Causa in corso
Immacolato Giuseppe di Gesù (al secolo: Aldo Brienza)
- Venerabile Servo di Dio -

Immacolato Giuseppe di Gesù (al secolo: Aldo Brienza)

(1922 - 1989)

Venerabilità:

- 18 febbraio 2022

- Papa  Francesco

Religioso professo dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi; fu un uomo di speranza perché si affidò al Signore in ogni circostanza, soprattutto nelle prove più ardue. Visse la sua malattia sempre confidando in Dio, tendendo verso la vita eterna con determinazione

  • Biografia
  • Decreto sulle Virtù
“Lavorare è bene, pregare ancora meglio, ma soffrire in unione a Gesù è tutto”

 

    Il Venerabile Servo di Dio Immacolato Giuseppe di Gesù (al secolo: Aldo Brienza) nacque il 15 agosto 1922 a Campobasso (Italia). Mentre frequentava l’Istituto Tecnico Superiore, all’età di sedici anni, iniziò ad avvertire dolori intensi accompagnati da febbre altissima. Gli venne diagnosticata l’osteomielite deformante degli arti, che lo costrinse a rimanere allettato fino alla morte.

    Il 25 marzo 1943 entrò nell’Ordine Secolare del Carmelo, offrendosi come vittima per la santificazione dei sacerdoti. Sentendo fortemente la vocazione carmelitana, con speciale privilegio, la Santa Sede, il 2 marzo 1948, gli concesse di emettere la professione solenne dei voti religiosi nell’Ordine Carmelitano Scalzo. Ciò avvenne l’11 maggio 1948.

    Vivendo in famiglia, riceveva costantemente visite da confratelli e fedeli, molti dei quali chiedevano consigli spirituali. Visse un apostolato straordinario, svolto totalmente dal letto, nella preghiera e nell’offerta costante delle sofferenze al Signore. Inoltre, mantenne una corrispondenza epistolare con molti fratelli e sorelle dell’Ordine Carmelitano. A tutti ripeteva il suo motto spirituale: “Lavorare è bene, pregare ancora meglio, ma soffrire in unione a Gesù è tutto”.

    Morì a Campobasso (Italia) il 13 aprile 1989, all’età di 67 anni.

    Il Venerabile Servo di Dio svolse un intenso apostolato dal letto della sua casa. Non essendo in condizioni di muoversi, riceveva persone bisognose di riferimenti nel loro cammino spirituale. I suoi insegnamenti erano molto solidi. La sua forza fu la preghiera. Da buon carmelitano fece dell’orazione il punto forte della propria esistenza. La sua è una spiritualità eucaristica e mariana, corredata anche dall’apprendimento dell’esperienza dei Santi, in particolare di quelli Carmelitani.

    Sperimentò le fasi di aridità descritte da San Giovanni della Croce, mantenendo sempre il suo abbandono in Dio.

    Fu un uomo di speranza perché si affidò al Signore in ogni circostanza, soprattutto nelle prove più ardue. Visse la sua malattia sempre confidando in Dio, tendendo verso la vita eterna con determinazione.

    Amò Dio e il prossimo sopra ogni altra realtà e, avendo l’impressione di non farlo abbastanza, cercava di migliorarsi senza sosta.

    L’offerta del dolore a Dio a favore dei fratelli rappresentò l’elemento centrale della sua carità verso il prossimo. Si offrì vittima per i sacerdoti e per quanti hanno necessità di ogni genere, realizzando, in modo sempre più pieno, la donazione di sé. Sostenne le missioni della Chiesa e del Carmelo con il denaro ricevuto dalla famiglia, rivelando una splendida passione per le attività apostoliche della comunità cristiana.

 

CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI

 

CAMPOBASSO-BOIANO

 

BEATIFICAZIONE e CANONIZZAZIONE

del Servo di Dio

IMMACOLATO

(al secolo: Aldo Brienza)

Religioso professo dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi

 (1922-1989)

_____________________

 

 

DECRETO SULLE VIRTU'

 

 

“Devo rifulgere sacerdote e vittima per Iddio e per la Chiesa”.

Secondo queste parole, da lui scritte al proprio direttore spirituale nel 1950, il Servo di Dio Immacolato (al secolo: Aldo Brienza) tenne sempre fisso lo sguardo su Cristo in croce e, ricolmo di speranza, comprese che il letto, su cui giacque malato per molti anni, quasi era un altare, dove poter compiere il quotidiano sacrificio della sua vita per la salvezza delle anime, la santificazione dei sacerdoti, la gloria di Dio e il bene della Chiesa.

Il Servo di Dio nacque a Campobasso il 15 agosto 1922. Fin dall’infanzia percepì il desiderio della vita consacrata. Frequentò la scuola fino al primo anno dell’Istituto tecnico. All’età di 16 anni, fu colpito da un dolore acutissimo al piede sinistro. Era il primo sintomo dell’osteomielite deformante agli arti, che di fatto lo costrinse a letto per tutti i successivi cinquantuno anni di vita. Nutriva la speranza di guarire, così da poter diventare religioso, ma poi con profonda umiltà, tenace pazienza e straordinaria carità accettò la preziosa croce della sofferenza.

Nel 1943 entrò nell’Ordine Secolare dei Carmelitani Scalzi, in cui assunse il nome di Fra Giuseppe Maria dell’Addolorata, poi cambiato in Fra Immacolato Giuseppe di Gesù. Nel 1946 un indulto speciale del Sommo Pontefice Pio XII gli consentì di entrare come religioso professo nell’Ordine dei Carmelitani Scalzi. Emise quindi la professione solenne dei voti l’11 maggio 1948. Passava le giornate pregando e studiando, nonché accogliendo con squisita amabilità chiunque gli facesse visita. Tenne un’intensa corrispondenza epistolare con i propri direttori spirituali e a molti scriveva lettere. Gli scritti del Servo di Dio, che davvero mostrano una forte spiritualità carmelitana, sono via d’accesso alla sua anima.

Con il passare del tempo, il suo corpo fu sempre più provato da un male, che avanzava con dolorose complicazioni. Quella della morte imminente era sempre la sua certezza più grande, aveva le piaghe, che ricoprivano il suo corpo, come compagne quotidiane, e poi difficoltà alle ossa, ai polmoni, agli organi interni. Subì pure alcuni interventi chirurgici. Rese la sua anima al Signore il 13 aprile 1989.

Il Servo di Dio fu un uomo assolutamente devoto e un religioso di splendide virtù. Fin dall’insorgere della malattia, palesò la sua fede in una sconfinata fiducia in Dio e nell’ossequio alla sua volontà. Guardava ogni cosa alla luce della fede e, con tutte le forze, voleva che anche gli altri imparassero a fare lo stesso. Fra le circostanze più difficili della sofferenza, apici invero della sua ascesi e purificazione interiore, si aggrappava alla fede, da cui poter trarre speranza e fortezza. Cercava sempre di partecipare all’amore misericordioso del Signore. Ardente fu dunque il suo amore per Dio, che nutrì attraverso la preghiera, l’Eucarestia quotidiana e la devozione alla Vergine Santa. Offrì a tutti, specialmente a quanti erano afflitti da malattie fisiche o mali spirituali, la propria premura e sapeva ascoltare con molta attenzione. Intercedeva per tutti ed esortava tutti a pregare. Desiderava vivamente la conversione dei peccatori. Chi ascoltava le sue parole rimaneva sempre edificato e incoraggiato, anche per la mansuetudine del suo tratto e la serenità del volto. Riceveva un sussidio economico di invalidità che però, col consenso dei superiori, utilizzava esclusivamente per opere di carità, fra cui l’aiuto ad alcuni monasteri in penuria di denaro e a missionari bisognosi.

Dopo la morte di Fra Immacolato, clero e fedeli laici domandarono con insistenza che la sua testimonianza di santità fosse riconosciuta e non andasse perduta la sua eredità spirituale. Dal 15 aprile 2005 al 19 aprile 2007 si celebrò, presso la Curia ecclesiastica di Campobasso-Boiano, l’Inchiesta diocesana, sulla cui validità giuridica questa Congregazione delle Cause dei Santi ha emanato il decreto il 9 aprile 2011. Si è quindi confezionata la Positio e, secondo la consuetudine, si è discusso se il Servo di Dio abbia esercitato in grado eroico le virtù teologali, cardinali ed annesse. I Consultori Teologi hanno espresso il loro parere affermativo il 12 novembre 2020. I Padri Cardinali e Vescovi, nel corso della Sessione Ordinaria del 15 febbraio 2022, hanno riconosciuto che il Servo di Dio ha esercitato le virtù cristiane in modo eroico.

Il sottoscritto Cardinale Prefetto ha quindi riferito accuratamente tutte queste cose al Sommo Pontefice Francesco. Sua Santità, accogliendo e ratificando i voti della Congregazione delle Cause dei Santi, ha oggi dichiarato: Constano le virtù teologali Fede, Speranza e Carità verso Dio e verso il prossimo, nonché le cardinali Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza ed annesse in grado eroico del Servo di Dio Immacolato (al secolo: Aldo Brienza), Religioso professo dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, nel caso e per il fine di cui si tratta.

Il Sommo Pontefice ha poi disposto che il presente decreto venga pubblicato e inserito negli atti della Congregazione delle Cause dei Santi.

Dato a Roma il 18 febbraio dell’anno del Signore 2022.

 

Marcello Card. Semeraro

Prefetto

 

                    + Fabio Fabene

                    Arciv. tit. di Montefiascone

                    Segretario

 

 

__________________

 

 

CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM

 

CAMPOBASSENSIS-BOIANENSIS

 

BEATIFICATIONIS et CANONIZATIONIS

Servi Dei

IMMACULATI

(in saeculo: Aldonis Brienza)

Religiosi professi Ordinis Carmelitarum Discalceatorum

(1922-1989)

_____________________

 

 

DECRETUM SUPER VIRTUTIBUS

 

 

“Sacerdos et hostia pro Deo et pro Ecclesia est mihi fulgendum”.

Haec ipsa secundum verba, quae ad suum spiritualem moderatorem anno 1950 scripsit, Servus Dei Immaculatus (in saeculo: Aldo Brienza) in Christum Crucifixum oculos continenter fixit atque, spe repletus, lectulum, in quo multos per annos aegrotus iacuit, quasi intellexit altarem, ubi cotidiana vitae eius oblatio ad animarum salutem, sacerdotum sanctificationem, gloriam Dei et bonum Ecclesiae adimpleri posset.

Servus Dei Campi Bassi natus est die 15 mensis Augusti anno 1922. Iam a pueritia vitae consecratae cupiditatem percepit. Usque ad primum Instituti Technici annum peractum studuit. Acerbissimo autem sinistri pedis dolore arreptus est, sedecim annos natus. Quod illius artuum osteomielitis deformantis primum erat symptoma, quae eum quidem cunctos per insequentes vitae unum et quinquaginta annos lecto tenuit. Convalescendi spem habuit, ita ut religiosus fieri posset, sed humilitate alta, tenaci patientia excellentique caritate pretiosam doloris crucem dein accepit.

Anno 1943 Ordinem Saecularem Carmelitarum Discalceatorum ingressus est, in quo Fratris Iosephi Mariae a Virgine Perdolente nomen assumpsit, Fratris Immaculati Iosephi a Iesu exinde mutatum. Tribus autem annis post, speciale Summi Pontificis Pii XII indultum eum religiosum professum Ordinem Carmelitarum Discalceatorum ingredi concessit. Qui inde sollemnem votorum professionem die 11 mensis Maii anno 1948 emisit. Dies precando studendoque degebat, necnon omnes eum visitantes eximia suavitate recipiendo. Crebrum epistularum commercium suis cum spiritualibus moderatoribus obtinuit et ad plurimos scribere solebat. Servi Dei scripta, quae vero fervidam Carmelitarum spiritalitatem patefaciunt, animam eius nosci permittunt.

Tempore transeunte, corpus eius usque confectum est, morbo gravioribus cum incommodis progrediente. Mortem proximam maxime certam, plagas, quae corpus conterebant, cotidianas socias habebat, ac dein ossium, pulmonum, intestinorum labores. Aliquot etiam subiectus est chirugicis sectionibus. Die 13 mensis Aprilis anno 1989 animam suam reddidit Domino.

Servus Dei vir sane pius fuit renidentiumque virtutum religiosus. Iam ab infirmitatis ortu, per infinitam fiduciam in Deum et erga eiusdem voluntatem ex obsequio, fidem suam ostendit. Omnia sub lumine fidei intuitus est idemque alios discere cunctis viribus volebat. Difficillimas inter doloris vices, summa quidem eius disciplinae interiorisque expiationis cacumina, fidem apprehendebat, ex qua spem et fortitudinem traheret. Misericordiam et amorem Dei communicare semper quaesivit. Ardens ergo fuit eius in Deum caritas, quam oratione, cotidiana Eucharistia, in Virginem Mariam devotione aluit. Cunctis praebuit sedulitatem suam, illis in primis, quos corporis infirmitates vel spiritualia affligebant mala, et summa cura dedere valebat aures. Pro omnibus intercedebat atque ut precarentur admonebat omnes. Peccatorum conversionem vivide cupiebat. Verba eius audientes semper aedificavit et cohortatus est, per mansuetudinem habitus ac placiditatem quoque vultus. Pecuniarium subsidium suam propter infirmitatem recipiebat, quo autem, superioribus consentientibus, tantummodo fruitus est ad opera caritatis exercenda, inter quae aliquot monasteriis difficultate nummaria laborantibus inopibusque missionariis subveniebat.

Post Fratis Immaculati obitum, sive clerici sive christifideles laici, ut eiusdem sanctitatis testimonium agnosceretur nec spiritualis disperderetur hereditas, instanter poposcere. Quapropter incepta est eius Causa beatificationis et canonizationis. A die 15 mensis Aprilis anno 2005 ad diem 19 mensis Aprilis anno 2007, apud Curiam ecclesiasticam Campobassensem-Boianensem, Inquisitio dioecesana celebrata est, cuius iuridica de validitate haec Congregatio de Causis Sanctorum die 9 mensis Aprilis anno 2009 edidit decretum. Positio inde confecta est atque, secundum consuetudinem, an Servus Dei theologales, cardinales iisque adnexas virtutes heroico in gradu excoluisset, est disceptatum. Consultores Theologi adfirmativum votum produxerunt die 12 mensis Novembris anno 2020. Patres Cardinales et Episcopi, diei 15 mensis Februarii anno 2022 Ordinaria Sessione occurente, Servum Dei professi sunt virtutes christianas heroum in modum exercuisse.

Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Francisco per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate tum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Fortitudine et Temperantia iisque adnexis in gradu heroico Servi Dei Immaculati (in saeculo: Aldonis Brienza), Religiosi professi Ordinis Carmelitarum Discalceatorum, in casu et ad effectum de quo agitur.

Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

Datum Romae, die 18 mensis Februarii a. D. 2022.