26 martiri Cappuccini di Barcellona

26 martiri Cappuccini di Barcellona

(†1936)

Beatificazione:

- 21 novembre 2015

- Papa  Francesco

Ricorrenza:

- Senza data (celebrazioni singole)

Federico da Berga e 25 compagni, sacerdoti e giovani professi e fratelli laici appartenenti all’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, martiri: perseguitati e uccisi in odio alla fede durante la guerra civile spagnola

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"I martiri cappuccini ci invitano a non serbare rancore né odio, ma a pregare, anzi ad amare" (Card. Angelo Amato)

 

Nel numero di coloro che per rimanere fedeli al Signore Gesù seppero rinunciare alla vita, si trovano alcuni religiosi dell’Ordine dei Frati Cappuccini della Provincia della Catalogna.

Nei giorni successivi alla celebrazione del Capitolo di quella Provincia, tenutosi a Santa Anna de Sarriá (Barcellona) nei giorni 14-16 luglio 1936, i Padri Guardiani diedero l’obbedienza ai frati di abbandonare le comunità e di nascondersi in case private per sfuggire alle violenze ormai diventate una vera e propria persecuzione.

Tra il 20 e il 24 luglio del 1936 otto dei nove conventi della Provincia di Catalogna che erano stati abbandonati, furono saccheggiati e incendiati.

Trentasei frati della Provincia trovarono la morte, ventisei sono quelli massacrati tra il 28 luglio 1936 e il 24 febbraio 1937 e iscritti nel presente Breve apostolico.

Il Servo di Dio Federico da Berga (al secolo: Martí Tarrés Puigpelat) e i XXV Compagni nel martirio, sacerdoti e laici professi dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, hanno dato testimonianza dell’amore a Cristo fino all’effusione del sangue e risplendono ora nella Chiesa e di fronte al mondo di gloria eterna.

Ecco i nomi di coloro che compongono questa candida schiera di martiri:

1. P. Frederic de Berga (Martí Tarrés Puigpelat) nacque a Berga (Barcellona) il 7 ottobre 1877. Emise la professione semplice nel 1897 e la solenne il 25 novembre 1900. Fu ordinato sacerdote il 24 giugno 1901. Fu arrestato nel febbraio 1937. Dichiaratosi sacerdote, fu e ucciso nella via dell’Arrabal, quartiere della Bonanova, la notte fra il 16 e il 17 febbraio 1937.

2. P. Modest de Mieres (Joan Bover Teixidó) nacque a Mieres (Gerona) 1’8 giugno 1876. Professò i voti solenni il 28 giugno 1902. Fu ordinato sacerdote il 20 luglio 1902. Venne arrestato e ucciso il 28 luglio 1936 dopo aver affermato con fierezza il suo sacerdozio.

3. P. Zacaries de Llorenç del Penedés (Sebastiá Sonet Romeu) nacque a Llorenç del Penedés (Tarragona) il 4 giugno 1884. Emise la professione solenne il 2 agosto 1903. Fu ordinato sacerdote in Colombia il 31 marzo 1907. Costretto a lavorare per qualche giorno nella cucina di un albergo, fu ucciso il 25 agosto 1936.

4. P. Remigi de Papiol (Esteve Santacana Armengol) nacque a Papiol (Barcellona) il 20 settembre 1885. Emise la professione solenne il 4 ottobre 1905. Fu ordinato sacerdote il 5 giugno 1909. Fu ucciso nel cimitero di Cardanyola del Vallès (Barcellona) il 24 gennaio 1937.

5. P. Anselm d’Olot (Laurentí Basil Matas) nacque a Olot (Girona) il 28 dicembre 1878. Emise la professione solenne il 20 ottobre 1907. Fu ordinato sacerdote il 13 giugno 1908. Fu arrestato e ucciso il 15 agosto 1936.

6. P. Benigne de Canet de Mar (Miquel Sagré Fornaguera) nacque a Canet de Mar il 15 maggio 1890. Emise la professione solenne il 15 agosto 1911. Fu ordinato sacerdote il 17 giugno 1916. Cercò rifugio di luogo in luogo finché il 19 agosto 1936 fu arrestato e ucciso nella strada di Horta (Barcellona).

7. P. Josep de Calella de la Costa (Joan Vila Colomé) nacque a Calella de la Costa (Barcellona) il 19 novembre 1880. Emise la professione solenne l’8 settembre 1903. Fu ordinato sacerdote il 19 marzo 1904. Fu arrestato il 9 settembre 1936 e, riconosciuto come religioso, venne ucciso lo stesso giorno.

8. P. Martí de Barcelona (Jaume Boguñá Casanova) nacque a Sant Andreu de Palomar (Barcellona) il 4 ottobre 1895. Emise la professione solenne il 18 aprile 1915. Fu ordinato sacerdote il 5 maggio 1918. Fu arrestato il 19 dicembre 1936 e ucciso nello stesso giorno nel cimitero di Montcada-Rexac.

9. P. Rafael Maria de Mataró (Francesc de Paula Soteras Culla) nacque a Mataró (Barcellona) il 12 aprile 1902. Emise la professione solenne il 13 aprile 1923. Fu ordinato sacerdote il 1° febbraio 1925. Arrestato a Barcellona il 1° agosto 1936, confessò di essere frate e fu ucciso.

10. P. Agustí de Montclar de Donzell (Josep Alsina Casas) nacque a Montclar de Donzell (Lleida) 1’8 dicembre 1907. Emise la professione solenne il 19 dicembre 1928. Fu ordinato sacerdote il 20 febbraio 1932. Venne arrestato e ucciso a Pedralbes il 12 agosto 1936.

11. P. Doroteu de Vilalba dels Arcs (Jordi Sampé Tarragó) nacque a Vilalba dels Arcs (Tarragona) il 14 gennaio 1908. Emise la professione solenne il 27 gennaio 1929. Fu ordinato sacerdote il 26 marzo 1932.Venne arrestato e ucciso il 19 dicembre 1936 nel cimitero di Montcada-Rexac.

12. P. Alexandre de Barcelona (Jaume Nájera Gherna) nacque a Barcellona il 25 luglio 1910. Emise la professione solenne il 27 luglio 1931. Fu ordinato sacerdote 1’11 marzo 1933. Venne ucciso nel cimitero di Montcasa-Rexac il 23 novembre 1936.

13. P. Tarsici de Miralcamp (Josep Vilalta Saumell) nacque a Miralcamp (Lleida) 1’11 giugno 1912. Emise la professione solenne il 14 marzo 1935. Fu ordinato sacerdote il 20 aprile 1935. La sua identità di religioso fu scoperta e dopo poco fu arrestato e ucciso a Lleida la notte fra il 19 e il 20 agosto 1936.

14. P. Vincenç de Besalú (Julià Gebrat Marcé) nacque a Besalú (Girona) il 15 giugno 1880. Emise la professione solenne 1’8 dicembre 1899. Fu ordinato sacerdote il 28 marzo 1903. Fu arrestato la mattina del 23 agosto 1936 e fu ucciso la sera stessa lungo la strada che conduce da Les Planes a Sant Aniol.

15. P. Timoteu de Palafrugell (Jesús Miquel Girbau) nacque a Palafrugell (Girona) il 24 marzo 1897. Emise la professione solenne il 17 settembre 1916. Fu ordinato sacerdote il 20 dicembre 1919. Riconosciuto come religioso e incarcerato, fu ucciso il 31 ottobre 1936.

16. Fr. Miquel de Bianya (Pelai Ayats Vergés) nacque a San Salvador de Bianya il 23 agosto 1915. Emise la professione semplice il 25 agosto 1931, ma non poté emettere la professione solenne perché l’odio del persecutore stroncò la sua esistenza all’età di soli ventuno anni. Era il 29 luglio 1936.

17. Fr. Jordi de Santa Pau (Manuel Collellmir Senties) nato a Santa Pau (Girona) il 7 giugno 1917. Emise i voti semplici il 29 agosto 1935 e fu ucciso a Barcellona dopo neppure un anno, il 29 luglio 1936, all’età di diciannove anni.

18. Fr. Bonaventura de Arroyo Cerezo (Tomás Díaz Díaz) nacque a Arroyo Cerezo (Valencia) il 7 marzo 1913. Emise la professione solenne e ricevette gli ordini minori nel maggio del 1936. Arrestato il 24 agosto 1936, fu ucciso il giorno successivo sulla strada per la Verneda (Barcellona).

19. Fr. Marçal del Penedès (Carles Canyes Santacana) nacque a Vilafranca del Penedès (Barcellona) il 16 aprile 1917. Emise la professione semplice il 25 luglio 1933. Fu ucciso a Pedralbes (Barcellona) per il solo fatto di essere religioso nella notte del 20 agosto 1936: aveva solo diciannove anni.

20. Fr. Eudald d’Igualada (Lluís Estruch Vives) nacque a Igualada (Barcellona) il 6 aprile 1918. Emise la prima professione il 9 settembre 1934. Fu arrestato dai miliziani la notte del 31 ottobre 1936 e ucciso il giorno seguente a Pobla de Claramunt. È la vittima più giovane avendo al momento della morte diciotto anni e sette mesi.

21. Fr. Paciá Maria de Barcelona (Francesc Maria Colomer Presas) nacque a Barcellona il 29 aprile 1916. Entrato fra i Cappuccini, emise la prima professione il 25 marzo 1936. Arrestato il 21 gennaio 1937, perché “apprendista frate”, fu ucciso nel cimitero di Cerdanyola del Vallès (Barcellona) il 24 febbraio 1937.

22. Fr. Ángel de Ferreries (Josep Coll Martí) nacque a Ferreries nell’isola di Menorca l’11 febbraio 1905. Emise la professione come fratello laico l’8 novembre 1923 e la solenne il 9 novembre 1927. Fu arrestato nel rifugio dove si trovava dopo l’ordine dei superiori di lasciare il convento di Sarriá e ucciso il 28 luglio 1936.

23. Fr. Cebrià de Terrassa (Ramon Gros Ballvé) nacque a Terrassa (Barcellona) il 23 gennaio 1871. Emise la professione solenne il 13 ottobre 1898. Riconosciuto come frate, fu ucciso il 29 luglio 1936 a Barcellona.

24. Fr. Eloi de Bianya (Joan Ayats Plantalech) nacque a San Salvador de Bianya (Girona) il 4 giugno 1875 e fu battezzato lo stesso giorno. Emise la professione solenne il 26 giugno 1904. Riconosciuto e arrestato con altri confratelli, venne ucciso il 29 luglio 1936.

25. Fr. Prudenci de Pomar de Cinca (Gregori Charlez Ribera) nacque a Pomar de Cinca (Huesca) il 17 novembre 1875. Emise i voti solenni il 6 febbraio 1905. Era quasi cieco quando dovette lasciare il convento di Arenys de Mar e cercare rifugio. Fu arrestato il 28 luglio 1936 e lo stesso giorno ucciso ai confini di Arenys du Mont.

26. Fr. Félix de Tortosa (Joan Bonavida Dellà) nacque a Tortosa (Tarragona) il 2 aprile 1894. Emise i voti solenni il 23 gennaio 1926. Fu ucciso ai confini di Santa Maria Palafolls il 1° agosto 1936 proclamando che moriva per Cristo. 

PAPA FRANCESCO

ANGELUS

Piazza San Pietro
Domenica, 22 novembre 2015

 

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

In questa ultima domenica dell’anno liturgico, celebriamo la solennità di Cristo Re. E il Vangelo di oggi ci fa contemplare Gesù mentre si presenta a Pilato come re di un regno che «non è di questo mondo» (Gv 18,36). Questo non significa che Cristo sia re di un altro mondo, ma che è re in un altro modo, eppure è re in questo mondo. Si tratta di una contrapposizione tra due logiche. La logica mondana poggia sull’ambizione, sulla competizione, combatte con le armi della paura, del ricatto e della manipolazione delle coscienze. La logica del Vangelo, cioè la logica di Gesù, invece si esprime nell’umiltà e nella gratuità, si afferma silenziosamente ma efficacemente con la forza della verità. I regni di questo mondo a volte si reggono su prepotenze, rivalità, oppressioni; il regno di Cristo è un «regno di giustizia, di amore e di pace» (Prefazio).

Gesù si è rivelato re quando? Nell’evento della Croce! Chi guarda la Croce di Cristo non può non vedere la sorprendente gratuità dell’amore. Qualcuno di voi può dire: “Ma, Padre, questo è stato un fallimento!”. E’ proprio nel fallimento del peccato - il peccato è un fallimento - nel fallimento delle ambizioni umane, lì c’è il trionfo della Croce, c’è la gratuità dell’amore. Nel fallimento della Croce si vede l’amore, questo amore che è gratuito, che Gesù ci dà. Parlare di potenza e di forza, per il cristiano, significa fare riferimento alla potenza della Croce e alla forza dell’amore di Gesù: un amore che rimane saldo e integro, anche di fronte al rifiuto, e che appare come il compimento di una vita spesa nella totale offerta di sé in favore dell’umanità. Sul Calvario, i passanti e i capi deridono Gesù inchiodato alla croce, e gli lanciano la sfida: «Salva te stesso scendendo dalla croce!» (Mc 15,30). “Salva te stesso!”. Ma paradossalmente la verità di Gesù è proprio quella che in tono di scherno gli scagliano addosso i suoi avversari: «Non può salvare sé stesso!» (v. 31). Se Gesù fosse sceso dalla croce, avrebbe ceduto alla tentazione del principe di questo mondo; invece Lui non può salvare sé stesso proprio per poter salvare gli altri, proprio perché ha dato la sua vita per noi, per ognuno di noi. Dire: “Gesù ha dato la vita per il mondo” è vero, ma è più bello dire: “Gesù ha dato la sua vita per me”. E oggi in piazza, ognuno di noi, dica nel suo cuore: “Ha dato la sua vita per me”, per poter salvare ognuno di noi dai nostri peccati.

E questo chi lo ha capito? Lo ha capito bene uno dei due malfattori che sono crocifissi con Lui, detto il “buon ladrone”, che Lo supplica: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno» (Lc 23,42). Ma questo era un malfattore, era un corrotto ed era lì condannato a morte proprio per tutte le brutalità che aveva fatto nella sua vita. Ma ha visto nell’atteggiamento di Gesù, nella mitezza di Gesù l’amore. E questa è la forza del regno di Cristo: è l’amore. Per questo la regalità di Gesù non ci opprime, ma ci libera dalle nostre debolezze e miserie, incoraggiandoci a percorrere le strade del bene, della riconciliazione e del perdono. Guardiamo la Croce di Gesù, guardiamo il buon ladrone e diciamo tutti insieme quello che ha detto il buon ladrone: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Tutti insieme: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Chiedere a Gesù, quando noi ci vediamo deboli, peccatori, sconfitti, di guardarci e dire: “Tu sei lì. Non ti dimenticare di me!”.

Di fronte alle tante lacerazioni nel mondo e alle troppe ferite nella carne degli uomini, chiediamo alla Vergine Maria di sostenerci nel nostro impegno di imitare Gesù, nostro re, rendendo presente il suo regno con gesti di tenerezza, di comprensione e di misericordia. 

Dopo l'Angelus:

Ieri, a Barcellona, sono stati proclamati Beati Federico da Berga e venticinque compagni martiri, uccisi in Spagna durante la feroce persecuzione contro la Chiesa nel secolo scorso. Si tratta di sacerdoti, giovani professi in attesa di ordinazione e fratelli laici appartenenti all’Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Affidiamo alla loro intercessione i tanti nostri fratelli e sorelle che purtroppo ancora oggi, in diverse parti del mondo, sono perseguitati a causa della fede in Cristo.

Saluto tutti voi pellegrini, venuti dall’Italia e da diversi Paesi: le famiglie, i gruppi parrocchiali, le associazioni. In particolare saluto quelli del Messico, dell’Australia e di Paderborn (Germania). Saluto i fedeli di Avola, Mestre, Foggia, Pozzallo, Campagna e della Val di Non; come pure i gruppi musicali – che ho sentito! - che festeggiano Santa Cecilia, patrona del canto e della musica. Dopo l’Angelus fatevi sentire, perché suonate bene!

Mercoledì prossimo inizierò il viaggio in Africa, per visitare Kenya, Uganda e la Repubblica Centrafricana. Chiedo a tutti voi di pregare per questo viaggio, affinché sia per tutti questi cari fratelli, e anche per me, un segno di vicinanza e d’amore. Chiediamo insieme alla Madonna di benedire queste care terre, affinché ci sia in esse la pace e la prosperità.

Recita Ave Maria

A tutti auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!