Donizetti Tavares de Lima

Donizetti Tavares de Lima

(1882-1961)

Venerabilità:

- 09 ottobre 2017

- Papa  Francesco

Beatificazione:

- 23 novembre 2019

- Papa  Francesco

Ricorrenza:

- 16 giugno

Presbitero brasiliano, ordinato sacerdote nel 1908, ha prestato servizio come parroco in varie chiese del Brasile, sorattutto è ricordato il suo grande lavoro nella chiesa di San Antonio a Tambaú, dove ha vissuto gran parte della sua vita; Inoltre acquista terreni e case per chi non possiede nulla, realizza un ospizio per anziani poveri, un asilo per i bambini, un centro di rifornimento alimentare per gli indigenti, fonda un’associazione per la protezione della maternità e dell’infanzia e un circolo per i dipendenti delle fabbriche

  • Biografia
  • DECRETI
  • omelia di beatificazione
"Maria, la principale responsabile della mia chiamata alla vita religiosa, perché solo Lei sa intercedere presso il Signore”

 

Donizetti Tavares de Lima nacque a Cássia (Minas Gerais, Brasile) il 3 gennaio 1882. Grazie al padre, uomo pio ed appassionato di musica, il Servo di Dio studiò pianoforte e, a dodici anni, venne iscritto ad un corso preparatorio nel Seminario Diocesano di São Paulo dove, per pagare le rette scolastiche, divenne anche professore di musica per i seminaristi e organista della chiesa.

In seguito alla morte del fratello maggiore Rossini, il padre decise di richiamarlo, anche per dare un aiuto economico in casa tenendo lezioni di musica e pianoforte e servendo nelle parrocchie come organista.

Nel 1897, riprese gli studi nel collegio “Monsenhor João Soares” a Sorocaba e, in attesa di scegliere l’Università, riprese ad insegnare musica nel Seminario Diocesano di São Paulo. Nel 1900 intraprese gli studi di Diritto nell’Università della stessa città e, nel 1903, si iscrisse al corso di Filosofia nel Seminario Diocesano.

Incontrando Mons. João Batista Corrêa Nery, Vescovo di Pouso Alegre (Minas Gerais), Donizetti, ancora seminarista, decise di incardinarsi nella sua diocesi, dove fu ordinato sacerdote il 12 luglio 1908 e destinato al servizio della parrocchia di San Gaetano a Pouso Alegre. Creatasi la diocesi di Campinas, l’anno successivo, Mons. Nery ne divenne il primo Vescovo ed invitò il Beato a seguirlo nella nuova missione pastorale. In questa diocesi, venne nominato vicario a Jaguary. Dopo circa un anno, fu nominato parroco di Vargem Grande do Sul, dove rimase sedici anni e costruì la chiesa parrocchiale e le cappelle di N. S. Aparecida e di S. Benedetto.

Attento alla situazione dei lavoratori agricoli del suo territorio e promotore della dottrina sociale, creò sia una banda musicale, sia una squadra di calcio. Di fronte alle angherie che soffrivano gli immigrati italiani e tedeschi a mano dei “fazenderos”, il Servo di Dio si adoperò nell’educazione sociale tanto dei padroni che degli impiegati, in particolare nella difesa dei poveri e degli operai. Per tale sua opera sociale, venne accusato di favoreggiamento alla rivoluzione e di usare le omelie per accusare i potenti persecutori ed i perseguitori della classe operaie. La Camera Municipale ne chiese la rimozione e, per evitare maggiori attriti, il Vescovo, nel 1926, lo trasferì nella parrocchia di Tambaú, dove esistevano due realtà lavorative, quella agricola e quella industriale. Anche in questo luogo, si adoperò nell’assistenza dei poveri, degli anziani e dei malati, con opere specifiche: l’ospizio di S. Vincenzo de’ Paoli per anziani bisognosi, l’Associazione di protezione della maternità e l’infanzia, un asilo per bambini, un magazzino alimentare per i poveri, un Circolo Operaio. Inoltre, preoccupato per i giovani, avviò la Congregazione Mariana e le Figlie di Maria, nonché si preoccupò della pastorale vocazionale e di avviare i giovani agli studi e ai mestieri. Fedele alle sue passioni, creò una squadra di calcio e una banda musicale.

Ancora una volta venne accusato di avere partecipato nel 1941 in un complotto fascista per avere difeso un immigrato italiano, accusa da cui successivamente venne assolto.

Per la fama dei suoi poteri taumaturgici, che lui attribuiva ad un dono ricevuto da Nostra Signora di Aparecida in beneficio degli ammalati e dei sofferenti, dal 1954 al 1955, si ebbe un continuo affluire di pellegrini che desideravano ricevere una sua benedizione. Con determinazione, troncò questa prassi quando si rese conto del fanatismo popolare che si stava creando.

Terminati questi pellegrinaggi, tornò alla sua vita normale, ovvero alle opere di carità e alla cura della sua parrocchia e dei fedeli a lui affidati.

Morì a Tambaú (Brasile) il 16 giugno 1961.

ITER DELLA CAUSA

L’Inchiesta Diocesana si svolse presso la Curia ecclesiastica di São João da Boa Vista (Brasile), dal 2 ottobre al 27 novembre 1998, in cinquantanove Sessioni, durante le quali furono raccolte le prove documentali e vennero escussi trentasette testi.

La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto del 29 ottobre 2010.

CONGRESSO PECULIARE DEI CONSULTORI TEOLOGI

Si tenne il 17 novembre 2016. I Consultori, ripercorrendo l’itinerario spirituale del Beato, ne misero in luce la significativa figura sacerdotale. Particolarmente impegnato nel sociale, dedicava molto tempo anche alla preghiera. Intensa e creativa fu la sua attività apostolica rivolta soprattutto agli ultimi. Si prodigò energicamente contro le ingiustizie sociali. Questa apertura verso i diseredati gli attirò le critiche dei fazenderos, che lo accusarono, ingiustamente, di comunismo. Costoro, infatti, appoggiati anche da alcuni ecclesiastici, temevano di perdere i privilegi del proprio rango, che vedevano minacciati dalla promozione umana dei contadini, coraggiosamente intrapresa dal Servo di Dio. Sebbene fosse temuto, al contempo, era stimato per la sua vita limpida, riconoscendo in lui un autentico uomo di Dio e un integerrimo pastore di anime. Fu un sacerdote ricolmo di speranza. Nella profonda fiducia in Dio stava la fonte del potere taumaturgico che gli fu attribuito. Anche grazie a ciò la sua fama ben presto oltrepassò i confini della parrocchia, diffondendosi in tutto il Brasile. A conferma del ruolo primario che il rapporto con Dio ricopriva nella sua vita, istituì la “Marcia della fede”, che viene organizzata ancora oggi.

Il voto conclusivo dei Consultori a favore del grado eroico delle virtù, della fama di santità e di segni del Servo di Dio fu unanimemente affermativo.

SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E VESCOVI

Si riunì il 26 settembre 2017.

L’Em.mo Ponente, dopo aver riassunto la storia della Causa ed il profilo biografico del Beato, ne sottolineò il suo talento musicale, e la sua profonda attività pastorale, preoccupato di portare gli uomini a Dio e Dio agli uomini. La fede fu il pilastro della sua vita e il motore del suo apostolato. Viveva alla presenza di Dio e a Lui si affidava nei momenti della prova. Praticava l’amore di Dio nella sua vita quotidiana e nell’amore verso il prossimo, come dimostrano le numerose opere da lui create. Fu un vero precursore della promozione dei diritti economici e sociali della persona umana.

Al termine della Relazione dell’Em.mo Ponente, che concluse constare de heroicitate virtutum, gli Em.mi ed Ecc.mi Padri risposero unanimemente con sentenza affermativa.

Il 9 ottobre 2017 papa Francesco ha autorizzato il decreto con cui padre Donizetti veniva dichiarato Venerabile. Lo stesso Pontefice ha poi autorizzato, il 6 aprile 2019, il decreto relativo a un miracolo ottenuto per sua intercessione, aprendo la via alla sua beatificazione. I resti mortali di padre Donizetti riposano presso la chiesa di Sant’Antonio a Tambaú.

 

CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI

 

SAN GIOVANNI IN BRASILE

BEATIFICAZIONE E CANONIZZAZIONE

DEL SERVO DI DIO

DONIZETTI  TAVARES  DE  LIMA

SACERDOTE DIOCESANO

(1882-1961)

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DECRETO SULLE VIRTU'

 

    «Un insegnamento fedele era sulla sua bocca, né c’era falsità sulle sue labbra; con pace e rettitudine ha camminato davanti a me e ha salvato molti dal male» (Ml 2, 6).

 

    Il profilo spirituale del Servo di Dio Donizetti Tavares de Lima si caratterizza per una costante ricerca della perfezione evangelica. Le sue notevoli doti umane, le virtù cristiane e sacerdotali emergono con chiarezza nel suo percorso e si riversarono a servizio di una moltitudine di fratelli.

    Il Servo di Dio nacque a Cássia, nello Stato di Minas Gerais, in Brasile, il 3 gennaio 1882. Il padre era avvocato, grande appassionato di musica, e per questo gli diede nome Donizetti, chiaramente allusivo al noto compositore italiano. Era ancora bambino quando la famiglia si trasferì nello Stato di San Paolo. A dodici anni entrò nel seminario diocesano, dove ricevette l’incarico di organista e di maestro di musica dei suoi compagni.

    Nel 1900 si iscrisse alla Facoltà di Diritto dell’Università Statale, ma alcuni anni dopo, percepiti i segni della vocazione alla vita sacerdotale, iniziò gli studi filosofici e teologici in preparazione al sacerdozio. Incardinatosi nella diocesi di Pouso Alegre, fu ordinato presbitero il 12 luglio 1908. Creata la nuova diocesi di Campinas, seguì il suo vescovo Mons. João Baptista Correa Nery e fu destinato alla parrocchia di Jaguary. Nel 1909 venne nominato parroco di Vargem Grande do Sul, nella diocesi di Ribeirão Preto, nella quale si era incardinato.

    Contro qualsiasi tipo di discriminazione sociale e razziale, il Servo di Dio visse pienamente il sacerdozio: fu il parroco di tutti, condividendo i problemi della gente. In quel periodo lesse con grande frutto l’enciclica Rerum novarum, che intensificò e motivò ancora più profondamente la sua sensibilità nei confronti delle classi sociali più disagiate. Il Servo di Dio si immerse in un intenso apostolato ed esercitò un notevole influsso anche sulla vita sociale della città. Uomo di grande personalità, la sua condotta fu di straordinaria coerenza; non desistette mai nel difendere i diritti dei poveri e degli operai. Questo gli procurò non pochi problemi con i ricchi e gli imprenditori. Erano, quelli, gli anni in cui il Brasile si stava liberando delle leggi schiavistiche e la situazione molto confusa generava ingiustizie e sfruttamento soprattutto dei più deboli.

    Tra le altre molteplici opere, il Servo di Dio costruì una nuova chiesa parrocchiale e le cappelle di Nostra Signora Aparecida e di San Benedetto.

    Nel 1926 fu trasferito come parroco della chiesa di Sant’Antonio a Tambaú. Qui continuò a spendersi per i poveri, gli anziani, i malati, i bambini. Realizzò l’ospizio di San Vincenzo de’ Paul per gli anziani indigenti, l’Associazione di Protezione per la Maternità e l’Infanzia, un asilo per bambini, un centro di rifornimento alimentare per i poveri, un Circolo Operaio per i dipendenti delle fabbriche. Per i giovani organizzò la squadra di calcio, la banda musicale, la Congregazione Mariana e le Figlie di Maria, con lo scopo di favorire la promozione umana e cristiana dell’ambiente.

    Sempre circondato da giovani, con l’esempio e la parola li avviava agli studi e ai mestieri, non trascurando la cura delle vocazioni. Pur vivendo in una povertà volontaria, fu buon amministratore tanto da incrementare notevolmente i possedimenti della parrocchia, le cui rendite investiva in opere sociali. Acquistava i terreni e le case per chi non possedeva niente.

    Dal 30 maggio 1954 allo stesso giorno dell’anno successivo si trovò al centro di un vasto movimento di pellegrini, attirati dalla notizia circa alcuni suoi poteri taumaturgici; ma fu egli stesso a stroncare il fanatismo popolare e a porre fine ai pellegrinaggi.

    Profondamente radicato nella fede, Don Donizetti visse in sincera comunione con il Signore e, a imitazione del Crocifisso, perdonò coloro che, direttamente o indirettamente, gli avevano causato problemi e dispiaceri. Con umiltà e perseveranza, pervenne ad una maturità spirituale, che si esprimeva in una intensa offerta nella preghiera unita a grande sensibilità e generosità nel servizio. L’instancabile operosità si radicava in una incrollabile speranza. Ebbe una cura veramente paterna nei confronti del suo popolo, per il quale fu un testimone di Cristo costante e credibile. In un ambiente soffocato da problemi e difficoltà, costituì un punto fermo, capace di infondere speranza, gioia di vita, ottimismo e pace: una vera “rivoluzione dell’amore” che dava spazio a progetti di vita e a cammini di autentico progresso.

    Il Servo di Dio morì circondato da grande fama di santità a Tambaú il 6 giugno 1961.

    A motivo di questa fama, venne istruita l’Inchiesta Diocesana dal 5 marzo 1992 al 16 maggio 2009 presso la Curia ecclesiastica di São João da Boa Vista. La sua validità giuridica è stata riconosciuta da questa Congregazione delle Cause dei Santi con decreto del 29 ottobre 2010. Preparata la Positio, si è discusso, secondo la consueta procedura, se il Servo di Dio abbia esercitato in grado eroico le virtù. Con esito positivo, il 17 novembre 2016 si è tenuto il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi. I Padri Cardinali e Vescovi nella Sessione Ordinaria del 26 settembre 2017, presieduta da me, Card. Angelo Amato, hanno riconosciuto che il Servo di Dio ha esercitato in grado eroico le virtù teologali, cardinali ed annesse.

    Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Francisco per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sactitas Sua, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate tum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Temperantia et Fortitudine, iisque adnexis, in gradu heroico, Servi Dei Donizetti Tavares de Lima, sacerdotis dioecesani, in casu et ad effectum de quo agitur.

 

    Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

 

    Datum Romae, die 9 mensis Octobris a. D. 2017.

 

ANGELO Card. AMATO, S. D. B.

Prefetto

 

                                                                                    + MARCELLO BARTOLUCCI

                                                                                    Arciv. tit. di Bevagna

                                                                                Segretario

 

 

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CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM

 

SANCTI IOANNIS IN BRASILIA

BEATIFICATIONIS ET CANONIZATIONIS

SERVI DEI

DONIZETTI TAVARES DE LIMA

SACERDOTIS DIOECESANI

(1882-1961)

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DECRETUM SUPER VIRTUTIBUS

 

    «Lex veritatis fuit in ore eius, et iniquitas non est inventa in labiis eius; in pace et in aequitate ambulavit mecum et multos avertit ab iniquitate» (Mal 2, 6).

    Insigne totius Servi Dei Donizetti Tavares de Lima spiritualitatis fuit eius constans inquisitio evangelicae perfectionis. Eius praestantissimae humanae facultates necnon christianae et sacerdotales virtutes toto eius in cursu clare enitent et in ministerium fidelium multitudinis se redundaverunt.

    Servus Dei in pago v.d. Cássia in statu Minarum Generalium in Brasilia die 3 mensis Ianuarii anno 1882 natus est. Eius pater causidicus, musicae flagrantissimo amore incensus, hac causa hoc nomen Donizetti filio imposuit, quod plane ad praeclarum Italicum compositorem alludit. Adhuc puer eius familia in statum Sancti Pauli commigravit. Duodecimum aetatis annum agens seminarium dioecesanim ingressus est ibique organistae munere necnon musicae magistri aliis suis condiscipulis functus est.

    Anno 1900 se adscripsit facultati Iuris status Universitatis sed aliquibus post annis, signis vocationis sacerdotalem ad vitam perceptis, studia philosophica et theologica ad sacerdotium preparatoria incepit. Incardinatus dioecesi de Pouso Alegre, sacro ordine die 12 mensis Iulii anno 1908 auctus est. Cum autem nova dioecesis Campinensis erecta est, episcopum suum dominum Ioannem Baptistam Correa Nery secutus est et ad paroeciam pagi v.d. Jaguray destinatus est. Anno autem 1909 parochus pagi v. Vargem Grande du Sul in dioecesi de Ribeirão Preto nominatus est eidemque dioecesi incardinatus.

    Servus Dei suum sacerdotium in plenitudine contra quodvis discrimen tam sociale quam stirpis traduxit, parochus fuit omnium, evadens sui gregis necessitatum particeps. Illo tempore, uberrimo cum fructu, Litteras Encyclicas Rerum novarum perlegit, quae humanitatem eius erga tenuiorem socialem ordinem maiorem redidit sollicitavitque. Servus Dei vehementi apostolatus navitati omnino se tradidit magnamque auctoritatem habuit etiam super socialem vitam illius civitatis. Vir clarus et eius vitae consuetudo singulari fuit cohaerentia, umquam disistit pauperum et operariorum iura defendere. Hoc non paucas difficultates cum divitibus et ergolabis ei attulit. Illis enim in annis Brasilia a legibus servitutem comprobantibus liberatura erat magnaque perturbatio iniustitias necnon debiliorum hominum usum generabat.

    Inter operis eius Servus Dei ecclesiam paroecialem et sacella Dominae Nostrae Apparitionis et Sancti Benedicti [il Moro] aedificavit.

    Anno 1926 ei iussum est tranferri ad paroeciam Sancti Antonii [di Padova] ad pagum Tambaú ut parochi munere exerceret. Illic pro pauperibus, senibus, aegrotis et pueris non desinit operare. Gerontocomium Sancti Vincentii de Paul senibus pauperibus fundavit, Consociationem ad Maternitatem et Infantes Tuendos, instituit una cum asylo pro pueris, cum dispensario ad alimenta pro pauperibus dispertienda et denique cum Sodalicio pro Officinarum Operariis. Iuvenibus instituit et bene apparavit pedefolli ludentium turmam, manum aeneatorum, Marianam Congregationem et Filias Mariae ut societatem humane et christiane foveret.

    Iuvenibus semper circumdatus, exemplo et sermone suo ad studia et ad artem eosdem initiabat vocationesque religiosas haud pretermittebat. Quamvis sua sponte paupertate viveret, adeo patrimonium optime administravit ut paroeciae possedimenta valde incrementaret, quorum fructus socialibus in operis collocabat. Acquirebat ageros et domus pro illis qui nihil possidebant.

    A die 30 mensis Maii anno 1954 ad eandem diem seguenti anni in medio fuit magnae peregrinorum frequentiae, qui ex voce eius miraculorum allecti erant, ipsemet tamen hanc immodicam populi admirationem desecuit peregrinationesque omnes dempsit.

    In fide penitus defixus Dominus Donizetti sincera in communione cum Domino vixit et ad imitationem Crucifixi ignovit illis, qui aperte vel per devia ei difficultates et aegritudines attulerunt. Humilitate et perseverantia ad tantam pervenit maturitatem spiritualem, quae in oratione una cum magna humanitate et generositate in ministerio se exprimeret. Indefessa eius navitas super firmissimam eius spem fundabatur, populo suo, paterna cura, consuluit, ad quem constans et credibile testimonium Christi semper perhibuit. In ambitu quaestionibus et difficultatibus semper oppresso, caput et fundamentum valuit esse capax ad spem, vitae laetitiam et pacem diffundendam, vera fuit amoris rerum conversio, quae propositis vitae et itineribus veri progressus favit.

    Servus Dei, magna fama sanctitatis circumfusus, die 6 mensis Iunii anno 1961 in pago Tambaú mortali e vita discessit.

    Fama sanctitatis a die 5 mensis Martii anno 1992 ad diem 16 mensis Maii anno 2009 iuxta Curiam ecclesiasticam Sancti Ioannis in Brasilia Inquisitio Dioecesana celebrata est, cuius iuridica validitas ab hac Congregatione de Causis Sanctorum per decretum diei 29 mensis Octobris anno 2010 est approbata. Exarata Positione, disceptatum est consuetas secundum normas an Servus Dei heroum in modum virtutes excoluisset. Positivo cum exitu, die 17 mensis Novembris anno 2016 Peculiaris Consultorum Theologorum Congressus habitus est. Patres Cardinales et Episcopi Ordinaria in Sessione diei 26 mensis Septembris anno 2017 congregati, cui egomet Angelus Cardinalis Amatus praefui, Servum Dei heroicum in gradum theologales, cardinales eisque adnexas virtutes exercuisse professi sunt.

    Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Francisco per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate tum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Temperantia et Fortitudine, iisque adnexis, in gradu heroico, Servi Dei Donizetti Tavares De Lima, Sacerdotis Dioecesani, in casu et ad effectum de quo agitur.

 

Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

 

Datum Romae, die 9 Mensis Octobris a. D. 2017.

 

ANGELUS Card. AMATO, S. D. B.

Praefectus

 

                                                                                                        + MARCELLUS BARTOLUCCI

                                                                                                        Archiep. tit. Mevaniensis

                                                                                                        a Secretis

 

 

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CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM

 

SANCTI IOANNIS IN BRASILIA

BEATIFICATIONIS ET CANONIZATIONIS

VEN. SERVI DEI

DONIZETTI TAVARES DE LIMA

SACERDOTIS DIOECESANI

(1882-1961)

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DECRETO SUL MIRACOLO

 

    Il Venerabile Servo di Dio Donizetti Tavares de Lima nacque nella città di Cássia, nello Stato di Minas Gerais (Brasile), il 3 Gennaio 1882. Era ancora bambino quando la famiglia si trasferì nello Stato di San Paolo. Avvertiti i segni della vocazione alla vita sacerdotale, dopo  un corso di studi si incardinò nella diocesi di Pouso Alegre e fu ordinato presbitero il 12 luglio 1908. Ma poco dopo, al seguito del nuovo vescovo, passò nella diocesi di Campinas; quindi nel 1909 ricevette la nomina di parroco di Vargem Grande do Sul, nella diocesi di Ribeirão Preto. Svolse un intenso apostolato ed esercitò un notevole influsso sulla vita sociale della città; costruì la chiesa parrocchiale e le cappelle di N.S. Aparecida e di S. Benedetto il Moro. Nel 1926 divenne parroco della chiesa di S. Antonio di Lisbona a Tambaú. Si prodigò per i poveri, gli anziani, i malati, i bambini. Fu il parroco di tutti, condividendo i problemi della gente. Acquistò terreni e case per chi non possedeva niente. Per qualche tempo fu al centro di un vasto movimento di popolo; ma fu lui stesso a stroncare il fanatismo popolare. Morì a Tambaú il 6 giugno 1961. Il Santo Padre Francesco nel 2017 ne riconobbe l’eroicità delle virtù.

     In vista della sua beatificazione, la Postulazione della Causa ha presentato al giudizio della Congregazione delle Cause dei Santi un caso di guarigione di un piede torto congenito bilaterale, considerato miracoloso, attribuito alla sua intercessione: l’evento, verificatosi nel 2006, riguardò un bambino. Già nell’ospedale della Santa Casa di Misericordia di Casa Branca, dove era nato, il bambino era stato sottoposto ad una visita ortopedica, che aveva fatto rilevare la deformità comprovata da una radiografia. Negli mesi immediatamente successivi il piccolo fu visitato dal medico pediatra, che confermò la deformità suggerendo la necessità di interventi medici ortopedici specializzati. I genitori dell’infermo, perciò, si recarono presso il servizio di assistenza medica pubblica per prenotare una visita medica ortopedica, che fu soltanto fissata per il 18 ottobre 2006.

     Pochi giorni prima di questa visita, la notte del 14 ottobre, quando la madre mise il figlio a dormire, invocò l’intercessione del Venerabile Servo di Dio. Immediatamente, il giorno seguente, quando svegliò il figlio per lavarlo e nutrirlo, poté constatare che i suoi piedi erano del tutto normali ed era possibile senza nessun sforzo collocare le piante dei piedi su una superficie piana. Il 18 ottobre, giorno della visita ortopedica, anche il medico poté constatare personalmente la posizione corretta dei piedi.

     Appare evidente la concomitanza cronologica e il nesso tra l’invocazione al Venerabile Servo di Dio e la guarigione del bambino, che in seguito ha goduto di una vita normale.

     Su tale presunto miracolo è stata istruita, dal 21 gennaio al 14 marzo 2015, presso la Curia ecclesiastica di São João da Boa Vista in Brasile, l’Inchiesta diocesana, la cui validità giuridica è stata riconosciuta da questa Congregazione delle Cause dei Santi con decreto del 26 novembre 2015. La Consulta Medica del Dicastero nella seduta del 17 maggio 2018 ha studiato il caso in questione, in assenza di terapia, e ha giudicato che la guarigione, molto rapida, completa e duratura, non sia spiegabile alla luce delle conoscenze scientifiche. L’11 ottobre 2018 si è svolto, con esito positivo, il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi. I Padri Cardinali e Vescovi, il 26 marzo 2019, si sono riuniti in Sessione Ordinaria.

     Et in utroque Coetu, sive Consultorum sive Cardinalium et Episcoporum, posito dubio an de miraculo divinitus patrato constaret responsum affirmativum prolatum est.

     Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Francisco per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de miraculo a Deo patrato per intercessionem Venerabilis Servi Dei Donizetti Tavares de Lima, Sacerdotis Dioecesani, videlicet de celeri, perfecta ac constanti sanatione cuiusdam pueri a “forma lieve di piede torto congenito bilaterale di I grado”.

     

     Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

    

     Datum Romae, die 8 mensis Aprilis a. D. 2019

 

Angelus Card. Becciu

Praefectus

 

                                                            + Marcellus Bartolucci

                                                            Archiepiscopus tit. Mevaniensis

                                                            a Secretis

 

BEATIFICAZIONE DI P. DONIZETTI TAVARES DE LIMA

OMELIA DEL CARD. ANGELO BECCIU

(Diocesi di São João de Boa Vista, Brasile, sabato 23 novembre 2019)

 

 

«Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore» (Gv 10,11).

 

Cari fratelli e sorelle,

queste parole, con le quali Gesù ha definito se stesso, si sono realizzate pienamente quando Egli, obbedendo liberamente alla volontà del Padre, si è immolato sulla Croce, offrendo la sua vita in sacrificio per tutti noi. Cristo è il pastore vero, che realizza il modello più alto di amore per il proprio gregge. Nel Beato Donizetti Tavares de Lima rifulge l’immagine di Cristo Buon Pastore: preoccupato di andare in cerca della pecora perduta, di fasciare quella ferita, di curare quella malata, pascendo il gregge secondo giustizia (cfr Ez 34,16). Egli realizzò un fecondo ministero sacerdotale incentrato sulla preghiera, sul lavoro apostolico, sulla sofferenza fino al dono totale di sé.

Vissuto in un periodo complesso per la storia del Brasile, questo zelante ministro di Dio spicca come integerrimo pastore di anime, che nel corso della sua vita sacerdotale fu guidato dall’amore di Dio e del prossimo. Come parroco, non si risparmiò nel servizio alla sua gente: nessuno era escluso dalla sua attenzione, per lui tutti gli uomini in quanto figli di Dio erano uguali, non guardava al colore della pelle, alla cultura, alla fede.  Profondo conoscitore delle Encicliche sociali del Papa Leone XIII, fu un anticipatore dei diritti dell’uomo, contro la sfrenata corsa imposta dagli interessi economici, che schiacciano la persona umana. Dimostrò indomito coraggio nella difesa della giustizia sociale, difese i poveri, gli ammalati e gli operai, e denunciò senza paura i soprusi e le irregolarità che avvenivano nella società; al tempo stesso cercava di mettere accordo tra le parti sociali in conflitto. Sfidando contrarietà e persecuzioni, talvolta anche a rischio della vita, predicava apertamente in difesa degli indigenti, come pure per l’abolizione della schiavitù e la promozione umana e cristiana degli emarginati. In tutte queste creature sofferenti vedeva il volto di Cristo, per questo si batteva contro ogni discriminazione sociale e razziale.

Nel suo intento di promozione umana e religiosa del popolo, si dedicò con attenzione ai problemi della famiglia: fondò l’associazione della maternità e infanzia e numerose opere assistenziali in particolare per gli ammalati e gli anziani; cercava di provvedere in tutti i casi di povertà con medicine, vitto e vestito; costruì un ospizio per i bisognosi, un ricovero per i tubercolotici, una rivendita di alimenti a basso costo; avviò i giovani allo studio, istruendo quanti non potevano frequentare le scuole pubbliche a causa della povertà delle loro famiglie. Sempre si mostrò refrattario alla carriera ecclesiastica, al prestigio e a qualsiasi vantaggio economico; viveva poveramente e in grande austerità, tutto dedito al bene del gregge di Cristo a lui affidato.

Ma dove trovò tanta energia per vivere una missione così vasta e straordinaria? Anzitutto nella preghiera. I testimoni riferiscono che pregava molto, celebrava con fervore, sostava spesso in adorazione davanti al SS. Sacramento (Summarium, 132). Inoltre nutriva una devozione filiale verso la Madonna, venerata come Nostra Signora Aparecida: non fece in tempo a vederne ultimato il famoso Santuario, che sorse dal suo tenero amore verso la Vergine Maria. Di fronte alle grazie spirituali e agli aiuti celesti che Egli otteneva con la sua preghiera, amava ripetere: «Io sono niente, ma posso ottenere da Dio attraverso Nossa Senhora» (Summarium, 201). L’intensa unione con Dio non poteva non far ardere il suo cuore e alimentare la sua fantasia per venire incontro alle necessità pastorali e materiali della sua gente.  Fu infatti  l’amore verso Dio che lo indusse a prodigarsi verso il prossimo. Fu dalla sua intensa vita interiore, dal suo rapporto intimo con Gesù che scaturì l’eroismo sempre dimostrato nel donarsi ai fratelli, anche accettando le persecuzioni per difendere il diritto e la giustizia.

La speranza nel premio eterno, riservato agli operatori di giustizia e di pace, era talmente radicata nel suo animo che lo rendeva pronto ad affrontare le prove quotidiane con calma, serenità e abbandono alla divina volontà. Guardando al nuovo Beato, ci troviamo di fronte ad una figura esemplare di sacerdote, completa dal punto di vista umano, spirituale e sociale che si distinse nel vivere in pienezza il Vangelo. Esempio concreto e vivo di sacerdote zelante, uomo di preghiera e di azione, che visse con coerenza e determinazione la dottrina sociale della Chiesa. Nella sua grande umiltà egli si considerò l’ultimo dei preti, ma la Chiesa ora lo pone sul candelabro come modello per tutti, sacerdoti e laici. Egli incoraggia noi pastori di anime a dedicare la nostra vita totalmente al ministero, diventando voce di quanti non hanno voce nella società, difendendo gli indifesi e sostenendo gli scartati della società. Vorrei invitare i seminaristi che si preparano al sacerdozio, a scoprire in lui un modello di discernimento vocazionale, che li sproni a divenire luce e sale della terra nel contesto del mondo e della società odierna con le loro relative sfide.

Don Donizetti si presenta come discepolo di Gesù in costante cammino, costituendo una testimonianza integrale di uomo cristiano. Pertanto rappresenta un esempio luminoso di vita evangelica anche per voi fedeli laici, chiamati a porre i propri talenti al servizio dell’evangelizzazione; in particolare, come ha ricordato il Concilio Vaticano II, animando con lo spirito cristiano le realtà temporali (Apostolicam actuositatem, n. 4). Si tratta di impegnarsi con coraggio nei vari ambiti culturali, sociali e politici, attuando la Dottrina sociale della Chiesa e portando il messaggio vivificante del Vangelo con atteggiamento propositivo e in un’ottica di collaborazione e di dialogo aperto alle varie istanze. I discepoli di Gesù con umiltà ma gioiosa convinzione, sono consapevoli di dover contribuire alla costruzione della città dell’uomo, favorendo la civiltà dell’amore.

La testimonianza cristiana e sacerdotale del Beato Donizetti è stimolo per affrontare, alla luce del messaggio evangelico e secondo l’insegnamento della Chiesa, l’oggi della società segnata da una profonda crisi sociale, culturale e morale, che tocca il patrimonio dei valori dell’intero villaggio globale, bisognoso della luce del Vangelo. Abbiamo bisogno di sacerdoti che siano “vangelo vivo”, animati dal forte desiderio di essere uomini totalmente dediti al servizio del Regno di Dio e pastori che, come ama ripetere il Santo Padre Francesco, abbiano l’odore delle pecore, cioè che si sentano pienamente coinvolti nella vita di fede della propria gente. Questo sarà possibile se sull’esempio di Don Donizetti ogni giorno troveranno nella preghiera la fonte del loro essere sacerdotale.

Allo tempo stesso, chiediamo a voi laici di sforzarvi ad essere protagonisti della vita ecclesiale in comunione con i Pastori, nella consapevolezza che, come ci ha ricordato San Paolo nella seconda lettura, pur nella diversità dei carismi e ministeri, tutti i discepoli di Gesù fanno parte di un unico corpo, la Chiesa, e ciascuno per parte propria contribuisce alla medesima missione (cfr Rm 12, 4-8).

Il solenne evento della Beatificazione di don Donizetti Tavares de Lima deve essere una feconda occasione di rinnovamento spirituale e di slancio missionario, specialmente per questa Comunità diocesana. Guardando al nuovo Beato, tutti i sacerdoti e tutte le persone consacrate sono certo prenderanno motivo per sforzarsi a crescere nella missionarietà, lavorando perché il Vangelo sia annunciato a tutti gli uomini, in questo territorio ma anche fino agli estremi confini della terra, impegnandosi, come lui, a vivere un rapporto intimo di amore con Gesù Eucaristia, perché soltanto per Cristo, con Cristo e in Cristo, possiamo collaborare al compiersi della salvezza. Anche voi fedeli laici, specialmente le famiglie e i giovani, siete invitati a guardare con simpatia al nuovo Beato in un momento di smarrimento dei veri valori. Guardando a lui potrete fare vostra la sua chiara testimonianza di fede con la coerenza delle scelte di vita, ispirate al Vangelo e divenire sale della terra e punto di riferimento ai tanti contemporanei desiderosi di verità e di luce.

Beato Donizetti, prega per noi!