Enrico Angelo Angelelli Carletti e 3 soci
(† 1976)
- 17 luglio
Mons. Enrique Angelo Angelelli Carletti, Vescovo di La Rioja e 3 compagni (don Gabriel Longueville, il frate conventuale Carlos de Dios Murias e il laico Wenceslao Pedernera), martiri, uccisi a causa della loro premurosa attività di promozione della giustizia cristiana
Tra gli anni Settanta e Ottanta del XX secolo, in vari Paesi dell’America Latina, si sviluppò una guerra sporca, promossa dai rispettivi regimi, presidenziali o militari, che comportò repressioni violente e sanguinose. Lo scopo era quello di eliminare qualsiasi forma di protesta e di dissidenza per distruggere la cosiddetta “sovversione”, in cui confluivano non solo partiti politici di sinistra e gruppi di guerriglieri di ispirazione marxista, ma qualsiasi tipo di opposizione di carattere culturale, politico, religioso, sociale, sindacale e universitario, coinvolgendo anche masse popolari.
In Argentina, tale campagna repressiva ebbe inizio dopo la morte del Presidente Juan Domingo Perón, nel 1974, e si radicalizzò con il colpo di Stato del 24 marzo 1976. Essa fu caratterizzata da estrema brutalità, soprattutto da parte delle unità militari e dei cosiddetti “squadroni della morte”, con generalizzata violazione di ogni diritto umano e civile, anche nei confronti della popolazione, ricorrendo a privazione della libertà, detenzione, tortura, sparizioni ed esecuzioni sommarie.
L’uccisione dei quattro Martiri si inserisce in questo quadro incandescente.
Ecco, di seguito, i loro profili biografici:
1. – ENRICO ANGELO ANGELELLI CARLETTI. Nato a Córdoba (Argentina) il 17 luglio 1923, entrò nel Seminario diocesano nel 1938. Proseguì gli studi a Roma dove fu ordinato presbitero il 9 ottobre 1949. Di ritorno in Patria, fu nominato Professore di diritto pubblico ecclesiastico e di diritto canonico in Seminario, Vicario cooperatore della Cattedrale e Assistente della Federazione di Córdoba della “Joventud Opéraia Católica”. Il 12 dicembre 1960 venne eletto Vescovo titolare di Listra, Ausiliare dell’Arcidiocesi di Córdoba, e fu consacrato il 12 marzo 1961. Il 3 luglio 1968, fu nominato Vescovo della diocesi di La Rioja. Nell’attività pastorale, privilegiò l’opzione per i poveri raccomandata dal Magistero pontificio e dai documenti dell’episcopato latino-americano. Promosse iniziative di cooperazione rurale e di sostegno alle categorie disagiate, non esitando a denunciare gli abusi e le ingiustizie a livello sociale. Subì violente contestazioni spesso alimentate da coloro che volevano difendere posizioni di privilegio. In conseguenza, prese provvedimenti molto duri e, il 21 giugno 1973, comminò l’interdetto canonico ai capi della rivolta. Data la gravità della situazione, Paolo VI mandò un suo rappresentante nella persona di Mons. Vincente Zazpe, Arcivescovo di Santa Fe, in visita alla diocesi. Nella sua relazione, Mons. Zazpe evidenziò tuttavia che la pastorale adottata dal Servo di Dio era pienamente conforme al Magistero della Chiesa. Il 5 maggio 1974, il Servo di Dio revocò gli interdetti ma senza riuscire a placare la situazione di tensione creatasi contro di lui. In occasione della sua “visita ad limina” a Roma nell’ottobre 1974, fu incoraggiato da Paolo VI a continuare la sua opera e a fare gesti pubblici di clemenza per agevolare la pacificazione degli animi. Nel 1976, dopo il colpo di stato militare, la persecuzione verso lui e i suoi collaboratori divenne sempre più esplicita e violenta, con l’arresto di diversi sacerdoti e l’adozione di provvedimenti tesi ad ostacolare il suo servizio pastorale. Il 4 agosto 1976, pochi giorni dopo aver celebrato il funerale dei Martiri Carlo di Dio Murias e Gabriele Longueville, nei pressi di Punta de los Llanos, si trovò coinvolto in un incidente automobilistico mortale. Il 4 luglio 2014, il Tribunale penale argentino emise la sentenza in cui fu riconosciuta la natura dolosa di tale incidente, organizzato all’epoca dalla giunta militare.
2. – CARLO DI DIO MURIAS. Nato il 10 ottobre 1945 a Córdoba (Argentina), nel 1966 entrò nell’Ordine dei Frati Minori Conventuali a Montevideo. Terminato il noviziato, emise la professione semplice il 6 gennaio 1968 e quella solenne il 31 dicembre 1971. Fu ordinato presbitero da Enrico Angelo Angelelli Carletti il 17 dicembre 1972. Tre anni dopo, fu trasferito a Chamical, nella diocesi di La Rioja, dove l’Ordine intendeva erigere una comunità a servizio della locale parrocchia. In linea con la pastorale del Vescovo, denunciava con forza nelle omelie le ingiustizie compiute dal potere nei confronti del popolo. La sera del 18 luglio 1976, mentre era a cena insieme ad alcune religiose dell’Istituto “Sorelle di San Giuseppe”, fu prelevato insieme a Gabriele Longueville da alcune persone che si presentarono come membri della Polizia. I due furono uccisi la sera stessa ed i loro corpi vennero trovati a circa 5 chilometri da Chamical (Argentina).
3. – GABRIELE GIUSEPPE ROGER LONGUEVILLE. Nato a Etables (Francia) il 18 marzo 1931. Entrato in Seminario, fu ordinato presbitero il 29 giugno 1957. Nel 1968, maturò l’idea di trasferirsi in America Latina come sacerdote fidei donum. Dopo un periodo formativo trascorso a Cuernavaca e a Città di Messico, fu chiamato a svolgere il ministero nella diocesi di Corrientes e, a partire dal 1971, nella diocesi di La Rioja. Il 7 maggio 1971 fu nominato Vicario cooperatore nella parrocchia “El Salvador” a Chamical. Il 23 febbraio 1972, gli venne dato l’incarico di Vicario sostituto. Coinvolto nella persecuzione di coloro che collaboravano alla pastorale di Mons. Angelelli, venne prelevato il 18 luglio 1976 e ucciso insieme a Carlo di Dio Murias.
4. – VENCESLAO PEDERNERA. Nato a La Calera (Argentina) il 28 settembre 1936, si trasferì per lavoro a Mendoza nel 1961. Il 24 marzo 1962 a Rivadavia, sposò Marta Ramona Cornejo dalla quale ebbe tre figlie. Inizialmente lontano dalla fede, si convertì dopo aver ascoltato alcune predicazioni nel corso delle missioni popolari e cominciò a ricevere in maniera assidua i Sacramenti. Allo stesso tempo, si impegnò nel campo della cooperazione rurale e, nel 1968, entrò a fare parte del coordinamento regionale del “Movimento Rurale di Azione Cattolica Argentina” nella regione del Cuyo. Insieme alla moglie, nel 1972 partecipò a due corsi di formazione e di approfondimento, organizzati dallo stesso Movimento nella città di La Rioja. Di seguito, si trasferì in quella città, dove il progetto di cooperazione poteva contare sul sostegno concreto del Vescovo Mons. Angelelli. A partire dall’11 luglio 1973, con la famiglia si stabilirono a Sañogasta, nei pressi di Chilecito. I'impegno suo e del suo Movimento era sospettato di finalità sovversive, specie dopo l’avvento della dittatura militare. Dopo aver subito varie minacce, nella notte tra il 24 e il 25 luglio 1976, mentre era in casa, fu fatto oggetto di un agguato. Ferito gravemente e trasportato all’ospedale di Chilecito, morì poche ore dopo.
ITER DELLA CAUSA
L’Inchiesta diocesana circa il presunto martirio dei Servi di Dio Gabriele Giuseppe Roger Longueville, Carlo di Dio Murias e Venceslao Pedernera si svolse presso la Curia ecclesiastica di La Rioja (Argentina), dal 31 maggio 2011 al 12 maggio 2015, in ottantuno Sessioni, durante le quali furono raccolte le prove documentali e vennero escussi quarantanove testi, di cui tre ex officio.
Furono istruite tre Inchieste Rogatoriali a S. Isidro, per l’escussione di un teste, a Viviers, per l’escussione di sedici testi e a Buenos Aires, per l’escussione di due testi.
La validità giuridica delle Inchieste fu riconosciuta con il Decreto del 6 novembre 2015.
L’Inchiesta diocesana sul presunto martirio del Servo di Dio Enrico Angelo Angelelli Carletti si svolse presso la Curia ecclesiastica di La Rioja (Argentina), dal 13 ottobre 2015 al 15 settembre 2016, in trenta Sessioni, durante le quali vennero raccolte le prove documentali e furono escussi ventisette testi, di cui due ex officio.
La validità giuridica dell’Inchiesta fu riconosciuta con il Decreto del 19 maggio 2017.
Nella medesima data, il Dicastero procedette all’unione delle due Cause.
CONGRESSO DEI CONSULTORI TEOLOGI
Si svolse il 15 maggio 2018. I Consultori sottolinearono che gli elementi del martirio materiale e di quello formale ex parte persecutoris ed ex parte victimarum furono chiari per tutti e quattro i Servi di Dio.
L’odium fidei del carnefice si evince dal clima persecutorio che sconvolse l’Argentina durante la dittatura. La Chiesa, con alcuni dei suoi esponenti, rivendicava giusti salari e la possibilità di sviluppare l’associazionismo rurale cattolico e sodalizi sociali volti a promuovere la dignità umana. La crudeltà usata per l’uccisione dei singoli, nonché i metodi subdoli e i tentativi di depistaggio, confermano l’indole della repressione.
Essi erano consapevoli di essere in pericolo, eppure accettarono liberamente il rischio di una morte violenta. Pur avendo la possibilità di mettersi al sicuro, non vollero abbandonare il loro posto.
I Consultori risposero unanimemente con voto affermativo.
SESSIONE ORDINARIA DEI CARDINALI E VESCOVI
Si riunì il 5 giugno 2018. L’Ecc.mo Ponente, dopo aver ripercorso l’iter della Causa, mise in evidenza il profilo biografico e l’aspetto materiale e formale del martirio di ciascun Servo di Dio, i quali erano consapevoli di correre il rischio di venire uccisi, sia per il clima persecutorio sempre più violento, sia per il loro personale impegno di denuncia delle ingiustizie e di difesa dei poveri e dei loro diritti. Nonostante ciò, scelsero di rimanere fedeli al loro ministero fino alla fine.
Al termine della Relazione dell’Ecc.mo Ponente, che concluse constare de martyrio, gli Em.mi e gli Ecc.mi Padri unanimemente risposero con sentenza affermativa.
Enrique Angel Angelelli Carletti
“Primus inter pares” tra i nuovi Beati è il vescovo di La Rioja, mons. Enrico Angelo Angelelli Carletti, che con il suo zelo pastorale attirò a sé in diocesi molti sacerdoti e molti fedeli che divennero suoi collaboratori, come i tre che con lui, poi, subiranno il martirio. Già dai tempi dell’ordinazione dimostra un notevole afflato verso i più poveri, che lo porta a visitare quotidianamente le “villa miserias”, il nome con cui in Argentina vengono indicate le baraccopoli. E non cambierà neppure dopo l’ordinazione episcopale. “Per onorare Dio non basta farsi vedere in Chiesa – evidenzia ancora il porporato – ma significa tradurre in pratica gli insegnamenti di Gesù che ci ricorda come l’amore verso Dio non possa essere autentico senza l’amore verso il fratello, specie il più povero. Papa Francesco ci insegna che il potere è impegno a servire tutti i cittadini. Il potere è servizio”.
Quando nel 1968 arriva a La Rioja, ci mette poco a farsi conoscere: sempre accanto ai lavoratori e ai contadini, denuncia l’usura, lo spaccio di droga, le case da gioco e la prostituzione, affari saldamente nelle mani dei potenti locali. Questi allora iniziano a chiamarlo con disprezzo “il vescovo rosso, comunista, estremista, terzomondista”, perfino “Satanelli”, ironizzando sul suo cognome di origine italiana. Lui prosegue, imperterrito, a viaggiare fino agli angoli più sperduti del territorio, celebrando la Messa, portando il conforto umano e la Parola del Signore. Finché, con i militari al potere, le cose si mettono male. Riceve minacce e intimidazioni, alle quali reagisce dicendo: “Anche se ci obbligano al silenzio, Cristo parla”. I suoi superiori vorrebbero allontanarlo, per il suo bene, ma lui rifiuta, anche dopo che, a fine luglio, gli fanno ritrovare – quale macabro regalo di compleanno – i cadaveri dei suoi collaboratori. Toccherà anche a lui, il 4 agosto 1976, di ritorno dalla celebrazione dei loro funerali, cadere in un agguato ed essere ucciso. Da martire.
Gabriel Longueville
Il sacerdote francese Gabriel Longueville, era stato inviato nel 1968 in Argentina come “fidei donum”, cioè per un servizio missionario temporaneo. Qui conosce mons. Angelelli Carletti e aderisce pienamente al suo progetto pastorale. Inizia a collaborare con lui come vicario nella parrocchia di El Chamical e sarà proprio questa collaborazione, questo amore per i fratelli oppressi, che lo porterà alla morte “in odium fidei”. “Avevano alzato la voce per protestare contro le palesi ingiustizie che si perpetravano contro i poveri – ricorda il card. Becciu – questi nostri martiri combattevano il peccato fattosi ‘sistema’, struttura di ingiustizie”.
Padre Carlos de Dios Murias
Era arrivato a El Chamical – dove era vicario cooperatore – appena un anno prima della sua uccisione, padre Carlos de Dios Murias, sacerdote dell’Ordine del Frati Minori Conventuali che a La Rioja avrebbero voluto aprire una loro comunità, ma gli ci era voluto poco per comprendere la situazione. Non si risparmiava. Nelle sue omelie appassionate, denunciava con forza lo stato delle cose, le ingiustizie perpetrate da coloro che detenevano il potere politico. E anche a lui, questa fedeltà alla propria missione, costò la vita, il 18 luglio 1976, quando fu prelevato dagli squadroni della morte assieme a don Gabriel.
Wenceslao Pedernera
Wenceslao Pedernera non era esattamente quello che si definisce “un buon cristiano”. Sposato, padre di tre figlie, è molto lontano dalla fede quando nella sua diocesi arriva il nuovo vescovo, mons. Angelelli Carletti. Gli capita, quasi per caso, di ascoltare qualche sua omelia. La vicinanza, reale, non teorica, di quel vescovo alla sua gente, l’esempio pastorale che segue sempre alle belle parole delle prediche, lo conquistano. Inizia a partecipare frequentemente alla Messa e a ricevere i Sacramenti. Non gli basta. Entrato nel Movimento rurale di Azione cattolica argentina, appoggiato dal suo vescovo, inizia ad agire concretamente per la tutela dei diritti dei suoi concittadini. Fino a quella notte, tra il 24 e il 25 luglio 1976, in cui è vittima di un agguato in casa e ucciso sotto gli occhi dei suoi familiari.
CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM
RIOIENSIS
Beatificationis seu Declarationis Martyrii
Servorum Dei
HENRICI ANGELI ANGELELLI CARLETTI,
Episcopi Rioiensis
GABRIELIS IOSEPHI ROGERI LONGUEVILLE,
Sacerdotis Dioecesani,
CAROLI DE DEO MURIAS,
Sacerdotis professi Ordinis Fratrum Minorum Conventualium
et
VENCESLAI PEDERNERA
Christifidelis Laici et Patrisfamilias
(† 1976)
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Decreto sul Martirio
«Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? […] Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati» (Rm 8, 35-37).
La fervente proclamazione dell’apostolo Paolo può illuminare anche la vicenda umana, cristiana e sacerdotale dei Servi di Dio Enrico Angelo Angelelli Carletti e Compagni, che nel corso della loro vita seppero dare valida testimonianza di totale appartenenza al Signore e di generoso impegno a servizio dei fratelli, soprattutto dei più deboli e indifesi. I Servi di Dio, che nel corso della cruenta persecuzione in Argentina nel 1976 offrirono a Cristo la loro bella testimonianza di fede, accolsero tale invito e soffrirono per suo amore pericoli, oltraggi e ingiusta condanna, fino all’effusione del sangue.
Il piccolo drappello dei martiri è guidato da Mons. Enrico Angelo Angelelli Carletti, vescovo della diocesi di La Rioja. Egli nacque in Alta Córdoba, quartiere dell’omonima città, il 17 luglio 1923. Fu battezzato il 30 agosto successivo. Maturata la vocazione al sacerdozio, nel 1938 fece ingresso nel Seminario di Nostra Signora di Loreto, a Córdoba. Fu ordinato sacerdote a Roma il 9 ottobre 1949, e il 12 dicembre 1960 venne eletto Vescovo titolare di Listra e Ausiliare dell’Arcivescovo di Córdoba, ricevendo l’ordinazione episcopale il 12 marzo 1961. Nel 1968 gli fu affidata la guida della Diocesi della La Rioja, in una delle zone più povere dell’Argentina, dove sviluppò la sua azione pastorale cercando di concretizzare l’opzione preferenziale per i poveri, raccomandata dal Magistero del Concilio Vaticano II e dai documenti dell’Episcopato latino-americano, il che gli attirò subito l’odio del regime dittatoriale che imperversava in tutto il paese. Nel marzo 1976, dopo il colpo di stato militare, la persecuzione verso Mons. Angelelli e i suoi collaboratori divenne sempre più esplicita e violenta, con l’arresto di diversi sacerdoti e l’adozione di provvedimenti tesi ad ostacolare lo svolgimento della missione della Chiesa. Il 4 agosto dello stesso anno, pochi giorni dopo aver celebrato il funerale dei Servi di Dio Carlos de Dios Murias e Gabriel Longueville, Monsignor Angelelli fu coinvolto in un incidente automobilistico che ne causò la morte. Dopo la fine della dittatura è iniziato un giudizio penale che ha portato alla sentenza del 2014, la quale ha riconosciuto la natura dolosa di tale incidente, organizzato da quanti detenevano il potere politico nell’Argentina dell’epoca.
Don Gabriel Longueville, sacerdote fidei donum di nazionalità francese, nacque ad Etables nel dipartimento di Ardèche il 18 marzo 1931 e fu battezzato il 12 aprile successivo. Il 26 settembre 1942 entrò nel Seminario Minore di Saint Charles ad Annonay e nell’ottobre 1948 passò al Seminario Maggiore. Durante l’iter seminaristico fu chiamato al servizio militare dal 1952 al 1954, essendo poi richiamato sotto le armi nel 1956 di stanza in Algeria. Tornato in seminario, completò l’iter che l’avrebbe portato a ricevere il presbiterato il 29 giugno 1957. Dopo una breve esperienza di professore di lingue nel Seminario Minore, nel 1968 fu inviato in Argentina, prima nella diocesi di Corrientes e poi in quella della La Rioja. Qui aderì con convinzione al progetto pastorale di Mons. Angelelli. Quindi venne nominato vicario cooperatore nella parrocchia El Salvador a Chamical; nel 1972 gli venne dato l’incarico di vicario sostituto. Fu coinvolto nella persecuzione scatenata contro quanti collaboravano alla pastorale di Mons. Angelelli e il 18 luglio 1976, insieme a Padre Carlos Murias, venne prelevato con un pretesto e poi ucciso.
Padre Carlos de Dios Murias, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, nacque il 10 ottobre 1945 a Córdoba e ricevette il battesimo il 25 novembre seguente. Dopo aver studiato in un collegio gestito da religiose, entrò nel Liceo Militare nel 1958. Terminato il corso si iscrisse alla facoltà di Ingegneria, che non avrebbe mai terminato. Infatti, maturata la vocazione alla vita consacrata, il 5 aprile 1966 iniziò il postulandato. Nel dicembre successivo fu ammesso al noviziato e nel 1968 emise la professione semplice. Il 31 dicembre 1971 emise la professione solenne. Terminato l’iter filosofico e teologico prescritto, il 17 dicembre 1972 gli fu conferito il presbiterato per mano di Mons. Angelelli. Visse i seguenti tre anni in due parrocchie in qualità di vicario cooperatore, dove ebbe modo di sviluppare una intensa azione pastorale, specie con i giovani e i più bisognosi. Dal marzo al luglio 1975 fu a Chamical, diocesi di La Rioja, perché vi era il progetto di formare in tale luogo una comunità dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali. Nel 1976 fu destinato in maniera stabile al servizio di tale Diocesi e il 6 maggio Mons. Angelelli lo nominò vicario cooperatore della parrocchia di Chamical. Nelle sue omelie denunciava con forza le ingiustizie compiute da quanti detenevano il potere politico all’epoca. La sera di domenica 18 luglio, mentre era a cena dalle religiose dell’Istituto “Sorelle di San Giuseppeˮ, fu prelevato insieme al Servo di Dio Gabrielle Longueville da alcune persone che si presentarono come membri della Polizia; i due vennero uccisi la sera stessa.
Il Servo di Dio Wenceslao Perdernera, laico e padre di famiglia, nacque a La Calera in Argentina il 28 settembre 1936 e fu battezzato il 24 settembre 1938. Sin da giovane si dedicò al lavoro dei campi e nel 1961 si trasferì a Mendoza per lavorare nella tenuta Gargantini. Nel marzo 1962 sposò Marta Ramona Cornejo e dalla loro unione nacquero tre figlie, María Rosa, Susana Beatriz ed Estela Marta. Dapprima lontano dalla fede, si convertì dopo aver ascoltato alcune prediche nel corso delle missioni popolari e cominciò a ricevere in maniera assidua i sacramenti. Nel contempo si impegnò nel campo della cooperazione rurale e nel 1968 entrò a far parte del coordinamento regionale del “Movimento Rurale di Azione Cattolica Argentinaˮ nella regione del Cuyo. Nel 1972 partecipò a due corsi di formazione e di approfondimento organizzati dallo stesso movimento della città di La Rioja, quindi si trasferì in tale zona, contando sul sostegno concreto di Mons. Angelelli. Nell’Argentina dell’epoca l’impegno in questo campo era però spesso ostacolato, sospettato di finalità sovversive e per questo specie dopo l’avvento della dittatura militare, il Servo di Dio subì varie minacce unitamente ai propri familiari. Nella notte tra il 24 e il 25 luglio 1976, mentre era in casa, fu fatto oggetto di un agguato; venne ferito gravemente e fu trasportato all’ospedale di Chilecito, dove morì dopo poche ore.
La fama di martirio dei quattro Servi di Dio si diffuse subito nella comunità cristiana, per cui, dal 31 maggio 2011 al 15 maggio 2015 si celebrò presso la Diocesi della La Rioja l‘Inchiesta Diocesana per i Servi di Dio Carlos de Dios Murias, Gabriel Longueville e Wenceslao Pedernera, la cui validità giuridica fu riconosciuta dalla Congregazione della Cause dei Santi con decreto del 6 novembre 2015. Invece, l’Inchiesta Diocesana per il Servo di Dio Enrico Angelo Angelelli Carletti si celebrò presso la Curia ecclesiastica di La Rioja, dal 13 ottobre 2015 al 15 settembre 2016, la cui validità giuridica fu riconosciuta con decreto del 19 maggio 2017. Su richiesta del Vescovo della diocesi di La Rioja, con decreto della Congregazione della Cause dei Santi del 27 ottobre 2016 le due cause furono unite. Preparata la Positio, si è discusso, secondo la consueta procedura, se la morte del Servo di Dio sia stata un vero martirio. Il 15 maggio 2018 si celebrò il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi, che espresse parere favorevole. I Padri Cardinali e Vescovi, nella Sessione Ordinaria del 5 giugno 2018, presieduta da me Card. Angelo Amato, hanno riconosciuto che i Servi di Dio furono uccisi per la loro fedeltà a Cristo e alla Chiesa.
Presentata, dunque, al Santo Padre Francesco un’accurata relazione di tutte queste fasi da parte del sottoscritto Cardinale Prefetto, lo stesso Santo Padre, ratificando i voti della Congregazione della Cause dei Santi, in data odierna ha dichiarato: Consta il martirio e la sua causa dei Servi di Dio Henrici Angeli Angelelli Carletti, Episcopi Rioiensis, Gabrielis Iosephi Rogeri Longueville, Sacerdotis Dioecesani, Caroli de Deo Murias, Sacerdotis professi ofmconv, e Venceslai Pedernera, Christifidelis Laici et Patrisfamilias, per il caso e l’effetto di cui si tratta.
Infine, ha ordinato che questo Decreto sia pubblicato e trascritto negli atti della Congregazione della Cause dei Santi.
Dato a Roma, l’8 giugno dell’anno del Signore 2018.
Card. Angelo Amato, SDB
Prefetto
+ Marcello Bartolucci
Arcivescovo tit. di Bevagna
Segretario
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CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM
RIOIENSIS
Beatificationis seu Declarationis Martyrii
Servorum Dei
HENRICI ANGELI ANGELELLI CARLETTI
Episcopi Rioiensis
GABRIELIS IOSEPHI ROGERI LONGUEVILLE
Sacerdotis Dioecesani,
CAROLI DE DEO MURIAS
Sacerdotis professi Ordinis Fratrum Minorum Conventualium
et
VENCESLAI PEDERNERA
Christifidelis Laici et Patrisfamilias
(†1976)
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Decretum super Martyrio
«Quis nos separabit a caritate Christi? Tribulatio an angustia an persecutio an fames an nuditas an periculum an gladius? Sicut scriptum est: “Propter te mortificamur tota die, aestimati sumus ut oves occisionis”. Sed in his omnibus supervincimus per eum, qui dilexit nos» (Rm 8, 35-37).
Haec fervens Apostoli Pauli proclamatio humanam, christianam ac sacerdotalem historiam Servi Dei Henrici Angeli Angelelli Carletti et Sociorum illustrare potest, qui sua in vita validum testimonium perhibuit absolutae additionis in Dominum necnon generosae navitatis in ministerio pro fratribus praecipue debilioribus et indefensioribus. Servi Dei, qui Argentina cruenta persecutione saeviente anno 1976 Christo obtulerunt pulcherrimum testimonium fidei, excipientes hanc invitationem, amoris eius sustulerunt pericula, contumelias et damnationem iniustam usque ad sanguinis effusionem.
Parvus manipulus martyrum ducitur a Servo Dei Henrico Angelo Angelelli Carletti, episcopo Rioiensi. Is in regione civitatis v.d. Alta Córdoba eiusdem oppidi die 17 mensis Iulii anno 1923 natus, sacro fonte sequenti die 30 mensis Augusti lustratus est. Maturata vocatione ad sacerdotium anno 1938 Seminarium Nostrae Dominae Cordubae est ingressus. Die autem 9 mensis Octobris anno 1949 Romae sacro ordine auctus et die 12 mensis Decembris anno 1960 episcopus titularis Lystrensis electus necnon Auxiliaris Archiepiscopi Cordubensis in Argentina, die autem 12 mensis Martii anno 1961 episcopalem ordinationem suscepit. Anno 1968 ei dioecesis Rioiensis rectio commissa est, quae autem fines suos propagabat in pauperiores locos Argentinae, ibique tamen pastoralem actionem adhibuit et curavit ut suam electionem praecipuam semper esset in pauperes uti etiam Concilium Vaticanum II suo magisterio necnon documenta coetus episcoporum totius Americae Meridianae praeceperant, hoc subitaneum odium et inimicitia regiminis dictatorii in totam nationem saevientis convertit. Anno 1976 post Rei Publicae eversionem a militibus exactam, persecutio erga Servum Dei et suos collaborantes magis aperta ac violenta, enim deprehensi sunt quidam sacerdotes et novae provisiones adhibitae sunt ad ecclesiae muneris exercitium impediendum. Die 4 mensis Augusti eiusdem anni aliquibus diebus postquam exequias Servorum Dei Caroli de Dios Murias et Gabrielis Longueville celebraverat dominus Angelelli in casum viarium incidit, qui eum ad mortem perduxit. Expirato regimine dictatorio, inchoavit poenalis processus qui anno 2014 sententiam prodit in qua criminosa natura illius viarii casus comperta est, qui olim ab Argentinae potentioribus illis regiminis praemeditatus erat.
Servus Dei Gabriel Longueville, sacerdos fidei donum, natione Francus, in pago v.d. Étables in departimento Ardescae die 18 mensis Martii anno 1931 natus et sequenti die 12 mensis Aprilis sacro fonte est lustratus. Die 26 mensis Septembris anno 1942 Sancti Caroli Seminarium Minus ad civitatem Annonay ingressus est et Octobri mense anni 1948 ad Seminarium Maius ivit. Dum ad studia sua attendit, ab anno 1952 ad annum 1954 militavit et rursus anno 1956 cum fuit Icosii. Post reditum in seminarium institutionem suam perfecit, die autem 29 mensis Iunii anno 1957 sacro ordine auctus est. Primum brevi tempore iuxta Seminarium Minus linguas docuit et anno 1968 missus est Argentinam in dioecesim Corrientensem et deinde ad Rioiensem. Illic toto corde adhaesit proposito pastorali domini Angelelli. Nominatus est vicarius cooperator ecclesiae paroecialis Salvatoris pagi Chamical, anno autem 1972 ei commissum est munus vicarii substituti. Cognovit ipse persecutionem, quae contra omnes suppeditates pastorale Henrici Angelelli suscepta erat, die 18 mensis Iulii anno 1976 una cum Patre Carolo Murias deprehensus et ficta accusatione est interfectus.
Servus Dei Carolus de Deo Murias, sacerdos ex Ordine Fratrum Minorum Conventualium, die 10 mensis Octobris anno 1945 Cordubae natus, sequenti die 25 mensis Novembris sacro fonte est lustratus. Postquam studuerat iuxta scholam a monialibus rectam Militare Lycaeum anno 1958 est ingressus. Cursu expleto, se ad facultatem ingeniariae artis adscripsit, haec tamen studia umquam perfecit, cum enim in eo ad maturitatem vocatio ad consecratam vitam perveniret et die 5 mensis Aprilis anno 1966 postulatum incepit. Decembri mense sequenti ad noviciatum admissus est et anno 1968 simplicem emisit professionem. Die 31 mensis Decembris anno 1971 sollemnem professionem edidit. Peracto cursu philosophico necnon theologico, uti praescriptum est, die 17 mensis Decembris anno 1972 per manus domini Angelelli sacro ordine auctus est. Sequentes tres annos duobus in paroecis degit munere vicarii cooperatoris fungens, ibique vehementissimam pastoralem operam provexit maxime in iuvenes et egeniores. A mense Martio ad mensem Iulium anno 1975 fuit in pago Chamical in Rioiensi dioecesi, quia illic propositum erat constituendi communitatem Ordinis Fratrum Minorum Conventualium. Anno 1976 stabiliter in ministerio illius dioecesis collocatus est et die 6 mensis Maii dominus Angelelli eum paroeciae pagi Chamical vicarium cooperatorem nominavit. Suis in homiliis fortiter incursavit iniquitates perpetratas a politicas institutiones olim regentibus. Vespere dominicalis diei 18 mensis Iulii, cum cibum vespertinum una cum quibusdam sororibus Instituti Sororum Sancti Ioseph sumebat, deperehensus cum Servo Dei Gabriele Longueville a quibusdam viribus quae se dicebant esse ministros publicae custodiae. Uterque eodem vespere est interfectus.
Servus Dei Venceslaus Perdernera, vir laicus ac paterfamilias, die 28 mensis Septembris anno 1936 in pago La Calera in Argentina natus, die 24 mensis Septembris anno 1938 sacro fonte lustratus est. Iam a pueritia operam dedit rusticis curis et anno 1961 in civitatem Mendoza se transtulit ut in quodam tenimento operam daret. Mense Martio anno 1962 uxorem duxit Martham Raimondam Cornejo quo ex matrimonio genitae sunt Maria Rosa, Susanna Beatricem et Stella Martha. Primum procul a fide fuit deinde auditis sermonibus in quibusdam popularibus missionibus ad fidem rediit et assidue ad sacramenta accessit. Eodem tempore navavit in opera cooperationis ruralis et anno 1968 ingressus est coetum moderatorum illius regionis Motus Ruralis Argentinae Actionis Catholicae in regione Cuyo. Anno 1972 interfuit duobus cursibus ad institutionem ac profundius investigationem fovendam ab eadem associatione in pago La Rioja apparatis, deinde illum in locum se transtulit actuoso auxilio domini Angelelli suffultus. In Argentina illo tempore haec nava actio saepissime impediebatur, quia in seditionis suspicione erat, hoc maxime postquam militum dictatoria auctoritas Rei Publicae potita est, Servus Dei una cum suis familiaribus nonnullis minis exterritus est. Nocte inter diem 24 et 25 mensis Iulii anno 1976 dum domi commoratur, in insidias incidit graviter vulneratus, ad valetudinarium oppidi Chilecito deductus est ibique intra paucas horas mortali e vita excessit.
Fama martyrii horum quattuor Servorum Dei in Ecclesia cito increbuit, quam ob rem a die 31 mensis Maii anno 2011 ad diem 15 mensis Maii anno 2015 iuxta Curiam ecclesiasticam Rioiensem Inquisitio Dioecesana Servorum Dei Caroli de Deo Murias, Gabrielis Longueville et Venceslai Pedernera celebrata est, cuius iuridica validitas ab hac Congregatione de Causis Sanctorum per decretum diei 6 mensis Novembris anno 2015. Inquisitio Dioecesana autem Servi Dei Henrici Angeli Angelelli Carletti iuxta Curiam Ecclesiaticam Rioiensem a die 13 mensis Octobris anno 2015 ad diem 15 mensis Septembris anno 2016 celebrata est cuiusque iuridica validitad ab hac Nostra Congregatione per decretum diei 19 mensis Maii anno 2017 est approbata. Rioiensis Episcopi rogatu, per huius Congregationis de Causis Sanctorum decretum diei 27 mensis Octobris anno 2016 utraque Causa in una coniuncta est. Exarata Positione, consuetas secundum normas disceptatum est an Servorum Dei verum fuisset martyrium. Die 15 mensis Maii anno 2018 Peculiaris Consultorum Theologorum Congressus fausto cum exitu habitus est. Patres Cardinales et Episcopi Ordinaria Sessione diei 5 mensis Iunii anno 2018 congregati, cui egomet Angelus Cardinalis Amato praefui, supradictos Servos Dei interfectos esse ob suam fidem in Christum et in Ecclesiam agnoverunt.
De hisce omnibus rebus, refernte subscripto Cardinale Praefecto, certior factus, Summus Pontifex Franciscus, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de martyrio eiusque causa Servorum Dei Henrici Angeli Angelelli Carletti, Episcopi Rioiensis, Gabrielis Iosephi Rogeri Longueville, Sacerdotis Dioecesani, Caroli de Deo Murias, Sacerdotis Professi Ordinis Fratrum Minorum Conventualium, et Venceslai Pedernera, Christifidelis Laici et Patrisfamilias, in casu et ad effectum de quo agitur.
Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.
Datum Romae, die 10 mensis Iunii a.D. 2018.
Card. Angelus Amato, SDB
Praefectus
+ Marcellus Bartolucci
Archiepiscopus tit. Mevaniensis
a Secretis