Omelia in memoria del Beato Gerardo Sasso

OMELIA IN MEMORIA DEL BEATO GERARDO SASSO

(Scala, Salerno, 3 settembre 2020)

 

 

Carissimi fratelli e sorelle,

Celebrare la ricorrenza anniversaria della nascita al cielo del Beato Gerardo Sasso, avvenuta nove secoli fa, ci offre l’occasione di ringraziare Dio per aver suscitato in seno alla Chiesa un’opera mirabile quale è la Confraternita di San Giovanni, comunemente conosciuta oggi come Ordine di Malta. Nello stesso tempo questa è un’occasione propizia perché ogni membro dell’Ordine, si interroghi sulla qualità del suo impegno e se l’Ordine stesso come struttura risponda all’idea ispiratrice del fondatore.

Rallegriamoci al pensiero che ci troviamo di fronte a un’Istituzione che appare tutt’ora florida e solida dopo nove secoli di esistenza e malgrado le enormi prove che ha dovuto superare, inclusa la persecuzione da parte di chi, per puri calcoli politici, ne voleva l’estinzione.

Oggi, dunque, siamo qui a rendere onore a questo figlio della cittadina di Scala, il quale aveva capito quanto fosse necessario che il Vangelo e la sua testimonianza di amore non dovessero mancare proprio nella terra in cui Gesù era nato e vissuto.

Fra Gerardo, nato nel 1040, si recò a Gerusalemme per dedicarsi con passione all’ospitalità e all’assistenza sanitaria dei pellegrini di ogni fede e di ogni razza. Per svolgere con totale dedizione la sua opera di misericordia, egli, «ardente di amore verso i poveri e gli ammalati» (Colletta), costruì una casa di accoglienza e la chiesa di San Giovanni Battista; inoltre fondò la Confraternita di San Giovanni, che nel corso dei secoli divenne Ordine dell’Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme, riconosciuto poi come Ordine religioso da Papa Pasquale II nel 1113. Il Beato Gerardo morì il 3 settembre 1120.

Da allora, quanta generosità dobbiamo costatare in questi nove secoli! Quanti splendidi uomini e donne hanno testimoniato il Vangelo della carità, non solo in Terra Santa, ma in tante parti del mondo. Quante relazioni si sono intrecciate in tutti questi anni con le diverse culture e le diverse Istituzioni; quanti “signori poveri” e malati, indipendentemente dal loro credo o etnia, sono stati soccorsi e quanto bene è stato seminato! Se guardiamo alle numerose realtà assistenziali che l’Ordine di Malta ha realizzato e continua a portare avanti con grande impegno e abnegazione, non possiamo non rendere grazie a Dio per le meraviglie che Egli ha compiuto attraverso l’opera benemerita dei membri dell’Ordine.

Quale è stato il segreto di tanta e ininterrotta opera benefica? La prima lettura (At 4,8-12) ci parla dell’apostolo Pietro, che di fronte ai capi del popolo e agli anziani attesta di aver guarito un uomo infermo nel nome di Gesù Cristo. Il nome di Gesù è la persona di Gesù. Pietro ha fatto esperienza di fallimento, rinnegamento e fuga; ora è purificato e consapevole di essere, nonostante tutto, destinatario della fiducia di Gesù. Agire sempre nel nome di Gesù è la condizione di autenticità della nostra azione apostolica: questa è la vera forza della Chiesa. Noi siamo soltanto piccoli strumenti della infinita bontà e onnipotenza di Dio. Dobbiamo essere lucidamente consapevoli di essere sempre e soltanto relativi a Gesù Cristo, perché è nel suo nome che agiamo e nelle nostre opere buone deve trasparire la presenza di Dio.

Cari fratelli e care sorelle, il Beato Gerardo nel consegnare ai suoi fratelli il motto “tuitio fidei et obesquium pauperum” aveva ben capito il segreto del successo apostolico di quanti avrebbero voluto seguire le sue orme. Prima di tutto la “tuitio fidei”, la difesa della fede o, in altri termini, mettere Dio al primo posto nella nostra vita, nelle scelte quotidiane e nella passione di farlo conoscere e amare.

Ogni membro dell’Ordine di Malta, alla pari di ogni cristiano, deve essere un evangelizzatore, rispettoso delle idee altrui, attento al contesto culturale, senza alcuna imposizione, ma capace di comunicare per attrazione e contagio la gioia della propria fede e il modello del proprio stile di vita. Papa Francesco ci ricorda che “La nostra missione come battezzati, sacerdoti e consacrati, uomini e donne, non è determinata dal numero e dalle dimensioni degli spazi che occupiamo, ma piuttosto dalla nostra capacità di generare cambiamento e di destare meraviglia e compassione”.

In un mondo privo di amore in cui l’individualismo appare come una legge inesorabile e dove chi è debole viene separato e considerato inutile, i cavalieri e le dame dell’Ordine di Malta, sull’esempio del Beato Gerardo, sono chiamati a testimoniare la comunione, ad accogliersi e rispettarsi gli uni gli altri, a vivere nella concordia e nell’amore fraterno, affinché la loro vita di credenti sia credibile e porti frutti di gioia e di pace. Non sarà il miraggio del potere o degli onori ad attrarre nuovi aderenti, ma l’esempio di persone che con coerenza vivranno l’ideale evangelico.

Amare gli altri come ama Dio non è un optional, un corollario nella vita della Chiesa, ma è un’esigenza primaria, è il comando dell'amore. E’ il distintivo che ci farà riconoscere come autentici discepoli di Gesù. Sulla tomba di Madre Teresa, a Calcutta, è stata incisa proprio questa parola: "Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi". Amarsi reciprocamente è la via diretta per la vita eterna. Di più. Questo "amore gli uni per gli altri" è la testimonianza e l'annuncio più forte della persona e dell'opera di Gesù. Amare tutti, è la genialità assoluta del cristianesimo. Se si vuole bene si glorifica l'altro e nell'altro si è glorificati. L'amore, che è già di là, è un pezzo di paradiso qui.

Il campo ove espandere il vostro amore è vasto quanto il mondo. Avete sempre risposto con generosità agli appelli provenienti da varie parti della terra colpite da calamità. Anche in Italia durante il terribile periodo del covid siete stati e siete in prima linea nel mettervi a disposizione dei bisognosi sia in campo sanitario come nell’assistenza agli anziani o ai senza tetto.

La tradizione attribuisce al Beato Gerardo queste parole: «La nostra confraternita durerà finché piacerà a Dio che vi siano degli uomini disposti ed impegnati a ridurre la miseria e a rendere più sopportabile la sofferenza». Ahimé! La sofferenza e la miseria sociale non verranno mai meno nell’umanità. Si avrà sempre bisogno di samaritani che facciano dell’obsequium pauperum, dell’amore ai poveri, l’impegno primario della propria vita. L’Ordine di Malta continuerà ad esistere e avrà senso se all’amore verso di Dio saprà coniugare l’amore verso i poveri, un amore che non si limiterà a un semplice ed episodico assistenzialismo, ma che si manifesterà in un impegno intelligente e adeguato ai tempi per contrastare quelle strutture di iniquità che generano il deturpamento della terra, le disuguaglianze sociali e il numero infinito dei diseredati delle società moderne.

Cari membri dell’Ordine di Malta! La vostra storia è piena di numerosi vostri fratelli e sorelle che si sono spesi senza riserve per il Vangelo, per la Chiesa e per la difesa dei più deboli, vivendo la propria vocazione e missione nella Chiesa e nel mondo senza cedimenti né compromessi. Anche a voi il Signore chiede una forte testimonianza alla verità del Vangelo: siate degni della spirituale genealogia in cui il Signore vi ha collocati!

La memoria del Beato Gerardo vi sia di stimolo a ben interpretare i segni dei tempi e a rimodellare l’Ordine nella fedeltà al suo carisma e in risposta alle attese dei tanti che vogliono impegnarsi a vivere con voi il Vangelo con serietà e coerenza. La Chiesa ha fiducia in voi, non deludeteci! Il mondo vi guarda!

Lo Spirito Santo illumini il vostro cammino, di voi qui presenti e di quanti sparsi in tutto il mondo, in particolare i fratelli Professi, sono uniti a noi, affinché possiate testimoniare tra di voi la fraternità evangelica e portare nel mondo, mediante le vostre iniziative di bene e di solidarietà, l’amore di Dio e la salvezza di Cristo, diventando così icone della misericordia del Padre celeste.