Causa in corso
Anna Fulgida Bartolacelli
- Venerabile Serva di Dio -

Anna Fulgida Bartolacelli

(1928 - 1993)

Venerabilità:

- 20 giugno 2025

- Papa  Leone XIV

Fedele laica, dell’Associazione dei Silenziosi Operai della Croce; fu un’anima di profonda vita interiore che alimentava con la Santa Messa, l’adorazione eucaristica, la confessione frequente, la preghiera personale, quella della Liturgia delle Ore e del Rosario. Gli esercizi spirituali furono per lei momenti privilegiati per ravvivare la fede e poter trascorrere più tempo con Gesù

  • Biografia
Vi era in lei un’ansia continua di testimoniare e diffondere la Parola del Signore, ricordando a tutti la dignità umana e cristiana di coloro che soffrono

 

La Venerabile Serva di Dio Anna Fulgida Bartolacelli nacque il 24 febbraio 1928 nella frazione di Rocca Santa Maria del comune di Serramazzoni (Italia). Affetta, come la sorella maggiore, da una grave forma di osteopsatirosi che le comportò nanismo e fragilità ossea costringendola a vivere su una carrozzella, crebbe in un ambiente familiare comunque sereno e accogliente. Pur non potendo frequentare la scuola a causa dei gravi problemi di salute, apprese dai genitori a leggere e scrivere e frequentò la parrocchia dove si iscrisse all’Azione Cattolica. Per vivere e per aiutare il fratello negli studi ella, insieme alla sorella, si dedicò al ricamo. La sua vita cambiò quando, nel 1956 incontrò il Beato Luigi Novarese che aveva fondato l’Associazione Silenziosi Operai della Croce e partecipò a un corso di esercizi spirituali tenuti a Re (VB) dal Centro Volontari della Sofferenza. In quell’occasione ebbe modo di comprendere meglio il valore della sofferenza sul piano spirituale e soprannaturale e l’apporto che ciascun malato può portare al bene comune.

Decise di far parte attiva dei Silenziosi Operai della Croce, accettandone lo stile di vita che prevedeva anche la consacrazione al Signore. Dopo il noviziato venne ammessa all’Associazione e si dedicò all’apostolato verso i malati. L’8 dicembre 1964 avvenne la consacrazione ma, non potendo aderire alla vita comunitaria, che le fu sconsigliata anche per non lasciare sola la sorella, ebbe il permesso di tenere presso la sua casa una cappellina. Si prodigò con generosità, nonostante le sue modeste risorse economiche, per aiutare gli altri malati e per questo decise di devolvere ogni mese una quota fissa della sua pensione di invalidità a favore dei Volontari della Sofferenza, dei quali coordinava le iniziative dei vari gruppi. Molti di loro erano attratti dal suo esempio. Visitò spesso le parrocchie per testimoniare la sua vocazione, fino a che le sue condizioni di salute non peggiorarono. Nel 1992 ricoverata per problemi cardiaci e difficoltà respiratorie morì il 27 luglio 1993 a Formigine.

La Venerabile Serva di Dio fu un’anima di profonda vita interiore che alimentava con la Santa Messa, l’adorazione eucaristica, la confessione frequente, la preghiera personale, quella della Liturgia delle Ore e del Rosario. Gli esercizi spirituali furono per lei momenti privilegiati per ravvivare la fede e poter trascorrere più tempo con Gesù. Anche l’amore alla Madonna fu costante e più volte si recò in pellegrinaggio a Lourdes. Fu prodiga nei confronti di chiunque avesse bisogno di aiuto materiale e soprattutto spirituale, sapendo ascoltare con pazienza e comprensione. Visse in maniera umile e discreta, accettando con cristiana fiducia la sua condizione fisica e offrendo le sue sofferenze per la salvezza delle anime. Fiduciosa nella Provvidenza si accontentava di quello che aveva, sorretta da una fede sicura. Nonostante le sue condizioni fisiche, ogni giorno raggiungeva la sede del centro Volontari della Sofferenza di Modena per seguire le attività del gruppo, di cui era responsabile e si occupava personalmente dei molti ammalati, visitandoli a casa o all’ospedale. Si fece apostola del “Vangelo della sofferenza”, professando i voti di povertà, castità e obbedienza con grande virtù fino al termine della sua vita. Vi era in lei un’ansia continua di testimoniare e diffondere la Parola del Signore, ricordando a tutti la dignità umana e cristiana di coloro che soffrono. Morì in fama di santità, tuttora ampiamente diffusa nella sua diocesi.