Marie-Élisabeth Turgeon

Marie-Élisabeth Turgeon

(1840-1881)

Beatificazione:

- 26 aprile 2015

- Papa  Francesco

Ricorrenza:

- 17 agosto

Religiosa, fondatrice della Congregazione delle Suore di Nostra Signora del Santo Rosario, una religiosa esemplare, dedita alla preghiera, all’insegnamento nei piccoli centri della sua diocesi e alle opere di carità

  • Biografia
  • REGINA COELI
"Con la protezione di Gesù Cristo, le ragnatele sono più forti delle muraglie, ma senza la sua protezione le più forti muraglie sono fragili come ragnatele"

 

Élisabeth Turgeon nacque a Beaumont (Canada) l' 8 febbraio 1840.

Conseguì il diploma di insegnante elementare in Québec e si dedicò all'insegnamento per circa dieci anni.

La sua spiritualità era in particolare rivolta all'educazione dei bambini poveri delle campagne della diocesi di Saint-Germain di Rimouski non lontana da quella di Québec.

Sempre serena, nonostante le molte sofferenze sopportate a causa della sua fragile salute, suor Marie-Elisabeth era una donna coraggiosa che non si perdeva d'animo dinnanzi alle non poche difficoltà incontrate nel portare avanti le sue "scuole di campagna", un'innovazione che sarà incoraggiata dal vescovo locale del tempo, mons. Langevin.

La religiosa aveva una fiducia incrollabile nel Signore e in particolare nella Divina Misericordia. Una volta affermò che "con la protezione di Gesù Cristo, le ragnatele sono più forti delle muraglie, ma senza la sua protezione le più forti muraglie sono fragili come ragnatele".

Sul carisma e la testimonianza della neo Beata, la riflessione del cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi: "Si santificò proprio con la carità verso il prossimo bisognoso di istruzione e di formazione cristiana. Sono quattro gli aspetti più rilevanti della santità di Madre Élisabeth: ricerca e accettazione della volontà di Dio; missione concentrata sull'istruzione e sull'educazione cristiana dei piccoli; vita di fede, speranza e carità; unione con Dio nella preghiera".

La carità fu dunque il segno distintivo della vita e della missione educativa di Madre Marie-Élisabeth assieme alla preghiera. Di fronte alle avversità, era solita affermare che "tutto concorre al bene di coloro che cercano la volontà di Dio". E aggiungeva che "il riposo viene dopo il lavoro, la vittoria dopo la battaglia e la gioia dopo la sofferenza".

Poco prima di morire, alle sorelle che le stavano vicino, lasciò questo messaggio spirituale: "Mie sorelle, vi incoraggio particolarmente a vivere la comunione, la carità fraterna, giacché quando si è uniti in una comunità, quando la pace regna tra i suoi membri, si vive il cielo già sulla terra".

PAPA FRANCESCO

REGINA COELI

Piazza San Pietro
Domenica, 26 aprile 2015

  

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

La Quarta Domenica di Pasqua – questa -, detta “Domenica del Buon Pastore”, ogni anno ci invita a riscoprire, con stupore sempre nuovo, questa definizione che Gesù ha dato di sé stesso, rileggendola alla luce della sua passione, morte e risurrezione. «Il buon pastore offre la vita per le pecore» (Gv 10,11): queste parole si sono realizzate pienamente quando Cristo, obbedendo liberamente alla volontà del Padre, si è immolato sulla Croce. Allora diventa completamente chiaro che cosa significa che Egli è “il buon pastore”: dà la vita, ha offerto la sua vita in sacrificio per tutti noi: per te, per te, per te, per me, per tutti! E per questo è il buon pastore!

Cristo è il pastore vero, che realizza il modello più alto di amore per il gregge: Egli dispone liberamente della propria vita, nessuno gliela toglie (cfr v. 18), ma la dona a favore delle pecore (v. 17). In aperta opposizione ai falsi pastori, Gesù si presenta come il vero e unico pastore del popolo: il cattivo pastore pensa a sé stesso e sfrutta le pecore; il pastore buono pensa alle pecore e dona sé stesso. A differenza del mercenario, Cristo pastore è una guida premurosa che partecipa alla vita del suo gregge, non ricerca altro interesse, non ha altra ambizione che quella di guidare, nutrire e proteggere le sue pecore. E tutto questo al prezzo più alto, quello del sacrificio della propria vita.

Nella figura di Gesù, pastore buono, noi contempliamo la Provvidenza di Dio, la sua sollecitudine paterna per ciascuno di noi. Non ci lascia da soli! La conseguenza di questa contemplazione di Gesù Pastore vero e buono, è l’esclamazione di commosso stupore che troviamo nella seconda Lettura dell’odierna liturgia: «Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre…» (1 Gv 3,1). È davvero un amore sorprendente e misterioso, perché donandoci Gesù come Pastore che dà la vita per noi, il Padre ci ha dato tutto ciò che di più grande e prezioso poteva darci! È l’amore più alto e più puro, perché non è motivato da alcuna necessità, non è condizionato da alcun calcolo, non è attratto da alcun interessato desiderio di scambio. Di fronte a questo amore di Dio, noi sperimentiamo una gioia immensa e ci apriamo alla riconoscenza per quanto abbiamo ricevuto gratuitamente.

Ma contemplare e ringraziare non basta. Occorre anche seguire il Buon Pastore. In particolare, quanti hanno la missione di guide nella Chiesa – sacerdoti, Vescovi, Papi – sono chiamati ad assumere non la mentalità del manager ma quella del servo, a imitazione di Gesù che, spogliando sé stesso, ci ha salvati con la sua misericordia. A questo stile di vita pastorale, di buon pastore, sono chiamati anche i nuovi sacerdoti della diocesi di Roma, che ho avuto la gioia di ordinare questa mattina nella Basilica di San Pietro.

E due di loro si affacceranno per ringraziarvi per le vostre preghiere e per salutarvi… [due sacerdoti neo-ordinati si affacciano accanto al Santo Padre]

Maria Santissima ottenga per me, per i Vescovi e per i sacerdoti di tutto il mondo la grazia di servire il popolo santo di Dio mediante la gioiosa predicazione del Vangelo, la sentita celebrazione dei Sacramenti e la paziente e mite guida pastorale.

Dopo il Regina Coeli:

Cari fratelli e sorelle,

desidero assicurare la mia vicinanza alle popolazioni colpite da un forte terremoto in Nepal e nei Paesi confinanti. Prego per le vittime, per i feriti e per tutti coloro che soffrono a causa di questa calamità. Abbiano il sostegno della solidarietà fraterna. E preghiamo la Madonna perché sia loro vicino. “Ave Maria…”.

Oggi, in Canada, viene proclamata Beata Maria Elisa Turgeon, fondatrice della Suore di Nostra Signora del Santo Rosario di San Germano: una religiosa esemplare, dedita alla preghiera, all’insegnamento nei piccoli centri della sua diocesi e alle opere di carità. Rendiamo grazie al Signore per questa donna, modello di vita consacrata a Dio e di generoso impegno al servizio del prossimo.

Saluto con affetto tutti i pellegrini provenienti da Roma, dall’Italia e da vari Paesi, in particolare quelli venuti numerosi dalla Polonia in occasione del primo anniversario della canonizzazione di Giovanni Paolo II. Carissimi, risuoni sempre nei vostri cuori il suo richiamo: “Aprite le porte a Cristo!”, che diceva con quella voce forte e santa che lui aveva. Il Signore benedica voi e le vostre famiglie e la Madonna vi protegga.

Saluto i fedeli di Budapest, Madrid, Burgos, Bratislava e Il Cairo; come pure quelli di Trieste, Giovinazzo, Gorga, Gorlago, Pesaro, Lamezia Terme. Saluto i giovani di Niscemi e Trezzano Rosa, e i ragazzi dei vicariati di Casalpusterlengo e Codogno, che stanno per rinnovare la professione di fede.

A tutti auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!