Causa in corso
Isabella De Rosis
- Venerabile Serva di Dio -

Isabella De Rosis

(1842 - 1911)

Venerabilità:

- 19 dicembre 2005

- Papa  Benedetto XVI

Fondatrice delle Suore Riparatrici del Sacro Cuore; determinata a ricercare la perfezione con ferma risoluzione non si accontentò di una vita agiata, ma predilesse una vita santa, conseguita attraverso la pratica di tutte le virtù, da qui la sua insistenza nel vivere in meditazione e ritiro, desiderando essere "vittima d'amore"

  • Biografia
"Isabella, possa la tua vita in questo angolo così remoto del mondo essere serena: poiché tale è la volontà del Signore"

 

Isabella de Rosis nacque il 9 giugno 1842, dal barone Domiziano de Rosis e la baronessa Gabriella Francesca Berlingieri, nobili di Rossano, Calabria, Italia. Maggiore di nove figli, all'età di 8 anni fu mandata al Collegio reale di Santa Chiara a Napoli, una scuola esclusiva per la nobiltà. Durante il periodo in collegio visse la vita quotidiana delle suore, condividendo la loro vita di preghiera. Fu un esempio di pietà, fermezza, disciplina, silenzio e amava essere sempre raccolta.

All'età di 15 anni si consacrò al Sacratissimo Cuore di Gesù con la Formula di Santa Margherita Maria Alacoque, promettendo amore e riparazione. Conobbe la spiritualità di questa santa durante il suo soggiorno nel collegio di Santa Chiara. Gli anni trascorsi in collegio ebbero un impatto decisivo su di lei, lì ottenne le basi della sua formazione spirituale e maturò la sua vocazione religiosa.

Tra il 1860 e il 1874 cercò di entrare nei diversi istituti religiosi dedicati al Sacro Cuore: la Pia Unione delle Ancelle, le Oblate del Sacro Cuore, le Figlie della Carità di Parigi, solo per citarne alcuni. Infine, dopo aver ricevuto la direzione spirituale dal suo confessore Padre Piccirillo, confessore di Pio IX, il 24 ottobre 1875 fondò la Congregazione delle Suore Riparatrici del Sacro Cuore.

La sua devozione al Sacro Cuore simboleggiava il cammino spirituale compiuto da Madre Isabella e ne incarnava l'essenza. La sua spiritualità rappresentava le sue espressioni più tipiche: l'amore, la pratica della virtù, la preghiera, la consacrazione, la penitenza e la riparazione.

Visse solo per il Signore, in un continuo tentativo di dimenticare se stessa per compiacere Dio, mantenendo sempre il cuore libero dalle molteplici attrattive e seduzioni del mondo. Si occupò unicamente di servire Dio e del totale compimento della Sua volontà, affinché Gesù regnasse come sovrano assoluto nel suo cuore.

Determinata a ricercare la perfezione con ferma risoluzione non si accontentò di una vita agiata, ma predilesse una vita santa, conseguita attraverso la pratica di tutte le virtù, da qui la sua insistenza nel vivere in meditazione e ritiro, desiderando essere "vittima d'amore" per riparare le innumerevoli offese dell'uomo all'infinita bontà di Dio.

Accettò tutto dalle mani del Signore, sopportando con amore e rimanendo sempre fedele agli ideali di riparazione. Anni dopo, sollevata dal peso di essere Superiora Generale, si ritrovò sola nella Casa Madre di Napoli. Lì scrisse: "Isabella, possa la tua vita in questo angolo così remoto del mondo essere serena: poiché tale è la volontà del Signore".

Il concetto di riparazione emerge in tutti i suoi scritti come impegno per tutta la vita e motivo di gioia. Perché l'essenza della riparazione è l'amore, che permette di portare la croce insieme a Gesù senza mai sentirne il peso, sperimentando solo la gioia.

Di questo ideale, desiderava che il suo Istituto fosse testimone del nome che gli aveva dato: Suore Riparatrici del Sacro Cuore.

Colma di meriti, rese la sua anima a Dio, I'11 agosto 1911, a Napoli, all'età di 69 anni.