Maria Giuseppina di Gesù Crocifisso
(1894-1948)
- 14 marzo
Religiosa professa cattolica italiana dei Carmelitani Scalzi
Giuseppina Catanea (Sr Maria Giuseppina of Jesus Crucified) was born on 18 February 1894 in Naples, Italy, into a noble family, the Marquises Grimaldi. Called "Pinella" by her family, as a young child she showed great affection for the poor and most needy, giving money to them. She helped to care for two lonely old women.
Pinella's mother and grandmother set a good Christian example for her. She was especially devoted to Our Lord in the Eucharist and to Mary, praying the Rosary often. At an early age, Pinella was convinced that Jesus was calling her to Carmel.
Having completed commercial studies, and overcoming the opposition of her mother and family members, on 10 March 1918 Giuseppina entered the Carmelite Community at St Maria ai Ponti Rossi. As a young religious, she learned to love Christ through suffering, offering herself as a victim for the good of priests. She accepted great physical pain as God's will for her.
Giuseppina was afflicted with tuberculosis of the spine, which completely paralysed her. She owes her miraculous cure to the intercession of St Francis Xavier, whose relic was brought to her cell and who appeared to her in a dream.
Although she would have been glad to live in solitude, when the news of her miraculous recovery became known outside the Community, priests, seminarians and persons of every social class came to Ponti Rossi to receive counsel and consolation from her.
In 1932, the Holy See officially recognized the house at Ponti Rossi as a convent of the Discalced Carmelites with the name, "the Carmel of Sts Teresa and Joseph at Ponti Rossi". Pope Pius XI approved the house as a Carmel of the Second Order, with Papal enclosure, placing it under the jurisdiction of the Archbishop of Naples. Giuseppina received the Carmelite habit and took the name Sr Maria Giuseppina of Jesus Crucified. On 6 August 1932, she made her Solemn Profession according to the Carmelite Rule.
On the day she took the habit, she said that she wished to offer herself to the Crucified Jesus so that she could be crucified with Him. She suffered silently but joyfully and abandoned herself to the will of God, who favoured her with mystical experiences.
In 1934, Cardinal Alessio Ascalesi, the Archbishop of Naples, appointed Sr Maria Giuseppina the Sub-prioress of the Carmel, while in 1945 she became the Vicar.
That same year, on 29 September, the first General Chapter of the Ponti Rossi Carmel elected Sr Maria Giuseppina the Prioress, an office that she held until her death.
Already in 1943 she had begun to suffer various physical maladies, including the progressive loss of her sight. She considered her illnesses to be "a magnificent gift" that allowed her to be better conformed to the Crucified Christ. With a cheerful spirit, she offered her body as a sacrifice for souls. She died in Naples on 14 March 1948.
In obedience to her spiritual director, Sr Maria Giuseppina of Jesus Crucified wrote her Autobiography (1894-1932) and her Diary (1925-45), as well as many letters and exhortations for her Sisters.
The beatification ceremony took place on 1 June in the Cathedral of Naples, Italy, at which the Archbishop of Naples, Cardinal Crescenzio Sepe, presided. The Cardinal Archbishop read a message from Cardinal José Saraiva Martins, C.M.F., Prefect of the Congregation for the Causes of Saints, for the event.
MESSAGGIO DEL CARDINALE JOSÉ SARAIVA MARTINS,
PREFETTO DELLA CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI,
IN OCCASIONE DELLA BEATIFICAZIONE
DI MARIA GIUSEPPINA DI GESÙ CROCIFISSO
Napoli, 1° giugno 2008
1. Nel rendere grazie a Dio, insieme a tutti voi, a cominciare dall’Eminentissimo e Venerato confratello Arcivescovo Cardinale Crescenzio Sepe, per il grande dono alla Chiesa di Napoli della nuova beata Maria Giuseppina di Gesù Crocifisso, torna in mente la riflessione di Thomas Merton: "Non c’è membro della Chiesa che non debba qualcosa al Carmelo"1, che in questo Rito solenne trova ulteriore conferma. Infatti, la Chiesa di Napoli, deve oggi al Carmelo, in quanto luogo e scuola di santità, non solo il dono prezioso di una sua figlia elevata all’onore degli altari, ma anche il più autorevole richiamo alla vocazione universale alla santità, al suo insostituibile valore, alla sua perenne attualità.
In quanto Rappresentante del Sommo Pontefice Benedetto XVI nel presiedere l’odierna beatificazione, sento tutto l’onore e la letizia nel costatare le meravigliose opere di Dio, ancor meglio nell’ammirare i suoi capolavori, quali sono sempre i santi ed i beati, che questa veneranda arcidiocesi, con il suo numero considerevole e crescente di beati e di santi, offre all’ammirazione della chiesa intera.
2. Cadono a pennello le grandi e bibliche parole del Servo di Dio il Papa Paolo VI, rivolte proprio ai carmelitani: "Voi siete ‘figli di santi’, guardate attentamente l’immensa eredità spirituale, che vi è consegnata..."2. Parole che mi piace applicare agli uomini e alle donne, generati alla fede, in questa Chiesa napoletana. Sì, cari napoletani, anche voi siete figli di santi: da essi si impara ad elevare, fino alle realtà celesti, gli orizzonti della speranza, senza dismettere l’impegno all’edificazione della città terrena, pur con tutte le sue problematiche, urgenti e inquietanti. Più noi contempliamo il Signore, in mezzo ai suoi Santi, entrando in viva comunione con Lui, più forte si fa in noi la speranza dell’impegno fattivo ed efficace a migliorare, a cambiare il mondo circostante.
3. Guardando in particolare la storia ed il messaggio della Beata Giuseppina, comprendiamo meglio l’esigenza ineludibile della dimensione contemplativa, nella vita di ogni cristiano. Il suo esempio ci indica, anche, la strada concreta per coltivarla. La sua esistenza, poi, è stata una vera scuola di carità, sia verso le consorelle, che verso il largo campo di apostolato, da lei, pur essendo monaca di clausura, coltivato unicamente per fare amare di più il Signore. Lei pure, infatti, come S. Teresina del Bambino Gesù, non ha voluto "essere una santa a metà"3, pur con le sue peculiarità e i suoi doni mistici, con varie esperienze spirituali fuori dal comune. Tutto si trova compendiato in una frase che ha costituito il programma unitario dell’intera vita della Beata: "Voglio vivere cibandomi della volontà di Dio...Voglio che la mia volontà sia un solo impasto con la volontà di Dio". E ancora nel suo Diario: Desidero ardentemente vivere nella volontà di Dio, so che in tal modo si fanno i santi, ed io voglio farmi santa per dar gloria a Dio"4. Programma che deve essere la grande aspirazione di ogni cristiano, in piena conformità alla parola di Cristo, Unico e Supremo modello: "Mio cibo è fare la volontà del Padre" (Gv 4,34), perché: "chi fa la volontà di Dio rimane in eterno" (1 Gv 2,17).
Termino con il grande onore di parteciparvi la particolare benedizione apostolica ed il saluto di Benedetto XVI, che come vi ha dimostrato, porta nel cuore Napoli, questa Chiesa, il Suo Venerato Pastore e tutte le componenti del Popolo di Dio. Vi affido alla potente intercessione della novella Beata, affinché tutti vi protegga e vi conduca sulla strada della santità.
Napoli, 1° giugno 2008
José Card. SARAIVA MARTINS
Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi