Causa in corso
Maria Dositea Bottani (al secolo: Maria Domenica)
- Venerabile Serva di Dio -

Maria Dositea Bottani (al secolo: Maria Domenica)

(1896-1970)

Venerabilità:

- 25 novembre 2021

- Papa  Francesco

Superiora Generale della Congregazione delle Suore Orsoline della Vergine Maria Immacolata di Gandino. Visse la carità verso Dio. L’amore del Signore fu la ragione, il modello, la misura della carità verso i fratelli. Si sentiva amata dal Signore e il pensiero della sua misericordia la spronava al bene

  • Biografia
  • Articolo su L'Eco di Bergamo
  • Decreto sulle Virtù
“O Cristo risorto, facci vivere questa Pasqua, che ci farà veramente religiose nella Chiesa, secondo la Chiesa, per la Chiesa e cioè anime che cercano Te, seguendo i Tuoi passi; che Ti amano in tutti, come tutti ci hai amato Tu, fino all'estremo sacrificio di Te stesso”

 

    Maria Dositea Bottani (al secolo: Maria Domenica) nacque a Pianca (Bergamo, Italia) il 31 maggio 1896, in una famiglia contadina ricca di fede. Completati gli studi elementari, sentì il desiderio di consacrarsi al Signore e dedicarsi alla missione educativa. Nel 1913 entrò nella Congregazione delle Suore Orsoline di Maria Vergine Immacolata di Gandino. Durante il postulantato, frequentò la Regia Scuola Complementare e Normale “Paolina Secco Suardo” di Bergamo e, nel 1919, conseguì l’abilitazione all’insegnamento. Nello stesso anno iniziò il noviziato sotto la guida della Serva di Dio Gesuina Seghezzi. Il 3 ottobre 1921 emise la professione religiosa. Nei sei anni di voti temporanei ebbe ricche esperienze spirituali ed educative nelle scuole di Peia e di Chignolo d’Isola. Il 3 ottobre 1927 emise la professione perpetua e, nello stesso anno, eletta Segretaria generale, venne trasferita a Bergamo nella Casa generalizia dove rimase, svolgendo compiti di Consigliera e Vicaria generale.

    Dopo la Seconda Guerra Mondiale, partecipò agli incontri organizzati dal “Movimento per un Mondo Migliore”, fondato dal gesuita Padre Riccardo Lombardi. A partire dal 1950, la Serva di Dio colse l’appello di Pio XII per il rinnovamento della vita religiosa.

    Il 19 luglio 1952 fu eletta Superiora generale e rieletta per altri due mandati. Per diciotto anni governò con amore e competenza la Congregazione negli anni del Concilio Vaticano II. Fu tra coloro che favorirono il costituirsi della Segreteria della Federazione Italiana Religiose, collaborando con altri Istituti. Durante il suo generalato, incontrò le consorelle, soprattutto in occasione delle visite canoniche, mostrando un notevole sensus Ecclesiae e l’impegno al rinnovamento conciliare in cui coinvolse sacerdoti, suore e laici. In Congregazione, favorì l’apertura di nuove case in Italia e all’estero. Nel frattempo le condizioni di salute andarono aggravandosi per disturbi epatici e cardiaci.

    Morì a Bergamo (Italia) il 2 settembre 1970.

    La sua vita fu intessuta di preghiera. L’Eucaristia era cuore e centro della sua esistenza sia con la partecipazione alla celebrazione eucaristica, sia con l’adorazione e le frequenti visite al Santissimo Sacramento. Era fedele alla vita sacramentale e alla meditazione della Sacra Scrittura. Nutrì un filiale amore a Maria SS. Immacolata che esprimeva con le preghiere mariane tradizionali e con la celebrazione delle feste liturgiche. Seppe superare i momenti difficili della vita, accettando le sofferenze e offrendole al Signore, soprattutto in ciò che comportava il suo ruolo di Superiora Generale. Anche nella sofferenza fisica mostrò una solida fede, testimoniando la piena fiducia in Dio.

    La sua speranza si fondava sulla certezza che il Dio fedele guida la storia e mantiene le promesse. Anche nelle situazioni avverse manteneva la serenità e diceva: “Il Signore sa quello che è bene per me e per l’intero Istituto, adoriamo i disegni di Dio e preghiamo tanto”. Il pensiero della vita eterna, del Paradiso, era presente costantemente nel suo cuore e con questa forza accettava le prove con gioia. Nell’ultima conferenza alle suore, nel giugno 1970, parlò per quasi un’ora della gioia pasquale e dell’incontro con il Signore nel Paradiso.

    Maria Dositea visse la carità verso Dio. L’amore del Signore fu la ragione, il modello, la misura della carità verso i fratelli. Si sentiva amata dal Signore e il pensiero della sua misericordia la spronava al bene. La sua missione educativa era accompagnata da un atteggiamento dolce, sorridente, materno e accogliente, che metteva a proprio agio le persone. La sua carità era genuina e umile al tempo stesso e alcuni sacerdoti trovarono in lei una vera madre spirituale. Era attenta alle necessità delle sue consorelle, degli allievi, ma anche di altri che si rivolgevano a lei per un aiuto materiale o spirituale. Durante la Seconda Guerra Mondiale affrontò il rischio di ospitare nell’Istituto persone in pericolo di vita senza distinzione di credo politico o di razza. Esortava al perdono e perdonava ad imitazione di Gesù. Nelle ultime esortazioni alla sua comunità raccomandò la carità fraterna, con parole ricche di affetto e di forza.

 

    Madre Dositea Bottani, delle Suore Orsoline di Maria Vergine Immacolata (di Gandino) è Venerabile. Ieri papa Francesco ha autorizzato il card. Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, a promulgare il decreto sulle virtù eroiche della Serva di Dio. È questo un nuovo passo verso la Beatificazione e la successiva Canonizzazione, tappe per le quali occorre il riconoscimento di un miracolo da parte della Chiesa. Appena la notizia è stata comunicata alla postulatrice della causa, suor Melania Balini, in tempo reale via social sono state raggiunte tutte le comunità Orsoline diffuse in Italia, Polonia, Eritrea, Etiopia, Kenya, Sud Sudan, Argentina e Brasile, che da 30 anni attendevano l’evento. L’Inchiesta diocesana sulle virtù e la fama di santità di Madre Dositea, insieme a quella di Madre Gesuina Seghezzi, zia del Venerabile don Antonio Seghezzi, venne avviata il 27 aprile 1991. La chiusura di entrambi i «processi» fu celebrata il 14 dicembre 1996, nella chiesa parrocchiale di S. Alessandro della Croce in Pignolo-Bergamo affollata di 1.500 persone, autorità civili e religiose provenienti da varie nazioni, soprattutto dai paesi in cui hanno vissuto le future sante: San Giovanni Bianco, Premolo, Peia, Chignolo, Bergamo. La venerabile Madre Dositea, nata a Pianca di San Giovanni Bianco il 31 maggio 1896, fu battezzata con il nome di Maria Domenica e crebbe serenamente in una famiglia patriarcale di 18 membri, con zii e cugini, in un contesto di fede semplice, di laboriosità e onestà. Dopo le tre classi elementari, continuò a frequentare la scuola per alcuni anni come aiutante della maestra Maria Angela Tassi, suo modello di vita. «Un giorno sarò maestra anch’io», diceva. Dal 1909 al 1911, completò le elementari nel collegio delle Figlie del Sacro Cuore a Endine, dove incominciò a pensare di farsi «santa» e di consacrarsi al Signore nella vita religiosa. Sua guida spirituale fu il curato don Angelo Madaschi (1872-1935), che divenne parroco di Peia e continuò a seguire Maria Domenica - anche dopo il ritorno a Pianca - con una serie di lettere di direzione spirituale improntate ad un esigente cammino di santità, senza mezze misure.

    Nel settembre 1913 entrò nel convento delle Suore Orsoline a Gandino, poi per 6 anni frequentò a Bergamo la Scuola Complementare e Normale «Paolina Secco Suardo», diretta dalla professoressa Augusta Namias Caterino, che diede un grande impulso alla qualificazione del corpo docente e al rinnovamento della didattica. La studentessa Bottani rimarrà legata alle docenti di pedagogia Giuseppina Ciappei Invernizzi e di matematica e fisica Lucia Brasi. A questa ragazza, che voleva farsi suora e che era sempre la prima della classe, non mancava il suggerimento da parte di insegnanti e allieve di «non andare a seppellire in convento le sue brillanti capacità, ma di intraprendere la carriera universitaria». Lei seguì con determinazione e gioia il suo percorso scolastico insieme a quello religioso e, diplomata maestra nel luglio del 1919, pochi mesi dopo - il 2 ottobre 1919 - vestì l’abito religioso e divenne novizia con il nome di suor Dositea Eucaristica. Dal 1919 al 1921 insegnò nella scuole di Peia e dal 1921 al 1927 a Chignolo. Si dedicò anche alla catechesi e alla guida spirituale delle ragazze di Azione Cattolica. Fu un’esperienza educativa molto importante, che lasciò un segno profondo nella popolazione e suscitò numerose vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa.

    Dal 1927 fino alla morte, avvenuta il 2 settembre 1970, Madre Dositea ebbe la sua sede a Bergamo e svolse i compiti di Segretaria, Vicaria, Superiora generale dell’Istituto, che in quegli anni registrava una notevole espansione in Italia e nel mondo, grazie al crescente numero di vocazioni. Da Segretaria e Vicaria diresse per 25 anni le scuole e l’educandato della casa generalizia, frequentati da migliaia di alunni e alunne di Bergamo e dintorni, che hanno mantenuto vivo il ricordo della sua straordinaria presenza, capace di stimolare le nuove generazioni a costruire un progetto di futuro ricco di sogni. In questa attività educativa collaborò con la parrocchia di Pignolo che, negli anni del secondo dopoguerra, sperimentava innovazioni nell’oratorio maschile e femminile. Durante i suoi 18 anni di generalato, madre Dositea aprì missioni nel Chaco dell’Argentina, in Eritrea e in Etiopia, nella prospettiva di raggiungere i paesi più poveri e meno evangelizzati. Nelle fondazioni in Italia diede la preferenza all’Emilia Romagna perché - diceva - «le suore possono fare da ponte tra la popolazione marcatamente “rossa” e i sacerdoti, mal tollerati per ragioni ideologiche». Madre Dositea respirò il clima di rinnovamento degli anni del preconcilio e poi del Concilio. I Vescovi di varie nazionalità hanno attestato all’unanimità lo straordinario sensus Ecclesiae che l’animava. A Bergamo, durante gli episcopati di Giuseppe Piazzi e di Clemente Gaddi, madre Dositea con l’Istituto delle Orsoline svolse un ruolo trainante per la formazione delle religiose delle diocesi di Bergamo e Crema. Nel 1957 favorì il costituirsi della Segreteria Fir (Federazione Italiana Religiose) nella casa generalizia a Bergamo, come efficace organismo di comunione ecclesiale e di collaborazione delle consacrate per la formazione permanente nei vari ambiti. Durante la ricostruzione del seminario di Bergamo, la casa generalizia delle Orsoline divenne il punto di riferimento per i consigli pastorali e presbiterali, per gli incontri di varie associazioni ecclesiali. A partire dal 1967, Madre Dositea guidò l’Istituto nel lavoro di revisione dei suoi fondamentali codici di vita, per mettersi al passo con la Chiesa. Ebbe la gioia di partecipare ai lavori della prima sessione del Capitolo speciale nell’agosto del 1969 a Scanzorosciate, ma non poté essere presente alla successiva. Il 16 luglio 1970, degente nell’ospedale di Bergamo mentre si svolgeva l’ultima fase del Capitolo speciale ed elettivo, inviò alle suore capitolari il suo testamento, nel quale ribadiva i valori a cui si era sempre ispirata: «Amore a Cristo, amore alla Chiesa e amore alla nostra Congregazione, che ha il grave dovere di condurre i suoi membri alla santità della vita e all’ardore apostolico, nella luce e nelle direttive della Chiesa stessa!». Morì all’alba del 2 settembre 1970, esclamando improvvisamente: «Che gioia, che gioia!». Era la conclusione di una vita vissuta nello stile evangelico e mariano: «Fiat! sempre, nella serenità dell’amore». I suoi funerali a Bergamo e Gandino, partecipati da molto popolo, da religiosi ed ecclesiastici, testimoniarono la fama di santità di cui ella godeva. Nel 1991, il corpo di Madre Dositea fu posto in un’artistica urna, creata dal cesellatore bergamasco Claudio Nani, e traslata da Gandino alla casa generalizia delle Orsoline in Bergamo, accanto a quella di madre Gesuina Seghezzi. Il Cristo Risorto e il bassorilievo del fondatore don Francesco Della Madonna, opera dello scultore Alessandro Verdi, illuminati dalla vetrata policroma di Cosetta Arzuffi, danno significato pasquale a questo luogo, dove tutto parla di bellezza e di santità gioiosa. L’architetto Bruno Cassinelli, autore del progetto, propose di chiamarla «Cappella delle Beatitudini».

 

Don Arturo Bellini (da “L’Eco di Bergamo”)

 

BERGAMO

 

BEATIFICAZIONE e CANONIZZAZIONE

della Serva di Dio

MARIA DOSITEA BOTTANI

(al secolo: Maria Domenica)

Superiora Generale

della Congregazione delle Suore Orsoline

di Maria Vergine Immacolata di Gandino

 (1896-1970)

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DECRETO SULLE VIRTU'

 

 

    “O Cristo risorto, facci vivere questa Pasqua, che ci farà veramente religiose nella Chiesa, secondo la Chiesa, per la Chiesa e cioè anime che cercano Te, seguendo i Tuoi passi; che Ti amano in tutti, come tutti ci hai amato Tu, fino all'estremo sacrificio di Te stesso”.

    Con questa preghiera la Serva di Dio Maria Dositea Bottani (al secolo: Maria Domenica) concludeva la sua lettera alle Suore Orsoline di Maria Vergine Immacolata di Gandino nella Pasqua del 1969. Essa esprime la sua profonda umiltà e somma obbedienza con cui, qual vera figlia, servì la Chiesa, cioè quel senso ecclesiale che, con la gioia del volto e la luce della testimonianza di santità, insegnò alle sue Suore.

    La Serva di Dio nacque nella frazione di Pianca di San Giovanni Bianco, in diocesi di Bergamo, il 31 maggio 1896. La famiglia fu la sua prima scuola di vita e di fede. Poiché voleva diventare maestra, fece la quarta e quinta elementare nel collegio delle Figlie del Sacro Cuore a Endine. A contatto con le religiose trovò una proposta autentica di perfezione cristiana e si sottomise alla guida spirituale del sacerdote Angelo Madaschi. Fin da quel tempo, Gesù Eucaristia e la Vergine Immacolata divennero il centro della sua quotidianità. Tornata a casa, si iscrisse alla Associazione del Santissimo Sacramento e pronunciò privatamente il voto di castità. Nel 1913 accolse pienamente la chiamata di Dio e il 26 settembre dello stesso anno entrò nell’istituto fondato a Gandino nel 1818 dal Servo di Dio Francesco Della Madonna. Come aspirante alla vita religiosa, portò avanti gli studi a Bergamo e conseguì a pieni voti il diploma di maestra. La missione educativa, componente caratterizzante il carisma di Orsolina, fu espressione del vivo ardore apostolico della Serva di Dio per tutta la durata della sua vita. Nel contatto con i laici e gli anticlericali della scuola statale del suo tempo, rafforzò la propria fede e avvertì la necessità di darne valida testimonianza.

    Nel 1919, allorché intraprendeva il Noviziato, prese il nome di Maria Dositea Eucaristica, significativo proposito di pietà e spiritualità. Ebbe come maestra la Serva di Dio Gesuina Seghezzi, che considerò autentico modello di donna consacrata.  Insegnante per alcuni anni a Peia e a Chignolo d’Isola, si distinse non solo per capacità didattiche, ma anche per il fascino spirituale e l’amore materno che si sprigionava dai suoi comportamenti. Emise la professione perpetua il 3 ottobre 1927. Svolse quindi i compiti di Segretaria Generale della Congregazione e di direttrice della scuola e del collegio presso la casa generalizia. Le famiglie degli alunni trovarono sempre in lei benevolenza ed aiuto. Ed anche le suore, le novizie e tante ragazze trassero profitto interiore dalla sua guida spirituale.

    Il 19 luglio 1952 fu eletta Superiora Generale, ruolo che poi ricoprì con pari prudenza e saggezza per due sessenni ulteriori. Fu quello il tempo del Concilio Vaticano II e del rinnovamento della vita consacrata, che ella comprese come approfondimento della carità. Nel 1957 propose alla Congregazione una “Crociata dell’amore”, così da tradurre in concreto la preghiera di Gesù: “Padre santo, siano una sola cosa, come noi” (Gv 17, 11). Diede anche impulso alla devozione mariana, già coltivata in modo particolare dal Fondatore, dalla quale lei stessa traeva tenerezza materna. Aprì nuove comunità in Italia, Argentina, Eritrea ed Etiopia per diffondere il Regno di Dio attraverso l'educazione dei piccoli. Negli anni del suo ruolo di Superiora Generale, le Orsoline ospitarono nella loro casa generalizia la segreteria della Federazione Italiana delle Religiose, così da giocare un ruolo di traino per tutte le consacrate della Lombardia. A partire dal 1967, docile alle indicazioni della Chiesa e dei suoi Pastori, guidò il lavoro di revisione delle norme fondamentali della Congregazione. Poté tuttavia partecipare soltanto ai lavori della prima sessione del Capitolo speciale nell’agosto 1969. Nel luglio successivo infatti, mentre si celebrava l’ultima parte di quello stesso Capitolo speciale, degente nell’ospedale di Bergamo, inviò alle Suore il proprio testamento, nel quale ribadiva i valori di fede e carità, semplicità e fedeltà alla Chiesa, che sempre coltivò. Chiese anche la loro preghiera, per poter essere aiutata nella sofferenza a conformarsi a Cristo Crocifisso. Morì all’alba del 2 settembre 1970 e le sue ultime parole, piene di straordinaria speranza, furono: “Che gioia, che gioia!”.

    Poiché negli anni successivi andrò costantemente accrescendosi la sua fama di santità, si aprì la Causa di beatificazione e canonizzazione della Serva di Dio. Presso la Curia ecclesiastica di Bergamo, dal 27 aprile 1991 al 14 dicembre 1996, si celebrò l’Inchiesta diocesana, la cui validità giuridica fu approvata da questa Congregazione dei Santi con decreto del 27 febbraio 1998. Completata la Positio, secondo consuetudine si è discusso se la Serva di Dio abbia esercitato le virtù cristiane in grado eroico. I Consultori Teologi 13 aprile 2021 diedero parere affermativo. I Padri Cardinali e Vescovi, nel corso della Sessione Ordinaria, il 16 novembre 2021 hanno riconosciuto che la Serva di Dio ha esercitato in modo eroico le virtù teologali, cardinali ed annesse.

    Il sottoscritto Cardinale Prefetto ha quindi riferito tutte queste cose al Sommo Pontefice Francesco. Sua Santità, accogliendo e confermando i voti della Congregazione delle Cause dei Santi, ha oggi dichiarato: Sono provate le virtù teologali Fede, Speranza e Carità verso Dio e verso il prossimo, nonché le cardinali Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza ed annesse in grado eroico della Serva di Dio Maria Dositea Bottani (al secolo: Maria Domenica), Superiora Generale della Congregazione delle Suore Orsoline di Maria Vergine Immacolata di Gandino, nel caso e per il fine di cui si tratta.

    Il Sommo Pontefice ha poi disposto che il presente decreto venga pubblicato e inserito negli atti della Congregazione delle Cause dei Santi.

    Dato a Roma il 25 novembre nell’anno del Signore 2021.

 

Marcello Card. Semeraro

Prefetto

 

                                                                                                    + Fabio Fabene

                                                                                                    Arciv. tit. di Montefiascone

                                                                                                    Segretario

 

 

 

 

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BERGOMENSIS

 

BEATIFICATIONIS et CANONIZATIONIS

Servae Dei

MARIAE DOSITEAE BOTTANI

(in saeculo: Mariae Dominicae)

Moderatricis Generalis

Congregationis Sororum Ursulinarum

a Maria Virgine Immaculata de Gandino

(1896-1970)

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DECRETUM SUPER VIRTUTIBUS

 

 

    “Christe, qui surrexisti, fac nos hoc Pascha adveniens vivere, quod nos vere religiosas in Ecclesia, secundum Ecclesiam, pro Ecclesia reddet, videlicet Te quaerentes animas, Tua persequentes vestigia; in omnibus Te diligentes, sicut Tu nos omnes dilexisti usque ad extremam Tui ipsius oblationem”.

    Hanc orationem scribendo, Serva Dei Maria Dositea Bottani (in saeculo: Maria Dominica) suas litteras ad Sorores Ursulinas a Maria Virgine Immaculata de Gandino conclusit, diebus Paschatis imminentibus anni 1969. Quae eius altam humilitatem summamque oboedientiam patefacit, quibus vera filia Ecclesiae ministravit, id est illum Ecclesialem sensum, quem Sororibus suis, laetitia vultus ac sanctitatis testimonii lumine tradidit.

    Serva Dei in Fani Sancti Ioannis Albi vico v.d. Pianca, Bergomensi in dioecesi, die 31 mensis Maii anno 1896 ortum duxit. Familia prima fuit eius vitae fideique schola. Cum magistram se fieri cuperet, quartum quintumque ludi litterarum ordinem apud collegium Filiarum a Sacro Corde Endini perfecit. In medio religiosarum versando, sincerum christianae perfectionis propositum invenit atque sacerdotis Angeli Madaschi spirituali moderationi seipsam subiecit. Iam ab illo tempore, Iesus Eucharistia et Immaculata Virgo cotidianarum rerum principatum obtinebant. Domum regressa, nomen suum edidit Sodalicio Sanctissimi Sacramenti atque votum castitatis privatim emisit. Anno 1913 divinam plane accepit vocationem ac die 26 mensis Septembris eiusdem anni ingressa est institutum, quod Servus Dei Franciscus Della Madonna anno 1818 Gandini condidit. Dum vitae religiosae aspirabat, Bergomi sua produxit studia ac magistrae diploma adepta est omnibus latis punctis. Institutionis missio, Ursulinae charisma describens praecipuum, Servae Dei vivi apostolici ardoris cuntam per eius vitam patefecit. Laicos clericosque publicae sui temporis scholae osores conveniens, fidem roboravit atque validum testimonium praebendi necessitatem percepit. 

    Anno 1919, cum Novitiatum inchoaret, nomen Mariae Dositheae Eucharisticae sumpsit, quod eius pietatis et spiritalitatis propositum iam denuntiaret. Servam Dei Iesuinam Seghezzi habuit magistram, quem verum mulieris consecratae duxit esemplum. Cum aliquot per annos Piliae Chiniolique Insulae doceret, non institutoriis artibus tantum eminuit, sed et spirituali iucunditate maternaque affectione, quam eius ostendebant mores. Perpetuam professionem die 3 mensis Octobris anno 1927 emisit. Inde muneribus Secretariae Generalis Congregationis et generalitiam apud domum scholae collegiique functa est moderatricis. Alumnorum familiae benevolentiam eius et auxilium semper invenerunt. Sorores, novitiae multaeque puellae quoque spirituali ex moderamine eius interiorem ceperunt fructum.

    Die 19 mensis Iulii anno 1952 Moderatrix Generalis est electa, officium quod postea aequali prudentia et sapientia duo alia sexsennia sustinuit. Illud tempus fuit Concilii Vaticani II vitaeque consecratae restitutionis, quam ipsa caritatem altiorem reddendam intellexit. Anno 1957 quandam “Cruciatam amoris” Congregationi proposuit, ita ut oratio Iesu, videlicet “Pater sancte, sint unum sicut nos” (Io 17, 11), re explicaretur. Marialem devotionem, iam a Fundatore peculiariter cultam, provexit, ex qua ipsa quoque matris tenuitatem trahebat. Novas condidit communitates in Italia, Argentina, Erythraea Aethiopiaque, ut Regnum Dei instituendis parvulis pervulgaretur. Eius Moderatricis Generalis muneris annis, Ursulinae sua in domo generalitia Foederationis Italicae Religiosarum secretariae hospitium praebuerunt, adeo ut cunctas apud Longobardiae religiosas tantum promovendi munus haberent. Ab anno 1967, erga Ecclesiae Pastorumque eius praecepta docilis, normarum fundamentalium Congregationis rexit emendationis opus. Capituli specialis mense Augusti anno 1969 primae tantum sessionis partem habere tamen valuit. Nam mense Iulio insequente, cum eiusdem Capituli extrema celebraretur pars, in valetudinario Bergomensi degens, suum Sororibus testamentum misit, fidei caritatisque, simplicitatis et fidelitatis erga Ecclesiam proposita renovando, quae continenter coluit. Precationem earum etiam petivit, ut in doloribus ad imitationem Christi Crucifixi adiuvaretur. Die 2 mensis Septembris anno 1970 albente caelo obiit postremaque eius verba, haud communi spe imbuta, “Quod gaudium! Quod gaudium!” fuerunt.

    Sequentibus annis eius sanctitatis fama constanter increbescente, Servae Dei instructa est Causa beatificationis et canonizationis. Apud Curiam ecclesiasticam Bergomensem a die 27 mensis Aprilis anno 1991 ad diem 14 mensis Decembris anno 1996 Inquisitio dioecesana habita est, cuius iuridicam validitatem ab hac Congregatione de Causis Sanctorum est agnita per diei 27 mensis Februarii anno 1998 decretum. Positione perfecta, iuxta consuetudinem disceptatum est an Serva Dei christianas virtutes heroico in gradu exercuisset. Consultores Theologi die 13 mensis Aprilis anno 2021 adfirmativum ediderunt votum. Patres Cardinales et Episcopi, Ordinaria Sessione occurrente, die 16 mensis Novembris anno 2021 professi sunt Servam Dei theologales, cardinales iisque adnexas virtutes heroico modo excoluisse.

    Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Francisco per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate tum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Fortitudine et Temperantia iisque adnexis in gradu heroico Servae Dei Mariae Dositeae Bottani (in saeculo: Mariae Dominicae), Moderatricis Generalis Congregationis Sororum Ursulinarum a Maria Virgine Immaculata de Gandino, in casu et ad effectum de quo agitur.

    Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

    Datum Romae, die 25 mensis Novembris a. D. 2021.