Jesús Antonio Gómez Gómez
(1895 - 1971)
Sacerdote diocesano; la sua vita fu un ininterrotto servizio di carità, attuato soprattutto attraverso il ministero sacerdotale. La sensibilità verso il prossimo lo rese disponibile all’ascolto, elargendo a tutti il suo sostegno nelle difficoltà
Il Venerabile Servo di Dio Jesús Antonio Gómez Gómez nacque a El Santuario (Antioquia, Colombia) il 26 marzo 1895, in una benestante famiglia profondamente cristiana. Nel 1914 entrò nel Seminario Conciliare di Medellín e, l’11 marzo 1922, venne ordinato presbitero. Svolse vari servizi pastorali fra cui confessore di alcune Congregazioni religiose femminili e Rettore del Collegio nazionale “San José” di Marinilla.
Nel 1929 venne nominato Vicario cooperatore di El Santuario, promuovendo un lavoro pastorale a favore della gioventù e dei poveri.
Nel 1936 ricevette l’incarico di Direttore spirituale del Seminario di Medellín e, due anni dopo, divenne professore di teologia dogmatica nello stesso Seminario.
Si dedicò, con particolare impegno e disponibilità, al ministero delle confessioni e della direzione spirituale dei seminaristi, dei sacerdoti, dei religiosi, delle suore e dei laici.
Nel 1955 cominciò ad accusare sintomi di debolezza e stanchezza. Così venne trasferito a El Poblado, come cappellano del Monastero delle Carmelitane Scalze.
Nel 1959 venne nominato Direttore spirituale del Seminario di Cristo Sacerdote per le vocazioni adulte e, nel 1967, diventò Canonico Magistrale del Capitolo Cattedrale di Medellín.
Morì a Medellín (Colombia) il 23 marzo 1971, all’età di 76 anni.
Il Venerabile Servo di Dio ebbe un rapporto personale con il Signore, coltivato attraverso la profonda pietà e la costante preghiera. Trascorreva molte ore in adorazione eucaristica. Per tale motivo la gente lo chiamava: “La lampada del Santissimo”. Si pose al servizio del popolo di Dio a lui affidato, cercandone il bene e prodigandosi per favorire la santificazione dei fedeli, dei seminaristi e dei sacerdoti. Si occupò con passione della formazione dei giovani, aiutandoli nel discernimento vocazionale e sostenendo con generosità i poveri. Affrontò le difficoltà e gli ostacoli con serenità, fiducia nella Provvidenza e profonda speranza.
La sua vita fu un ininterrotto servizio di carità, attuato soprattutto attraverso il ministero sacerdotale. La sensibilità verso il prossimo lo rese disponibile all’ascolto, elargendo a tutti il suo sostegno nelle difficoltà. Si dedicò con particolare impegno al ministero delle confessioni e alla direzione spirituale. Fu consigliere apprezzato e prudente. Condusse una vita umile, austera, coerente con i principi che professava, distinguendosi per la fedeltà al ministero.
Accettò la malattia con fede e serenità e, anche durante il periodo della sofferenza, pensò ai poveri: un mese prima della dipartita, a Medellín istituì il Fondo Sacerdotal para los Pobres, costituito anche con contributi ecclesiastici, al fine di aiutare i bisognosi. Era sua convinzione, infatti, che i sacerdoti non dovessero solamente raccogliere offerte per i poveri, ma che anch’essi avrebbero dovuto condividere con loro quanto posseduto.
La fama di santità già presente durante la vita, si diffuse dopo la morte, unita ad una certa fama signorum.