Charles de Foucauld

Charles de Foucauld

(1858-1916)

Beatificazione:

- 13 novembre 2005

- Papa  Benedetto XVI

Canonizzazione:

- 15 maggio 2022

- Papa  Francesco

-

Ricorrenza:

- 1 dicembre

Sacerdote e militare, esploratore del deserto del Sahara e studioso della lingua e della cultura dei Tuareg, assassinato in un agguato all’età di 58 anni

  • Biografia
  • Lettera Apostolica
  • omelia di beatificazione
"Vorrei essere buono perché si possa dire: Se tale è il servo, come sarà il Maestro?"

 

VITA  E  OPERE

 

Nascita, infanzia e gioventù

 

   San Charles de Foucauld nasce il 15 settembre 1858 a Strasburgo (Francia) in una famiglia molto cristiana. Viene battezzato due giorni dopo la nascita e, il 28 aprile 1872, riceve la prima comunione e la confermazione. Perde entrambi i genitori ad appena 6 anni. Carlo e sua sorella Maria sono affidati al nonno materno. A 12 anni, dopo l’annessione dell’Alsazia da parte della Germania, la famiglia andrà ad abitare a Nancy.

 

Gli studi superiori, la carriera militare e l’allontanamento dalla fede

 

    Intelligentissimo, dotato di uno spirito curioso, coltiva molto presto la passione per la lettura. Si lascia vincere dallo scetticismo religioso e dal positivismo che segnano la sua epoca. Presto, secondo le sue stesse parole, perde la fede e s’immerge in una vita mondana gaudente e di disordine che però lo lascia insoddisfatto.

    Nel 1876, Carlo entra a Saint-Cyr, per due anni. Ufficiale a 20 anni, è inviato in Algeria. Tre anni più tardi non trovando ciò che cerca, dà le dimissioni per effettuare, a rischio della propria vita, un viaggio di esplorazione in Marocco, in quel tempo chiuso agli europei; esplorazione scientifica, che descriverà nel libro Recon­naissance au Maroc, 1883-1884 e gli otterrà la gloria riservata agli esploratori del XIX secolo.

 

La conversione

 

    La scoperta della fede musulmana, la ricerca interiore della verità, la bontà e l’amicizia discreta della cugina, l’aiuto dell’abbé Huvelin gli faranno riscoprire la fede cristiana. Alla fine di ottobre 1886 si reca dall’abbé Huvelin nella Chiesa di Sant’Agostino a Parigi: si confessa e riceve la comunione. Questa conversione, senza dubbio latente da qualche tempo, diventa totale e definitiva.

    Completamente rinnovato da questa conversione, nutrito dall’Eucarestia e dalla Sacra Scrittura, Charles de Foucauld compre­se allora che “non poteva fare altrimenti che vivere per Dio” al quale vuole consacrare tutta la sua vita e così “esalarsi in pura perdita di sé davanti a Dio”. Per tre anni, aiutato dall’abbé Huvelin, cercherà di comprendere come realizzare concretamente la sua vocazione di consacrazione totale a Dio. Lui che aveva conosciuto la ricchezza e la vita agiata e che era stato posseduto da una grande volontà di potenza, vuole imitare Gesù-Povero che ha preso “l’ultimo posto”.

 

La ricerca della santità, nel mistero di Nazareth

 

    Dopo un pellegrinaggio in Terra Santa (1888-1889), dove, “camminando nelle strade di Nazareth su cui si posarono i piedi di Gesù, povero artigiano”, scopre il mistero di Nazareth, che sarà d’ora in poi il cuore della sua spiritualità, entra nella Trappa di Nostra Signora delle Nevi, nella diocesi di Viviers in Francia e, dopo qualche mese, sarà inviato in Siria, nella Trappa di Nostra Signora del Sacro Cuore, una Trappa povera, vicino ad Akbès.

    Vi dimorerà per 7 anni lasciandosi formare alla scuola mona­stica e cercando l’imitazione più perfetta di Gesù vivente a Nazareth. Ma non trovandovi la radicalità che desiderava, anche se “tutti lo veneravano come un santo”, chiede di lasciare la Trappa. Nel gen­naio 1897, il Padre Abate Generale lo scioglie dai suoi temporanei impegni trappisti e lo lascia libero di seguire la sua vocazione personale.

    Charles parte per la Terra Santa e andrà a vivere a Nazareth, come domestico delle Clarisse (1897-1900). Nel servizio, nel lavoro umilissimo, nella meditazione del Vangelo ai piedi del Tabernacolo cercherà di vivere “l’esistenza umile e oscura del divino operaio di Nazareth”, come piccolo fratello di Gesù nella santa casa di Nazareth tra Maria e Giuseppe. Meditando il mistero della Visitazione, lui che aveva ricevuto “la vocazione alla vita nascosta e silenziosa e non quella dell’uomo di parole” scopre che anche lui può partecipare all’opera della salvezza imitando “la Santa Vergine nel mistero della Visitazione portando come lei, in silenzio, Gesù e la pratica delle virtù evangeliche [...] tra i popoli infedeli, per santificare questi sfortunati figli di Dio attraverso la presenza della santa Eucaristia e l’esempio delle virtù cristiane”.

 

Ordinazione sacerdotale e soggiorno in Algeria

 

    Confortato dalla certezza che “niente glorifica tanto Dio quaggiù quanto la presenza e l’offerta dell’Eucaristia”, riceve l’ordi­nazione sacerdotale il 9 giugno 1901 a Viviers, dopo aver trascorso un anno di preparazione nel monastero di Nostra Signora delle Nevi che lo aveva accolto all’inizio della sua vita consacrata.

    “I miei ritiri di diaconato e di sacerdozio mi hanno mostrato che questa vita di Nazareth, che mi sembrava essere la mia vocazione, bisognava viverla non in Terra Santa, tanto amata, ma tra le anime le più ammalate, le pecore le più abbandonate”.

    Nel 1901 Charles de Foucauld si dirige dunque alla frontiera del Marocco, in Algeria, e si mette al servizio del Prefetto Apo­stolico del Sahara, Mons. Guérin, vivendo nell’oasi di Beni-Abbès (1901-1904). Là cercherà di portare a Cristo tutti gli uomini che incontra “non con le parole, ma con la presenza del SS. Sacramento, l’offerta del divin sacrificio, la preghiera, la penitenza, la pratica delle virtù evangeliche, la carità, una carità fraterna e universale, condividendo fino all’ultimo boccone di pane con ogni povero, ogni ospite, ogni sconosciuto che si presenti e ricevendo ogni uomo come un fratello benamato”.

    Costruisce un eremo, e si dà un regolamento dettagliato, come un monaco. Ma il suo desiderio d’accogliere tutti quelli che bussano alla sua porta trasforma presto l’eremo in un alveare dal mattino alla sera. Scrive: “Voglio abituare tutti gli abitanti, cristiani, musulmani, giudei, a guardarmi come il loro fratello, il fratello universale. Iniziano a chiamare la casa «la fraternità» e questo mi piace molto”.

 

Missionario di un Dio-Amore a Tamanrasset, in mezzo ai Tuareg

 

    A causa della chiusura delle frontiere con il Marocco, e mentre riceve un invito per l’Hoggar – nessun prete poteva avere il permesso di risiedervi, a causa della politica anticlericale del governo francese –  si orienta verso i Tuareg. Per questo, nel 1905, Charles va ad abitare nel cuore del Sahara, a Tamanrasset. Povero tra i poveri per fedeltà alla sua vocazione di imitare la vita nascosta di Gesù a Nazareth che si era fatto piccolo per dare un volto umano a Dio, Charles si fa piccolo tra i poveri per rivelare il volto di un Dio che è Amore: “Amarci gli uni gli altri, come Gesù ci ha amati, è fare della salvezza di tutte le anime l’opera della nostra vita, donando, in caso di necessità, il nostro sangue per lui, come l’ha fatto Gesù”.

    L’amore lo spinge fino a dare la sua vita il 1°dicembre 1916, assassinato da razziatori, in una spoliazione estrema.

 

Imitare Gesù povero fino alla morte

 

    Nella morte realizzò perfettamente 1a sua vocazione: “Silenzio­samente, segretamente come Gesù a Nazareth, oscuramente, come Lui, passare sconosciuto sulla terra come un viaggiatore nella notte [...] poveramente, laboriosamente, disarmato e muto davanti all’ingiustizia come Lui, lasciandomi come l’Agnello divino tosare e immolare senza fare resistenza né parlare, imitando in tutto Gesù a Nazareth e Gesù sulla Croce”.

    Così si compiva uno dei desideri più tenaci: il desiderio di imitare Gesù nella sua morte dolorosa e violenta, dargli il segno del più grande amore e completare così l’unione, la fusione di colui che ama in Colui che è amato.

    Il piccolo Fratello Charles de Foucauld non è un fondatore nel senso stretto della parola, ma un iniziatore, un fratello maggiore che ha aperto la via a tanti altri che vogliono camminare come lui, al seguito di Gesù di Nazareth.

 

"ITER" DELLA CAUSA

 

a) In vista della beatificazione

 

    La Causa di beatificazione e canonizzazione del Beato Charles de Foucauld è stata iniziata sotto la normativa stabilita dal Codex Iuris Canonici del 1917. Il Prefetto apostolico di Ghardaïa nel Sahara iniziò il processo informativo nel 1927. Settantotto testi, la maggior parte de visu, furono escussi nel processo ordinario di Ghardaïa e in dodici inchieste rogatoriali, dal 1927 al 1947. Il decreto di Introduzione della Causa fu concesso il 13 aprile 1978, il Relatore fu nominato nel 1984, il decreto di validità dei processi ordinario e apostolico fu emanato il 21 giugno 1991 e la Positio super virtutibus fu consegnata il 27 luglio 1995.

    Il 24 aprile 2001, San Giovanni Paolo II promulgava il Decreto sulle virtù eroiche del Servo di Dio.

    La Consulta Medica della Congregazione, riunitasi il 24 giugno 2004, ritenne all’unanimità scientificamente inspiegabile la guari­gione attribuita alla intercessione del Servo di Dio.

    Il Congresso dei Consultori teologi e la Sessione Ordinaria dei Cardinali e Vescovi hanno riconosciuto questa guarigione come un miracolo, operato da Dio per intercessione del Venerabile Servo di Dio Charles de Foucauld, che è stato beatificato, nella Basilica Papale di San Pietro in Vaticano il 13 novembre 2005.

 

 

b) In vista della canonizzazione

 

    Per questa successiva fase è stato preso in esame il presunto “scampato pericolo” di un giovane, di anni 21, apprendista carpen­tiere, vittima di una caduta da 15,50 mt.

    Questo incidente accadde, il 30 novembre 2016, poche ore prima del 1° dicembre, memoria liturgica del Beato Charles de Foucauld; avvenne cento anni dopo la nascita al Cielo del Beato, in un anno in cui tutta la “Famiglia spirituale Charles de Foucauld” elevava molte preghiere per chiedere la sua Canonizzazione. Infine, il fatto avvenne in una parrocchia a lui dedicata. Quindi, al momento dell’incidente c’era già in atto una rete di preghiera. Per le numerose coincidenze di tempi e luoghi, si considerò subito questo prodigio come un segno di Dio a conclusione del centenario del Beato Charles de Foucauld.

    Una settimana più tardi, il giovane lasciava l’Ospedale Uni­versitario di Angers e, poco a poco, riprendeva la sua attività professionale, senza alcuna conseguenza né fisica, né psicologica.

    Il medico consultato dalla Congregazione delle Cause dei Santi su questo caso, ha sottolineato nella sua relazione del 5 maggio 2017 che conseguenze sicuramente più gravi e su una superficie corporea ben più estesa erano attese, tenuto conto della violenza dell’impatto. Concludeva interpretando il felice esito della caduta come scampato pericolo.

    Il Vescovo di Angers, pertanto, decise di aprire un’Inchiesta diocesana sul caso in parola.

    Quindi, il 30 novembre 2017, fu celebrata la Sessione di apertura dell’Inchiesta diocesana che si concluse il 7 giugno 2018. La Congregazione delle Cause dei Santi ha concesso il Decreto di Validità dell’Inchiesta diocesana in data 21 settembre 2018.

    Per lo studio del caso, sono stati incaricati dal Dicastero due Periti ex officio che unanimemente hanno concluso, viste le modalità del caso, trattarsi di uno scampato pericolo per l’assenza di lesioni molto più gravi e fortemente attese.

    La Consulta Medica, nella seduta del 14 novembre 2019, si è pronunciata all’unanimità, emettendo queste defini­zioni conclusive: “La paucità delle lesioni riportate in rapporto alle modalità della caduta da 15,5 mt di altezza in forma libera non è scientificamente spiegabile e quindi va inquadrata come uno scampato pericolo”.

    Nel Congresso Peculiare, riunito il 18 febbraio 2020, i Consul­tori teologi si sono unanimemente espressi con voto affer­mati­vo. Identico parere è stato manifestato dai padri Cardinali e Vescovi, membri della Congregazione.

    Il Santo Padre Francesco ha autoriz­zato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto super miraculo.

LITTERAE APOSTOLICAE

de peracta beatificatione

 

BENEDICTUS  PP.  XVI

ad perpetuam rei memoriam

 

 

«Hoc est corpus meum, hic est … sanguis meus» (Mt 26, 26 et 28); «Quamdiu fecistis uni de his fratribus meis minimis, mihi fecistis» (Mt 25, 40).

Duo haec Iesu verba in propositum illud ad sanctitatem nos inducunt, quod Caroli de Foucauld fuit, quodque ipse, in epistula die 1 mensis Augusti anno mcmxvi data eaque Aloisio Massignon transmissa, est testatus: «Nullum est in Evangelio verbum, opinor, quod me altius affecerit ac meam vitam immutaverit, quam istud».

Carolus de Foucauld Argentorati die xv mensis Septembris anno mdccclviii ortus est. Sex annos natus pupillus, una cum sorore Maria apud maternum avum adolevit, cuius militare munus est secutus. Adulescens fidem amisit. Licet ad vitam facilem sit promptus, fortem constantemque voluntatem difficilioribus in condicionibus demonstrabit.

Militiae munere deposito, Mauritaniam invisurus annis mdccclxxxiii-mdccclxxxiv iter suscepit. Fides, quam Muslimi testabantur, hanc interrogationem in eum concitat: Estne Deus? Veritatem quaerens, id precatur: «Deus meus, si exsistis, effice ut te cognoscam» (Epistula Henrico de Castries missa, die xiv mensis Augusti anno mcmxvi). In Francogalliam regressus, cum moderata amabilique familiae affectione moveretur, fidem prudentem suorum mirabatur eique invidebat. A presbytero Huvelin perductus, Deum mense Octobri anno mdccclxxxvi in perpetuum detexit: «Simul ac Deum esse credidi, intellexi me nihil aliud facere posse quam pro Eo vivere» (Ibid.).

In Terram Sanctam susceptum iter eius vocationem patefacit, scilicet sequendi imitandique eius in vita Iesum Nazarenum. Ordinem Cisterciensium Strictioris Observantiae anno mdcccxc ingressus, die xxiv mensis Aprilis suum vitae propositum amico Henrico Duveyrier ostendit: «Dei amor, amor hominum tota est mea vita atque spe teneor istud usque totam meam vitam fore».

Ut Dei voluntatem servaret, memoratum Ordinem anno mdcccxcvii deseruit. Dehinc, quattuor fere per annos, Nazareth prope Clarissarum monasterium vitam in solitudine exigit. Sacram Eucharistiam contemplando et Sacras Scripturas meditando convenire cupit Eum, qui dilectus est Frater, cuius se parvum vult esse fratrem.

Ut plenius Iesum imitaretur, decrevit ut presbiterali ordine augeretur. Quapropter die ix mensis Iunii anno mcmi sacerdos fit dioecesis Vivariensis. Post tres menses in loco Beni-Abbés appellato commorari coepit. Dei «exinanitione» omnino capitur, per quam Nazarethanae vitae omnino intellegit apostolicam indolem, quae cum incarnationis mysterio prorsus sociatur. Ministerium suum sacerdotale «amore, in cotidiano opere contuens, contemplans indesinenter Dilectum Iesum, agere vult». In oratione adorationeque divinae Hostiae noctu vigilat.

Anno mcmv in pago Tamanrasset commorari coepit, ubi circiter viginti tentoria aderant, in quibus nonnullae familiae Tuareg stirpis incolebant. Ipse unus Europaeus a gente hac est susceptus, quae eum ineunte anno mcmviii aegrotum iuverunt. Ibidem non multum patrare poterat, consociandi tamen cum iis, quibus etiam Bonus Nuntius destinabatur, dabatur copia. Mores igitur Tuareg stirpis adipiscitur, cuius amans didicit loquelam aliasque res, quae futuris etiam missionariis usui esse possent.

Cum bellum primum mundanum exarsisset, cum hac gente in pago Tamanrasset mansit, ubi die i mensis Decembris anno mcmxvi manuballistae ictu est interemptus.

Eius post mortem complures viri feminaeque coadunari in varias religiosas congregationes piaque sodalicia potuerunt, ut eius exemplum et doctrinam sequerentur. Sic Domini verbum comple­batur: «Nisi granum frumenti cadens in terram mortuum fuerit, ipsum solum manet; si autem mortuum fuerit, multum fructum afferet» (Io 2, 24).

Anno mcmxxvii beatificationis canonizationisque Causa est incohata, apud Ghardaiensem in Sahara sedem, ordinario celebrato Processu necnon decem Processibus rogatorialibus absolutis. His omnibus perfectis iure statutis rebus, Decretum de virtutibus heroum in modum exercitis die xxv mensis Aprilis anno mmi prodiit. Deinceps die xx mensis Decembris anno mmiv Decessor Noster Ioannes Paulus II, recolendae memoriae, miraculum comprobavit, quod eiusdem Dei Servi intercessioni est adscriptum. Statuimus igitur ut Beatificationis ritus Romae die xiii mensis Novembris anno mmv celebraretur.

Hodie igitur de mandato Nostro Venerabilis Frater Noster Iosephus S.R.E. Cardinalis Saraiva Martins, Congregationis de Causis Sanctorum Praefectus, textum Litterarum Apostolicarum legit, quibus Nos in Beatorum numerum Venerabilem Dei Servum Carolum de Foucauld adscribimus.

Nos vota Fratrum Nostrorum Claudii Rault, Episcopi Laghua­tensis, Camilli Cardinalis Ruini, Vicarii Nostri pro Romana Dioecesi, et Hygini Reali, Episcopi Portuensis-Sanctae Rufinae, necnon plurimorum aliorum Fratrum in Episcopatu multorumque christi­fidelium explentes, de Congregationis de Causis Sanctorum consulto, Auctoritate Nostra Apostolica facultatem facimus ut Venerabiles Servi Dei Carolus de Foucauld, Maria Pia Mastena et Maria Crucifixa Curcio Beatorum nomine in posterum appellentur, eorumque festum: Caroli de Foucauld die prima Decembris, Mariae Piae Mastena die vicesima septima Iunii et Mariae Crucifixae Curcio die quarta Iulii, in locis et modis iure statutis, quotannis celebrari possit. In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti.

Praestabilis hic vir, qui cum Domino arte coniunctus totam suam vitam pro Ipsius gloria omnino impendit Eidemque perquam studiose in pauperibus inserviit, insignes dedit religiosae pietatis operumque bonorum testificationes. Admirantes tantam ipsius pro Domini amore alacritatem, exoptamus ut huius caelitis patrocinio exemplisque ducti, illius contemplativam et actuosam vitam imitemur atque, terrenis posthabitis rebus, ad superna iugiter contendamus.

Haec vero quae hodie statuimus firma usquequaque esse volumus ac valida fore iubemus, contrariis quibuslibet rebus minime obstantibus.

Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die xiii mensis Novembris, anno mmv, Pontificatus Nostri primo.

 

De mandato Summi Pontificis

Angelus card. Sodano

Secretarius Status

 

In Secret. Status tab., n. 34.125.

BEATIFICAZIONE DEI SERVI DI DIO:
CHARLES DE FOUCAULD,
MARIA PIA MASTENA
MARIA CROCIFISSA CURCIO

PAROLE DI SALUTO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
AL TERMINE DELLA CELEBRAZIONE

Altare della Confessione, Basilica Vaticana
Domenica, 13 novembre 2005

 

Cari fratelli e sorelle,

nell’odierna XXXIII domenica del tempo ordinario abbiamo la gioia di venerare tre nuovi Beati: il sacerdote Charles De Foucauld, Maria Pia Mastena, Fondatrice della Congregazione delle Suore del Santo Volto e Maria Crocifissa Curcio, Fondatrice delle Suore Carmelitane di Santa Teresa del Bambino Gesù, tre persone che, in forme diverse, hanno consacrato l’esistenza a Cristo e ripropongono ad ogni cristiano l’ideale sublime della santità. Saluto cordialmente tutti voi, cari amici, venuti da varie parti del mondo per prendere parte a questa solenne manifestazione di fede. Saluto in modo speciale il Cardinale José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, e lo ringrazio per aver presieduto la Celebrazione eucaristica, durante la quale ha dato lettura della Lettera Apostolica con cui ho iscritto questi Servi di Dio nell’Albo dei Beati.

Chers frères et sœurs dans le Christ,

Rendons grâce pour le témoignage donné par Charles de Foucauld. Par sa vie contemplative et cachée à Nazareth, il a rencontré la vérité de l’humanité de Jésus, nous invitant à contempler le mystère de l’Incarnation; en ce lieu, il a appris beaucoup sur le Seigneur, qu’il voulait suivre avec humilité et pauvreté. Il a découvert que Jésus, venu nous rejoindre dans notre humanité, nous invite à la fraternité universelle, qu’il a vécue plus tard au Sahara, à l’amour dont le Christ nous a donné l’exemple. Comme prêtre, il a mis l’Eucharistie et l’Évangile au centre de son existence, les deux tables de la Parole et du Pain, source de la vie chrétienne et de la mission.

Un saluto cordiale rivolgo a quanti sono qui convenuti per rendere omaggio alla Beata Maria Pia Mastena. Saluto in modo speciale i pellegrini del suo paese natale, Bovolone, e della cittadina San Fior, dove sono conservati i suoi resti mortali, come i fedeli provenienti da varie Diocesi italiane, dal Brasile e dall’Indonesia. Quanto mai attuale è il carisma della Beata Maria Pia che, conquistata dal Volto di Cristo, ha assimilato i sentimenti di dolce premura del Figlio di Dio verso l’umanità sfigurata dal peccato, ne ha concretizzato i gesti di compassione ed ha poi progettato un Istituto con la finalità di "propagare, riparare, restituire l’immagine del dolce Gesù nelle anime". Questa nuova Beata ottenga per tutti coloro che la venerano con affetto e devozione il dono d’un costante anelito alla santità.

Saluto ora i pellegrini che da varie regioni d’Italia e del mondo sono venuti per onorare la Beata Maria Crocifissa Curcio. A tutti e a ciascuno il mio cordiale pensiero, specialmente a quanti fanno parte della Famiglia spirituale delle Suore Carmelitane Missionarie di Santa Teresa del Bambino Gesù. Al centro della sua vita questa nuova Beata ha posto la presenza di Gesù misericordioso, incontrato e adorato nel Sacramento dell’Eucaristia. Un’autentica passione per le anime ha caratterizzato l’esistenza di Madre Maria Crocifissa che coltivava con slancio la "riparazione spirituale" per ricambiare l’amore di Gesù per noi. La sua esistenza fu un continuo pregare anche quando si recava a servire la gente, specialmente le ragazze povere e bisognose. Continui dal cielo la Beata Maria Crocifissa Curcio a vegliare sulla Congregazione da lei fondata e su tutti i suoi devoti.

Cari fratelli e sorelle, rendiamo grazie al Signore per il dono di questi nuovi Beati e sforziamoci di imitarne gli esempi di santità. La loro intercessione ci ottenga di vivere nella fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa. Accompagno questi voti con l’assicurazione d’un cordiale ricordo nella preghiera, mentre imparto a voi tutti qui presenti e alle persone a voi care la Benedizione Apostolica.