Omelia nella beatificazione di Stanisław Streich, sacerdote e martire

 

 

La Chiesa non è indebolita dalle persecuzioni, al contrario ne è rafforzata

Omelia nella beatificazione di Stanisław Streich, sacerdote e martire

 

1. Oggi per l’Arcidiocesi di Poznań è un giorno di festa e con lei si rallegra tutta la Chiesa in Polonia. La beatificazione di Stanisław Streich, sacerdote e martire della fede, apostolo di fraternità, benefattore del suo popolo, è motivo di gioia e di pace. Di quella gioia, di cui ha parlato il compianto Papa Francesco nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium all’inizio del suo Pontificato; della pace di Cristo risorto, che Papa Leone XIV ha annunciato al mondo, affacciandosi appena eletto dalla Loggia delle Benedizioni della Basilica di San Pietro.

La beatificazione che oggi celebriamo, fra le primissime di questo nuovo Pontificato, conferma ulteriormente che la Polonia è terra di santi e beati. Voglio ricordare San Giovanni Paolo II, che la Polonia ha donato a Roma come vescovo e successore di Pietro; Santa Faustina Kowalska, apostola della Divina Misericordia; il Beato Stefan Wyszyński, primate del Millennio; il Beato martire Jerzy Popiełuszko, interprete autentico della dottrina sociale della Chiesa. Una particolare menzione vorrei riservare alla devozione verso San Stanislao, che l’allora Card. Karol Wojtyla cantò in poesia come l’«uomo in cui la mia terra seppe di essere legata ai cieli» (Stanislao, 1978); la tradizione vuole che sia stato trucidato ai piedi dell’altare, mentre celebrava la Messa, proprio come è avvenuto, dopo molti secoli, per Stanisław Streich. La beatificazione odierna quindi si inserisce in questo ampio e glorioso contesto di figli e figlie della Polonia, del lontano passato o dei tempi più recenti.

2. «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore» (Gv 10, 11). Le parole del Vangelo che abbiamo ascoltato si applicano innanzitutto a Gesù, «il Pastore grande delle pecore» – come lo chiama la lettera agli Ebrei (Eb 13, 20). Su che cosa significhi «buono» è chiara l’affermazione di San Gregorio Magno: «Quando dice: “Io sono il buon pastore” Gesù spiega pure il tipo di bontà che noi dobbiamo imitare, ossia dare la vita per le proprie pecore. Quello che ha raccomandato Gesù lo ha pure fatto, mostrando con la propria vita ciò che ha comandato a noi» (cf. Omelie sui Vangeli 14,1: PL 76, 1127). Dare la vita è espressione di quell’amore, che più grande non può esistere (cf. Gv 15, 13) e che diventa, nel concreto, prendersi cura dell’altro, farsi carico di lui, spendere e spendersi per lui, fino al dono supremo della propria vita. È il cuore del mistero pasquale, il significato pieno della croce di Cristo.

L’immagine del buon pastore usata da Gesù conferisce poi un senso decisivo alla figura e alla testimonianza del nostro nuovo Beato. Nel suo impegno sacerdotale e pastorale, Don Streich ha preso Gesù come modello da imitare. Egli era un uomo che amava la vita, la viveva con semplicità e dignità, e soprattutto la spendeva con cuore lieto in favore delle comunità a lui affidate. Tale disposizione e risolutezza d’animo trovò poi il suo pieno compimento nel sacrificio di sé. Il martirio ha a che fare con l’essenza stessa del cristianesimo: nella morte dei martiri, e quindi nella morte di questo martire, si sono compiute le parole di Cristo: «Il chicco di grano, se muore, porta molto frutto» (cf. Gv 12, 24). Commenta San Leone Magno: «La Chiesa non è indebolita dalle persecuzioni, al contrario ne è rafforzata. La Chiesa è il campo del Signore, che si riveste di una messe sempre ricca, perché i grani, che cadono ad uno ad uno, rinascono moltiplicati» (Sermo 82, 6 A-B: PL 54, 426.).

3. Oggi possiamo dire che il Beato Stanisław Streich continua a parlare, non più dal pulpito della chiesa dove è stato barbaramente assassinato, ma dall’ambone della sua vita donata. La sua parola ci insegna a sperare e confidare in Dio, anche in mezzo alle sfide e alle prove del nostro tempo. Nella beatificazione a Varsavia di 108 martiri della seconda guerra mondiale, il 13 giugno 1999 San Giovanni Paolo II disse: «Mentre compiamo questo atto solenne, in un certo senso si ravviva in noi la certezza che, indipendentemente dalle circostanze, possiamo riportare la piena vittoria in ogni cosa, grazie a colui che ci ha amati (cf. Rm 8, 37). I beati martiri gridano ai nostri cuori: Credete che Dio è amore! Credetelo nel bene e nel male! Destate in voi la speranza! Che essa produca in voi il frutto della fedeltà a Dio in ogni prova!». Con la sua beatificazione, che avviene nel contesto di questo Anno giubilare dedicato alla speranza, il Beato Stanisław Streich ci insegna che là dove il male si fa più sentire, possiamo cercare di più Dio e il suo amore. Il male non è più quindi una obiezione, ma l’occasione di un rinnovato atto di fede: «Mio Dio, confido in te!». Vivere cristianamente le difficoltà significa opporsi al male con il bene: il bene della carità e del dono di sé, del perdono e della preghiera.

La vita donata del Beato Streich è richiamo quindi a vivere le relazioni fra noi «facendoci carico dell’altro», con i suoi bisogni e le sue difficoltà, anche se questo comporta la fatica della carità. Ogni volta che ci accogliamo a vicenda, che mettiamo da parte la diffidenza e il timore, che siamo disponibili a pagare di persona per il bene di altri, noi diventiamo «buoni pastori», come Gesù Cristo è stato il buon Pastore della nostra vita e come il nostro nuovo Beato di Lui è divenuto fedele immagine. Lo ha espresso bene Papa Leone XIV, nel suo primo Regina Caeli: «Chiediamo al Padre celeste di essere gli uni per gli altri, ciascuno in base al proprio stato, pastori “secondo il suo cuore” (cf. Ger 3,15), capaci di aiutarci a vicenda a camminare nell’amore e nella verità» (Regina Caeli, 11 maggio 2025).

4. Una parola di vita del Beato Streich è anche per voi sacerdoti, giovani e anziani, chiamati a vivere ed esercitare una paternità pastorale verso il gregge che vi è stato affidato. Lo sappiamo: questo nostro tempo talvolta è ostile all’annuncio del Vangelo. Per questo siamo chiamati a vivere come apostoli e missionari, non in terre lontane, ma nella nostra Europa, tradizionalmente cattolica dall’antichità. Abbiamo il compito di riproporre il messaggio di Cristo, perché parli all’uomo di oggi. Coraggio, dunque, ci dice il Beato Stanisław: non ci manchino la creatività e il coraggio, la libertà e la generosità, per andare in cerca di chi ancora oggi ha tanto bisogno di Cristo e della sua parola di verità. Mi piace ricordare con voi alcune parole di Papa Benedetto XVI: «L’Eucaristia deve diventare per noi una scuola di vita, nella quale impariamo a donare la nostra vita. (...) Proprio così, nell’essere utile, nell’essere una persona di cui c'è bisogno nel mondo, la nostra vita diventa importante e bella. Solo chi dona la propria vita, la trova» (Ordinazioni presbiterali, 7 maggio 2006).

5. Infine lasciate che rivolga una parola di ringraziamento all’Ecc.mo Mons. Stanisław Gądecki, ormai Arcivescovo Emerito di questa Chiesa. È stato lui che, in risposta alla richiesta di tanti fedeli, ha dato inizio alla Causa di beatificazione di Don Streich e lo ha portato al termine. Grazie, Eccellenza, per aver voluto far risplendere agli occhi di tutti l’esempio di questo Beato! Un grazie poi a S. E. Mons. Zbigniew Jan Zieliński, che proprio in questi giorni inizia il suo ministero pastorale in questa Arcidiocesi. Sono convinto, Eccellenza, che l’esempio e l’intercessione del Beato Streich la aiuteranno ad assumere ogni giorno del suo servizio a Poznań, parole e gesti, le sembianze di Cristo, buon pastore, per questo Santo Popolo di Dio.

6. Cari fratelli e sorelle! Ora che Stanisław Streich è beato, questa Chiesa sa di avere in lui un amico di Dio, cui affidare le proprie ansie e preoccupazioni, i propri desideri e le necessità. Pregatelo per le vostre famiglie e per i vostri cari. Chiedetegli di intercedere il dono di sante vocazioni al ministero ordinato e alla vita religiosa. Affidategli i malati, i poveri e tutte le persone bisognose. Domandiamogli insieme di parlare al cuore di Dio del nostro desiderio di pace per tutto il mondo e alle porte della nostra Europa.

Maria, Madre del buon pastore, interceda per tutti noi. Ci dia il gusto della santità, la «“misura alta” della vita cristiana ordinaria» di cui parlava San Giovanni Paolo II (cf. Novo Millennio Ineunte, 31.

Maria, Regina della Polonia, prega per noi.

Voi tutti Santi e Sante di questa terra, pregate per noi.

Beato Stanisław Streich, prega per noi.

 

Basilica Cattedrale metropolitana dei Santi Pietro e Paolo, Poznań (Polonia), 24 maggio 2025

 

Marcello Card. Semeraro