María Concepción (Conchita) Cabrera Arias
(1862-1937)
- 3 marzo
Laica, madre di famiglia, vedova; nel suo diario spirituale, chiamato anche Cuenta de Conciencia, narra le vicende interiori di quaranta anni della sua vita. I contenuti di questi scritti riflettono la devozione appassionata a Cristo e il suo desiderio di farlo amare e conoscere
María Concepción Cabrera Arias nacque a San Luis Potosí, in Messico, l’8 dicembre 1862, settima dei dodici figli dei coniugi Octaviano Cabrera e Clara Arias. La sua famiglia apparteneva a una classe sociale elevata. I genitori erano ferventi cristiani e fin da piccola le avevano insegnato a recitare quotidianamente il rosario. Due giorni dopo la nascita, venne battezzata da uno zio sacerdote. Ancora bambina ricevette la cresima e, nel 1872, la prima comunione, nella solennità dell’Immacolata Concezione.
Dopo aver ricevuto una formazione scolastica molto rudimentale e scarna, a tredici anni cominciò a frequentare il suo futuro sposo, Francisco Armida. Il fidanzamento durò circa nove anni, nei quali la ragazza continuò la sua vita di preghiera e di ricerca di perfezione cristiana. Grazie alle sua spiccata spiritualità venne autorizzata a ricevere l’Eucaristia tre volte alla settimana, ma ben presto l’autorizzazione divenne quotidiana. Fin dai primi anni sentì aumentare un’attrazione per l’ascesi e la riparazione, che concretizzò nell’uso di un cilicio e di altri strumenti di penitenza. A poco a poco, sorse in lei uno spirito apostolico che la portò a insegnare il catechismo ai figli dei lavoratori che prestavano servizio nella sua famiglia. Ai piccoli insegnò anche a scrivere e a leggere. Fin da giovane mostrò anche uno spiccato talento per la scrittura, realizzando nel 1878 la sua prima opera: Historia de una muy pacifica família.
L’8 novembre 1884 sposò Francisco e con lui formò una famiglia dove trovava ampio spazio la devozione mariana e dove la priorità era l’educazione cristiana dei figli per condurli alla pratica delle virtù. Dal matrimonio nacquero nove figli, due dei quali, Carlos e Pedro, morirono in tenera età. Il figlio Manuel entrerà nella Compagnia di Gesù e la figlia Concepción tra le religiose da lei fondate, con il nome di Teresa di Maria Immacolata.
Nell’agosto del 1889 María Concepción partecipò ai suoi primi esercizi spirituali, dove scoprì quello che sarebbe stato il suo ruolo nella Chiesa: «La tua missione è salvare anime». Più tardi questa missione si concretizzerà in una espressione che riempirà tutta la sua vita «Gesù Salvatore degli uomini, salvali!» e la porterà a vivere affinché il Signore potesse effondere il suo Spirito e tutti gli uomini fossero salvi. Crescendo sempre più nella vita interiore, Conchita fu oggetto di alcune grazie speciali, come il matrimonio spirituale e l’esperienza dell’incarnazione mistica. Intendeva la vita spirituale come vita trinitaria, configurazione con Cristo e vita nello Spirito Santo, sviluppo dei doni ricevuti nel battesimo.
Il 17 settembre 1901, dopo 17 anni di vita matrimoniale, Francisco morì a Città del Messico, dove si era trasferita la famiglia da San Luis Potosí. Rimasta vedova, María Concepción si dedicò all’apostolato e all’annuncio del Vangelo e, dopo aver ottenuto il permesso dal vescovo, promosse alcune istituzioni e due congregazioni religiose, che presero il nome di Opere della Croce: l’Alianza de Amor con el Sagrado Corazón de Jesús, l’Apostolado de la Cruz, la Congregación de las Religiosas de la Cruz del Sagrado Corazón de Jesús, la Fraternidad de Cristo Sacerdote e i Misioneros del Espíritu Santo.
L’ampia attività letteraria di Conchita comprende opere devozionali e alcune riguardanti la sua evoluzione spirituale e i fenomeni mistici che sperimentò, così come le relazioni scritte in obbedienza ai suoi direttori spirituali. I suoi manoscritti sono raccolti in 158 volumi; le opere pubblicate sono 46. Nel suo diario spirituale, chiamato anche Cuenta de Conciencia, narra le vicende interiori di quaranta anni della sua vita. I contenuti di questi scritti riflettono la devozione appassionata a Cristo e il suo desiderio di farlo amare e conoscere.
Morì il 3 marzo 1937, dopo aver ricevuto i sacramenti, circondata da fama di santità. Ai funerali parteciparono numerosi fedeli, religiosi e religiose dei suoi istituti e sacerdoti. Venne tumulata nel cimitero spagnolo, nella cripta delle religiose della Croce del Sacro Cuore di Gesù. Il 15 maggio del 1974 i suoi resti mortali sono stati traslati nella cripta della cappella all’Altillo, a Città del Messico. Giovanni Paolo II l’ha dichiarata venerabile il 20 dicembre 1999.
CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM
MEXICANA
Beatificationis et Canonizationis
Ven. Servae Dei
Mariae a Conceptione Cabrera vid. Armida
Cristifidelis Laicae
et Matrisfamiliae
(1862-1937)
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Super Miraculo
La Venerabile Serva di Dio Concepción Cabrera de Armida nacque a San Luis Potosí, in Messico, l’8 dicembre 1862. Ricevette una formazione scolastica molto elementare e ad appena tredici anni cominciò a frequentare il suo futuro marito Francesco Armida, che sposò nel 1884 e con il quale ebbe nove figli. Conosciuta familiarmente come “Conchita”, fu modello di sposa e di madre. Dopo diciassette anni di vita matrimoniale, rimase vedova. La Serva di Dio crebbe nella vita interiore, immergendosi sempre più nella contemplazione della SS. Trinità, e ricevette dal Signore alcune grazie speciali: i suoi numerosi manoscritti, tra l’altro, testimoniano la profondità del suo percorso spirituale. Fu guidata da diversi direttori spirituali e, con le dovute approvazioni diocesane, fondò e suscitò le “Opere della Croce”: l’“Apostolato della Croce”, le “Religiose della Croce del S. Cuore di Gesù”, l’“Alleanza d’Amore con il S. Cuore di Gesù”, la “Fraternità Sacerdotale”. Nel 1914 cooperò con il Venerabile P. Félix de Jesús Rougier alla fondazione dei Missionari dello Spirito Santo. Morì il 3 marzo 1937 in fama di santità, dopo penosa malattia, assistita dai figli ancora viventi e da molti Religiosi e Religiose degli Istituti da lei ispirati. È stata dichiarata Venerabile il 20 dicembre 1999 da San Giovanni Paolo II.
In vista della sua beatificazione, la Postulazione della Causa ha presentato al giudizio della Congregazione delle Cause dei Santi la presunta guarigione miracolosa di un uomo. L’evento si verificò a Monterrey, in Messico, nel 2008. Fin dal 1993 questo signore aveva iniziato ad avvertire crampi, contratture muscolari con incapacità a deambulare, dolori alla gamba e al braccio sinistro. Ricorse a interventi ospedalieri, ma con risultati del tutto insufficienti. Anzi, a partire dal 2003, le sue condizioni peggiorarono in modo significativo e nel 2005 si aggravarono in maniera irreversibile, con l’acutizzarsi dei dolori in modo così frequente da indurlo a frequenti ricoveri per problemi di funzionalità.
Nel frattempo la moglie del paziente, tramite un’amica, venne a conoscenza della figura della Venerabile. L’amica, a sua volta, portò alle Religiose della Croce una foto dell’infermo e a quest’ultimo una biografia di Conchita, con una sua immaginetta e una piccola reliquia. A lei rivolsero la loro preghiera, chiedendo il dono della guarigione. Nel pomeriggio del 22 maggio 2008 si assistette a una inattesa remissione della spasticità delle estremità sinistre, assenza di contratture, scomparsa delle deformità articolari delle mani in flessione, movimenti e posture impensabili fino a poco prima. La mattina successiva il paziente si muoveva liberamente nella stanza, senza nessuna limitazione. Erano scomparsi anche i dolori e i crampi. Due giorni dopo il paziente venne dimesso in buono stato di salute.
Appare evidente la concomitanza cronologica e il nesso tra l’invocazione alla Ven. Serva di Dio e la guarigione di quell’uomo, che in seguito ha goduto di buona salute ed è stato in grado di gestire una normale vita relazionale.
Su tale guarigione, ritenuta miracolosa, è stata istruita dal 11 marzo 2011 al 14 maggio 2015 presso la Curia ecclesiastica di Monterrey l’Inchiesta Diocesana, la cui validità giuridica è stata riconosciuta da questa Congregazione delle Cause dei Santi con decreto del 15 aprile 2016. La Consulta Medica del Dicastero nella seduta del 23 novembre 2017 ha riconosciuto che la guarigione fu rapida, completa e duratura, inspiegabile alla luce delle attuali conoscenze mediche. Il 1° marzo 2018 si è svolto, con esito positivo, il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi. I Padri Cardinali e Vescovi, il 5 giugno 2018, si sono riuniti in Sessione Ordinaria presieduta da me, card. Angelo Amato.
Et in utroque Coetu, sive Consultorum sive Cardinalium et Episcoporum, positio dubio an de miraculo divinitus patrato constaret responsum affirmativum prolantum est.
Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Francesco per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis de Causis Sactorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de miraculo a Deo patrato per intercessionem Venerabile Mariae a Conceptione Cabrera vid. Armida, Chistifideles Laicae et Matrisfamiliae, cuiusdam viri a “malattia da ipereccibilità del nervo periferico con grave limitazione funzionale e grave contratture”.
Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.
Datum Romae, die 8 mensis Iunii a. D. 2018.
Angelus Card. Amato, S.D.B.
Praefectus
✠ Marcellus Bartolucci
Archiepiscopus tit. Mevaniensis
a Secretis
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CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM
MEXICANA
Beatificationis et Canonizationis
Venerabilis Servae Dei
Mariae a Conceptione Cabrera viduae Armida
Christifidelis Laicae
et Matrisfamiliae
(1862-1937)
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Super Miraculo
Venerabilis Serva Dei Maria a Conceptione Cabrera vidua Armida Mexicano in pago v. d. San Luis Potosí die 8 mensis Decembris anno 1862 nata est. Scholastica eius institutio ultra rudimenta haud progressa est, cum ad tertium decimum annum aetatis suae attigisset illum futurum maritum Franciscum Armida frequentare incepit, cui nupsit anno 1884 et a quo novem filios peperit. Vulgo dicta “Conchita”, exemplar fuit sponsae et matris. Post septem et decem annos vitae coniugalis, virum amisit et in viduitate vixit. Serva Dei interiori vita crebuit magis magisque in contemplatione Sanctissimae Trinitatis incubuit, a Domino quasdam gratias singulares obtinuit: multa manuscripta sua praeterea profunditatem eius spiritualis itineris ostendunt. Quosdam spirituales moderatores habuit et dioecesana approbatione fundavit et excitavit varias societates, velut “Opera Crucis”, “Apostolatum Crucis”, “Religiosae Crucis Sacri Cordis Iesu”, “Foedus Amoris cum Corde Iesu” et “Fraternitas Sacerdotalis”. Anno 1914 cum Venerabili P. Felice de Iesu Rougier operam suam dedit in fundatione Missionariorum Spiritus Sancti. Die 3 mensis Martii anno 1937 fama sanctitatis coronata mortua est post dolentissimum morbum, multis assessa a suis filiis adhuc viventibus et a multis religiosis viris ac mulieribus institutorum ab eandem incitatorum. Die 20 mensis Decembris anno 1999 Sanctus Ioannes Paulus II eam Venerabilem declaravit.
Beatificationis respectu, Causae Postulatio iudicio huius Congregationis de Causis Sanctorum miram quandam viri sanationem subiecit, quae in oppido Monterrey Mexicana in natione anno 2008 evenerat.
Iam ab anno 1993 hic vir percipere incepit spasmos, musculorum contractiones una cum inhabilitate in deambulando, percepit etiam dolores in crure ac in sinistro brachio. Ad valetudinaria saepe accedere debuit ut curaretur, sed nullo fere cum effectu super valetudine sua. Immo vero ab anno 2003 condiciones eius in peius admodum mutaverunt et anno 2005 irrevocabiliter, ut acrioribus doloribus crebrissime ad valetudinaria accedere deberet ob difficultates in naturales corporis functiones.
Interea aegroti mulier, per cuiusdam amicae interventum Venerabilem cognovit. Amica tradidit Religiosis Mulieribus Crucis photographicam aegroti imaginem et eidem dedit autem librum de Conchitae vita cum parva imagine et reliquia eiusdem. Eidem Venerabili ergo orationem suam intenderunt ad sanationem impetrandam. Vespere diei 22 mensis Maii anno 2008 datum est videre inexpectatam remissionem spasmorum artorum sinistri lateris et absentiam contractionum et dilapsionem deformitatum artuum in flexione, motus omnes et corporis status qui paulo ante concipi non dabantur. Mane sequentis diei aegrotus sine impedimentis in cubiculo se movebat. Dilapsi erant enim etiam dolores et spasmi. Duos post dies vir a valetudinario bona in valetudine demissus est.
De hac sanatione, mira aestimata, iuxta Curiam ecclesiasticam Monterreyensem a die 11 mensis Martii anno 2011 ad diem 14 mensis Maii anno 2015 Inquisitio Dioecesana celebrata est, cuius iuridica validitas ab hac Congregatione de Causis Sanctorum per decretum diei 15 mensis Aprilis anno 2016 est approbata. Medicorum huius Dicasterii Consilium in sessione diei 23 mensis Novembris anno 2017 declaravit sanationem celerem, perfectam, constantem et ex legibus scientiae inexplicabilem fuisse. Die 1 mensis Martii anno 2018, positivo cum exitu, Peculiaris Congressus Theologorum Consultorum auctus est. Die autem 5 mensis Iunii anno 2018 Patres Cardinales et Episcopi se congregaverunt, me Angelo Cardinale Amato praesidente. Et in utroque Coetu, sive Consultorum sive Cardinalium et Episcoporum, posito dubio an de miraculo divinitus patrato constaret, responsum affirmativum prolatum est.
Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Francisco per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de miraculo a Deo patrato per intercessionem Venerabilis Servae Dei Mariae a Conceptione Cabrera viduae Armida, Christifidelis Laicae et Matrisfamiliae, videlicet de celeri, perfecta ac constanti sanatione cuiusdam viri a “malattia da ipereccitabilità del nervo periferico con grave limitazione funzionale e gravi contratture”.
Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.
Datum Romae, die 8 mensis Iunii a. D. 2018.
Angelus Card. Amato, S.D.B.
Praefectus
✠ Marcellus Bartolucci
Archiepiscopus tit. Mevaniensis
a Secretis
Messa per la beatificazione di María Concepción Cabrera
(Città del Messico, Messico, 4 maggio 2019)
Omelia del Card. Giovanni Angelo Becciu
«Così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di [...] conoscere l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza» (Ef 3, 17-19).
Cari fratelli e sorelle,
Con queste parole, che abbiamo ascoltato nella seconda lettura, san Paolo esorta i cristiani di Efeso ad aprire generosamente il cuore all’amore di Cristo, l’unico capace di dare un senso pieno a tutta la nostra vita. L’invito dell’apostolo è stato accolto in pienezza da María Concepción Cabrera, familiarmente denominata Conchita; una figura meravigliosa nelle differenti sue angolazioni di sposa, madre, vedova, ispiratrice di istituti religiosi e di iniziative apostoliche. La bellezza e la forza della sua testimonianza consiste nell’avere scelto, sin dall’adolescenza, di consacrarsi all’Amore assoluto: Dio. Scegliere Dio come Amore assoluto significa abbracciare la sua volontà che a Conchita si manifestò immediata e chiara: sarai sposa e madre! Come per Maria, la madre di Gesù, anche per Conchita la felicità consistette non nel dar seguito alle proprie ispirazioni, pur sante, ma nel conformarsi al progetto di Dio su di lei. Ella ha dunque accettato di vivere con dedizione totale la sua esperienza di moglie e di madre. Ha accettato la responsabilità di una fedeltà continua, di una maternità che si è rinnovata per nove volte, di un compito di educatrice di figli che sarà logorante, ma bello. Si mostrava preoccupata della loro crescita umana e soprattutto spirituale: una sollecitudine materna per ognuno di loro; vero modello di madre, pronta ad incoraggiarne i lati positivi e correggerne i difetti.
L’aspirazione continua della sua esistenza fu vivere “in” questo mondo, ma non vivere “di” questo mondo. Radicata «nell’amore di Cristo che supera ogni conoscenza», ravviverà la sua missione di madre e di sposa. Animata da profonda fede e da smisurata carità, da una parte si incamminerà in lungo itinerario ascetico e mistico, dall’altra si lascerà consumare da uno zelo instancabile che insieme alla sua fervida fantasia creatrice la porterà a far sorgere nuove famiglie di vita consacrata nella Chiesa.
L’amore per Dio. Parlava di Dio in modo convincente e con naturalezza, così da palesare il suo ardente amore per Lui. Fin dalla giovinezza si è sforzata di trasmettere la fede agli altri, anche attraverso i suoi scritti. Vivo era in lei il desiderio di conformarsi totalmente al volere di Dio. Pertanto, alimentava la sua fede con una intensa e costante preghiera, sua vera forza spirituale, alla quale dedicava anche parte della notte, con interminabili ore di adorazione davanti al Santissimo Sacramento. Aveva abitualmente la consapevolezza di essere alla presenza del Signore, per questo viveva in costante atteggiamento interiore di orazione. L’unione con Dio era caratterizzata anche da una profonda esperienza di unione mistica a Cristo, da cui scaturiva una generosa maternità spirituale nei confronti delle anime.
Dal suo amore per Dio nasceva il tormento continuo di amare il prossimo, diffondendo ovunque il messaggio dell’amore di Cristo. Il suo cuore ardeva di una straordinaria sollecitudine materna per quanti si trovavano in condizioni di bisogno e di fragilità. Non c’era problema che non cercasse di risolvere, non c’era indigenza che non cercasse di soccorrere. Incessante la sua sollecitudine per i poveri: voleva essere povera tra i poveri, adeguandosi a loro anche nell’aspetto esteriore per condividerne il disagio di vita e così soccorrerli meglio. Si dedicava con generosità anche alle opere di misericordia spirituali: visitava malati e moribondi, dando loro consigli spirituali.
La beata María Concepción Cabrera, unico caso nella storia delle fondazioni religiose, ispirò e promosse cinque Istituti, definiti le “opere della Croce”: due congregazioni religiose e tre opere apostoliche, senza assumerne né il ruolo di fondatrice né, tanto meno, la carica e i poteri di superiora generale. Esse sono: l’Apostolato della Croce, le religiose della Croce e del Sacro Cuore di Gesù, l’Alleanza dell’amore con il Sacro Cuore di Gesù, la Lega apostolica, i Missionari dello Spirito Santo. A queste opere va aggiunta la Crociata delle anime vittime.
«Chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà» (Mt 16, 25). Questa frase del Vangelo rimase impressa nella mente della beata e trovò piena applicazione nella sua vita. Il fiorire delle opere non si può spiegare se non nella logica del Vangelo che trasforma in vita ogni apparente morte di se stessi. Ella ha suscitato le “opere della Croce” con i suoi scritti spirituali, ma soprattutto con la sua testimonianza di vita: ha preso su di sé ogni giorno la sua croce per seguire Gesù. E quali croci! Solo dopo sedici anni di matrimonio perde lo sposo, per la cui perdita provò una grandissima sofferenza tanto da farla esclamare: «Ho sentito il bisturi divino nella mia anima... Durante quei giorni, me ne andavo vicino al tabernacolo per attingervi sostegno e forza». Ma la sofferenza si fa ancora più grande alla morte di ben quattro figli. Eppure ogni volta, dinanzi al dolore non perde la serenità, non smarrisce la fiducia in Dio, lei guarda al Crocifisso e come «fedele eco della Madre Dolorosa», impara a offrire il dolore presentandolo al Padre per il bene del mondo e per la Chiesa. È consapevole che ogni dolore piccolo o grande è già stato vissuto da Gesù sulla croce e in lui può trovare forza e significato. La nostra beata ha compreso perfettamente la scienza della croce. Essa richiede che sul Calvario del dolore, presente nell’umanità di ogni epoca, ci siano le croci di quanti si uniscono volontariamente al sacrificio di Cristo.
Il suo forte desiderio apostolico era quello di salvare le anime, di convertire i peccatori per la cui salvezza offriva i suoi volontari patimenti. Ma la sua più grande preoccupazione, che costituiva quasi una “ossessione”, era per la santità dei sacerdoti per i quali ha pregato e sacrificato se stessa. Quanto necessaria e quanto attuale questa missione! In questi ultimi tempi, la Chiesa ha vissuto momenti turbolenti e laceranti a causa degli scandali di vescovi, sacerdoti e religiosi che ne hanno deformato il volto e minato la credibilità. Di fronte a questo scenario doloroso, alcuni fedeli hanno iniziato a perdere la fiducia nella Chiesa, altri l’hanno colpita aumentandone le ferite. Ma l’atteggiamento giusto è quello che ci insegna la nuova beata: sostenere con la vicinanza spirituale e con la preghiera quanti vivono ogni giorno la propria vocazione in fedeltà e abnegazione. Si tratta della stragrande maggioranza di persone consacrate che offrono una limpida testimonianza di fede e di amore. Ciò non esime dal dovere di combattere gli abusi e gli scandali di ogni genere, inducendo quanti sbagliano a svegliarsi da una vita ipocrita e perversa. Come ci ha ricordato il Santo Padre Francesco: «La forza di qualsiasi istituzione non risiede nell’essere composta da uomini perfetti ma nella sua volontà di purificarsi continuamente; nella sua capacità di riconoscere umilmente gli errori e correggerli; nella sua abilità di rialzarsi dalle cadute» (Discorso alla Curia romana, 21 dicembre 2018).
I momenti difficili e dolorosi che la portavano a configurarsi sempre più a Cristo sulla croce, non le facevano perdere la sua naturale giovialità. Indice questo della sua totale comunione con Dio di cui sperimentava concretamente la paternità. La sua casa era piena di gioia e di animazione: semplicità, dolcezza, affabilità erano tratti principali del suo carattere. «La mamma sorrideva sempre», testimoniano i suoi figli. Segnata di amore alla volontà di Dio, era aperta con animo sereno a quanto il Signore disponeva nella gioia e nel dolore. Ci si trova davanti ad una donna di forte personalità, fornita di doti eccezionali, sia umane che cristiane. Una donna di preghiera e di zelo apostolico che, precorrendo i tempi, trova in sé la forza morale per imporsi come leader nel campo sociale e nell’ambiente ecclesiale. Ha saputo realizzare una magnifica sintesi di contemplazione e di azione: le figure evangeliche di Marta e Maria si trovano fuse e sincronizzate nell’esistenza della nuova beata. Ella si presenta a noi oggi, specialmente alle donne, come un modello di vita apostolica: prega e agisce, ha la mente fissa al cielo e gli occhi rivolti alla terra; adora ed esalta la grandezza di Dio e si occupa delle miserie e delle necessità degli uomini.
Sappia la Chiesa che è in Messico imitarne lo sguardo profetico e il cuore aperto ai fratelli, con una generosa opera apostolica che trova la sua radice nella fede cristiana, sublime patrimonio morale e culturale di questa Nazione. Con la sua intercessione, ci aiuti ad ascoltare le odierne voci imploranti di quanti sperimentano una povertà spirituale o materiale e rispondere ad essa con quella fantasia della carità che contraddistingue i fedeli discepoli del Vangelo. Per questo la imploriamo: beata María Concepción Cabrera, prega per noi!