Causa in corso
Domenica Caterina dello Spirito Santo (Teresa Solari)
- Venerabile Serva di Dio -

Domenica Caterina dello Spirito Santo (Teresa Solari)

(1922? - 1908)

Venerabilità:

- 18 dicembre 2025

- Papa  Leone XIV

Fondatrice della Congregazione delle Suore Domenicane della Piccola Casa della Divina Provvidenza; visse un’infanzia e una giovinezza molto travagliate. Tuttavia trovò nel messaggio evangelico il punto di riferimento al quale ispirare la propria vita e la propria attività. Priva di istruzione e rimasta analfabeta, nutrì una fede semplice e intensa, alimentata dalla preghiera e orientata verso una profonda devozione mariana

  • Biografia
«Durante la questua un giorno bussò per chiedere l’elemosina: in cambio un uomo le diede uno schiaffo offendendola. Non si scompose e con calma disse: “Questo è per me, ma per le mie bambine che cosa mi dà?”»

 

La Venerabile Serva di Dio Domenica Caterina dello Spirito Santo (al secolo: Teresa Solari) è nata e vissuta in Liguria, Italia. La località in cui venne alla luce ha nome Garibaldo, dove si trova la chiesa parrocchiale di San Biagio, in Val Graveglia, a nord-est di Chiavari. Nel 1804 il comune di Garibaldo, costituito nel 1797 in seguito alla caduta della Repubblica di Genova ad opera di Napoleone, venne aggregato a quello di Ne.

Il padre si chiamava Lazzaro e sua madre Angela Maria Rissetto. Risulta che da loro nacquero 7 figlie femmine. Non vi sono notizie certe sugli anni giovanili. Le fonti sono unanimi circa l’abbandono da parte della sua famiglia. La madre sarebbe morta prematuramente durante l’infanzia della bambina, pare che il padre avesse avuto problemi con la giustizia e che la matrigna non riuscisse a fronteggiare una terribile situazione di povertà. Non solo a causa di malattie, ma anche proprio in quanto ragazza trovatella, Teresa trascorse molto tempo ricoverata in ospedali ed ospizi. Una zia la prese a lavorare come custode del gregge, finché non venne a Genova a lavorare come domestica presso due signore. Cessato dopo poco l’impiego, trovò ospitalità presso le Figlie di Maria Santissima dell’Orto (Gianelline) di Chiavari. A causa delle sue numerose infermità non poté trattenersi a lungo e fu quindi ricoverata dapprima nell’ospedale di Chiavari e poi a Genova, nell’ospedaletto dei cronici. Qui conobbe Antonietta Cervetto, con la quale idearono il progetto di un’opera di carità per la quale collaborarono poi per tutta la vita.

È certo che nel settembre 1863 Teresa e la Cervetto risiedevano a Genova, presso una vedova, non lontano dai domenicani di Santa Maria del Castello. Si trasferirono, in quello stesso autunno, in via della Scurreria, dove iniziarono ad accogliere le prime ragazze bisognose. Essendo l’ambiente ristretto e malsano a causa dell’umidità, si trasferirono nella zona della Maddalena.

Nel 1866 pervenne all’Arcivescovo di Genova la richiesta di poter celebrare la Messa nella cappella della casa, segno questo che l’opera di carità, avviata circa tre anni prima senza possibilità di mezzi, aveva raggiunto un considerevole sviluppo. Nel 1868 arrivò infatti ad ospitare un centinaio di fanciulle, insieme a 20 maestre incaricate della loro assistenza. In continuazione arrivavano domande di persone che avrebbero voluto essere accolte, ma non vi era la possibilità di ospitare. Nel 1871 furono costrette a lasciare quel luogo, che avevano in affitto. Acquistarono quindi un palazzo di villeggiatura con adiacente villa, ritenuto adatto alle esigenze della Piccola Casa, vicino al caseggiato di San Giacomo. Per dare alloggio a tutte le ragazze, si dovettero avviare la costruzione di un ampliamento degli spazi della villa.

Dopo una visita compiuta nel 1869, Padre Vincent Jandel, O.P., Maestro generale dell’Ordine, accordò la facoltà di istituire nella Piccola Casa il Terz’Ordine domenicano e di procedere, col beneplacito dell’Ordinario, alle prime vestizioni. Domenica Teresa ricevette l’abito il 4 giugno 1870. L’anno seguente, il 30 aprile, emise la professione, che legò per sempre lei e Antonietta Cervetto all’istituto. Nel 1874 tra quante vestirono l’abito religioso vi furono anche 4 delle prime orfanelle accolte nella Piccola Casa. I domenicani continuarono ad essere interlocutori privilegiati dell’opera. Anche se di tanto in tanto manifestavano un po’ di disimpegno in relazione alla Piccola Casa della Divina Provvidenza, le religiose si mantennero sempre ferme nella speranza di essere aggregate all’Ordine domenicano: la cosa avverrà soltanto nel 1911, quando la Sacra Congregazione dei religiosi comunicò al Maestro generale dell’Ordine dei predicatori il proprio nulla-osta e pubblicò il relativo decreto.

Già dal 1906 le precarie condizioni di salute la rendevano inabile al pieno governo della comunità. Nel gennaio 1907 fu vicina alla morte, tanto da ricevere il Viatico. Anche in considerazione dello stato avanzato della sua malattia, il 7 febbraio successivo redasse il proprio testamento, nel quale nominò erede universale dell’istituzione da lei fondata il Maestro generale dei domenicani.

Madre Domenica Teresa Solari morì il 7 maggio 1908, dopo un progressivo ed ineluttabile peggioramento delle sue condizioni fisiche. La Messa funebre fu celebrata il giorno 11 e la salma venne lasciata temporaneamente nella cripta del deposito. Il 23 settembre 1909 il consiglio comunale di Genova, in virtù dei grandi meriti acquisiti in vita nella sua opera di carità e assistenza, deliberò di assegnarle una tomba gratuita in maniera perpetua nel cimitero di Staglieno, il principale luogo di sepoltura della città.

La Venerabile Serva di Dio visse un’infanzia e una giovinezza molto travagliate. Tuttavia trovò nel messaggio evangelico il punto di riferimento al quale ispirare la propria vita e la propria attività. Priva di istruzione e rimasta analfabeta, nutrì una fede semplice e intensa, alimentata dalla preghiera e orientata verso una profonda devozione mariana.

Fu animata dalla speranza cristiana che le permise di rimanere salda nei numerosi momenti di prova, abbandonandosi fiduciosamente alla Divina Provvidenza. Esercitò la fortezza affrontando vicende drammatiche nel corso della sua esistenza. La povertà che caratterizzò la prima parte della sua vita orientò la sua attività di assistenza e soccorso alle giovani indigenti, traducendo il suo amore verso Dio nella carità nei confronti dei più bisognosi, soccorrendo con animo materno in particolare le fanciulle che avevano vissuto la sua stessa esperienza di abbandono e prodigandosi per assicurare loro anche un'adeguata formazione cristiana. La sua carità non era tuttavia solo a beneficio delle consorelle e delle ragazze assistite, ma era rivolta a tutti coloro che entravano in contatto con lei e col suo Istituto.

Fu sempre fedele e obbediente ai Superiori scorgendo nelle loro disposizioni l’eco della volontà divina nella sua vita. Le consorelle che condivisero con lei la vita quotidiana hanno rilevato la sua ritrosia nel cercare onori e riconoscimenti terreni. All’interno del suo Istituto godette una certa fama di santità.