8 gennaio 1970 venne emesso il Decreto super scriptis.

Presso la medesima Curia di Bologna, nel 1994 si svolse un’Inchiesta suppletiva per la raccolta dei documenti e l’escussione dei Membri della Commissione Storica.

La validità giuridica del Processo Informativo e dell’Inchiesta diocesana fu riconosciuta con il Decreto del 27 settembre 1996.

 

CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI

Si svolse il 31 ottobre 2013. I Consultori delinearono il ritratto virtuoso del Venerabile Servo di Dio, che visse la sua breve ma intensa esistenza, con equilibrio, costanza e prontezza d’animo. Si donò interamente a Dio nella semplicità della vita quotidiana, offrendosi come vittima in unione al Cristo sofferente.

La sua spiritualità era di tipo cristocentrico con una predilezione per Santa Teresa di Lisieux, della quale seguì “la piccola via”, alimentata da una densa pratica liturgica. Il suo grande equilibrio trovò riscontro nei doveri inerenti la vita comunitaria. Nel suo cammino spirituale emerse l’attenzione fraterna verso i più bisognosi della stessa famiglia religiosa.

Al termine del dibattito, i Consultori si espressero unanimemente con voto affermativo a favore del grado eroico delle virtù, della fama di santità e di segni del Venerabile Servo di Dio.

 

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E DEI VESCOVI

Si riunì il 27 ottobre 2015. L’Em.mo Ponente, dopo avere tratteggiato la storia della Causa e la figura del Venerabile Servo di Dio, sottolineò che egli trascorreva molto tempo in adorazione del Ss.mo Sacramento, svolgeva con devozione i compiti di sacrista e organista, premuroso e attento anche alle minime cose. L’atteggiamento abituale del Servo di Dio verso il prossimo, lo sintetizzò lui stesso in un suo scritto: “Amo il prossimo, perché amo Dio… dunque ne viene di conseguenza che io debba fuggire le simpatie e le antipatie; debbo amare tutti col medesimo amore, non avendo che di mira Dio”. La figura del Servo di Dio rimane esemplare e attuale, specialmente per aver vissuto sulla scia di Santa Teresa di Lisieux “la piccola via” e “l’offerta di sé all’Amore Misericordioso” come mezzo per ottenere sia la propria santificazione che l’efficacia dell’apostolato.

Al termine della Relazione dell’Em.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente al dubbio con sentenza affermativa.