Causa in corso
Edda Roda (al secolo: Edda Maria Caterina)
- Venerabile Serva di Dio -

Edda Roda (al secolo: Edda Maria Caterina)

(1940 - 1996)

Venerabilità:

- 20 maggio 2023

- Papa  Francesco

Suora professa dell’Istituto delle Suore Cappuccine di Madre Rubatto; fu fedele alle regole della sua Congregazione, abbandonandosi alla volontà di Dio e trasfigurando la sofferenza in offerta d’amore. Proprio la malattia divenne per lei un cammino di purificazione per unirsi maggiormente al Signore

  • Biografia
La fiducia nel Signore traspariva dal suo sorriso. Condusse un’esistenza austera, essenziale e umile. Visse con serenità e senza lamentarsi anche l’ultima grave malattia

 

La Venerabile Serva di Dio Edda Roda (al secolo: Maria Caterina) nacque a Leno (Brescia, Italia) il 30 ottobre 1940. Battezzata il 10 novembre successivo nella chiesa parrocchiale di San Martino Vescovo a Porzano di Leno, pochi mesi dopo, la famiglia si trasferì a Bagnolo Mella, dove ricevette la Prima Comunione, il 18 aprile 1948, e il sacramento della Confermazione, il 17 settembre 1950.

Dopo aver conseguito il diploma di infermiera generica, nel 1959, iniziò a lavorare presso la clinica “San Francesco” di Bergamo, dove conobbe le Suore Cappuccine di Madre Rubatto. Nello stesso anno, comprendendo la vocazione alla vita consacrata, entrò nel postulantato della medesima Congregazione a Genova. Terminato il noviziato, emise la professione temporanea il 2 ottobre 1962 a Loano.

Ricevuto l’incarico di aiutante nell’economato della clinica “San Francesco” di Bergamo, frequentò un corso di specializzazione in Qualificazione di Calcolo meccanico e Contabilità meccanizzata. Conseguì anche il Diploma di abilitazione all’insegnamento nelle Scuole del Grado Preparatorio e anche quello del Corso Superiore di Teologia. Il 16 ottobre 1967, emise la professione perpetua.

Dal 1966 al 1987, a più riprese, fu ricoverata nella stessa clinica per “sindrome astenica”, che le procurava crolli fisici e cali dell’umore. Dopo essere stata assegnata alla casa di Genova nel 1974, dove visitava le famiglie, organizzava incontri di preghiera e, in particolare, accompagnava con dedizione le persone che vivevano situazioni dolorose.

Dal 1980 al 1995, svolse anche un intenso apostolato nelle Missioni Popolari in tutta l’Italia. Durante una di queste missioni, probabilmente nel 1994, fu picchiata e violentata da tre uomini. Suor Edda portò nel segreto questo drammatico fatto che non la fermò nella sua attività missionaria.

Nell’agosto del 1995, le fu diagnosticato un carcinoma uterino, ormai in stadio avanzato. Dal febbraio 1996, visse nell’infermeria della casa di Genova-Quarto, sopportando le sofferenze senza mai lamentarsi. Comprendendo che stava per giungere il momento della fine, chiese di essere portata alla clinica “San Francesco” di Bergamo (Italia), dove morì il 16 giugno 1996, all’età di 55 anni.

La Venerabile Serva di Dio fu fedele alle regole della sua Congregazione, abbandonandosi alla volontà di Dio e trasfigurando la sofferenza in offerta d’amore. Proprio la malattia divenne per lei un cammino di purificazione per unirsi maggiormente al Signore. Seppe inserire questo rapporto nel percorso di consacrazione che descrisse nel suo Diario. Ella mantenne il riserbo anche riguardo ad una violenza subita pochi anni prima di morire. Pare che, per pudore e riservatezza, ne abbia parlato solo con una cugina, metabolizzando il terribile trauma attraverso l’amore di Dio. Malgrado la sofferenza, fu perseverante nella fede, obbediente alle Superiore, docile ai direttori spirituali. La fiducia nel Signore traspariva dal suo sorriso. Condusse un’esistenza austera, essenziale e umile. Visse con serenità e senza lamentarsi anche l’ultima grave malattia.

La fama di santità, unita ad una certa fama signorum, si manifestò durante la sua vita e dopo la morte, benché circoscritta.