Omelia nella Prima Professione Religiosa di tre Suore dell’Ordine del Santissimo Salvatore di S. Brigida

 

“Figlia mia Io ho scelto te per me, amami con tutto il tuo cuore”

Omelia nella Prima Professione Religiosa di tre Suore dell’Ordine del Santissimo Salvatore di S. Brigida

 

Cari fratelli e sorelle,

Nel Vangelo di questa liturgia abbiamo ascoltato l’annunzio a Giuseppe dove l’angelo gli rivela la sua missione di padre, che doveva assicurare la discendenza davidica a quel figlio che, concepito da Maria per “opera dello Spirito Santo”, sarà il Messia. Giuseppe è definito dall’evangelista come “uomo giusto” (Mt 1,19) e questa sua giustizia, alla luce della seconda lettura, consiste nell’accoglienza del dono della fede, quella fede che l’ha portato a superare la sua crisi interiore, dovuta all’accettazione del suo ruolo di padre legale, guida ed educatore di Gesù.

San Giuseppe si presenta come padre accogliente, uomo rispettoso e delicato verso la Madonna, che con la sua fede forte non ha paura di accogliere una vita, assumendone la responsabilità. Questa sua capacità rende quanto mai attuale San Giuseppe davanti alla violenza psicologica e fisica di cui oggi troppo spesso sono oggetto le donne. Proprio lui deve insegnare l’amore vero, profondo e rispettoso che gli uomini devono avere verso le donne e, che tutti dobbiamo avere verso la vita nascente, affinché venga sempre accolta con amore e curata.  San Giuseppe, cari fratelli e sorelle, ci invita proprio a riscoprire l’accoglienza, in quanto accogliere non è semplicemente la scelta del nostro tempo, ne è la necessità.

Egli, inoltre, è un uomo dal coraggio creativo, non ha paura delle vicende che si susseguono nell’infanzia di Gesù, ma ha saputo affrontare le difficoltà e risolverle, confidando e affidandosi a Dio con la stessa fede degli inizi. Giuseppe Lavoratore, poi è un esempio di dignità e di onestà. In questo giorno non possiamo non pensare ai lavoratori di tutto il mondo, alla dignità stessa del lavoro, che deve essere garantito a tutti perché esso è inerente alla persona, la quale, come insegna la Gaudium et Spes, mediante il lavoro “comunica con gli altri e rende servizio agli uomini suoi fratelli, può praticare una vera carità e collaborare con la propria attività al completarsi della divina creazione. Ancor più: sappiamo che, offrendo a Dio il proprio lavoro, l’uomo si associa all’opera stessa redentiva di Cristo, il quale ha conferito al lavoro una elevatissima dignità, lavorando con le proprie mani a Nazareth” (n. 67)”.

In San Giuseppe noi scopriamo l’amorevolezza della tenerezza paterna, che evita sempre l’autoritarismo ed educa alla responsabilità sviluppando pienamente ed armonicamente la personalità.

Vogliamo guardare San Giuseppe anche come uomo del silenzio. Non conosciamo una parola di San Giuseppe! Questo suo atteggiamento, possiamo dire che lo ha trasmesso alla sua famiglia. Un autore contemporaneo, Sebastiano Vassalli, ha scritto: Il presente è rumore: miliardi, miliardi di voci che gridano tutte insieme, in tutte le lingue e cercano di soprapporsi l’una con l’altra, la parola “io”, io, io, io…”. Davanti a questa realtà, sono quanto mai attuali le parole sul silenzio ricordato come valore perenne proprio a Nazareth da San Paolo VI: “Oh! silenzio di Nazareth - disse il Papa, insegnaci ad essere fermi nei buoni pensieri, intenti alla vita interiore, pronti a ben sentire le segrete ispirazioni di Dio e le esortazioni dei veri maestri. Insegnaci quanto importanti e necessari siano il lavoro di preparazione, lo studio, la meditazione, l’interiorità della vita, la preghiera, che Dio solo vede nel segreto”.

Accoglienza, creatività, laboriosità, tenerezza e silenzio del Falegname di Nazareth sono espressione della sua obbedienza al progetto di Dio e dell’umiltà con la quale lo ha accolto. L’obbedienza e l’umiltà, insieme alla sua missione unica e meravigliosa, hanno collocato Giuseppe al vertice della santità insieme a Maria.

Anche voi, care sorelle, poco fa, alla chiamata della Madre Abbadessa, avete risposto il vostro Eccomi. Quell’eccomi che un giorno, rimasto impresso nel vostro cuore, avete detto a Gesù che vi chiamava a seguirlo con il dono di tutte voi stesse. Quell’eccomi con il quale avete iniziato il vostro cammino vocazionale che vi ha portato fin qui, e che oggi avete espresso davanti alla Chiesa, consacrandovi più strettamente a Cristo sposo, donando a Lui tutto il vostro amore nell’obbedienza, nella povertà e nella castità, che si riflettono nella vita di San Giuseppe e che oggi professate e dovete alimentare per attuare il carisma di S. Brigida, figura da sempre a me famigliare. Infatti, la santa nel 1369 soggiornò per tre mesi a Montefiascone per seguire la pratica riguardante l’approvazione delle Costituzioni del suo Ordine. Durante la sua permanenza nella città, la santa ebbe alcune “Rivelazioni” e poté incontrare il Papa Urbano V°, che risiedeva alla Rocca. Fu lui ad approvare l’Ordine Brigidino con una Bolla all’episcopato svedese, data da Montefiascone il 5 agosto 1370. Il contenuto delle “Rivelazioni”, nella loro diversità espressiva, come ben sapete, ha come nota fondamentale la carità, centro della vita spirituale della Patrona d’Europa. Ella considerava la carità come puro amore di Dio, che la pone al di sopra di tutto ciò che è effimero e terreno e la tiene in perenne colloquio con il Signore, bene assoluto e gioia infinita dell’anima: “O Deus noster, afferma S.Brigida, gaudium nostrum, et omne bonum…o Deus, gaudium nostrum est de Te et in Te ,nec indigemus te alio” (O nostro Dio, nostra gioia e ogni bene... O Dio, la nostra gioia è da Te e in Te, e non abbiamo bisogno che di te e di nessun altro" (Riv. 3).

In questo momento importante della vostra vita, care sorelle, sentite rivolte a voi le parole di Gesù a Santa Brigida: “Figlia mia Io ho scelto te per me, amami con tutto il tuo cuore ... più di tutto ciò che esiste al mondo” (c. 1), certe che la gioia del Signore riempie ogni giorno il vostro cuore e, come scrive il Papa nell’Evangelium Gaudium: “Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia” (n.1).

San Giuseppe vi accompagni con la sua protezione e vi renda accoglienti, creative, obbedienti, umili, laboriose, silenziose, e soprattutto gioiose nel servizio orante del Signore.

 

Roma, Chiesa di Santa Brigida, 19 marzo 2024

+ Fabio Fabene

Arcivescovo titolare di Montefiascone

Segretario del Dicastero