Omelia in memoria di San Pio da Petralcina

 

Come mangiare la carne del Signore

 

Omelia in memoria di san Pio da Pietrelcina

 

    1. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna (Gv 6,54). Queste parole di Gesù le risentiamo oggi, noi, diversamente da come l’udirono i suoi discepoli circa duemila anni. Col dono dello Spirito che guida la Chiesa nella conoscenza della verità tutta intera (cf. Gv 16,13) noi ne conosciamo il valore sacramentale. Sappiamo che quel corpo donato è stato risuscitato dai morti; sappiamo che quel sangue versato e sgorgato dal costato aperto del Signore, è il seme da cui siamo nati noi: era, infatti, il segno dello Spirito della nostra rinascita alla vera vita. «Ognuno muore solo», dice il titolo di un libro [di Hans Fallada] da Primo Levi indicato come «il libro più importante che sia mai stato scritto sulla resistenza tedesca al nazismo». Per Gesù è stato il contrario: mentre moriva solo sulla Croce, nasceva la Chiesa, il grembo materno dal quale siamo nati noi per una vita chiamata a fiorire in vita eterna. Gesù è morto come chicco di grano ed è risuscitato come spiga.

Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna. Meditiamo su questa parola di Gesù proprio quando stanno per essere deposti sull’altare il pane e il vino, frutti della terra e del lavoro dell’uomo. Per la forza trasformatrice dello Spirito diventeranno il corpo e il sangue del Signore. Ascoltiamo, allora, la parola di un padre della Chiesa, di san Bernardo, quando commenta l’affermazione di Gesù: Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna,

Domanda: «Vuoi davvero mangiare la carne del Figlio dell’uomo per avere la vita eterna?». Se lo vuoi veramente,

«per esserne degno, fai attenzione a tutto quello che egli ha sofferto per te e ricorda sempre tutto ciò che egli ha sofferto nel corpo e nell’anima, considera ogni cosa fino alla sua morte di Croce. Imitando il suo esempio anche tu offri te stesso come sacrificio gradito a Dio, come egli si è totalmente offerto per la tua salvezza. E da ultimo credi fermamente che il pane e il vino posti sull’altare e consacrati secondo l’intenzione della Chiesa nelle mani del sacerdote diventano davvero il corpo e il sangue di Cristo, mangiane con la massima devozione, con santo timore, con la coscienza purificata, con carità pura e con una fede autentica» (San Bernardo, Tractatus de corpore Domini: PL 182, 1150).

 

    2. Ho citato questo brano perché, in un giorno che ci ricorda il suo passaggio da questa vita terrena a quella del cielo, celebrando la Santa Messa ricordiamo san Pio da Pietrelcina. Davvero bella davvero la conclusione dei nostri Prefazi eucaristici, che dice: «E noi con gli angeli e con i santi esultanti cantiamo». Cantiamo gioiosi la lode al Signore ed oggi – giorno in cui la Chiesa ricorda san Giorgio, vogliamo ringraziarlo anche per il nostro Papa, di cui ricorre la festa onomastica. Il Signore lo conservi e lo sostenga perché ci guidi nelle sue vie.

Cantiamo esultanti anche insieme con san Pio. Egli è vissuto tanti anni nella mia terra di Puglia e fin da bambino ho sentito parlare di lui. Alla fine degli anni ’80, poi, mi accadde di dovere leggere migliaia di pagine di sua corrispondenza ma … queste sono altre cose. Anche per queste, però, sono sinceramente grato al parroco Mons. Bongiovanni per l’invito che mi ha rivolto. Sono contento di potere celebrare insieme con voi l’Eucaristia. Sono anche molto confortato dalla fraterna presenza del vescovo Daniele [Libanori], oltretutto membro della Congregazione delle Cause dei Santi, e dall’amicizia di d. Carmelo [Pellegrino], Promotore della Fede nel medesimo Dicastero.

Vi dicevo che ho scelto di leggervi alcuni passaggi di san Bernardo con l’intenzione di fare un riferimento a Padre Pio. In lui, difatti, possiamo trovarli tutti verificati e concretizzati. Se vuoi essere degno di mangiare la carne del Signore – diceva san Bernardo – fai attenzione a tutto quello che egli ha sofferto per te fino alla sua morte di Croce! Come, allora, il santo stigmatizzato del Gargano si avvicinava alla mensa Eucaristica? Risponde egli stesso: «C’è nella Messa tutto il Calvario».

È anche risaputo che non pochi dei suoi fenomeni mistici avvenivano proprio durante la celebrazione della Santa Messa, oppure durante i lunghi tempi di preparazione e di ringraziamento (spesso oltre un’ora) che la precedevano e seguivano. È noto, peraltro, che il dono delle stimmate visibili sulle mani e sui piedi Padre Pio lo ricevette il 20 settembre 1918 durante la preghiera di ringraziamento dopo la Messa, Anche così il nostro santo rivissuto la passione di Cristo. san Giovanni Paolo II commentò: «La Messa fu per lui la “fonte ed il culmine”, il perno ed il centro di tutta la sua vita e di tutta la sua opera» (Discorso ai religiosi alle religiose delle famiglie francescane. 3, San Giovanni Rotondo 23 maggio 1987).

 

    3. Questa santa Messa, carissimi, la stiamo celebrando nella «cinquantina pasquale», un tempo nel quale la Chiesa vuole aiutarci a rivivere spiritualmente quell’intervallo tra la risurrezione del Signore e il dono pentecostale dello Spirito. È, questo. il tempo degli incontri del Signore risorto coi suoi discepoli per confermarli nella fede in vista dell’invio missionario.

È il tempo in cui il Signore ci viene incontro per vie imprevedibile, come per Saulo che, come abbiamo ascoltato dalla proclamazione della prima Lettura (cf. At 9,1-9), fu strumento scelto per portare il nome di Gesù «dinanzi alle nazioni». Qualcosa di simile accadde anche a Padre Pio: anch’egli ebbe la sua cecità, la sua «notte oscura» che, però, lo avviava a riconoscere il Signore. Sono le meraviglie del Signore, «unica fonte di ogni santità, mirabile in tutti i suoi Santi» (cf. Dopo la Comunione della Messa di Tutti i Santi)!

Ci sono, però, strade quotidiane che il Signore percorre per venirci incontro ed una strada eminente è il sacramento della Santa Eucaristia. È, tutto sommato, la medesima strada percorsa dal Signore per incontrare san Pio da Pietrelcina. È la stessa strada che egli percorre per incontrare anche noi. San Bernardo, dunque, concludeva così il sermone che ho citato prima: «Ricordati che Colui che apparve ai santi apostoli nella sua vera carne, si manifesta a noi alla stessa maniera nel pane santo. Ed allora, come loro, pur vedendo soltanto la sua carne con gli occhi spirituali lo contemplavano come Dio, anche noi, vedendo [nella Messa] il pane e il vino consacrati, crediamo che sono il corpo e il sangue del Signore vivo e vero».

 

Roma, chiesa di San Salvatore in Lauro, 23 aprile 2021

Marcello Card. Semeraro