Giovanna Antida Thouret

Giovanna Antida Thouret

(1765-1826)

Beatificazione:

- 23 maggio 1926

- Papa  Pio XI

Canonizzazione:

- 14 maggio 1934

- Papa  Pio XI

- Basilica Vaticana

Ricorrenza:

- 24 agosto

Vergine, che proseguì la vita religiosa, interrotta durante la rivoluzione francese, insieme ad alcune compagne, che a Besançon aggregò a sé nella nuova Congregazione delle Suore della Carità per dedicarsi alla formazione cristiana e civile dei giovani e alla carità verso i bambini abbandonati, i poveri e i malati, finendo poi i suoi giorni stremata da grandi tribolazioni

  • Biografia
  • discorso Giovanni Paolo II
“Io sono figlia della Chiesa, siatelo anche voi con me”

 

Giovanna, al secolo Jeanne-Antide Thouret, nasce povera in una famiglia di contadini nel villaggio francese di Sancey-le-Long il 27 novembre 1765.

Rimasta orfana di madre a soli 16 anni, la sostituisce nella cura domestica come nel lavoro dei campi, ma l’unica che riesce a consolarla per questo immane dolore è la Vergine Maria. Alla Madonna, Giovanna è particolarmente devota: per lei diventa una vera e propria mamma quando quella terrena la lascia sola. In lei si fa strada anche la vocazione alla vita religiosa, ma dovrà superare il rifiuto del padre a lasciarla andare.

A 22 anni Giovanna riesce a entrare tra le Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli a Parigi, ma poi scoppia la Rivoluzione francese e tutti gli ordini religiosi vengono soppressi. Segue allora l’abate Receveur nel suo esilio a Friburgo, in Germania, e con lui si dedica alla cura dei malati e al recupero delle giovani; poi va in Svizzera e infine riesce a ritornare in Francia, a Besançon, dove apre una scuola per fanciulle povere nel 1797, senza rinunciare all’assistenza degli infermi. Si uniscono a lei altre giovani: sarà questo il primo nucleo della nuova Congregazione, le Figlie della Carità, che nel 1819 ottengono l’approvazione di Pio VII che concede loro l’esenzione dalla giurisdizione vescovile.

Questa concessione del Papa sarà per Giovanna l’inizio di un vero e proprio calvario. Il vescovo di Besançon, infatti, nonostante il riconoscimento pontificio nega alla congregazione il permesso di esistere. Vuole che resti un istituto a livello diocesano. Addirittura quando Giovanna si reca a Roma per parlare con il Papa della situazione, a Besançon viene eletta al suo posto una nuova superiora, cui viene vietato perfino di accoglierla, al suo ritorno. Giovanna decide di desistere, pur con il cuore spezzato nel vedere l’Istituto diviso, e va a Napoli a dirigere un grande ospedale con alcune consorelle rimaste fedeli. A loro affida il suo programma: la gloria di Dio e la santificazione dei membri della congregazione attraverso le opere di misericordia e l’eroica fedeltà alla Sede Apostolica, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “Filia Petri”.

Giovanna muore nel 1826 senza vedere la riunificazione dei due rami dell’istituto da lei fondato, che avverrà solo nel 1954. Viene beatificata e poi canonizzata da Pio XI nel 1934.

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLE SUORE DI CARITÀ DI SANTA GIOVANNA ANTIDA THOURET

Venerdì, 19 maggio 1995

 

Carissime Sorelle in Cristo!

1. Sono molto lieto dell’odierno incontro con voi, Religiose della benemerita Congregazione delle Suore di Carità di santa Giovanna Antida Thouret, in occasione del vostro Capitolo Generale. Tutte e ciascuna saluto con affetto, rivolgendo un particolare pensiero di felicitazione e di augurio a Suor Antoine Marie Henriot, confermata Superiora Generale della Congregazione, ed al neo-eletto Consiglio.

Durante questi giorni di intensa preghiera e riflessione, avete approfondito il vostro specifico carisma di carità al servizio dei bisognosi e dei sofferenti, cercando di discernere i modi più idonei per viverlo nell’attuale società e nella presente epoca di passaggio tra il secondo ed il terzo millennio cristiano. Un autentico e fruttuoso rinnovamento del vostro Istituto religioso non potrà prescindere dallo sforzo di profonda e costante fedeltà all’ispirazione originaria della vostra Fondatrice: solo così, infatti, potrà essere fatto rivivere, nelle mutate condizioni storiche e culturali, il carisma vincenziano degli inizi.

2. La vocazione che il Signore vi ha donato nella Chiesa è quella di evangelizzare i poveri aiutandoli a crescere come esseri umani e come figli di Dio. Si tratta di una forma privilegiata di apostolato, che vi spinge a vedere nelle persone soggette ad antiche e nuove povertà il volto stesso del Cristo sofferente. È, questa, una testimonianza che si rivela particolarmente efficace nei confronti degli uomini del nostro tempo, sensibili più che alle dotte affermazioni sulla paternità di Dio, ai segni concreti della sua presenza nella loro vita. Voi, dunque, col vostro comportamento, con le vostre parole, con ogni vostra scelta siete chiamate ad offrire a chi vi avvicina la possibilità di fare un’esperienza in qualche modo immediata e personale della sollecitudine amorevole di Dio.

Come non vedere, però, che una simile testimonianza, per essere autentica, ha bisogno di rigenerarsi continuamente alle sorgenti della grazia con la linfa della preghiera e della vita spirituale? Il quotidiano contatto con Dio animi, pertanto, incessantemente il vostro servizio così che esso possa esprimersi in una sovrabbondanza di carità capace di espandersi quasi naturalmente verso i fratelli.

“Dio solo!”: questo è il motto lasciatovi in eredità da santa Giovanna Antida, in un’ora cruciale per la storia della Chiesa in Francia ed in Europa. Poiché, tuttavia, Dio è Amore (1 Gv 4, 8), in quel motto è compresa l’esigenza di vivere in pienezza la carità, principio che sospinge e rende feconda l’evangelizzazione. Vi incoraggio, pertanto, care Sorelle, a sostenere con la testimonianza della carità la grande sfida della nuova evangelizzazione, alla quale è chiamata la Chiesa intera.

3. La povertà evangelica e la semplicità contraddistinguano sempre il vostro stile di vita, per continuare ad essere in familiare confidenza con i piccoli e i poveri. Le riflessioni e le indicazioni scaturite dall’Assemblea capitolare orientino il cammino della Congregazione verso il 2000, per offrire alla presente generazione l’esempio di una vita totalmente consacrata al servizio di Dio e dei fratelli e, proprio per questo, capace di attirare le giovani di oggi, assetate quanto quelle di ieri di ideali autentici per cui spendere la propria esistenza.

Affido alla materna protezione di Maria Santissima i lavori capitolari e tutti i vostri desideri e propositi. Ella, che condivise con Cristo la povertà di Betlemme, di Nazaret e del Calvario, vi doni il pieno distacco dalle cose e da voi stesse, per essere tutte di Dio e tutte per i fratelli.

Nell’invocare sull’intera Congregazione l’intercessione di santa Giovanna Antida Thouret e di san Vincenzo de’ Paoli, imparto di cuore a voi, alle vostre Consorelle e a quanti incontrate quotidianamente nel vostro servizio di carità la mia affettuosa Benedizione.