Pier Giorgio Frassati: un santo per oggi
Intervento al forum «Pier Giorgio Frassati. Un cammino di santità»
M’introduco con una riflessione di Karl Rahner, uno dei massimi teologi contemporanei, che ha personalmente conosciuto Pier Giorgio Frassati quando, nell’autunno 1921, egli dimorò per un mese nella sua casa a Friburgo. In un testo del 1977, inedito in lingua italiana e di fatto sconosciuto, scriveva: «In Pier Giorgio, l’aspetto umano e quello cristiano sono presenti in una straordinaria unità, che permette anche a noi di cercare e di amare allo stesso tempo la terra e Dio, di essere mondani e trascendenti, pur sapendo che entrambe le cose trovano compimento solo nel passaggio attraverso la morte di Gesù, che dobbiamo condividere nella nostra morte». Delineava, così, tanto la caratteristica della sua santità, quanto la sua singolarità. Questo, per la prassi seguita dalla Chiesa cattolica in vista di una beatificazione e canonizzazione ha un carattere di autentica pro-vocazione.
Non intendo, dicendo questo, mettere in questione quella prassi, che si fonda sostanzialmente sull’esercizio «in forma eroica» (come suole dirsi) delle virtù teologali della fede, della speranza e della carità, nonché di quelle virtù umane che, avendo una funzione come di «cardine», sono pure dette «cardinali» e sono la prudenza, la giustizia, la fortezza e la temperanza. Nel linguaggio tradizionale della teologia cattolica la forma «eroica» dell’esercizio di queste virtù è riconosciuta quando il loro esercizio procura «facilità, padronanza di sé e gioia per condurre una vita moralmente buona. L’uomo virtuoso è colui che liberamente pratica il bene» (cf. CCC 1804).
Nella vita di Pier Giorgio tutto questo c’è davvero. Per le virtù teologali esse si concentrano nella carità verso il prossimo in linea con 1Gv 4,20: «Chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede». Quella, poi, che in lui maggiormente risalta tra le virtù umane è la fortezza. Parlando in forma commossa di Pier Giorgio a Torino il 3 luglio 1932, G.B. Montini disse: «Egli è un forte … Così l’hanno visto quelli che l’hanno guardato di fuori. Prima d’accorgersi ch’era d’animo santo, hanno visto che era d’animo forte. Hanno visto ch’era un uomo».
Perché, allora, la mia adesione a quanto scriveva K. Rahner? C’è il fatto che la prospettiva con la quale si continua a studiare la santità cristiana è ancora troppo «clericale», «monastica», «conventuale» … Ritrovo questo rilievo bene sintetizzato in quello che scriveva una donna laica francese: Madeleine Delbrêl, della quale Francesco ha dichiarato la venerabilità. Diceva: «Tutti i santi che ci son dati per modello, o almeno molti, sono vissuti come degli assicurati, – una specie di Assicurazione spirituale che li garantiva contro rischi e malattie, che prendeva a suo carico anche i loro parti spirituali … Ma per noi è in un liberalismo un poco pazzo che gioca l’avventura della tua grazia». La mia domanda, dunque, è se oggi non sia proprio da questa ultima forma di santità che il mondo – e per questo la Chiesa – ha bisogno di lasciarsi pro-vocare. Perché? Concludo, allora, la citazione di K. Rahner: «È possibile che ci attendano tempi di allontanamento, di persecuzione e di martirio, in cui la distinzione tra santi di una diastasi dell’umano e del cristiano e santi di una sintesi degli stessi diventi relativamente priva di importanza. Nella situazione in cui ancora viviamo, però, il tipo di santo della sintesi ha un significato e una forza di attrazione particolare. E a questo tipo apparteneva Pier Giorgio».
La canonizzazione di Pier Giorgio Frassati è stata annunciata per il prossimo 3 agosto in occasione del Giubileo dei giovani. Intanto forme di santità analoghe alla sua sono già allo studio del Dicastero delle Cause dei Santi. In questa Sede così singolare, qual è il Senato della Repubblica Italiana, ne citerò almeno due più recenti, che la riguardano da vicino. Penso a Enrico Medi, notissimo scienziato e pure della scienza divulgatore televisivo (chi ha la mia età ricorderà senz’altro la sua descrizione del primo allunaggio umano, il 21 luglio 1969), ma pure padre costituente e, per più mandati, Deputato della Repubblica. Il 23 maggio 2024 papa Francesco lo ha dichiarato venerabile. Penso pure ad Alcide De Gasperi, in più mandati Presidente del Consiglio e parlamentare fino al 1954, anno della sua morte. Il 28 febbraio scorso si è conclusa in Roma l’inchiesta diocesana per la sua beatificazione e canonizzazione e alcuni giorni fa tutta la documentazione è stata consegnata al Dicastero delle Cause dei Santi.
Sono testimonianze di cui nella Chiesa – e non in essa soltanto – c’è oggi bisogno. Sono forme di santità in cui vediamo senz’altro Pier Giorgio Frassati ed è sintomatico che oramai lo si unisca ai «santi sociali» della Torino di fine ‘800 e inizio ‘900. Sono forme di santità talmente «ordinarie» da essere «straordinarie» proprio per questo. Sempre K. Rahner, quando in un’intervista gli si domandava se conoscesse Pier Giorgio, rispose: «Se mi capiterà di vivere fino al giorno della sua beatificazione, potrei dire di aver conosciuto in vita un giovane elevato all’onore degli altari, insieme al quale avevo fatto dello sport nei boschi della Selva Nera»!
C’è, da ultimo, un’altra testimonianza, che a me sembra fatta apposta per Pier Giorgio, anche se giunge dal cardinale A.I. Schuster, che non lo ha conosciuto. Pochi giorni prima di morire egli disse ai suoi seminaristi: «Voi desiderate un ricordo da me. Altro ricordo non ho da darvi che un invito alla santità. La gente pare che non si lasci più convincere dalla nostra predicazione, ma di fronte alla santità, ancora crede, ancora si inginocchia e prega. La gente pare che viva ignara delle realtà soprannaturali, indifferente ai problemi della salvezza. Ma se un Santo autentico, o vivo o morto, passa, tutti accorrono al suo passaggio». Questo è avvenuto e avviene con Pier Giorgio Frassati.
Roma, Senato della Repubblica – Palazzo Giustiniani, 13 marzo 2025
Marcello Card. Semeraro