Dove abiti? La casa della speranza
Omelia nella Santa Messa per l’avvio del 47° Pellegrinaggio Macerata - Loreto
Venendo qui per celebrare l’Eucaristia insieme con tutti voi, che vi disponente a questa ormai tradizionale pellegrinaggio da Macerata a Loreto, mi è tornata spesso alla memoria la famosa espressione scritta da san Tommaso d’Aquino nella sequenza Lauda Sion. Tradotta dal latino dice che l’Eucaristia è il pane degli angeli che si è fatto cibo dei pellegrini. Il testo allude alla misteriosa «manna», che nutrì nel deserto il popolo ebraico finché non fece il suo ingresso nella terra promessa; prima ancora vuole ricordarci che è Gesù «il pane della vita» (Gv 6,35). Ecco, allora, ciò che anzitutto desidero dirvi, carissimi: questa Santa Messa non sia solo l’inizio del vostro cammino, ma pure la forza interiore che lo guida e lo sostiene. La meta del cammino è la casa di Nazaret custodita a Loreto. È un segno, perché lì il figlio di Dio si è fatto uomo per esserci compagno di cammino. Sempre, anche se noi oggi non lo vediamo come Maria e i discepoli durante la vita terrena. Non lo vediamo perché egli non è più fuori di noi. È dentro di noi. Con questa fede dobbiamo camminare.
La seconda cosa che desidero ricordare è il tema di questo pellegrinaggio: dove abiti? È la domanda che rivolsero a Gesù due discepoli, come leggiamo nel quarto vangelo (cf. Gv 1,38). Cosa c’è nella profondità di questa domanda? Io penso che ci sia anzitutto un intimo, benché ancora inespresso desiderio di incontro, di comunione. Non domandano un indirizzo, ma una casa dove stare insieme, dove conoscersi e vivere l’intimità dell’amicizia. Sia questa la spinta anche per il vostro cammino. Perciò è chiamato «pellegrinaggio»: perché indica sempre una meta. Poi alla domanda dei discepoli Gesù risponde: «Venite e vedrete» (1,39). San Gregorio di Nissa, un padre greco della Chiesa, spiegherebbe così: l’unico modo di vedere Dio è seguire Gesù avendo il cuore puro, libero (cf. Sulle Beatitudini, VI; PG 44, 1266). Per questo nella visione cristiana il pellegrinaggio è pure momento di conversione.
L’ultima cosa, carissimi fratelli e sorelle, che desidero sottolineare è la meta di questo pellegrinaggio: la santa casa di Loreto, casa della speranza. Questo mi fa tornare alla memoria il versetto del vangelo dove dei Magi si dice che «Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono» (Mt 2,11). Permettetemi di concludere con una toccante esortazione che ci giunge da un antico monaco: «Carissimi fratelli, non c’è dubbio che la stella che guidò i Magi guiderà tanti altri sì da fare loro trovare Gesù e Maria sua madre. Fate in modo, vi prego, che li trovino presenti in ciascuno di voi» (Adamo certosino, Discorso 44, 4: PL 198, 403). Se Loreto è la meta geografica del cammino, sia però ciascuno di noi la casa dove tanti fratelli e sorelle possono incontrare Gesù con sua Madre. Amen.
Centro Fiere di Villa Potenza, Macerata, 14 giugno 2025
Marcello Card. Semeraro