Cándida María de Jesús

Cándida María de Jesús

(1845-1912)

Beatificazione:

- 12 maggio 1996

- Papa  Giovanni Paolo II

Canonizzazione:

- 17 ottobre 2010

- Papa  Benedetto XVI

- Piazza San Pietro

Ricorrenza:

- 9 agosto

Vergine, fondò la Congregazione delle Figlie di Gesù per collaborare nell’opera di formazione cristiana dei fanciulli

  • Biografia
  • Omelia
  • la vicinanza a Dio
  • omelia di beatificazione
"Io, soltanto per Dio; Quanto maggiore è la mia miseria, tanto più spero nella misericordia di Dio"

 

« Io, soltanto per Dio » rispose Giovanna Giuseppa Cipitria y Barriola al dono meraviglioso della prima chiamata. «Quaranta anni di vita religiosa e quaranta anni tutti per Dio» poté dire e sentirsi «tranquillissimamente tranquilla » quando un’altra chiamata, l’ultima, la invitava all’unione con Dio definitiva e per sempre gioiosa.

Sono due espressioni che inquadrano tutta la sua vita. Una vita iniziata all’alba del 31 maggio 1845 nel casale di Berrospe, ad Andoain (Guipúzcoa), Spagna, ed arrivata al suo termine il 9 agosto 1912, a Salamanca. L’8 dicembre 1871, Giovanna Giuseppa, come Fondatrice Madre Candida Maria di Gesù, aveva iniziato proprio a Salamanca la fondazione di una Congregazione nuova per l’educazione cristiana dell’infanza e della gioventù e per la promozione della donna.

Lo stesso giorno della sua nascita, la primogenita di Giovanni Michele, tessitore, e di Maria Gesù ricevette il battesimo nella chiesa parrocchiale di San Martino. Il 5 novembre 1848, le fu amministrato anche il sacramento della confermazione. All’età di dieci anni, ricevette la sua prima comunione nella parrocchia di Santa Maria di Tolosa. Quella prima comunione aveva lasciato in lei una tale gioia dell’incontro con Gesù, che quando nell’ora della sua morte le chiederanno se volesse riceverlo per l’ultima volta, risponderà con tanto vigore: «Come? Se voglio? Non una, ma mille volte se fosse possibile! »

La sua condizione semplice, la sua scarsa preparazione intellettuale, la mancanza di mezzi economici e di aiuti materiali all’inizio della fondazione e durante tutta la sua vita, mettono in evidenza che è stata la corrispondenza fiduciosa alla chiamata di Dio a fare di lei uno strumento adatto per la missione per la quale era stata prescelta. Con l’apertura di scuole per bambini e ragazze di tutte le categorie sociali — in un tempo in cui pretendere tale integrazione sembrava un’utopia — e di scuole domenicali per lavoratrici e domestiche, la Madre Candida inserisce la Congregazione delle Figlie di Gesù nel progetto pastorale della Chiesa del suo tempo. Una Chiesa che soffre, nel secolo XIX, per il progredire incontrollato del liberalismo in Spagna, come accadeva in tutta Europa.

La sua spiritualità traeva alimento dagli Esercizi di S. Ignazio. Con la colaborazione del P. Herranz, S.I., scrisse le Costituzioni per la sua famiglia religiosa. Nel desiderio di dare stabilità alla sua opera, si recó a Roma per ottenere l’approvazione pontificia, che le venne concessa dal Papa Leone XIII il 18 settembre 1902.

CAPPELLA PAPALE
PER LA CANONIZZAZIONE DEI BEATI:

STANISŁAW KAZIMIERCZYK SOŁTYS (1433 - 1489)
ANDRÉ (Alfred) BESSETTE (1845 - 1937)
CÁNDIDA MARÍA DE JESÚS (Juana Josefa) CIPITRIA y BARRIOLA (1845 - 1912)
MARY OF THE CROSS (Mary Helen) MacKILLOP (1842 - 1909)
GIULIA SALZANO (1846 - 1929)
BATTISTA CAMILLA DA VARANO (1458 - 1524)

 

OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Piazza San Pietro
Domenica, 17 ottobre 2010

 

Cari fratelli e sorelle!

Si rinnova oggi in Piazza San Pietro la festa della santità. Con gioia rivolgo il mio cordiale benvenuto a voi che siete giunti, anche da molto lontano, per prendervi parte. Un particolare saluto ai Cardinali, ai Vescovi e ai Superiori Generali degli Istituti fondati dai nuovi Santi, come pure alle Delegazioni ufficiali e a tutte le Autorità civili. Insieme cerchiamo di accogliere quanto il Signore ci dice nelle sacre Scritture poc’anzi proclamate. La liturgia di questa domenica ci offre un insegnamento fondamentale: la necessità di pregare sempre, senza stancarsi. Talvolta noi ci stanchiamo di pregare, abbiamo l’impressione che la preghiera non sia tanto utile per la vita, che sia poco efficace. Perciò siamo tentati di dedicarci all’attività, di impiegare tutti i mezzi umani per raggiungere i nostri scopi, e non ricorriamo a Dio. Gesù invece afferma che bisogna pregare sempre, e lo fa mediante una specifica parabola (cfr Lc 18,1-8).

Questa parla di un giudice che non teme Dio e non ha riguardo per nessuno, un giudice che non ha atteggiamento positivo, ma cerca solo il proprio interesse. Non ha timore del giudizio di Dio e non ha rispetto per il prossimo. L’altro personaggio è una vedova, una persona in una situazione di debolezza. Nella Bibbia, la vedova e l’orfano sono le categorie più bisognose, perché indifese e senza mezzi. La vedova va dal giudice e gli chiede giustizia. Le sue possibilità di essere ascoltata sono quasi nulle, perché il giudice la disprezza ed ella non può fare nessuna pressione su di lui. Non può nemmeno appellarsi a principi religiosi, poiché il giudice non teme Dio. Perciò questa vedova sembra priva di ogni possibilità. Ma lei insiste, chiede senza stancarsi, è importuna, e così alla fine riesce ad ottenere dal giudice il risultato. A questo punto Gesù fa una riflessione, usando l’argomento a fortiori: se un giudice disonesto alla fine si lascia convincere dalla preghiera di una vedova, quanto più Dio, che è buono, esaudirà chi lo prega. Dio infatti è la generosità in persona, è misericordioso, e quindi è sempre disposto ad ascoltare le preghiere. Pertanto, non dobbiamo mai disperare, ma insistere sempre nella preghiera.

La conclusione del brano evangelico parla della fede: «Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?» (Lc 18,8). E’ una domanda che vuole suscitare un aumento di fede da parte nostra. E’ chiaro infatti che la preghiera dev’essere espressione di fede, altrimenti non è vera preghiera. Se uno non crede nella bontà di Dio, non può pregare in modo veramente adeguato. La fede è essenziale come base dell’atteggiamento della preghiera. E’ quanto hanno fatto i sei nuovi Santi che oggi vengono proposti alla venerazione della Chiesa universale: Stanisław Sołtys, André Bessette, Cándida María de Jesús Cipitria y Barriola, Mary of the Cross MacKillop, Giulia Salzano e Battista Camilla Varano.

Święty Stanisław Kazimierczyk, zakonnik z XV wieku, i dla nas może być przykładem i orędownikiem. Całe Jego życie było związane z Eucharystią. Najpierw przez kościół Bożego Ciała na Kazimierzu w dzisiejszym Krakowie, gdzie u boku matki i ojca uczył się wiary i pobożności; gdzie złożył śluby zakonne u Kanoników Regularnych; gdzie pracował jako kapłan, wychowawca, opiekun potrzebujących. Przede wszystkim jednak był związany z Eucharystią przez żarliwą miłość do Chrystusa obecnego pod postaciami chleba i wina; przez przeżywanie tajemnicy Jego śmierci i zmartwychwstania, która w sposób bezkrwawy dokonuje się we Mszy św.; przez praktykę miłości bliźniego, której źródłem i znakiem jest Komunia.

[Traduzione: San Stanisław Kazimierczyk, religioso del XV secolo, può essere anche per noi esempio e intercessore. Tutta la sua vita era legata all’Eucaristia. Anzitutto nella chiesa del Corpus Domini in Kazimierz, nell’odierna Cracovia, dove, accanto alla madre e al padre, imparò la fede e la pietà; dove emise i voti religiosi presso i Canonici Regolari; dove lavorò come sacerdote, educatore, attento alla cura dei bisognosi. In modo particolare, però, era legato all’Eucaristia attraverso l’ardente amore per Cristo presente sotto le specie del pane e del vino; vivendo il mistero della morte e della risurrezione, che in modo incruento si compie nella Santa Messa; attraverso la pratica dell’amore al prossimo, del quale fonte e segno è la Comunione.]

Frère André Bessette, originaire du Québec, au Canada, et religieux de la Congrégation de la Sainte-Croix, connut très tôt la souffrance et la pauvreté. Elles l’ont conduit à recourir à Dieu par la prière et une vie intérieure intense. Portier du collège Notre Dame à Montréal, il manifesta une charité sans bornes et s’efforça de soulager les détresses de ceux qui venaient se confier à lui. Très peu instruit, il a pourtant compris où se situait l’essentiel de sa foi. Pour lui, croire signifie se soumettre librement et par amour à la volonté divine. Tout habité par le mystère de Jésus, il a vécu la béatitude des cœurs purs, celle de la rectitude personnelle. C’est grâce à cette simplicité qu’il a permis à beaucoup de voir Dieu. Il fit construire l’Oratoire Saint Joseph du Mont Royal dont il demeura le gardien fidèle jusqu’à sa mort en 1937. Il y fut le témoin d’innombrables guérisons et conversions. «Ne cherchez pas à vous faire enlever les épreuves» disait-il, «demandez plutôt la grâce de bien les supporter». Pour lui, tout parlait de Dieu et de sa présence. Puissions-nous, à sa suite, rechercher Dieu avec simplicité pour le découvrir toujours présent au cœur de notre vie! Puisse l’exemple du Frère André inspirer la vie chrétienne canadienne!

Cuando el Hijo del Hombre vendrá para hacer justicia a los elegidos, ¿encontrará esta fe en la tierra? (cf. Lc 18,18). Hoy podemos decir que sí, con alivio y firmeza, al contemplar figuras como la Madre Cándida María de Jesús Cipitria y Barriola. Aquella muchacha de origen sencillo, con un corazón en el que Dios puso su sello y que la llevaría muy pronto, con la guía de sus directores espirituales jesuitas, a tomar la firme resolución de vivir «sólo para Dios». Decisión mantenida fielmente, como ella misma recuerda cuando estaba a punto de morir. Vivió para Dios y para lo que Él más quiere: llegar a todos, llevarles a todos la esperanza que no vacila, y especialmente a quienes más lo necesitan. «Donde no hay lugar para los pobres, tampoco lo hay para mí», decía la nueva Santa, que con escasos medios contagió a otras Hermanas para seguir a Jesús y dedicarse a la educación y promoción de la mujer. Nacieron así las Hijas de Jesús, que hoy tienen en su Fundadora un modelo de vida muy alto que imitar, y una misión apasionante que proseguir en los numerosos países donde ha llegado el espíritu y los anhelos de apostolado de la Madre Cándida.

“Remember who your teachers were – from these you can learn the wisdom that leads to salvation through faith in Christ Jesus.” For many years countless young people throughout Australia have been blessed with teachers who were inspired by the courageous and saintly example of zeal, perseverance and prayer of Mother Mary McKillop. She dedicated herself as a young woman to the education of the poor in the difficult and demanding terrain of rural Australia, inspiring other women to join her in the first women’s community of religious sisters of that country. She attended to the needs of each young person entrusted to her, without regard for station or wealth, providing both intellectual and spiritual formation. Despite many challenges, her prayers to Saint Joseph and her unflagging devotion to the Sacred Heart of Jesus, to whom she dedicated her new congregation, gave this holy woman the graces needed to remain faithful to God and to the Church. Through her intercession, may her followers today continue to serve God and the Church with faith and humility!

Nella seconda metà del secolo XIX, in Campania, nel sud dell’Italia, il Signore chiamò una giovane maestra elementare, Giulia Salzano, e ne fece un’apostola dell’educazione cristiana, fondatrice della Congregazione delle Suore Catechiste del Sacro Cuore di Gesù. Madre Giulia comprese bene l’importanza della catechesi nella Chiesa, e, unendo la preparazione pedagogica al fervore spirituale, si dedicò ad essa con generosità e intelligenza, contribuendo alla formazione di persone di ogni età e ceto sociale. Ripeteva alle sue consorelle che desiderava fare catechismo fino all’ultima ora della sua vita, dimostrando con tutta se stessa che se “Dio ci ha creati per conoscerLo, amarLo e servirLo in questa vita”, nulla bisognava anteporre a questo compito. L’esempio e l’intercessione di santa Giulia Salzano sostengano la Chiesa nel suo perenne compito di annunciare Cristo e di formare autentiche coscienze cristiane.

Santa Battista Camilla Varano, monaca clarissa del XV secolo, testimoniò fino in fondo il senso evangelico della vita, specialmente perseverando nella preghiera. Entrata a 23 anni nel monastero di Urbino, si inserì da protagonista in quel vasto movimento di riforma della spiritualità femminile francescana che intendeva recuperare pienamente il carisma di santa Chiara d’Assisi. Promosse nuove fondazioni monastiche a Camerino, dove più volte fu eletta abbadessa, a Fermo e a San Severino. La vita di santa Battista, totalmente immersa nelle profondità divine, fu un’ascesa costante nella via della perfezione, con un eroico amore verso Dio e il prossimo. Fu segnata da grandi sofferenze e mistiche consolazioni; aveva deciso infatti, come scrive lei stessa, di “entrare nel Sacratissimo Cuore di Gesù e di annegare nell’oceano delle sue acerbissime sofferenze”. In un tempo in cui la Chiesa pativa un rilassamento dei costumi, ella percorse con decisione la strada della penitenza e della preghiera, animata dall’ardente desiderio di rinnovamento del Corpo mistico di Cristo.

Cari fratelli e sorelle, rendiamo grazie al Signore per il dono della santità, che risplende nella Chiesa e oggi traspare sul volto di questi nostri fratelli e sorelle. Gesù invita anche ciascuno di noi a seguirlo per avere in eredità la vita eterna. Lasciamoci attrarre da questi esempi luminosi, lasciamoci guidare dai loro insegnamenti, perché la nostra esistenza sia un cantico di lode a Dio. Ci ottengano questa grazia la Vergine Maria e l’intercessione dei sei nuovi Santi che oggi con gioia veneriamo. Amen.

Tutta la vita della Madre Candida Maria di Gesù fu invasa dall’esperienza e dal senso della vicinanza di Dio, dell’amore personale per il Cristo. Una vita permeata da virtù soprannaturali e doni dello Spirito Santo, che riceve sempre in profondità, con autentica sapienza. Senza questo forte senso soprannaturale é inspiegabile il lavoro che svolse, le opere intraprese e le sofferenze sopportate. Seppe sempre proclamare la sua fede, la sua speranza e il suo amore a Dio con l’atteggiamento di chi non si lamenta del presente e non si inquieta per il futuro.

Una caratteristica ben precisa della sua spiritualità è la fiducia. Mai il dubbio ha turbato la sicurezza della Madre Candida Maria di Gesù nella potenza e fedeltà di Dio. Poggiata sulla convinzione della sua piccolezza, scrive: «Quanto maggiore è la mia miseria, tanto più spero nella misericordia di Dio». Ha saputo sempre proclamare la sua speranza con la generosità gioiosa di chi si abbandona nelle mani del Padre in cui crede e spera: «È posta nelle mani di Dio la nostra causa. Siamo Figlie di Gesù. Egli ci difenderà da ogni male. Questa è nostra speranza e non saremo deluse ». La sua espressione: «Non confido su di me e pongo tutta la mia speranza in Te, carissima Madre mia» manifesta la sua fiducia anche nella Madonna, « Stella del nostro cammino ».

Nella sua vita soprannaturale emerge il suo spirito di orazione. Si potrebbe dire che è un’ anima contemplativa, che prega sempre e dedica molto tempo a lodare, chiedere, ringraziare, Dio nostro Padre. A questo spirito cercherà di educare le sue figlie e le giovani nelle sue scuole.

Tutto quanto faceva nella vita era per la gloria di Dio e così chiede nella Formula: «Promuovere la gloria di Dio ed il bene del nostro prossimo, più che il nostro proprio benessere o utilità temporale ». Il modo nell’orientare la sua vita a Dio, il modo di consigliare e di consigliarsi, manifestano l’alto grado di prudenza soprannaturale raggiunto dalla Madre Candida.

L’universalismo del suo carisma, « per insegnare alle alunne interne ed esterne, ricche e povere, qui e là, dove la maggior gloria di Dio lo richiede » era e continua ad essere un impegno che merita di essere considerato come un’intuizione di quella che oggi chiamiamo « giustizia sociale ».

In mezzo alle prove e alle sofferenze, ebbe la fortezza di mantenersi serena ed essere così testimone della potenza di Dio. Aveva nel cuore quella convinzione che ripeteva con tanta sincerità: «Senza croce non si va da nessuna parte; vengano croci e si faccia la volontá di Dio».

Nella sequela di Cristo che «essendo ricco, si fece povero per noi » (2 Cor 8, 29), sono ben evidenti i segni del suo distacco dai beni materiali per donarli ai poveri: «Dove non c’è posto per i miei poveri, non c’è posto neppure per me» ha risposto una volta mentre era domestica a Burgos. Numerosi testimoni affermano che visse nella povertà, amò la povertà, senza mai lamentarsi della povertà personale e agendo sempre con la mentalità del povero (Vita Consecrata). È noto il suo grande amore per la virtù della castità, che la spingeva a dire: «Teniamo un cuore grande, generoso, tutto per Dio e solo per Dio ». Ebbe grande rispetto per l’Autorità ecclesiastica, rappresentata dai suoi confessori e direttori spirituali, e più ancora per i Vescovi e il Sommo Pontefice, in una obbedienza cieca e filiale per « sentire con la Chiesa ». Anche per lei, come per santa Teresa di Gesù, la sua gloria più grande è stata quella di essere figlia della Chiesa.

Come Fondatrice e Superiora Generale, « fu guida per le altre animandole a seguire le orme di Gesù» (Lettera 458) e, docile alla volontà di Dio nel compimento della sua missione, esercitò la sua autorità con spirito di servizio alle sorelle «cercando sempre di obbedire come figlie al piano del Padre ». (Il servizio dell’autorità e l’obbedienza, 5)

La fama di santità che la Madre Candida Maria di Gesù godeva già durante la sua vita continuò a crescere nel tempo. Il 6 luglio 1993 Giovanni Paolo II riconosce l’eroicità delle sue virtù e il 12 maggio 1996 la beatifica a Roma.

Oggi la Congregazione da lei fondata è presente in 17 paesi di Europa, Africa, America ed Asia, portando ad uomini e donne del nostro tempo il messaggio liberatore di Gesù e la testimonianza di un cammino aperto alla santità.

 CAPPELLA PAPALE PER LA BEATIFICAZIONE DI SEI SERVI DI DIO

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Sagrato della Basilica Vaticana - Domenica, 12 maggio 1996

 

"Se mi amate osserverete i miei comandamenti" (cf. Gv 14, 15).

1. Quest’oggi, sesta domenica del tempo di Pasqua, la Chiesa ci invita a lodare Dio, confermando con la solenne liturgia di Beatificazione la venerazione verso i Servi di Dio Alfredo Ildefonso Schuster, Filippo Smaldone, Gennaro Maria Sarnelli, Maria Raffaella Cimatti, Cándida María de Jesús Cipitria y Barriola, María Antonia Bandrés y Elósegui.

È ad essi che si riferiscono le parole dell’odierno Vangelo: "Se mi amate osserverete i miei comandamenti". I nuovi Beati hanno osservato la Parola di Cristo e in questo modo Gli hanno dimostrato il loro amore (cf. Gv 14, 15 . 21 ).Si è compiuto in loro quanto il Signore aveva promesso ai discepoli: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" ( Gv 14, 23 ).Questi Servi di Dio furono tempio vivente della Santissima Trinità; adesso si trovano nella sua dimora per l’eternità: "In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi" ( Gv 14,20 ).Hanno adorato Cristo nei loro cuori, come insegna san Pietro, "pronti sempre a rispondere" a chiunque domandasse ragione della speranza che "era in loro". Con dolcezza, rispetto e retta coscienza si sono dimostrati pronti - se questa era la volontà di Dio - a "soffrire operando il bene", piuttosto che fare il male (cf. 1 Pt 3, 15-17 ).Quanto annuncia la liturgia pasquale si è in loro pienamente attuato, secondo la specifica vocazione di ciascuno.

2. "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui Gv 14,23 ); (cf. Canto al Vangelo).L’amore per Cristo, espresso in un instancabile servizio alla Chiesa, costituisce il cuore della spiritualità e della attività apostolica di Alfredo Ildefonso Schuster, per lunghi anni infaticabile Pastore dell’Arcidiocesi di Milano. "Uomo di preghiera, di studio e d’azione - lo definì Mons. Giovanni Battista Montini nel discorso tenuto in occasione dell’ingresso nell’Arcidiocesi -, di non altro sollecito che della salvezza spirituale del suo popolo" ("Rivista diocesana Milanese", gennaio 1955, 9).Lo spirito di preghiera e di contemplazione, proprio della tradizione benedettina nella quale era stato formato, animò il suo ministero pastorale. La spiritualità monastica, sorretta dalla quotidiana meditazione della Sacra Scrittura, venne così come dilatata sia nell’attiva collaborazione con la Santa Sede sia nel generoso servizio alla Comunità Ambrosiana, "da lui sino alla fine edificata e confortata con la celebrazione assidua e devota dei Sacri Misteri e l’esempio di una vita limpida e coerente" ("Messale ambrosiano", Prefazio della memoria).Il Cardinale Schuster offrì al Clero milanese un luminoso esempio di come possano essere armonizzate la contemplazione e l’azione pastorale. Egli continua ancora oggi ad indicare ad ogni sacerdote e ad ogni persona chiamata a lavorare nella vigna del Signore, il supremo valore dell’amore verso Dio, fondamento della comunione fraterna e dell’apostolato. "Alla fine - egli scrisse - ciò che conta per la vera grandezza della Chiesa e dei suoi figli è l’amore" (Scritti, p. 27)

3. "Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui" ( Gv 14, 21 ). La carità verso Dio e verso il prossimo è stata intensamente vissuta ed incarnata anche dal sacerdote leccese Filippo Smaldone, la cui esistenza fu contrassegnata da costante attenzione verso i poveri e da straordinario slancio apostolico. Questo grande testimone della carità intuì di dover adempiere la propria missione nel Mezzogiorno d’Italia, rivolgendosi in modo particolare alla cura ed alla educazione dei non udenti per inserirli attivamente nella società.La sua intensa e solida spiritualità sacerdotale, nutrita di preghiera, di meditazione e di penitenza anche corporale, lo spinse ad un servizio sociale aperto a quelle intuizioni precorritrici che l’autentica carità pastorale sa suscitare.Questo generoso Sacerdote, perla del Clero meridionale, fondatore delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori, impegnate in modo prioritario nell’educazione dei Sordomuti, viene oggi proposto alla venerazione della Chiesa universale, affinché tutti i fedeli, seguendone l’esempio, sappiano testimoniare il Vangelo della carità nel nostro tempo, in particolare mediante la sollecitudine verso i più bisognosi.

4. "Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori" ( 1 Pt 3, 15 ). Queste parole della Lettera di san Pietro ben pongono in luce l’intensa e feconda attività apostolica che Gennaro Maria Sarnelli, Redentorista, svolse sia attraverso la predicazione al popolo che con i numerosi scritti. L’intima comunione personale che egli intratteneva con Cristo fu la costante sorgente del suo instancabile zelo pastorale.La sua vicenda umana e religiosa, come quella di sant’Alfonso Maria de Liguori di cui fu amico e collaboratore, si espresse in modo particolare, in una spiccata sensibilità verso i poveri, avvicinati ed accolti nella luce della loro realtà di figli di Dio.La sua fu un’azione evangelizzatrice caratterizzata da grande dinamismo: egli seppe conciliare l’impegno missionario con l’attività di scrittore e col ministero, non meno impegnativo, di consigliere e guida spirituale. Pur procedendo secondo gli schemi culturali del tempo, il nuovo Beato non trascurò mai di cercare forme rinnovate di evangelizzazione per rispondere alle sfide emergenti. E per questo, pur essendo vissuto in un periodo storico sotto molti aspetti distante dal nostro, Gennaro Maria Sarnelli può essere indicato alla comunità cristiana di oggi, alle soglie del nuovo millennio, quale esempio di apostolo aperto ad accogliere ogni utile innovazione per un annuncio più incisivo del perenne messaggio della salvezza.

5. "Sia benedetto Dio... non mi ha negato la sua misericordia" ( Sal 65, 20 ). La Misericordia divina è la chiave di lettura della spiritualità semplice e profonda di Maria Raffaella Cimatti, religiosa delle Suore Ospedaliere della Misericordia. Alla infinita misericordia di Dio, di cui parla il salmista, ella ispirò la sua azione, specialmente nel servizio ai poveri ed ai sofferenti. Questa donna, che oggi viene elevata agli onori degli altari, consumò se stessa nella totale consacrazione a Dio e nel silenzioso e diuturno servizio agli ammalati. Visse con spirito di sacrificio e con sempre pronta disponibilità sia le umili mansioni quotidiane, sia l’ascolto e l’accoglienza di quanti a lei ricorrevano in cerca di consiglio o di conforto, sia i compiti di responsabilità ai quali fu ripetutamente chiamata.Nel nostro tempo, segnato non di rado dall’indifferenza e dalla tentazione di chiudersi di fronte alle necessità del prossimo, questa umile religiosa costituisce un luminoso esempio di femminilità pienamente realizzata nel dono di sé. Essa annuncia e testimonia la speranza evangelica, manifestando a quanti soffrono nel corpo e nello spirito il volto di "Dio, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra tribolazione" ( 2 Cor 1, 4 ).Quindi il Santo Padre ha continuato in lingua spagnola. Delle sue parole pubblichiamo qui di seguito una nostra traduzione italiana:

6. Osservare i comandamenti di Gesù è la prova suprema dell’Amore per Lui (cf. Gv 14, 21 ). Così lo intense Madre Cándida María de Jesús Cipitria y Barriola, che già in gioventù diceva: "sono solo per Dio" e al momento della sua morte affermava: "dei quarant’anni della mia vita religiosa non ricordo un solo momento che non sia stato dedicato a Dio". La sua profonda esperienza dell’amore di Dio per ognuna delle sue creature la portò a corrispondere con generosità e dedizione. Plasmò la sua carità verso il prossimo nella fondazione della Congregazione delle Figlie di Gesù, con il carisma dell’educazione cristiana dell’infanzia e della gioventù. Le attenzioni che prodigava alle sue religiose, ai benefattori delle sue opere, ai sacerdoti, alle allieve, ai bisognosi, fino a renderle universali, sono una manifestazione visibile del suo amore verso Dio, della sua radicale sequela di Gesù e della sua totale consacrazione alla causa del suo Regno.Madre Cándida disse un giorno a un’allieva del suo Collegio di Tolosa: "tu sarai Figlia di Gesù". La giovane era María Antonia Bandrés Elósegui, che oggi è elevata con la Fondatrice agli onori degli altari. Innamorata di Gesù, fece sì che anche gli altri lo amassero. Come catechista, formatrice di operaie, missionaria nel desiderio essendo già religiosa, consumò la sua breve esistenza condividendo, amando e servendo gli altri. Nella sua malattia, unita a Cristo, ci ha lasciato un esempio eloquente di partecipazione all’opera salvifica della croce.La testimonianza delle vite di queste due nuove Beate colma di gioia la Chiesa e deve portare la loro Congregazione, presente in tanti Paesi dell’Europa, dell’America e dell’Asia a seguire i loro ricchi insegnamenti, il modello del loro dono di sé e la perseveranza nella loro fedeltà al carisma ricevuto dallo Spirito.

7. "Acclamate a Dio da tutta la terra,
cantate alla gloria del suo nome,
date a lui splendida lode.
Dite a Dio: Stupende sono le tue opere" ( Sal 65, 1-3 ).Tra le meraviglie che Dio compie continuamente, riveste singolare importanza l’opera meravigliosa della santità, perché riguarda direttamente la persona umana.La santità è la pienezza della vita: Gloria Dei vivens homo. La gloria di Dio è l’uomo vivente. Vita autem hominis visio Dei: ma la vita dell’uomo è la visione di Dio (cf. S. Ireneo, Adv. haer., IV, 20, 7).Grandi sono le tue opere, o Signore! Nella vita e nella fede di Maria, Madre della Chiesa; nella vita e nella fede di questi nostri fratelli e sorelle, oggi proclamati Beati, contempliamo le meraviglie del tuo amore.Insieme con loro acclamiamo: Gloria e lode a te, o Cristo, Redentore del mondo. Amen!