Causa in corso
Elia Hoyek
- Venerabile Servo di Dio -

Elia Hoyek

(1843 - 1931)

Venerabilità:

- 05 luglio 2019

- Papa  Francesco

Patriarca di Antiochia dei Maroniti, Fondatore della Congregazione delle Suore Maronite della Sacra Famiglia, per il suo impegno in favore della nazione e per la grande carità pastorale, godette di affetto e stima tanto da essere chiamato “Padre del Grande Libano”. 

  • Biografia
  • Decreto sulle Virtù
Difese il popolo libanese durante il regime ottomano e la Prima Guerra Mondiale, mettendo a disposizione anche i beni del Patriarcato per alleviare le sofferenze della gente

 

    Il Venerabile Servo di Dio Elia Hoyek nacque il 4 dicembre 1843 a Helta (Batroun, Libano). Nel 1859 entrò nel seminario patriarcale di Ghazir, seguendo i corsi di filosofia e di lingue fino al 1865. L’anno successivo venne inviato al seminario di Propaganda Fide a Roma per studiare teologia e, il 5 giugno 1870, ricevette l’ordinazione sacerdotale.

    Rientrato in Libano, gli fu affidato l’insegnamento della teologia nel seminario di Kfarhay. Nel 1872 fu nominato segretario del Patriarca Boulos Boutros Massaad e difensore del vincolo presso il Tribunale ecclesiastico patriarcale. Nominato Vicario patriarcale, il 14 dicembre 1889 fu ordinato Vescovo.

    Il 15 agosto 1895, insieme a Madre Rosalie Nasr, fondò a Ebrine la Congregazione delle Suore Maronite della Santa Famiglia, primo Istituto Religioso femminile di vita apostolica nella Chiesa Maronita.

    Nel 1897, Papa Leone XIII gli affidò la direzione del Collegio Maronita di Roma. Il 6 gennaio 1899 i Vescovi maroniti lo elessero Patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente dei Maroniti. Il 19 luglio successivo, Papa Leone XIII gli inviò il pallio, come segno di unità con Roma. Per più di trenta anni guidò il Patriarcato con grande dedizione e sensibilità pastorale, curando costantemente la formazione del clero e la catechesi dei fedeli. Come punto di riferimento della società libanese, che anelava all’indipendenza dal dominio secolare dell’Impero Ottomano, gestì le relazioni con le autorità governative, sapendo difendere il popolo ed il prestigio politico-sociale del patriarcato stesso.

    Durante la Prima Guerra Mondiale, venne in soccorso alla popolazione libanese stremata e affamata, aprendo le porte di conventi e monasteri. Per questo suo apostolato, nel luglio del 1917, fu condannato dalle autorità turche alla deportazione, che non si realizzò grazie all’intervento di Papa Benedetto XV e della diplomazia austro-ungarica. Al termine della guerra rappresentò nel 1919 il popolo libanese al Congresso di Versailles, dove rivendicò l’indipendenza del Libano, ottenendo il 1° settembre 1920 la proclamazione del nuovo Stato del Grande Libano. Negli anni successivi continuò una vasta e feconda opera pastorale e assistenziale. Indebolito dalle fatiche e dalle malattie, morì il 24 dicembre 1931 nella residenza patriarcale di Bkerké (Libano).

    Il Venerabile Servo di Dio si distinse per aver vissuto eroicamente le virtù della fortezza e della speranza, che gli infondevano serenità di fronte alle difficoltà. Nutrì un profondo amore per l’Eucaristia e per la Vergine Maria. Diede vita a molte iniziative socio-caritative. Fu obbediente ai Sommi Pontefici e in sintonia con la Chiesa di Roma. Nonostante il prestigio acquisito, si mantenne umile, conducendo una vita all’insegna della povertà evangelica.

    Sia nell’attività pastorale, sia in quella propriamente politica, operò come uomo di fede e carità. Difese il popolo libanese durante il regime ottomano e la Prima Guerra Mondiale, mettendo a disposizione anche i beni del Patriarcato per alleviare le sofferenze della gente. Impiegò la sua influenza con imparzialità, prestando attenzione ad ogni persona, indipendentemente dall’appartenenza religiosa e dal ceto sociale. Divenne punto di riferimento ecclesiale, sociale e politico. Per le sue doti di dialogo gli furono affidati delicati incarichi internazionali come le trattative con le autorità turche e il Sultano Abdulhamid II per discutere dell’indipendenza del Paese dall’Impero Ottomano. Per il suo impegno in favore della nazione e per la grande carità pastorale, godette di affetto e stima tanto da essere chiamatoPadre del Grande Libano”. 

 

BOTRYENSIS MARONITARUM

 

Beatificationis et Canonizationis

Servi Dei

ELIAE HOYEK

Patriarchae Antiocheni Maronitarum

Fundatoris

Congregationis Sororum Maronitarum a Sacra Familia

(1843 – 1931)

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Decreto sulle Virtù

 

    «Il governo del mondo è nelle mani del Signore; egli vi suscita l’uomo adatto al momento giusto» (Sir 10, 4).

 

    La riflessione del Sapiente di Israele ben si addice alla vicenda umana e spirituale del Servo di Dio Elia Hoyek: egli fu veramente l’uomo che, illuminato dallo Spirito Santo, seppe guidare la sua comunità in momenti travagliati e divenne testimone e operatore di pace e di speranza anche per la società civile.

    Il Servo di Dio nacque il 4 dicembre 1843 a Helta, un piccolo villaggio nei pressi di Batroun, nella zona settentrionale del Libano. Il 5 gennaio dell’anno seguente ricevette il sacramento del battesimo. Era il primogenito dei sette figli di Tedros Hoyek e Ghorra Tannous Nasr e nel contesto familiare fu educato cristianamente. Iniziò il percorso scolastico presso il Seminario San Giovanni Maroun di Kefarhay e, fin dall’infanzia, iniziò a percepire i segni della vocazione al ministero ordinato. Perciò entrò nel Seminario Patriarcale di Ghazir, dove, tra l’altro, studiò lingue e filosofia, e completò il percorso formativo a Roma presso il Pontificio Collegio Urbaniano, ove i suoi superiori attestavano della sua diligenza, intelligenza e pietà e notavano sul suo conto: “Sublimi ingenio, eminentem gradum in scientiis sibi comparandis obtinuit. In patientia, docilitate, pietate ac observantia fuit ad exemplum”. Il 5 giugno 1870 venne ordinato sacerdote, mentre il 9 agosto seguente ottenne il dottorato in teologia.

    Tornato subito dopo in patria, iniziò ad insegnare teologia nel Seminario di San Maroun; ma ben presto il patriarca Boulos Boutros Massaad lo scelse come suo segretario personale, invitandolo a trasferirsi nella residenza patriarcale a Bkerké (Kerserwan) sul Monte Libano. Contemporaneamente fu nominato difensore del vincolo presso il Tribunale Ecclesiastico Patriarcale.

    Fin da questi primi passi del suo ministero, il Servo di Dio si distinse per grande impegno, serietà, preparazione umana e culturale e, soprattutto, per lo spirito di fede che lo guidava costantemente e lo illuminava nelle scelte della vita. La sua presenza, molto significativa nella Chiesa e nella società libanese, non passò inosservata, così che nel 1889 fu nominato vicario patriarcale e ricevette l’ordinazione a vescovo titolare di Arca dei Maroniti.

    In questo nuovo e più ampio orizzonte, la sua operosità ebbe modo di svilupparsi anche in senso civile e sociale, con un crescendo di relazioni con le autorità e con il popolo. Nel 1892 fu ricevuto con grande onore dal Sultano a Istanbul; l’anno seguente fu a Gerusalemme come rappresentante del Patriarca al Congresso Eucaristico e, successivamente, a Roma per il giubileo sacerdotale di Leone XIII. In questo periodo il Servo di Dio profuse un particolare impegno nella raccolta di fondi per costruire una residenza maronita a Gerusalemme e un nuovo collegio maronita a Roma.

    A Ebrine nel 1895, insieme con Madre Rosalie Nasr, fondò la Congregazione delle Suore Maronite della Santa Famiglia, la prima delle congregazioni femminili missionarie che videro la luce nella Chiesa Maronita.

    Nel 1897 Papa Leone XIII gli affidò l’incarico di dirigere la Scuola Maronita (oggi: Pontificio Collegio Maronita) di Roma. Ma, dopo appena due anni, essendosi resa vacante la sede patriarcale di Antiochia e di tutto l’Oriente dei Maroniti in seguito alla morte del patriarca Youhanna El-Hage, il Sinodo dei Vescovi lo elesse patriarca, il settantaduesimo della Chiesa Maronita: era il 6 gennaio 1899. In quella occasione il Servo di Dio, secondo la consuetudine aggiunse al suo nome quello di Boutros (cioè Pietro), come fanno tutti i patriarchi di Antiochia, sede di Pietro, e il suo nome divenne Elias Boutros.

    Elia Hoyek per trentadue anni guidò con mite fortezza e straordinaria carità pastorale il cammino del patriarcato. Ebbe a cuore anzitutto la formazione del clero, ma non trascurò la cura del laicato, sviluppando soprattutto la catechesi e l’istruzione cristiana. Dal 1904 al 1908, ricorrendo il cinquantesimo anniversario della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione, curò l’edificazione del santuario di Nostra Signora del Libano, facendo collocare una grande statua della Vergine Maria sulla collina di Harissa in Keservan.

    Nel frattempo iniziarono a manifestarsi le prime avvisaglie della grande tragedia che avrebbe coinvolto intere popolazioni con lo scoppio della prima guerra mondiale (1914-1918). La dissoluzione dell’Impero Ottomano, del cui territorio il Libano faceva parte, sarebbe seguita al conflitto. Durante gli anni della guerra il Servo di Dio intensificò il suo impegno a servizio di quanti erano provati da sofferenze e dalla fame, imposta dagli ottomani sulla popolazione del Libano per farla perire e che falciò un terzo degli abitanti, e diede ordine di aprire conventi e monasteri per accogliere la popolazione prostrata dalla fame e dalla guerra. Le autorità ottomane non videro di buon occhio la sua attività, anche perché vi scorsero un tentativo di indipendenza del Paese dei Cedri rispetto alla compagine imperiale, e condannarono il Servo di Dio alla deportazione; grazie, tuttavia, all’intervento di Papa Benedetto XV e alla diplomazia austro-ungarica tale pericolo fu scongiurato.

    Evidente, però, era l’autorevolezza del patriarca Elia agli occhi del suo popolo, che iniziò a considerarlo l’autentico “padre” dell’indipendenza del Libano. Fu lui, perciò, nel 1919, a rappresentare il suo Paese nella conferenza di pace di Parigi: qui egli rivendicò l’importanza e perfino la necessità dell’indipendenza del Libano di fronte alla nuova situazione internazionale che si era venuta a creare dopo il conflitto. E in realtà, dopo aver superato la fase transitoria del controllo sotto l’amministrazione della Francia, nel 1920 alla presenza del Servo di Dio fu proclamata la nascita dello Stato dell’attuale Libano (Grand-Liban), accettando il Protettorato francese in attesa della proclamatione dell’indipendenza del Libano.

    L’attività apostolica del patriarca Elia continuò instancabilmente negli anni successivi e si precisò ulteriormente anche grazie alla pubblicazione di importanti lettere pastorali, rispettivamente sulla carità, sull’amore di Dio, sulla Chiesa e sull’amor di patria, nonché sull’affidamento alla Provvidenza divina.

    Autorevole e pronto all’ascolto, assiduo e instancabile apostolo, energico e prudente, sinceramente disponibile alle relazioni interpersonali, coraggioso nell’affrontare grandi progetti e tenace nel perseguirli, creativo nelle situazioni difficili e problematiche, straordinariamente generoso soprattutto verso i più poveri, sereno di fronte agli imprevisti, ricco di spirito di sacrificio e di abnegazione, attento alle esigenze della Chiesa e della società: queste caratteristiche delineano la personalità del patriarca Elia, che si radicava in una spiritualità semplice e profonda, nutrita di preghiera e di contemplazione. Nei testi di preghiera da lui composti si percepisce la sua piena fiducia nel soccorso di Dio a tal punto da essere soprannominato “l’Uomo della Providenza Divina”.

    Consapevolmente partecipe del mistero eucaristico, il patriarca aveva una singolare devozione per il Sacro Cuore di Gesù, che per lui divenne autentica fornax ardens caritatis, sorgente e scopo della sua vita e della sua attività, dei suoi pensieri e dei suoi progetti, delle realizzazioni e delle speranze. Anche la Santa Famiglia di Nazareth, alla quale volle dedicare la Congregazione delle Suore da lui fondata, era punto di riferimento della sua contemplazione e delle sue scelte. Il patriarca, di personalità forte e molto imponente, aveva uno stile di vita improntato alla povertà, alla ricerca dell’essenziale, alla modestia, all’umiltà, alla cordialità verso tutti.

    Il Servo di Dio, ormai logorato dalla grande attività e dalle malattie, morì la vigilia di Natale del 1931 a Bkerké. Cinque anni dopo, le sue spoglie mortali, perfettamente ancora intatte, vennero traslate a Ebrine, nella casa madre della Congregazione da lui fondata.

    In virtù della sua fama di santità, dal 5 ottobre 2012 al 22 giugno 2014 presso la Curia eparchiale di Batroun fu celebrata l’Inchiesta eparchiale, la cui validità giuridica è stata riconosciuta da questa Congregazione con decreto del 19 febbraio 2016. Preparata la Positio, il 17 aprile 2018 ha avuto luogo la Sessione dei Consultori Storici. Quindi si è discusso, secondo la consueta procedura, se il Servo di Dio abbia esercitato in grado eroico le virtù. Con esito positivo, il 7 marzo 2019 si è tenuto il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi. I Padri Cardinali e Vescovi nella Sessione Ordinaria del 18 giugno 2019, presieduta da me, Card. Angelo Becciu, hanno riconosciuto che il Servo di Dio ha esercitato in grado eroico le virtù teologali, cardinali ed annesse.

    Presentata, quindi, un’attenta relazione di tutte queste fasi al Sommo Pontefice Francesco da parte del sottoscritto Cardinale Prefetto, il Beatissimo Padre, accogliendo e ratificando i voti della Congregazione delle Cause dei Santi, nel presente giorno ha dichiarato: Constano le virtù teologali della Fede, Speranza e Carità sia verso Dio sia verso il prossimo, nonché le cardinali della Prudenza, Giustizia, Temperanza e Fortezza e di quelle annesse, in grado eroico, del Servo di Dio Elia Hoyek, Patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente, Fondatore della Congregazione delle Suore Maronite della Santa Famiglia, nel caso e per il fine di cui si tratta.

 

    Il Beatissimo Padre ha dato incarico di rendere pubblico questo decreto e di trascriverlo negli atti della Congregazione delle Cause dei Santi.

    

    Roma, il giorno 5 del mese di luglio dell’anno del Signore 2019.

 

  

ANGELO Card. BECCIU

Prefetto

 

                                            + MARCELLO BARTOLUCCI

                                            Arcivescovo titolare di Bevagna

                                            Segretario

 

 

 

 

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Decretum super Virtutibus

 

    «In manu Dei potestas terrae, et utilem rectorem suscitabit in tempus super illam» (Eccli 10,4).

 

    Israelis Sapientis cogitatio bene congruit cum historia humana ac spirituali Servi Dei Eliae Hoyek: is enim authenticus fuit vir, a Spiritu Sancto collustratus, qui valuit esse dux communitatis suae etiam angustiarum in temporibus et testis ac auctor pacis et spei etiam civili pro societate evenit.

    Servus Dei die 4 mensis Decembris anno 1843 parvo in pago v.d. Helta apud Botrum septentrionali in regione Libani est natus.  Die 5 mensis Ianuarii sequentis anni sacro fonte lustratus est. Maior natu septem filiorum coniugum Tedros Hoyek et Ghrra Tannous Nasr, sua in familia secundum christianam doctrinam institutus est. Studiorum curriculum incepit apud Seminarium Sancti Ioannis Maronis in pago Kfar-Hay et iam a pueritia clara signa vocationis ad sacerdotalem vitam percipere incepit. Hanc ob rem Patriarchale Seminarium pagi Ghazir ingressus est, ubi praeterea linguae ac philosophiae studuit, suum porro studiorum curriculum Romae apud Pontificium Collegium Urbanianum perfecit, ubi superiores eius diligentiam, ingenium ac pietatem agnoverunt et de eo sic notaverunt: «Sublimi ingenio, eminentem gradum in scientiis sibi comparandis obtinuit. In patientia, docilitate, pietate ac observantia fuit ad exemplum». Die 5 mensis Iunii anno 1870 sacro ordine auctus est et sequenti autem die 9 mensis Augusti theologiae laureae doctoralis est potitus.

    Continuo post in patriam suam rediit et theologiam apud Seminarium Sancti Maron docere incepit, sed brevi tempore a patriarcha Boulos Boutros Massaad selectus est uti proprius secretarius, qui eundem exhortatus est ut ad patriarchales aedes in pago Bkerké (Kerserwan) super montem Libanum commigraret. Eodem tempore vinculi defensor apud Tribunal Ecclesiasticum Patriarchale nominatus est.

    Inde ab initiis huius ministerii Servus Dei summa navitate, gravitate, humana ac culturali institutione eminuit, sed maxime spiritu fidei a quo semper dirigebatur et omnibus vitae in electionibus illuminabatur. Eius insignis praesentia in Ecclesia et Libani in societate silentio haud praeterivit et anno 1889 patriarchalis vicarius nominatus est; episcopali Ordine titulo Arcenae in Phoenicia Maronitarum est auctus.

    Hoc in novo amplioreque ambitu eius navitas se explicavit etiam in civili et sociali provincia, continuato cum incremento necessitudinum cum auctoritatibus populoque. Anno 1892 Constantinopoli a Sultano sollemniter receptus est; sequenti anno in Hierusalem fuit ut, Patriarchae legatione fungens, Eucharistico Congressui interesset, deinde Romae fuit Leonis XIII sacerdotalis iubilaeo occurrente. Hoc tempore Servus Dei singulari alacritate operam dedit pecuniae colligendae, ut in Hierusalem aedificaret sedem Maronitarum et Romae novum collegium Maronitarum.

    Anno 1895 in pago Ebrine, una cum matre Rosalia Nasr, Congregationem Sororum Maronitarum Sacrae Familiae fundavit, quae prima fuit mulierum Congregationum missionariarum, quae in Ecclesia Maronitarum floruerunt.

    Anno 1897 Summus Pontifex Leo XIII ei commisit munus Romae Scholam Maronitarum, hodie Pontificium Maronitarum Collegium, regendi. Sed post vix duos annos, cum Patriarchalis sedes Antiochena vacaret una cum toto Oriente Maronitarum, ob patriarchae Ioannis El-Hage mortem, Synodus Episcoporum elegit eum patriarcham, septuagesimum secundum Ecclesiae Maronitarum: hoc evenit die 6 mensis Ianuarii anno 1899.  Illa occasione Servus Dei secundum adiecit nomen Boutros, scilicet Petrum, uti mos est omnium Patriarcharum Antiochenorum: fuit enim Anthiochia Petri Apostoli pristina sedes, hanc ob rem Servus Dei nuncupabatur Elia Boutros.

    Elia Hoyek triginta et duos per annos iter patriarchatus miti fortitudine et extraordinaria caritate pastorali direxit. Ante omnia ei cordi fuit sacerdotum institutio, laicorum curam tamen unquam neglexit, catechesim potissimum christianamque institutionem fovit. Ab anno 1904 ad annum 1908, cum celebraretur quinquagesimus annus a declaratione dogmatis Immaculatae Conceptionis, curavit ut aedificaretur templum Nostrae Dominae Libani, ingens Virginis Mariae signum super collem Harissa in loco Keservan ponens.

    Interea prima indicia illius magnae calamitatis, quae multas gentes, flagrante primo mundano bello ab anno 1914 ad annum 1918, implicatura erat. Imperii Othomani dissolutio, cui pars erat regio Libani, bellum secuta est. Belli in temporibus Servus Dei studiosius suum ministerium sustinuit suamque navitatem erga afflictos et esurientes, dire ab Othomanis auctoritatibus vexatos ut gens Libani interficeretur uti re vera accidit per caedem tertiae fere partis totius populi. His in adiunctis Servus Dei omne coenobium omneque monasterium aperire iussit, ut in iisdem populum fame ac bello laborantem reciperet. Othomanae auctoritates huic Servi Dei operae inviserunt, etiam quia in ea agnoverunt conatum libertatis vindicandae Regionis Cedrorum contra imperiale regimen. Hanc ob rem Servus Dei exsilio est multatus, sed, per intercessionem Pontificis Benedicti XV ac per legatorum Austro-Hungarici Imperii, periculo evasit.

    Evidens erat patriarchae Eliae auctoritas apud eius populum, qui eum incepit existimare verum Libani libertatis patrem. Is enim fuit qui anno 1919 illius regionis vice in colloquio de constituenda pace Parisiis habito functus est; illo in consessu Libani libertatis pondus sed etiam necessitatem ob novas res inter gentes post bellum constitutas significavit. Re vera, post primum intervallum Francogallica sub administratione, anno 1920, praesente Servo Dei, declaratus est hodierni status Libani (Magni Libani) ortus, suscepta Francogalliae ad tempus tutela, usque dum Libani libertas renuntiaretur.

    Apostolica actio Eliae patriarchae sequentibus annis indefesse perrecta est et amplius perfecta est, etiam per evulgationem quarundam pastoralium epistularum, super caritate, super Dei amore, super Ecclesia, super patriae amore et denique super sui commendatione divinae Providentiae.

    Vir gravis ac in auscultando promptus, constans et  indefessus apostolus alacer et prudens, vere apertus necessitudinibus, animo praeditus magnis operibus in suscipiendis et tenax in iisdem persequendis, ingenio singulari rebus in arduis ac dubiis, liberalis mirum in modum maxime erga pauperes, serenus ante inopinata, sacrificii sui spiritus et abnegationis dives, sollicitus erga necessitates Ecclesiae et societatis: haec omnia Servi Dei patriarchae Eliae personam bene significant, qui certe consedit in simplici ac magna spiritualitate oratione ac contemplatione suffulta. Orationis in scriptis ab eo compositis summa fides in Dei auxilium adeo intelligi potest, ut is diceretur vir Divinae Providentiae.

    Eucharistici mysterii scienter particeps, patriarcha singularem devotionem erga Iesu Sacrum Cor colebat, quod ei factum est vera fornax ardens caritatis, fons et finis eius vitae eiusque operae, cogitationum, propositorum, exituum et expectationum. Etiam Sacra Familia Nazareth, cui dicaverat Congregationem Sororum ab eo fundatam, fuit obiectum eius contemplationis et exemplar in electionibus suis. Patriarcha, natura fortis et statura admodum ingenti, regimen vitae ad paupertatem conformatum habuit, necessaria tantum assequens, secundum modestiam, humilitatem, et comitatem erga omnes.

    Servus Dei magna navitate sua ac morbis iam confectus, pridie diei Nativitatis festi anno 1931 in pago Bkerké morte occubuit. Quinque post annos eius exuviae, omnino incorruptae, ad Ebrine apud domum maiorem Congregationis ab eo fundatae translatae sunt.

    Fama sanctitatis augescente, a die 5 mensis Octobris anno 2012 ad diem 22 mensis Iunii anno 2014 apud Curiam Eparchialem Botryensem Maronitarum Inquisitio Eparchialis celebrata est, cuius iuridica validitas ab hac Congregatione de Causis Sanctorum per decretum diei 19 mensis Februarii anno 2106 est approbata. Confecta Positione, die 17 mensis Aprilis anno 2018 Historicorum Consultorum Congressus habitus est. Deinde consuetas secundum normas disceptatum est an Servus Dei heroum in modum virtutes excoluisset. Fausto cum exitu, die 7 mensis Martii anno 2019 Theologorum Consultorum Peculiaris Congressus habitus est. Patres Cardinales et Episcopi die 18 mensis Iunii anno 2109 Ordinaria in Sessione congregati, cui egomet ipse Angelus cardinalis Becciu praefui, Servum Dei heroico in gradu virtutes theologales, cardinales eiusque adnexas exercuisse professi sunt.

    Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Francisco per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate tum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Temperantia et Fortitudine, iisque adnexis, in gradu heroico, Servi Dei Eliae Hoyek, Patriarchae Antiocheni Maronitarum, Fundatoris Congregationis Sororum Maronitarum a Sacra Familia, in casu et ad effectum de quo agitur.

     Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

 

     Datum Romae, die 5 mensis Iulii  a. D. 2019.