Zdenka Schelingová

Zdenka Schelingová

(1916-1955)

Beatificazione:

- 14 settembre 2003

- Papa  Giovanni Paolo II

Ricorrenza:

- 31 luglio

Vergine della Congregazione delle Suore della Carità della Santa Croce e martire, che, in tempi di grande difficoltà per la Chiesa nella sua nazione, molto patì nel corpo e nello spirito per aver protetto un sacerdote e, colpita infine da malattia, rifulse quale instancabile e gioiosa testimone di Cristo

  • Biografia
  • omelia di beatificazione
Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito (Gv 3, 16)

 

 Zdenka Cecilia Schelingová nacque il 24 dicembre 1916 in Krivá na Orave, penultima di 11 figli, e battezzata il 27 dicembre 1916 con il nome di Cecilia. I suoi genitori Pavol e Zuzana, gente onesta, impartirono ai loro figli un’esemplare educazione religiosa, fondata su una preghiera viva e su un lavoro coscienzioso. 

Nella scuola i compagni la amavano; era diligente, obbediente e pronta sempre ad aiutare gli altri. Affascinata dall’amore e dal prodigarsi delle suore di carità della Santa Croce, appena quindicenne entrò in convento, decisa a consacrare la sua vita all’amore verso Dio e al prossimo. I suoi genitori ne furono contenti e i fratelli molto orgogliosi.

Dopo aver terminato la scuola infermieristica e dopo la dovuta formazione religiosa, il 30 gennaio 1937 emise i primi voti col nome nuovo di suor Zdenka. Iniziò la sua attività come infermiera in Humenné. Nel 1942, su invito della direzione dell’Ospedale di Stato, venne a lavorare a Bratislava, nel reparto radiologico come assistente di laboratorio. Si dedicò ai malati con esemplare generosità, tenerezza e competenza. Per molti fu “modello di suora e di infermiera professionale”. 

Dopo il cambiamento politico nel 1948 il Partito Comunista incominciò nella ex-Cecoslovacchia un’aperta persecuzione della Chiesa cattolica: tanti fedeli laici furono discriminati per la loro fede, Vescovi e sacerdoti perseguitati e messi in carcere, ordini religiosi sciolti e i loro membri mandati ai lavori forzati. 

In quell’era di paura generale suor Zdenka affrontò la sofferenza piuttosto che tradire la propria coscienza e venir meno alla parola data a Cristo ed alla sua Chiesa. Con incredibile coraggio rese possibile nel febbraio 1952 la fuga di un sacerdote cattolico detenuto, che si curava nell’Ospedale di Stato dalle conseguenze di torture subite durante gli interrogatori. Dopo la fuga del sacerdote, suor Zdenka pregò sotto la Croce nella Cappella dell’Ospedale così: “Gesù, ti offro la mia vita per la sua. Salvalo!”

La perfidia del regime comunista totalitario spinse la Polizia segreta di Stato a preparare una trappola per liquidare suor Zdenka. Dopo il suo arresto il 29 febbraio 1952 suor Zdenka dovette subire durante gli interrogatori molte vessazioni terrificanti. Infine fu condannata il 17 giugno 1952 a 12 anni di carcere e 10 anni di perdita dei diritti civili per presunto alto tradimento, cioè per uno dei più pesanti crimini contro lo Stato. Per tutti è stato chiaro che la vera causa della sua condanna era la fede e l’odio verso la Chiesa da parte dell’ideologia comunista.

Dal suo arresto fino agli ultimi momenti della sua vita terrena sopportò tutte le sofferenze con eroica pazienza, con ferma determinazione, anche di morire per Dio e per il bene della Chiesa e senza nessun rancore nei confronti di coloro che l’avevano fatta soffrire, rifulgendo così quale esempio di fedeltà e di perdono. Picchiata quasi a morte ella sussurrò: “Il perdono è la cosa più grande della vita”.

Quando era ormai chiaro che per seri problemi di salute non le rimaneva più di un anno di vita, e perché non morisse in carcere, il 16 aprile 1955 venne dimessa dal carcere con un’amnistia. Poco più di tre mesi dopo, il 31 luglio 1955, concluse la sua vita santa ed eroica in Trnava. Così, all’età di 38 anni, la coraggiosa e sempre sorridente Serva di Dio suor Zdenka Schelingová, resa simile a Gesù Cristo sulla via della croce, dette con l’immolazione della vita la suprema testimonianza della carità. 

Subito dopo la morte il popolo di Dio considerò suor Zdenka martire della fede. Oggi le sue spoglie riposano nella Chiesa della Santa Croce in Podunajské Biskupice.

SANTA MESSA E BEATIFICAZIONI

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Bratislava, Spianata di Petržalka
Domenica, 14 settembre 2003

 

1. O Crux, ave spes unica! Salve, o Croce, nostra unica speranza!

Nella celebrazione di questa liturgia domenicale, cari Fratelli e Sorelle, siamo invitati a guardare alla Croce. Essa è il “luogo privilegiato” in cui si rivela e manifesta a noi l’amore di Dio. Alla Croce hanno guardato con fede incrollabile il Vescovo Vasiľ Hopko e Suor Zdenka Schelingová, che oggi ho avuto la gioia di iscrivere nell’Albo dei Beati.

Sulla Croce si incontrano la miseria dell’uomo e la misericordia di Dio. Adorare questa misericordia sconfinata è per l’uomo l’unica via per aprirsi al mistero che la Croce rivela.

La Croce è piantata in terra e sembrerebbe affondare le radici nell’umana malizia, ma si proietta in alto, come un indice puntato al cielo, un indice che addita la bontà di Dio. Per mezzo della Croce di Cristo è vinto il maligno, è sconfitta la morte, ci è trasmessa la vita, restituita la speranza, comunicata la luce. O Crux, ave spes unica!

2. Nel nome del Signore crocifisso e risorto, saluto con affetto tutti voi qui convenuti sulla spianata di Petržalka: saluto te, caro fratello Ján Sokol, Pastore di questa Chiesa di Bratislava-Trnava che oggi mi accoglie festante; i tuoi Ausiliari e i Vescovi tutti della Slovacchia, in particolare il venerato Cardinale Ján Chryzostom Korec. Mi unisco con gioia alla comune azione di grazie per il decimo anniversario della costituzione della vostra Conferenza Episcopale.

Saluto i Signori Cardinali e i Vescovi giunti dai Paesi vicini, insieme con numerosi gruppi di fedeli. La vostra presenza fraterna rende manifesto in modo eloquente il vincolo di comunione che unisce le diverse Chiese locali.

Saluto il Signor Presidente della Repubblica e le altre Autorità civili e militari. Tutti ringrazio per aver generosamente collaborato a predisporre ogni aspetto di questo mio viaggio apostolico.

Infine, con intensità di sentimento saluto teamato Popolo slovacco, qui presente o che mi ascolti attraverso la radio e la televisione. Rendo grazie a Dio perché hai saputo conservare, anche in momenti difficili, la tua fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa. E ti esorto: non ti vergognare mai del Vangelo (cfr Rm 1,16)! Custodiscilo nel tuo cuore come il tesoro più prezioso dal quale attingere luce e forza nel pellegrinaggio quotidiano della vita.

3. “Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna” (Gv 3,14-15), dice Gesù. Che cosa vediamo dunque quando volgiamo lo sguardo alla Croce ove Gesù è stato inchiodato (cfr Gv 19,37)? Contempliamo il segno dell’amore infinito di Dio per l’umanità.

O Crux, ave spes unica!  San Paolo ne parla nella lettera ai Filippesi che abbiamo appena ascoltato. Non solo Cristo Gesù si è fatto uomo, in tutto simile agli uomini, ma ha assunto la condizione di servo, e si è ulteriormente umiliato facendosi obbediente fino alla morte, e alla morte di croce (cfr Fil 2,6-8).

Sì, “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito” (Gv 3,16)! Ammiriamo - stupefatti e grati - l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità dell’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza (cfr Ef 3,18-19)!
0 Crux, ave spes unica!

4. E’ certamente la meditazione di questo grande e mirabile mistero che ha sostenuto il beato Vescovo Vasiľ Hopko e la beata Suor Zdenka Schelingová nella scelta di vita consacrata e, particolarmente, nelle sofferenze affrontate durante la terribile prigionia.

Entrambi rifulgono davanti a noi come esempi luminosi di fedeltà in tempi di dura e spietata persecuzione religiosa: il Vescovo Vasiľ non ha mai rinnegato il suo attaccamento alla Chiesa Cattolica e al Papa; Suor Zdenka non ha esitato a mettere a repentaglio la sua stessa vita per aiutare i ministri di Dio.

Entrambi hanno affrontato un ingiusto processo ed una iniqua condanna, le torture, l’umiliazione, la solitudine, la morte. Così, la Croce è divenuta per loro il cammino che li ha condotti alla vita, sorgente di fortezza e di speranza, prova di amore per Dio e per l’uomo. O Crux, ave spes unica!

5. Nel giardino dell’Eden, ai piedi dell’albero c’era una donnaEva (cfr Gn 3)Sedotta dal maligno, essa s’appropria di ciò che crede essere la vita divina. Invece è un germe di morte che si insinua in lei (cfr Gc 1,15; Rm 6,23).

Sul Calvario, ai piedi dell’albero della croce, c’era un’altra donnaMaria (cfr Gv 19,25-27). Docile al progetto di Dio, essa partecipa intimamente all’offerta che il Figlio fa di sé al Padre per la vita del mondo e, ricevendo da Gesù l’affidamento dell’apostolo Giovanni, diventa Madre di tutti gli uomini.

E’ la Vergine Addolorata, che domani ricorderemo nella liturgia e che voi con tenera devozione venerate quale vostra Patrona. A Lei affido il presente e il futuro della Chiesa e della Nazione slovacca, perché crescano sotto la Croce di Cristo e ne sappiano sempre scoprire ed accogliere il messaggio di amore e di salvezza.

Per il mistero della tua Croce e della tua resurrezione, salvaci o Signore! Amen.