PROLUSIONE IN OCCASIONE DELL'APERTURA DELLO STUDIUM, 2017
La santità e la sua laboriosa procedura ecclesiale [1]
Angelo Card. Amato, SDB
Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi
1. Nel 2016 sono state celebrate dieci canonizzazioni e diciotto beatificazioni. In particolare, il 5 giugno Papa Francesco ha canonizzato a Roma, in Piazza San Pietro, il Beato Stanislao di Gesù Maria (al secolo: Giovanni Papczyński), Fondatore della Congregazione dei Chierici Mariani dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria (†1701) e la Beata Maria Elisabetta Hesselblad, Fondatrice dell’Ordine del Santissimo Salvatore di Santa Brigida (†1957).
Il 4 settembre è stata canonizzata la Beata Teresa di Calcutta (al secolo: Agnese Gonxha Bojaxhiu), Fondatrice delle Congregazioni delle Missionarie della Carità e dei Missionari della Carità, premio Nobel per la Pace e figura carismatica del secolo scorso (†1997).
Il 16 ottobre sono stati canonizzati:
l’adolescente José Sánchez del Río, martirizzato non ancora quindicenne nel 1928, durante la persecuzione religiosa messicana;
il sacerdote argentino José Gabriel del Rosario Brochero, icona della dedizione instancabile del sacerdote verso i bisognosi (†1914);
il francese Salomon Leclercq (al secolo: Guillaume Nicolas Louis), Professo dei Fratelli delle Scuole Cristiane, martirizzato nel 1792 durante la rivoluzione francese;
lo spagnolo Manuel González García, vescovo di Palencia e Fondatore dell’Unione Eucaristica Riparatrice e della Congregazione delle Suore Missionarie Eucaristiche di Nazareth (†1940);
il sacerdote italiano Lodovico Pavoni, Fondatore della Congregazione dei Figli di Maria Immacolata (†1849);
il sacerdote italiano Alfonso Maria Fusco, Fondatore della Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista (†1910);
la monaca francese Elisabetta della Santissima Trinità (al secolo: Elisabeth Catez), dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi (†1906).
2. Oltre a queste canonizzazioni, nel 2016 sono state celebrate le seguenti beatificazioni:
il 23 aprile, a Burgos (Spagna), la beatificazione dei martiri Valentín Palencia Marquina, sacerdote diocesano, e quattro giovani laici, uccisi durante la persecuzione religiosa del 1936;
il 21 maggio, a Cosenza (Italia), la beatificazione del Sacerdote Diocesano Francesco Maria Greco, Fondatore della Congregazione delle Picole Operarie dei Sacri Cuori (†1931);
l’11 giugno a Vercelli (Italia), la beatificazione del Sacerdote Diocesano Giacomo Abbondo (†1788);
il 12 giugno a Monreale (Italia), la beatificazione di Maria di Gesù Santocanale (al secolo: Carolina), Fondatrice della Congregazione delle Suore Cappuccine dell’Immacolata di Lourdes (†1923);
il 18 giugno a Foggia (Italia), la beatificazione di Suor Maria Celeste Crostarosa, Fondatrice dell’Ordine del SS. Redentore (†1755);
il 27 agosto a Santiago del Estero (Argentina), la beatificaione di Maria Antonia de San José (al secolo: Maria Antonia de Paz y Figueroa), Fondatrice della Casa di Esercizi di Buenos Aires (†1799);
l’11 settembre a Karaganda (Kazakhstan), la beatificazione di Ladislao Bukowinski, Sacerdote Diocesano e Martire della persecuzione comunista (†1974);
il 17 settembre a Codrongianos (Italia), la beatificazione di Elisabetta Sanna, vedova laica, Terziaria professa dell’Ordine dei Minimi di San Francesco e del Sodalizio dell’Unione dell’Apostolato Cattolico fondato da San Vincenzo Pallotti (†1857);
il 24 settembre a Würzburg (Germania), la beatificazione del martire Engelmar Unzeitig, Sacerdote Professo della Congregazione dei Missionari di Mariannhill, morto a Dachau nel 1945;
l’8 ottobre a Oviedo (Spagna), la beatificazione del sacerdote diocesano Jenaro Fueyo Castañón e tre parrocchiani laici, uccisi durante la persecuzione spagnola del 1936;
il 29 ottobre 2016 a Madrid (Spagna), la beatificazione del benedettino José Antón Gómez e tre confratelli laici, uccisi anch’essi durante la persecuzione spagnola del 1936;
il 5 novembre a Scutari (Albania), la beatificazione di 38 martiri, uccisi durante la dittatura comunista in Albania. Il gruppo dei martiri è composto da due Vescovi, ventuno Sacerdoti diocesani, sette Frati Minori, tre Gesuiti, un Seminarista e quattro Laici, tra i quali una Aspirante alla vita consacrata;
il 19 novembre ad Avignone (Francia), la beatificazione di Marie-Eugène de l’Enfant-Jésus (al secolo: Henri Grialou), sacerdote dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, Fondatore dell’Istituto Secolare Notre Dame de Vie (†1967);
l’11 dicembre 2016 a Vientiane (Laos), la beatificazione di Mario Borzaga, Sacerdote Professo della Congregazione dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, e di Paolo Thoj Xyooj, laico e catechista, uccisi in odio alla fede nel 1960; e inoltre dei martiri Giuseppe Thao Tien, Sacerdote Diocesano, e dieci compagni, sacerdoti professi della Società delle Missioni Estere di Parigi e della Congregazione dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, nonché di 4 Compagni Laici, uccisi tra il 1954 e il 1970.
3. I dieci Santi canonizzati appartegono a otto diverse nazioni: Albania, Argentina, Francia (due), Italia (due), Polonia, Messico, Spagna, Svezia. Tra di loro c’è un Vescovo (Manuel González García) e quattro sacerdoti (Gabriel Brochero, Giovanni Papczyński, Lodovico Pavoni, Alfonso Maria Fusco), dei quali tre sono fondatori di Congregazioni: Giovanni Papczyński, Lodovico Pavoni, Alfonso Maria Fusco. Ci sono poi il martire francese Salomon Leclercq e tre Suore: Madre Teresa di Calcutta, Elisabeth Hesselblad - entrambe fondatrici di congregazioni - e la carmelitana Elisabetta della Trinità. C’è, infine, un laico, il giovanissimo martire messicano José Sánchez del Río.
Si sono avute 14 cerimonie di beatificazione celebrate in 7 diverse nazioni: Albania, Argentina, Francia, Germania, Italia, Kazakistan e Laos. I martiri beatificati sono stati complessivamente 70, tra sacerdoti, consacrati e laici.
4. Le canonizzazioni e le beatificazioni sono il frutto del lungo lavoro accurato e faticoso dei postulatori in stretta collaborazione con la Congregazione delle Cause dei Santi. Le canonizzazioni sono il traguardo definitivo delle cause. Le beatificazioni, invece, ne costituiscono una tappa intermedia. Entrambe hanno i loro fondamenti nelle Positiones, e cioè nei dossier relativi alle virtù, al martirio e ai miracoli. Nel decennio 2006-2016 sono state consegnate in Congregazioni 351 Positiones, provenienti da ogni parte della Chiesa.
Ecco il dettaglio:
Algeria 1; Argentina 1; Austria 2;
Bolivia 1; Bosnia Erzegovina 2; Brasile 13;
Canada 3; Cile 3; Colombia 7; Corea 2; Croazia 2; Cuba 1;
Ecuador 1; El Salvador 1; Filippine 4;
Francia 10; Germania 7; Giappone 1; Guatemala 2;
India 8; Inghilterra Galles 3; Italia 139;
Libano 2; Lituania 1; Madagascar 1; Messico 7; Myanmar 2;
Nuova Zelanda 1; Perù 3; Polonia 22; Portogallo 6; Portorico 3;
Repubblica Ceca 1; Romania 3; Singapore 1; Slovacchia 2; Somalia 1;
Spagna 60; Stati Uniti d’America 7; Sud Africa 1;
Uganda 2; Ungheria 7; Uruguay 1.
Di queste 351 Positiones, 293 contengono i dossier sulle virtù e 58 sui martíri.
In questi ultimi anni si sono elaborate anche 6 Positiones che riguardano le canonizzazioni equipollenti di Santa Ildegarda di Bingen (2012), Sant’Angela da Foligno (2013), San Pietro Favre (2013), Santa Maria dell’Incarnazione (al secolo: Marie Guyart: 2014), San José de Anchieta (2014), San François de Laval (2014).
Infine ci sono state 3 Positiones relative alla proclamazione di tre Dottori della Chiesa: San Giovanni d’Avila (2010); Santa Ildegarda di Bingen (2012) e San Gregorio di Narek (2014).
5. Da queste aride statistiche scaturisce impetuosa e abbondante, come acqua fresca in un’oasi del deserto, la linfa vitale della santità, che irrompe nel mondo per fecondarlo di bene. In ogni parte della terra, infatti, i battezzati, vivendo le beatitudini evangeliche, diventano specchio della bontà e della misericordia di Dio Trinità, promuovendo «anche nella società terrena, un tenore di vita più umano».[2] La santità diventa quindi promozione umana, come dimostra l’apostolato, ad esempio, dei missionari nelle zone più disagiate della terra.
La Chiesa insegna che non solo i sacerdoti e i consacrati, ma tutti i battezzati sono chiamati alla santità.[3] Questa vocazione universale alla santità si fonda su tre elementi costitutivi ricevuti in dono nel battesimo: «Il primo elemento è l’affermazione che, nel Battesimo, tutti i fedeli sono stati elevati alla partecipazione della vita divina come figli adottivi di Dio, quindi resi santi, e sono stati chiamati dal Padre a crescere in questa santità»; «Il secondo elemento è l’affermazione che la chiamata di tutti alla santità è, inseparabilmente, una chiamata all’apostolato che si svolge esercitando il sacerdozio comune ricevuto nel Battesimo»; «Il terzo elemento consiste nel riconoscimento che si può rispondere pienamente alla chiamata universale alla santità e all’apostolato nell’esercizio delle attività temporali, civili e secolari […] e che molti membri della Chiesa – i fedeli laici – sono specificamente chiamati da Dio a questo».[4]
Con la consueta chiarezza e semplicità così Papa Francesco invita tutti alla santità, «il volto più bello della Chiesa»:
«Tante volte siamo tentati di pensare che la santità sia riservata soltanto a coloro che hanno la possibilità di staccarsi dalle faccende ordinarie, per dedicarsi esclusivamente alla preghiera. Ma non è così! Qualcuno pensa che la santità è chiudere gli occhi e fare la faccia da immaginetta. No! Non è questo la santità! La santità è qualcosa di più grande, di più profondo che ci dà Dio. Anzi, è proprio vivendo con amore e offrendo la propria testimonianza cristiana nelle occupazioni di ogni giorno che siamo chiamati a diventare santi. E ciascuno nelle condizioni e nello stato di vita in cui si trova. Ma tu sei consacrato, sei consacrata? Sii santo vivendo con gioia la tua donazione e il tuo ministero. Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa. Sei un battezzato non sposato? Sii santo compiendo con onestà e competenza il tuo lavoro e offrendo del tempo al servizio dei fratelli. “Ma, padre, io lavoro in una fabbrica; io lavoro come ragioniere, sempre con i numeri, ma lì non si può essere santo…” – “Sì, si può! Lì dove tu lavori tu puoi diventare santo. Dio ti dà la grazia di diventare santo. Dio si comunica a te”. Sempre in ogni posto si può diventare santo, cioè ci si può aprire a questa grazia che ci lavora dentro e ci porta alla santità. Sei genitore o nonno? Sii santo insegnando con passione ai figli o ai nipoti a conoscere e a seguire Gesù. E ci vuole tanta pazienza per questo, per essere un buon genitore, un buon nonno, una buona madre, una buona nonna, ci vuole tanta pazienza e in questa pazienza viene la santità: esercitando la pazienza. Sei catechista, educatore o volontario? Sii santo diventando segno visibile dell’amore di Dio e della sua presenza accanto a noi. Ecco: ogni stato di vita porta alla santità, sempre!».[5]
6. La Chiesa è questo campo sterminato in cui il battesimo sparge abbondantemente i semi della grazia, che crescendo portano frutti di bontà, fraternità, perdono, solidarietà, gioia, pace.
Le canonizzazioni e le beatificazioni sono le splendide vetrine nelle quali la Chiesa espone alla contemplazione e all’imitazione del mondo intero alcuni suoi figli, che hanno vissuto, come Madre Teresa di Calcutta, la loro esistenza come donazione all’aiuto dei più bisognosi, o che hanno donato la vita, come il martire quindicenne José Sánchez del Río, per rimanere fedeli al loro battesimo.
Per questo le beatificazioni e le canonizzazioni sono eventi di alta spiritualità cristiana e di indiscussa evangelizzazione.
Ma che cosa è una beatificazione? Tecnicamente, alla beatificazione si giunge o dopo il riconoscimento del martirio di un Servo di Dio o dopo il riconoscimento di un miracolo, e cioè di un evento scientificamente inspiegabile. La beatificazione è la tappa intermedia in vista della canonizzazione. Concretamente, con la beatificazione il Sommo Pontefice dichiara "Beato" il Servo di Dio, permettendo il culto pubblico ed ecclesiastico, limitato a determinati luoghi, come la diocesi o l'eparchia; a particolari gruppi religiosi, come congregazioni o istituti fondati dal Beato o ai quali apparteneva; o infine a una Nazione particolare, a causa dell'apostolato svoltovi dal novello Beato. Talvolta, come nel caso di Giovanni Paolo II, il culto può essere esteso a quelle diocesi che ne fanno richiesta. In ogni caso, il culto dei Beati è del tipo permissivo e non precettivo.
La cerimonia di beatificazione si svolge durante la Santa Messa. Subito dopo l'atto penitenziale, il rappresentante del Papa, che di solito è il Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, legge la Lettera Apostolica, firmata dal Santo Padre, nella quale, dopo aver tracciato un sintetico identikit spirituale del Servo di Dio, il Papa dichiara solennemente che il Venerabile Servo di Dio può essere chiamato "Beato". Viene poi indicata la data della sua memoria liturgica - di solito il suo dies natalis - , che può essere celebrata ogni anno nei luoghi e nei modi stabiliti dal diritto.
Aggiungiamo che, da quando Papa Benedetto XVI ha disposto la celebrazione delle beatificazioni non più a Roma, ma nelle diocesi di origine del Beato, tale funzione ha di fatto assunto un'importanza tutta particolare. Essa, infatti, viene preceduta da un congruo periodo di preparazione in loco dei fedeli, che, con una capillare programmazione nelle parrocchie e negli istituti religiosi, vengono a conoscenza della vita, delle virtù e dell'efficacia d'intercessione del Venerabile Servo di Dio.
Quest'opera di conoscenza è intesa a promuovere non solo l'ammirazione di fronte all'eroismo delle virtù o del martirio del Servo di Dio, ma anche l'imitazione della sua fedeltà alla sequela Christi, ravvivando in tutti il desiderio e l'impegno concreto per la propria personale santificazione.
7. Che cosa è la canonizzazione? Se dopo la beatificazione di un martire o di un confessore viene riconosciuto un miracolo, si giunge alla canonizzazione, che è l'atto con cui il Sommo Pontefice dichiara in forma definitiva e solenne, che un fedele cattolico è attualmente nella gloria eterna del paradiso, intercede per noi presso il Padre e può essere pubblicamente venerato da tutta la Chiesa.[6]
Forse conviene precisare la natura di questo pronunciamento, anche per dare il giusto significato e valore teologico alla laboriosa procedura canonica, relativa ai processi di beatificazione e canonizzazione.
In una Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede, del 29 giugno 1998, si precisa che la canonizzazione dei Santi appartiene al secondo comma o grado della Professio fidei, e cioè a quelle «verità circa la dottrina che riguarda la fede o i costumi proposte dalla Chiesa in modo definitivo».[7] Si tratta di quelle «dottrine attinenti al campo dogmatico o morale, che sono necessarie per custodire ed esporre fedelmente il deposito della fede, sebbene non siano state proposte dal magistero della Chiesa come formalmente rivelate».[8]
La Nota continua proponendo degli esempi concreti di dottrine appartenenti a questo secondo grado della Professio fidei, come «la legittimità dell'elezione del Sommo Pontefice o della celebrazione di un concilio ecumenico, le canonizzazioni dei santi (fatti dogmatici); la dichiarazione di Leone XIII nella Lettera apostolica Apostolicae curae sulla invalidità delle ordinazioni anglicane».[9]
Come si vede, la canonizzazione riveste l'importanza di un pronunciamento magisteriale di alta qualità teologica. Anche da questo punto di vista, è quindi spiegabile il minuzioso e accurato iter storico, canonico e teologico per giungere al traguardo desiderato.
Ci si può chiedere, in conclusione, quale tipo di assenso si richieda per questo tipo di pronunciamento magisteriale, appartenente al secondo grado o comma della Professio fidei. Rispondiamo con quanto dichiara la succitata Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede: «Per quanto riguarda la natura dell'assenso: [...] nel caso delle verità del 2º comma o grado, esso è fondato sulla fede nell'assistenza dello Spirito santo al magistero e sulla dottrina cattolica dell'infallibilità del magistero (dottrine de fide tenenda)».[10]
8. La pregnanza teologica del pronunciamento di una canonizzazione giustifica quindi l’impegno accurato e laborioso dei postulatori nella confezione dei vari dossier sulle virtù, sul martirio, sui miracoli. Tutto ciò esige infatti professionalità, competenze interdisciplinari di tipo biblico-teologico, storico e giuridico, e soprattutto tempo e lavoro.
Come non si improvvisa un santo, così non si improvvisa una Positio.
Non quindi Santo subito, ma Santo sicuro.
[1] Prolusione allo Studium della Congregazione delle Cause dei Santi, tenuta presso l’Università Urbaniana di Roma il 9 gennaio 2017.
[2] Costituzione Dogmatica, Lumen gentium, n. 40.
[3] Ib. n. 39-42.
[4] Javier López Díaz, Chiamata universale alla santità nella Chiesa, in Jesús Manuel García Gutiérrez – Rossano Zas Friz De Col (edd.), Teologia Spirituale e Concilio Vaticano II, LAS, Roma 2016, p. 95-96.
[5] Papa Francesco, Discorso all’udienza generale del 19 novembre 2014, n. 2.
[6] Cf. Angelo Amato, Santi e Beati. Come procede la Chiesa, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2016, p. 39-42.
[7] Congregazione per la Dottrina della Fede, Nota illustrativa dottrinale della formula conclusiva della “Professio Fidei”(29 giugno 1998), n. 1,2.
[8] Ib.
[9] Ib., n. 2,2. La sottolineatura della canonizzazione è nostra.
[10] Ib., n. 1,2.