Gaetano Errico

Gaetano Errico

(1791-1860)

Beatificazione:

- 14 aprile 2002

- Papa  Giovanni Paolo II

Canonizzazione:

- 12 ottobre 2008

- Papa  Benedetto XVI

- Piazza San Pietro

Ricorrenza:

- 29 ottobre

Sacerdote, fondatore dei Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, promosse con impegno i ritiri spirituali e la contemplazione dell’Eucaristia come strumenti per avvicinare le anime a Cristo

  • Biografia
  • Omelia
  • l'eroicità delle virtù
  • omelia di beatificazione
Esperto nella scienza del perdono: “Dio ti vuole bene, quando ci vedremo?”; nel confessionale rendeva possibile l’incontro con la misericordia del Padre

 

Gaetano Errico, fondatore dei Missionari dei Sacri Cuori, nasce il 19 ottobre 1791 a Secondigliano, antico casale a nord della città di Napoli. È il terzogenito di dieci figli di Pasquale e Maria Marseglia. Il papà gestisce un modesto laboratorio artigianale per la produzione dei maccheroni, la mamma tesse la felpa. Viene battezzato il giorno dopo la nascita nella chiesa parrocchiale dei Santi Cosma e Damiano con i nomi di Gaetano, Cosma e Damiano. Frequenta la scuola comunale con due maestri sacerdoti, Tagliamonte e Vitagliano. A sette anni è ammesso alla prima comunione e ad undici al sacramento della confermazione. A quattordici anni chiede di entrare prima tra i Cappuccini e, poi, tra i Redentoristi, ma la domanda è respinta a causa dell'età.

A sedici anni chiede di essere ammesso al seminario arcivescovile di Napoli. Nel gennaio del 1808 indossa l'abito talare e poiché la famiglia non è in grado di sostenere i costi per il suo mantenimento da interno, segue gli studi da esterno, raggiungendo a piedi il seminario. Ogni giorno, tra andata e ritorno, sono 8 chilometri, con il freddo, il caldo e la pioggia, attirando l'ammirazione delle persone, che al vederlo passare esclamano: «Ecco San Gaetano che passa!».

Nel tempo della sua formazione seminaristica segue con grande profitto la scuola, partecipa tutte le mattine alla messa, riceve la comunione, aiuta in famiglia, visita ogni giovedì gli ammalati dell'ospedale «Incurabili» di Napoli, portando loro qualche regalo, frutto dei suoi risparmi settimanali, e la domenica va in giro per le strade con il crocefisso per raccogliere i fanciulli per il catechismo.

È ordinato sacerdote il 23 settembre del 1815 dal Card. Ruffo Scilla nella Cappella di Santa Restituta, nella Cattredale di Napoli.

A don Gaetano, diventato sacerdote, viene subito assegnato il compito di maestro comunale, che esercita, per quasi vent'anni, con diligenza, vigilanza e zelo, preoccupandosi, con la cultura, di insegnare, soprattutto, i principi cristiani. Si dedica con amore al servizio pastorale nella chiesa parrocchiale dei Santi Cosma e Damiano.

Sviluppa la sua attività apostolica secondo quattro direzioni: annuncio della Parola, ministero della riconciliazione, assistenza materiale e spirituale ai malati, servizio della carità. Quattro modi distinti per dire agli uomini che Dio è Padre e li ama.

Ha una vita d'intensa preghiera e di rigorosa penitenza, da far dire alla mamma, che lava le sue camicie intrise di sangue: «Adesso mi fai sentire quel dolore che non intesi quando ti portai in seno e ti partorii».

Ogni anno, da sacerdote, si ritira a Pagani (Salerno), nella casa dei padri Redentoristi, per gli esercizi spirituali. Nell'anno 1818, mentre prega sul coro, avviene un fatto destinato a segnare ed a cambiare il corso della sua vita: gli appare Sant'Alfonso per comunicargli che Dio lo vuole fondatore di una Congregazione religiosa, dandogli come «segno» la costruzione in Secondigliano di una chiesa in onore della Vergine Addolorata. L'annuncio che è Dio a volere la costruzione di una chiesa in onore dell'Addolorata, in Secondigliano è accolto con entusiasmo dalla maggior parte del popolo, ma c'è anche chi si dimostra diffidente ed ostile. Gli avversari, pochi, ma molto agguerriti e combattivi, giurano che impediranno la costruzione della chiesa. Quando il progetto sembra definitivamente destinato a fallire, don Gaetano continua a credervi ed assicura la gente: «La chiesa si farà, perché è Dio a volerla». Il 9 dicembre del 1830 la chiesa è benedetta.

Terminata la costruzione, Gaetano Errico commissiona a Francesco Verzella, scultore napoletano, una statua in legno della Madonna Addolorata. La tradizione vuole che egli abbia fatto rifare più volte il volto, esclamando alla fine: «Così era». L'aveva vista in visione?

La statua fa il suo ingresso in Secondigliano nel maggio del 1835 e da allora continuano ininterrotti il pellegrinaggio e la devozione dei fedeli verso l'Addolorata di Gaetano Errico.

Negli anni seguenti, mentre don Gaetano prega sul medesimo coro di Pagani, davanti al SS. Sacramento, il Signore gli manifesta che la nuova Congregazione «dev'essere istituita in onore dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria».

D'allora i Sacri Cuori diventano per Gaetano Errico il centro della sua azione apostolica e missionaria ed egli l'apostolo del loro amore misericordioso in tutto il Meridione d'Italia. L'amore dei Sacri Cuori lo spinge a cercare il fratello peccatore per portarlo al Padre, anche a costo della vita e a donarsi senza soste e misura, soprattutto, ai fratelli delle categorie meno protette: malati, operai, artigiani, contadini, analfabeti, ragazze senza dote e in pericolo, carcerati. Si propone di far sentire a tutti la presenza di un Padre amoroso, pronto al perdono e lento all'ira.

Terminata la chiesa, don Gaetano comincia a costruire in un luogo adiacente la casa che dovrà ospitare i futuri religiosi, i Missionari dei Sacri Cuori. Costruisce dapprima una piccola casa, dove nel 1833 si ritira ad abitare insieme ad un laico, che cura il servizio della chiesa.

Con il trasferimento dalla casa paterna, inizia «ufficialmente» la realizzazione dell'incarico più importante ricevuto da Dio: la fondazione della Congregazione dei Missionari dei Sacri Cuori.

Ingrandita la casa, fonda il «Ritiro sacerdotale dei Sacri Cuori», per accogliere i sacerdoti disposti ad impegnarsi soprattutto nel lavoro delle missioni popolari.

Don Gaetano nel 1833 inoltra al Re la domanda per il riconoscimento di un Ritiro, che è approvato insieme al regolamento il 14 marzo 1836. Il 1o ottobre 1836 apre il noviziato, ammettendovi nove giovani. Nel maggio 1838 chiede il riconoscimento pontificio della Congregazione ed il 30 giugno riceve dalla Sacra Congregazione dei Vescovi e Regolari il decreto di lode. Il 6 aprile del 1839, allo scopo di consolidare lo sviluppo della Congregazione, chiede il riconoscimento governativo, che il Re concede il 13 maggio, dichiarando «la Congregazione dei Missionari dei Sacri Cuori legittimamente esistente e capace di godere dei corrispondenti effetti civili e canonici».

Nell'aprile 1846 ritorna a Roma per chiedere la definitiva approvazione. La Congregazione è cresciuta: è aumentato il numero dei congregati e sono state aperte diverse case. Il 7 agosto 1846 il Papa Pio IX emette il decreto di approvazione ed il 15 settembre il Breve apostolico.

Gaetano Errico, dopo l'approvazione, unanimemente eletto Superiore Generale, fino alla morte lavora per lo sviluppo della Congregazione, curando in modo particolare la formazione dei soggetti.

S'impegna nell'attività missionaria, nella predicazione al popolo e degli esercizi spirituali in numerosi conventi di suore, nella direzione spirituale e, specialmente, nell'amministrazione del sacramento della riconciliazione.

Muore a Secondigliano, all'età di 69 anni, il 29 ottobre 1860, alle 10 del mattino.

CAPPELLA PAPALE
PER LA CANONIZZAZIONE DEI BEATI

Gaetano Errico (1791-1860)
Maria Bernada (Verena) Bütler (1848-1924)
Alfonsa dell’Immacolata Concezione (Anna Muttathupadathu) (1910-1946)
Narcisa de Jesús Martillo Morán (1832-1869)  

OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Piazza San Pietro
Domenica, 12 ottobre 2008

 

 

Cari fratelli e sorelle,

quattro nuove figure di Santi vengono oggi proposte alla venerazione della Chiesa universale: Gaetano Errico, Maria Bernarda Bütler,Alfonsa dell’Immacolata Concezione e Narcisa di Gesù Martillo Morán. La liturgia ce le presenta con l’immagine evangelica degli invitati che prendono parte al banchetto rivestiti dell’abito nuziale. Quella del banchetto è immagine che troviamo anche nella prima Lettura e in varie altre pagine della Bibbia: è immagine gioiosa perché il banchetto accompagna una festa di nozze, l’Alleanza d’amore tra Dio e il suo Popolo. Verso quest’Alleanza i profeti dell’Antico Testamento hanno costantemente orientato l’attesa di Israele. E in un’epoca segnata da prove di ogni genere, quando le difficoltà rischiavano di scoraggiare il Popolo eletto, ecco levarsi la parola rassicurante del profeta Isaia: "Preparerà il Signore degli eserciti - egli afferma - per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande … di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati" (25,6). Iddio porrà fine alla tristezza e alla vergogna del suo Popolo, che potrà finalmente vivere felice in comunione con Lui. Dio non abbandona mai il suo Popolo: per questo il profeta invita alla gioia: "Ecco il nostro Dio, in lui abbiamo sperato perché ci salvasse; … rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza" (v. 9).

Se la prima Lettura esalta la fedeltà di Dio alla sua promessa, il Vangelo con la parabola del banchetto nuziale ci fa riflettere sulla risposta umana. Alcuni invitati della prima ora hanno rifiutato l’invito, perché attratti da diversi interessi; altri hanno persino disprezzato l’invito del re provocando un castigo che s’è abbattuto non solo su di loro, ma sull’intera città. Il re però non si scoraggia e invia i suoi servi a cercare altri commensali per riempire la sala del suo banchetto. Così il rifiuto dei primi ha come effetto l’estensione dell’invito a tutti, con una predilezione speciale per i poveri e i diseredati. E’ quanto è avvenuto nel Mistero pasquale: lo strapotere del male è sconfitto dall’onnipotenza dell’amore di Dio. Il Signore risorto può ormai invitare tutti al banchetto della gioia pasquale, fornendo Egli stesso ai commensali la veste nuziale, simbolo del dono gratuito della grazia santificante.

Alla generosità di Dio deve però rispondere la libera adesione dell’uomo. E’ proprio questo il cammino generoso che hanno percorso anche coloro che oggi veneriamo come santi. Nel battesimo essi hanno ricevuto l’abito nuziale della grazia divina, lo hanno conservato puro o lo hanno purificato e reso splendido nel corso della vita mediante i Sacramenti. Ora prendono parte al banchetto nuziale del Cielo. Della festa finale del Cielo è anticipazione il banchetto dell’Eucaristia, a cui il Signore ci invita ogni giorno e al quale dobbiamo partecipare con l’abito nuziale della sua grazia. Se capita di sporcare o addirittura lacerare col peccato questa veste, la bontà di Dio non ci respinge né ci abbandona al nostro destino, ma ci offre con il sacramento della Riconciliazione la possibilità di ripristinare nella sua integrità l’abito nuziale necessario per la festa.

Il ministero della Riconciliazione è pertanto un ministero sempre attuale. Ad esso il sacerdote Gaetano Errico, fondatore della Congregazione dei Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria, si è dedicato con diligenza, assiduità e pazienza, senza mai rifiutarsi né risparmiarsi. Egli si inscrive così tra le figure straordinarie di presbiteri che, instancabili, hanno fatto del confessionale il luogo per dispensare la misericordia di Dio, aiutando gli uomini a ritrovare se stessi, a lottare contro il peccato e a progredire nel cammino della vita spirituale. La strada e il confessionale furono i luoghi privilegiati dell’azione pastorale di questo nuovo santo. La strada gli permetteva di incontrare le persone alle quali rivolgeva un suo abituale invito: "Dio ti vuole bene, quando ci vedremo?", e nel confessionale rendeva loro possibile l’incontro con la misericordia del Padre celeste. Quante ferite dell’anima egli ha così sanato! Quante persone ha portato a riconciliarsi con Dio mediante il Sacramento del perdono! In tal modo san Gaetano Errico è diventato un esperto nella "scienza" del perdono, e si è preoccupato di insegnarla ai suoi missionari raccomandando loro: "Dio, che non vuole la morte del peccatore, è sempre più misericordioso dei suoi ministri; perciò siate misericordiosi quanto potete esserlo, perché troverete misericordia presso Dio".

Maria Bernarda Bütler, die in Auw im Schweizer Kanton Aargau geboren wurde, hat schon sehr früh die Erfahrung einer tiefen Liebe zum Herrn gemacht. Wie sie sagte, „ist es fast unmöglich, dies anderen zu erklären, die es selbst nicht so verspürt haben". Diese Liebe führte Verena Bütler, wie sie damals hieß, zum Eintritt in das Kapuzinerinnenkloster Maria Hilf in Altstätten, wo sie mit 21 Jahren ihre Gelübde ablegte. Im Alter von 40 Jahren empfing sie ihre missionarische Berufung und machte sich auf den Weg nach Ecuador und dann nach Kolumbien. Aufgrund ihres Lebens und ihres Einsatzes für ihre Mitmenschen hat sie mein verehrter Vorgänger Johannes Paul II. am 29. Oktober 1995 als Selige zur Ehre der Altäre erhoben.

[Maria Bernarda Bütler, nata ad Auw nel cantone svizzero di Aargau, fece molto presto l'esperienza di un profondo amore per il Signore. Come disse ella stessa:  "È quasi impossibile spiegarlo a chi non ha vissuto la stessa cosa". Questo amore portò Verena Bütler, come si chiamava allora, a entrare nel convento delle cappuccine di Maria Hilf ad Altstätten, dove emise i voti perenni a 21 anni. A 40 anni ricevette la chiamata missionaria e si recò in Ecuador e poi in Colombia. Il 29 ottobre 1995, il mio venerato predecessore Giovanni Paolo II l'ha elevata agli onori degli altari per la sua vita e il suo impegno verso il prossimo.]

La Madre María Bernarda, una figura muy recordada y querida sobre todo en Colombia, entendió a fondo que la fiesta que el Señor ha preparado para todos los pueblos está representada de modo muy particular por la Eucaristía. En ella, el mismo Cristo nos recibe como amigos y se nos entrega en la mesa del pan y de la palabra, entrando en íntima comunión con cada uno. Ésta es la fuente y el pilar de la espiritualidad de esta nueva Santa, así como de su impulso misionero que la llevó a dejar su patria natal, Suiza, para abrirse a otros horizontes evangelizadores en Ecuador y Colombia. En las serias adversidades que tuvo que afrontar, incluido el exilio, llevó impresa en su corazón la exclamación del salmo que hemos oído hoy: "Aunque camine por cañadas oscuras, nada temo, porque tú vas conmigo" (Ps 22, 4). De este modo, dócil a la Palabra de Dios siguiendo el ejemplo de María, hizo como los criados de que nos habla el relato del Evangelio que hemos escuchado: fue por doquier proclamando que el Señor invita a todos a su fiesta. Así hacía partícipes a los demás del amor de Dios al que ella dedicó con fidelidad y gozo toda su vida.

[Madre Maria Bernarda, una figura molto ricordata e amata soprattutto in Colombia, comprese a fondo che la festa che il Signore ha preparato per tutti i popoli è rappresentata in modo molto particolare dall'Eucaristia. In essa Cristo stesso ci riceve come amici e si dona a noi nella mensa del pane e della parola, entrando in intima comunione con ognuno. Sono la fonte e il pilastro della spiritualità della nuova santa, come pure del suo impulso missionario che la portò a lasciare il suo paese natale, la Svizzera, per aprirsi ad altri orizzonti evangelizzatori in Ecuador e in Colombia. Nelle serie avversità che dovette affrontare, incluso l'esilio, portò impressa nel cuore l'esclamazione del salmo che abbiamo ascoltato oggi:  "Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me" (Sal 22, 4). In tal modo, docile alla Parola di Dio, seguendo l'esempio di Maria, fece come i servi di cui ci parla il racconto del Vangelo che abbiamo ascoltato:  andò ovunque proclamando che il Signore ci invita tutti alla sua festa. Così rendeva partecipi gli altri dell'amore di Dio al quale dedicò con fedeltà e gioia tutta la sua vita.]

"He will swallow up death for ever, and the Lord God will wipe away tears from all faces" (Is 25:8). These words of the prophet Isaiah contain the promise which sustained Alphonsa of the Immaculate Conception through a life of extreme physical and spiritual suffering. This exceptional woman, who today is offered to the people of India as their first canonized saint, was convinced that her cross was the very means of reaching the heavenly banquet prepared for her by the Father. By accepting the invitation to the wedding feast, and by adorning herself with the garment of God’s grace through prayer and penance, she conformed her life to Christ’s and now delights in the "rich fare and choice wines" of the heavenly kingdom (cf. Is 25:6). She wrote, "I consider a day without suffering as a day lost". May we imitate her in shouldering our own crosses so as to join her one day in paradise.

["Eliminerà la morte per sempre; il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto" (Is 25, 8). Queste parole del profeta Isaia contengono la promessa che ha sostenuto Alfonsa dell'Immacolata Concezione nel corso di una vita di estrema sofferenza fisica e spirituale. Questa donna eccezionale, che oggi è offerta al popolo dell'India come sua prima santa, era convinta che la sua croce fosse proprio lo strumento per raggiungere il banchetto celeste approntato per lei dal Padre. Accettando l'invito alla festa nuziale, e adornandosi con il vestito della grazia di Dio attraverso la preghiera e la penitenza, ha conformato la propria vita a quella di Cristo e ora partecipa con gioia al banchetto di grasse vivande e di vini eccellenti (cfr Is 25, 6). Scrisse:  "Considero un giorno senza dolore un giorno perso". Che possiamo imitarla nel portare le nostre croci per poterci unire a lei in paradiso.]

La joven laica ecuatoriana Narcisa de Jesús Martillo Morán nos ofrece un ejemplo acabado de respuesta pronta y generosa a la invitación que el Señor nos hace a participar de su amor. Ya desde una edad muy temprana, al recibir el sacramento de la Confirmación, sintió clara en su corazón la llamada a vivir una vida de santidad y de entrega a Dios. Para secundar con docilidad la acción del Espíritu Santo en su alma, buscó siempre el consejo y la guía de buenos y expertos sacerdotes, considerando la dirección espiritual como uno de los medios más eficaces para llegar a la santificación. Santa Narcisa de Jesús nos muestra un camino de perfección cristiana asequible a todos los fieles. A pesar de las abundantes y extraordinarias gracias recibidas, su existencia transcurrió con gran sencillez, dedicada a su trabajo como costurera y a su apostolado como catequista. En su amor apasionado a Jesús, que la llevó a emprender un camino de intensa oración y mortificación, y a identificarse cada vez más con el misterio de la Cruz, nos ofrece un testimonio atrayente y un ejemplo acabado de una vida totalmente dedicada a Dios y a los hermanos.

[La giovane laica ecuadoriana Narcisa di Gesù Martillo Morán ci offre un esempio completo di risposta pronta e generosa all'invito che il Signore ci fa a partecipare al suo amore. Già in tenera età, nel ricevere il sacramento della Confermazione, udì chiaramente nel suo cuore la chiamata a vivere una vita di santità e di dedizione a Dio. Per assecondare con docilità l'azione dello Spirito Santo nella sua anima, cercò sempre il consiglio e la guida di sacerdoti buoni ed esperti, considerando la direzione spirituale uno dei mezzi più efficaci per giungere alla santificazione. Santa Narcisa di Gesù ci mostra un cammino di perfezione cristiana accessibile a tutti i fedeli. Nonostante le abbondanti e straordinarie grazie ricevute, la sua esistenza trascorse con grande semplicità, dedita al lavoro come sarta e all'apostolato come catechista. Nel suo amore appassionato per Gesù, che la portò a intraprendere un cammino di intensa preghiera e di mortificazione,  e a identificarsi sempre più con il mistero della Croce, ci offre una testimonianza attraente e un esempio completo di una vita totalmente dedita a Dio e ai fratelli.]

Cari fratelli e sorelle, rendiamo grazie al Signore per il dono della santità, che quest’oggi rifulge nella Chiesa con singolare bellezza. Gesù invita ciascuno di noi a seguirlo, come questi Santi, nel cammino della croce, per avere poi in eredità la vita eterna di cui Egli morendo ci ha fatto dono. I loro esempi ci siano di incoraggiamento; gli insegnamenti ci orientino e confortino; l’intercessione ci sostenga nelle fatiche del quotidiano, perché anche noi possiamo giungere un giorno a condividere con loro e con tutti i santi la gioia dell’eterno banchetto nella Gerusalemme celeste. Ci ottenga questa grazia soprattutto Maria, la Regina dei Santi, che in questo mese di ottobre veneriamo con particolare devozione. Amen.

Don Gaetano è un uomo di Dio, è un «santo». Come ha fatto a diventarlo?

Il primo segreto della sua santità è «consumare le ginocchia nella preghiera e... anche nel pavimento». Che don Gaetano sia un uomo di preghiera lo testimoniano le tante persone che l'hanno conosciuto e le due «fossette» nel pavimento della sua stanza, scavate dalle sue ginocchia.

La penitenza è il secondo segreto della sua «santità». Nei venerdì e sabati limita i suoi pasti ad un solo piatto di minestra. Tutti i mercoledì ed in molte vigilie digiuna a pane ed acqua. Spesso dorme per terra. Porta «un cilicio che cinge la sua persona: petto, braccia e gambe». «Usa discipline di cordicella e di ferro di varie specie».

«Amatevi scambievolmente e siate osservantissimi delle Regole». È il testamento che lascia ai suoi congregati. «È morto un santo» è l'unanime commento di tutto il popolo. L'eco di questa espressione continua ancora. Per i secondiglianesi e per tutti i suoi devoti, Gaetano Errico, chiamato e conosciuto come «O Superiore», continua ad essere un «santo», cioè un esempio, un punto di riferimento, un intercessore, una freccia puntata che indica a tutti la strada di Dio, che i Sacri Cuori, per amore, hanno vissuto e tracciato.

Nel 1866 il Card. Riario Sforza introduce il processo ordinario diocesano. Nel dicembre 1884 il Papa Leone XIII lo dichiara Venerabile ed il 4 ottobre 1974 il Papa Paolo VI emette il decreto di eroicità delle virtù. Il 24 aprile 2001 Giovanni Paolo II firma il Decreto d'approvazione del miracolo ottenuto dal signor Salvatore Cacciappoli per intercessione di Gaetano Errico.

CAPPELLA PAPALE PER LA BEATIFICAZIONE DI 6 SERVI DI DIO

OMELIA DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 14 aprile 2002

 

1. "Gesù in persona si accostò e camminava con loro" (Lc 24, 15). Gesù, come abbiamo appena ascoltato nell'odierna pagina evangelica, si fa viandante affiancandosi a due discepoli diretti al villaggio di Emmaus. Spiega loro il senso delle Scritture e poi, giunto a destinazione, spezza il pane con loro, proprio come aveva fatto con gli Apostoli la sera prima della sua morte in croce. In quel momento gli occhi dei discepoli si aprono e lo riconoscono (cfr v. 31).

L'esperienza pasquale di Emmaus si rinnova continuamente nella Chiesa. Ne possiamo ammirare un mirabile esempio anche nell'esistenza di coloro che oggi ho la gioia di elevare alla gloria degli altari: Gaetano Errico, Lodovico Pavoni e Luigi Variara, presbiteri; María del Tránsito de Iesús Sacramentado, vergine; Artemide Zatti, religioso; María Romero Meneses, vergine.

Come i discepoli di Emmaus, questi nuovi Beati hanno saputo riconoscere la presenza viva del Signore nella Chiesa e, vincendo difficoltà e paure, ne sono divenuti testimoni entusiasti e coraggiosi davanti al mondo.

2. "Non a prezzo di cose corruttibili ... foste liberati..., ma con il sangue prezioso di Cristo" (1 Pt 1,18-19). Queste parole, tratte dalla seconda Lettura, ci fanno pensare al beato Gaetano Errico, presbitero e fondatore della Congregazione dei Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria.

In un'epoca segnata da profondi cambiamenti politici e sociali, di fronte al rigorismo spirituale dei giansenisti, Gaetano Errico annuncia la grandezza della misericordia di Dio, che sempre chiama alla conversione coloro che vivono sotto il dominio del male e del peccato. Vero martire del confessionale, il nuovo Beato vi trascorreva intere giornate spendendo il meglio delle proprie energie nell'accoglienza e nell'ascolto dei penitenti. Col suo esempio egli ci stimola a riscoprire il valore e l'importanza del sacramento della penitenza, dove Iddio distribuisce a piene mani il suo perdono e mostra la sua tenerezza di Padre verso i propri figli più deboli.

"Questo Gesù Dio l'ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni" (At 2,31). Questa intima consapevolezza, diventata fede infuocata e indomita, ha guidato l'esperienza spirituale e sacerdotale di Lodovico Pavoni, presbitero, Fondatore della Congregazione dei Figli di Maria Immacolata.

Dotato di animo particolarmente sensibile, si impegnò con tutto se stesso nell'assistenza ai giovani poveri e abbandonati, e specialmente ai sordo-muti. La sua attività spaziava in molti campi, da quello dell'educazione al settore dell'editoria, con originali intuizioni apostoliche e coraggiose azioni innovatrici. A fondamento di tutto c'era una solida spiritualità. Egli ci esorta con la sua testimonianza a confidare in Gesù e a immergerci sempre più nel mistero del suo amore.

3. "Y comenzando por Moisés y siguiendo por los profetas les explicó lo que se refería a él en toda la Escritura" (Lc 24, 28). En estas palabras del Evangelio de hoy, Jesús se manifiesta como compañero en el camino de la vida del hombre y Maestro paciente, que sabe modelar el corazón e iluminar la mente para que comprenda el designio de Dios. Tras su encuentro con Él, los discípulos de Emaús, superado el abatimiento y la confusión, volvieron por su pie a la naciente comunidad cristiana para anunciarles la alegre noticia de haber visto al Señor resucitado.

Esta espiritualidad acomuna a tres de los nuevos beatos que buscaron la santidad a la sombra de Don Bosco y de la tradición salesiana. La elevación a los altares de Don Luigi Variara, del Señor Artemide Zatti y de Sor María Romero son un gran gozo para esa Familia religiosa.

4. De Italia, y precisamente de la diócesis de Asti, llegó a Colombia el salesiano Padre Luis Variara, seguidor fiel de Jesús misericordioso y cercano de los abatidos. Desde el primer momento dedicó su energía juvenil y la riqueza de sus dones, al servicio de los leprosos. Primer salesiano ordenado sacerdote en Colombia, logró reunir en torno de sí un grupo de muchachas consagradas, algunas de ellas incluso leprosas o hijas de leprosos y por ello no aceptadas en los Institutos religiosos. Con el tiempo este grupo se ha convertido en la Congregación de las Hijas de los Sagrados Corazones de Jesús y María, floreciente Instituto hoy presente en diversos países.

Artemide Zatti, Coadjutor salesiano, salió con su familia de la diócesis de Reggio Emilia en busca de una vida mejor a la Argentina, la tierra soñada por Don Bosco. Allí descubrió su vocación salesiana, que se concretó en un servicio apasionado, competente y lleno de amor a los enfermos. Sus casi cincuenta años en Viedma representan la historia de un religioso ejemplar, puntual en el cumplimiento de sus deberes comunitarios y dedicado totalmente a servicio de los necesitados. Que su ejemplo nos ayude siempre ser consciente de la presencia del Señor y nos lleve a acogerlo en todos los hermanos necesitados.

Sor María Romero Meneses, Hija de María Auxiliadora, supo reflejar el rostro de Cristo que se hace reconocer el repartir el pan. Nacida en Nicaragua, realizó su formación para la vida religiosa en El Salvador y pasó la mayor parte de su vida en Costa Rica. Estos queridos pueblos centroamericanos, unidos ahora en el júbilo de su beatificación, podrán encontrar en la nueva Beata, que tanto los amò, abundantes ejemplos y enseñanzas para renovar y fortalecer su vida cristiana, tan arraigada en esas tierras.

Con un amor apasionado a Dios y una confianza ilimitada en el auxilio de la Virgen María, Sor María Romero fue religiosa ejemplar, apóstol y madre de los pobres, que, sin excluir a nadie, eran sus preferidos. ¡Que su recuerdo sea bendición para todos y que las obras fundadas por ella, entre las que destaca la "Casa de la Virgen" en San José, sigan siendo fieles a los ideales que les dieron origen!

5. "¿No esta ardiendo nuestro corazón dentro de nosotros cuando nos hablaba en el camino y nos explicaba las escrituras?" (Lc 24, 32). Esta sorprendente confesión de aquellos discípulos primero encaminados a Emaús es lo que ocurrió también con la vocación de la Madre María del Tránsito de Jesús Sacramentado Villegas, fundadora de las Hermanas Terciarias Misioneras Franciscanas y la primera mujer argentina que alcanza el honor de los altares.

La llama que ardía en su corazón llevó a María del Tránsito a buscar la intimidad con Cristo en la vida contemplativa. No se apagó cuando por enfermedad tuvo que abandonar los Monasterios en que estuvo, sino que continuó en forma de confianza y abandono en la voluntad de Dios, que siguió buscando incesantemente. El ideal franciscano se manifestó entonces como el verdadero camino que Dios quería para ella y, con la ayuda de sabios directores, emprendió una vida de pobreza, humildad, paciencia y caridad, dando vida a una nueva Familia religiosa.

Traduzione italiana delle parti in lingua spagnola: 

3. "E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui" (Lc 24, 27). In queste parole del Vangelo di oggi, Gesù si manifesta come compagno sul cammino della vita dell'uomo e come Maestro paziente, che sa modellare il cuore e illuminare la mente affinché comprenda il disegno di Dio. Dopo l'incontro con Lui, i discepoli di Emmaus, superato l'abbattimento e la confusione, diressero i loro passi verso la nascente comunità cristiana per annunciarle la notizia che avevano visto il Signore risorto.

Questa spiritualità accomuna tre dei nuovi beati, che hanno cercato la santità sulle orme di Don Bosco e della tradizione salesiana. L'elevazione agli altari di Don Luigi Variara, del Signor Artemide Zatti e di Suor Maria Romero sono una grande gioia per questa Famiglia religiosa.

4. Dall'Italia, è più precisamente dalla Diocesi di Asti, il salesiano Padre Luis Variara, seguace fedele di Gesù misericordioso e vicino agli afflitti, giunse in Colombia. Sin dal primo istante dedicò la sua energia giovanile e la ricchezza dei suoi doni al servizio dei malati di lebbra. Primo salesiano ordinato sacerdote in Colombia, riuscì a riunire attorno a sé un gruppo di ragazze consacrate, tra cui alcune lebbrose o figlie di lebbrosi, che per questo non venivano accettate negli Istituti religiosi. Col tempo questo gruppo si trasformò nella Congregazione delle Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, fiorente Istituto che oggi è presente in diversi Paesi.

Artemide Zatti, coadiutore salesiano, partì con la sua famiglia dalla Diocesi di Reggio Emilia alla ricerca di una vita migliore in Argentina, la terra sognata da Don Bosco. Lì scoprì la sua vocazione salesiana, che si concretizzò in un servizio agli infermi appassionato, competente e pieno di amore. I quasi cinquant'anni trascorsi a Viedema rappresentano la storia di un religioso esemplare, puntuale nel compiere i suoi doveri comunitari e completamente dedito al servizio dei bisognosi. Che il suo esempio ci aiuti ad essere sempre consapevoli della presenza del Signore e ci porti ad accoglierlo in tutti i fratelli bisognosi!

Suor Maria Romero Meneses, Figlia di Maria Ausiliatrice, seppe riflettere il volto di Cristo che si fa riconoscere nella divisione del pane. Nata in Nicaragua, svolse la sua formazione alla vita religiosa a El Salvador e trascorse la maggior parte della sua vita in Costa Rica. Questi amati popoli del Centro America, uniti ora nel giubilo della sua beatificazione, potranno trovare nella nuova beata, che tanto li amò, abbondanti esempi e insegnamenti per rinnovare e rafforzare la loro vita cristiana, tanto radicata in queste terre.

Con amore appassionato per Dio e fiducia illimitata nell'ausilio della Vergine Maria, Suor Maria Romero è stata una religiosa esemplare, apostola e madre dei poveri per i quali, nessuno escluso, mostrava la sua preferenza. Che il suo ricordo sia una benedizione per tutti, e che le opere da lei fondate, tra cui la "Casa de la Virgen" a San José, continuino ad essere fedeli agli ideali che le hanno originate!

5. "Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?" (Lc 24, 32). Questa sorprendente confessione dei discepoli, che all'inizio erano in cammino per Emmaus, è ciò che è accaduto anche per quanto riguarda la vocazione di Madre Maria del Transito di Gesù Sacramentato Cabanillas, fondatrice delle Suore Terziarie Missionarie Francescane e prima donna argentina a salire agli onori degli altari.

La chiamata che ardeva nel suo cuore portò Maria del Transito a cercare l'intimità con Cristo nella vita contemplativa. Non si sentì spenta quando la malattia la costrinse ad abbandonare i monasteri nei quali stava, ma proseguì con fiducia e abbandono alla volontà di Dio, che essa continuò a cercare incessantemente. L'ideale francescano si manifestò quindi come il vero cammino che Dio voleva per lei e, con l'aiuto di guide sapienti, intraprese un cammino di povertà, umiltà, pazienza e carità, dando vita a una nuova Famiglia religiosa.

6. "Mostraci, Signore, il sentiero della vita" (Ritor. al Salmo Resp.). Facciamo nostra questa invocazione del Salmo responsoriale, che poc'anzi abbiamo cantato. Abbiamo bisogno che il Redentore risorto ci mostri la strada, ci accompagni nel cammino e ci guidi sino alla piena comunione con il Padre celeste.

Mostraci il sentiero della vita! Solo Tu, Signore, puoi indicarci il vero sentiero della vita, l'unico che ci conduce alla meta, come è avvenuto per i Beati quest'oggi risplendenti nella gloria del Cielo.