Giovanni Filippo Jeningen

Giovanni Filippo Jeningen

(1642 - 1704)

Beatificazione:

- 16 luglio 2022

- Papa  Francesco

Sacerdote professo della Compagnia di Gesù, che pur desiderando partire per le Missioni, spinto anche dall’esempio di San Francesco Saverio, svolse il ministero nelle zone rurali delle regioni intorno a Ellwangen

  • Biografia
  • Decreto sul Miracolo
  • Omelia nella Beatificazione
Per lo stile della sua predicazione, raggiunse persone di ogni classe sociale

   

    Giovanni Filippo Jeningen nacque il 5 gennaio 1642 a Eichstätt (Baviera, Germania). Nel 1663 entrò nella Compagnia di Gesù, a Landsberg. L’11 giugno 1672 venne ordinato presbitero e, il 2 febbraio 1677, emise i voti solenni.

    Nel 1680 fu inviato ad Ellwangen, nel Ducato di Württemberg, dove gli venne affidato l’incarico di reggere una piccola cappella dedicata alla Madre di Dio, posta sul colle di Schönenberg. Con il notevole aumento dei pellegrini, gli fu permesso di edificare una chiesa che incorporasse al suo interno la cappella della Madre di Dio. Tale tempio, che rappresenta un gioiello del Barocco, fu costruito per l’impegno e i sacrifici del Venerabile Servo di Dio e divenne un popolare Santuario Mariano, meta di sempre più numerosi pellegrinaggi.

    Pur desiderando partire per le Missioni, spinto anche dall’esempio di San Francesco Saverio, egli svolse il ministero nelle zone rurali delle regioni intorno a Ellwangen e in quattro Diocesi: Augsburg, Konstanz, Eichstätt e Würzburg. Per lo stile della sua predicazione, raggiunse persone di ogni classe sociale.

    Morì a Ellwangen (Germania) 1’8 febbraio del 1704.

    Il decreto sull’eroicità delle virtù venne promulgato il 21 dicembre 1989.

    Per la beatificazione del Venerabile Servo di Dio Giovanni Filippo Jeningen, la Postulazione della Causa ha presentato all’esame della Congregazione l’asserita guarigione miracolosa, attribuita alla sua intercessione, di un uomo da “coliciste acuta alitiasica flemmonosa, grave sepsi, polmonite con insufficienza ventilatoria, emorragia digestiva da ulcera gastroduodenale, emobilia”. L’evento accadde nel 1985 a Ulma (Germania). Il presunto sanato il 25 dicembre 1984, all’età di 42 anni, avvertì dolori acuti all’addome, con febbre molto alta. Il medico di famiglia prescrisse una terapia ma, il 30 dicembre successivo, fu necessario il ricovero nell’Ospedale di Ellwangen, dove gli fu diagnosticata un’infiammazione acuta della cistifellea con alterazioni pleuro-polmonari. Sottoposto ad intervento chirurgico, poiché le condizioni restavano gravissime con l’insorgenza di complicazioni, il 14 gennaio 1985 il paziente fu trasferito in elicottero al Policlinico Universitario di Ulma, dove giunse in imminente pericolo di vita. Il 17 gennaio si rese necessario un secondo intervento chirurgico, ma neanche questo diede l’esito sperato. Improvvisamente, il 23 gennaio 1985, l’uomo si risvegliò dal coma a cui seguì il miglioramento. L’8 febbraio 1985 fu dimesso dall’ospedale in buone condizioni di salute.

    L’iniziativa di invocare il Venerabile Jeningen fu presa dai familiari del presunto sanato ed in particolare dalla moglie e dalla loro figlia. Le preghiere si intensificarono a partire dal 1° gennaio 1985, giorno in cui la persona, in fin di vita, ricevette gli ultimi sacramenti. Altri familiari, amici e conoscenti si unirono alle invocazioni. Anche il suo medico curante, di confessione evangelica, pregò per la guarigione del presunto sanato presso la tomba di Padre Jeningen. Le invocazioni furono fatte sia in forma collettiva che individuale, anche con visite alla tomba del Venerabile Servo di Dio. Esse furono antecedenti il viraggio favorevole del decorso clinico, avvenuto il 23 gennaio 1985.

 

ROTTENBURG

 

BEATIFICAZIONE e CANONIZZAZIONE

del Venerabile Servo di Dio

GIOVANNI FILIPPO JENINGEN

Sacerdote professo della Compagnia di Gesù

(1642-1704)

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DECRETO SUL MIRACOLO

 

    Il Venerabile Servo di Dio Giovanni Filippo Jeningen nacque il 5 gennaio 1642 a Eichstätt, in Baviera. A 14 anni chiese di entrare nella Compagnia di Gesù, ma non fu ammesso a motivo della contrarietà del padre. La resistenza di questi durò per sette anni, nei quali il Venerabile Servo di Dio restò fedele e perseverante nel suo proposito. Entrò nella Compagnia di Gesù nel 1663. Negli anni del noviziato si dedicò all’insegnamento; l’11 giugno 1672 fu ordinato sacerdote.

    Giunto ad Ellwangen, fu incaricato di una piccola cappella dedicata alla Madonna, dove la gente si recava in pellegrinaggio. Poiché il numero dei pellegrini aumentava, ottenne il permesso di costruire sul monte di Schönenberg una chiesa che incorporasse la cappella. Avrebbe voluto partire come missionario, così da poter eventualmente dare la vita come martire. Tuttavia il suo lavoro apostolico si limitò alle missioni rurali intorno ad Ellwangen, attività per la quale divenne molto conosciuto. Visitava località e regioni per diffondere l’insegnamento morale cattolico e promuovere la pratica religiosa. Il suo apostolato coinvolse il territorio delle diocesi di Augsburg, Konstanz, Eichstätt e Würzburg. Fiducia nella Provvidenza, devozione alla Vergine Maria e una grande pietà verso l’Eucaristia ispirarono costantemente il suo agire. La sua fede, arricchita di doni particolari, era incrollabile. Circondato da un’autentica fama di santità, morì a Ellwangen l’8 febbraio 1704. Il Sommo Pontefice San Giovanni Paolo II ne ha riconosciuto le virtù eroiche il 21 dicembre 1989.

    In vista della beatificazione, la Postulazione della Causa ha sottoposto al giudizio di questa Congregazione delle Cause dei Santi la guarigione, ritenuta miracolosa, di un uomo di 42 anni, sposato e con due figli.

    Alla fine del 1984 l’uomo soffrì di dolori acuti nella parte superiore destra dell’addome, con febbre molto alta, nausea e vomito. Gli vennero prescritti antibiotici e antinfiammatori, ma senza alcun risultato. Il primo giorno di gennaio 1985 gli venne asportata chirurgicamente la colecisti. Trasferito in rianimazione e collegato al respiratore artificiale, le sue condizioni erano gravissime e continuavano a peggiorare con l’insorgere di ulteriori complicazioni. Da Ellwagen fu trasferito a Ulma. Comparsa una grave emorragia digestiva, venne eseguito un secondo intervento chirurgico, che non diede l’esito sperato. La situazione clinica continuò ad essere molto grave e nessuno si aspettava più alcun miglioramento. La terapia somministrata fino a quel punto non venne più modificata.

    Il 1° gennaio erano stati amministrati all’uomo gli ultimi Sacramenti e da quel giorno i famigliari presero a rivolgere le loro preghiere al Venerabile Servo di Dio Giovanni Filippo Jeningen, verso il quale nutrivano grande devozione a motivo del luogo e della sua fama di uomo santo e grande personalità. La loro invocazione fu univoca e continua: pregavano in casa e per strada, in ospedale e in chiesa. Anche altri parenti si unirono nella preghiera, specialmente nella chiesa di Westhausen, dove si trova una statua del Venerabile Servo di Dio. Era sorto così un grande movimento di persone e di preghiera. Dopo quattro settimane di ininterrotta febbre altissima, dopo tre settimane dal primo intervento e una settimana dal secondo, la temperatura si ridusse fino ai livelli normali. Il 24 gennaio l’uomo si svegliò dal coma, respirava spontaneamente e presero ad alimentarlo con cibi facilmente digeribili. La salute fu recuperata con una rapidità non comune: l’uomo cominciò a mangiare normalmente, si dimostrava vigile e attivo senza alcun danno cerebrale e finalmente, l’8 febbraio 1985, fu dimesso perché considerato guarito.

    È dunque evidente il nesso di tempo e causa fra l’invocazione del Venerabile Servo di Dio e la guarigione dell’uomo, il quale in seguito godette di buona salute e poté vivere una normale vita sociale.

    Su tale guarigione si è svolta presso la Curia ecclesiastica di Rottenburg dal 7 novembre 2011 al 6 maggio 2013 l’Inchiesta diocesana, il cui decreto sulla validità giuridica fu emesso da questa Congregazione delle Cause dei Santi il 7 novembre 2014. La Consulta Medica, nella seduta del 23 gennaio 2020, ha riconosciuto che la guarigione fu rapida, completa e duratura, nonché inspiegabile secondo le leggi della scienza. Alla domanda se si sia trattato di un vero miracolo compiuto da Dio, i Consultori Teologi il 14 gennaio 2021 e i Padri Cardinali e Vescovi il 1° giugno 2021 hanno risposto affermativamente.

    Il sottoscritto Cardinale Prefetto ha quindi riferito tutte queste cose al Sommo Pontefice Francesco. Sua Santità, accogliendo e confermando i voti della Congregazione delle Cause dei Santi, ha oggi dichiarato: È provato il miracolo compiuto da Dio per intercessione del Venerabile Servo di Dio Giovanni Filippo Jeningen, Sacerdote professo della Compagnia di Gesù, ossia della rapida, completa e duratura guarigione di un uomo da “colecisti acuta alitiasica flemmonosa, grave sepsi, polmonite con insufficienza ventilatoria, emorragia digestiva da ulcera gastroduodenale, emobilia”.

    Il Sommo Pontefice ha poi disposto che il presente decreto venga pubblicato e inserito negli atti della Congregazione delle Cause dei Santi.

    Dato a Roma il 19 giugno nell’anno del Signore 2021.

 

Marcello Card. Semeraro

Prefetto

 

                                                                        + Fabio Fabene

                                                                        Arciv. tit. di Montefiascone

                                                                        Segretario

 

 

 

 

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ROTTENBURGENSIS

 

BEATIFICATIONIS et CANONIZATIONIS

Venerabilis Servi Dei

IOANNIS PHILIPPI JENINGEN

Sacerdotis professi Societatis Iesu

(1642-1704)

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DECRETUM SUPER MIRACULO

 

    Venerabilis Servus Dei Ioannes Philippus Jeningen Dryopoli in Bavaria die 5 mensis Ianuarii anno 1642 ortum duxit. Quattuordecim annorum natus, Societatem Iesu ingredi postulavit, at, obsistente patre, non est admissus. Dissensio illius septem annos provecta est, quibus progredientibus Venerabilis Servus Dei semper fidelis ac perseverans in proposito suo permansit. Societatem Iesu enim ingressus est anno 1663. Annis novitiatus, docendi opus gessit. Die 11 mensis Iunii anno 1672 sacro presbiterali ordine est auctus.

    Ad v.d. Ellwangen oppidum pervenit et commissa est ei aedicula, quo populus peregrinari solebat. Peregrinorum increbrescente numero, ei concessum est novam ecclesiam condere apud montem v.d. Schönenberg, cuius pars aedicula esset. Ut missionarius proficisci cupiebat, ut vitam, si venisset usu, martyrio profunderet. Eius apostolicum opus attamen se in ruralibus missionibus per Ellwangen continuit. Loca regionesque visitabat, ad moralis catholicae vulganda praecepta religionesque provehendas. Apostolatus eius dioecesium Augustanae Vindelicorum, Constantinensis, Eystettensis ac Herbipolensis regionem tetigit. Fiducia in Providentiam, devotio erga Virginem Mariam magnaque pietas ad Eucharistiam actiones eius continenter informaverunt. Fides eius, haud communibus donis exornata, erat firma. Vera sanctitatis fama circumdatus, Ellwangen in oppido die 8 mensis Februarii anno 1704 obiit. Summus Pontifex Sanctus Ioannes Paulus II eius heroicas virtutes die 21 mensis Decembris anno 1989 agnovit.

    Beatificationis respectu, Causae Postulatio cuiusdam viri, uxorati atque duos liberos habentis, sanationem, miram aestimatam, huius Congregationis de Causis Sanctorum iudicio subiecit.

    Vergente anno 1984, vir superiori abdominis dextera parte acribus doloribus laboravit, cum febri ardentissima, nausea et vomitu. Antibiotica et alia medicamenta ad dolorem minuendum ei sunt praescripta, sed ad nullam rem utilia fuerunt. Primo die mensis Ianuarii anno 1985 eius vesica biliaris chirurgicam per sectionem ablata est. In valetudinarii partem ad animum restituendum tralatus et ventilatori mechanico nexus, res eius graves ac periculosae erant atque, novis vitiis insurgentibus, in peius mutare non desinebant. Ab Ellwangen oppido tralatus est Ulmam. Cum gravis haemorrhagia digestiva prodivisset, sectio chirurgica altera est adhibita, quae autem minime exoptatum exitum habuit. Condiciones clinicae tam gravissimae manebant, ut nemo aegrotum convalescere ullo modo expectaret. Curatio, quae adhuc adhibita erat, non ultra est commutata.

    Die 1 mensis Ianuarii postrema quoque Sacramenta viro impertita erant atque a die illo familiares Venerabili Servo Dei Ioanni Philippo Jeningen, cuius devotionem propter locum et eius sancti clarique viri famam valde excolebant, preces peragere inceperunt. Invocatio eorum univoca et continens fuit: et domi et per viam precabantur, tam in valetudinario quam in ecclesia. Alii propinqui se precationi eorum iunxerunt, in ecclesia vici v.d. Westhausen praesertim, ubi quoddam Venerabilis Servi Dei simulacrum continebatur. Itaque amplior ortus est hominum precationumque motus. Quattuor post ardentissimae constantis febris hebdomadas, necnon tres post hebdomadas a prima sectione peractas et unam ab altera, calor usque ad naturalem gradum deminuit. Die 24 mensis Ianuarii vir e veterno experrectus est, sponte spirabat atque cibis digestu facilioribus eum alere inceperunt. Valetudo inusitata celeritate confirmata est: vir ut solebat edere inchoavit, pervigilantem industriosumque se ostendebat, ullo sine cerebri exitu, et denique, die 8 mensis Februarii anno 1985, cum ad sanitatem perductus putaretur, de valetudinario est demissus.

    Concursus temporis et consequentia ergo patent, inter Venerabilis Servi Dei invocationem et viri sanationem, qui, naturali socialique vita pollens, sanus vixit.

    De hac sanatione apud Curiam ecclesiasticam Rottenburgensem a die 7 mensis Novembris anno 2011 ad diem 6 mensis Maii anno 2013 Inquisitio dioecesana celebrata est, cuius haec Congregatio de Causis Sanctorum de iuridica validitate decretum die 7 mensis Novembris anno 2014 edidit. Medicorum Consilium, diei 23 mensis Ianuarii anno 2020 in sessione, sanationem celerem, perfectam ac constantem, necnon ex scientiae legibus inexplicabilem esse declaravit. Inde et Consultores Theologi die 14 mensis Ianuarii anno 2021 et Patres Cardinales et Episcopi die 1 mensis Iunii eiusdem anni congregati, posito dubio an de miraculo divinitus patrato constaret, responsum adfirmativum protulerunt.

    Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Francisco per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de miraculo divinitus patrato per intercessionem Venerabilis Servi Dei Ioannis Philippi Jeningen, Sacerdotis professi Societatis Iesu, videlicet de celeri, perfecta ac constanti sanatione cuiusdam viri a “colecisti acuta alitiasica flemmonosa, grave sepsi, polmonite con insufficienza ventilatoria, emorragia digestiva da ulcera gastroduodenale, emobilia”.

    Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

    Datum Romae, die 19 mensis Iunii a. D. 2021.

 

Liebe Schwestern,

Liebe Brüder,

Glauben Sie an Gott? Diese Frage mag Ihnen unverständlich sein. Sicher haben Sie sich die Mühe gemacht, bei dieser Seligsprechung dabei zu sein. Sicher gehören viele von Ihnen zu dem harten Kern Ihrer Pfarreien.

Aber ich wiederhole meine Frage: Glauben Sie an Gott? Ich meine nicht, ich glaube an die Existenz eines höheren Wesens. Wahrscheinlich haben Sie im Laufe Ihres Lebens eine Gotteserfahrung gemacht. Aber für den Seligen Pater Philipp war Gottesglaube etwas viel Schöneres, viel Tieferes. Gott war die Freude des Lebens von Pater Philipp. Sein Gottesglaube zeichnete sich durch eine tiefe Gottesverbindung im Alltag aus. Gott erfüllte, Gott füllte sein Leben.

Er schaffte es, Gott in allen Dingen seines Lebens, in seinem Alltag zu finden. Ihm war die Mission Indien versagt, es war die Gegend um Ellwangen, es war in dem anstrengenden Leben eines Volksmissionars, wo er Gott fand. Nicht die geografische Weite, sondern die Tiefe des Herzens war der Ort der Begegnung mit Gott.

Pater Philipp stand in der Nachfolge Christi. Er hatte eine tiefe persönliche Freundschaft mit Christus durch die Meditation des Lebens Jesu, wie es in den Exerzitien des Heiligen Ignatius und in der Lektüre der Evangelien aufscheint. Er fühlte sich Christus in seiner Sendung zugestellt.

Es gibt eine Passage der Exerzitien, wo die Heilige Dreifaltigkeit sich die Welt anschaut, die Welt von heute, gestern und morgen. Die Heilige Dreifaltigkeit sieht alle Menschen in der Gegenwart, der Vergangenheit und der Zukunft. Gott liebt diese Menschen,sie sind von Ihm erschaffen, von Ihm ins Leben gerufen worden. Und die Heilige Dreifaltigkeit sieht, wie diese Menschen, verloren gehen, weil sie in Sünde leben. Gott entscheidet sich nicht dafür, eine neue perfektere Schöpfung zu machen. Er beschließt, die Welt zu retten und so wird die zweite Person der Heiligen Dreifaltigkeit Mensch. Das ist der Ausgangspunkt, von dem der Exerziant das Leben Jesu meditiert. Das ist der Rahmen für das seelsorgerische Wirken von Pater Philipp.

Seine Christusnachfolge macht ihn zum Gefährten Jesu im Heilswerk Gottes. Das Kreuz ist nicht nur Marter-und Todesinstrument, sondern es ist ein Hort des Heils. Für Pater Philipp aber war dies nicht nur theologisches Wissen, er schulterte sein Kreuz im Alltag der Nachfolge Christi. Das reelle Kreuz des Alltags hat eine Schwere und bereitet Schmerzen, aber Pater Philip fand darin sein Glück, er fand darin den Sinn seines Lebens.

Der Blick der Dreifaltigkeit auf alle Menschen, der Blick vom gekreuzigten Herrn auf die Menschen hat Pater Philipp beeindruckt. Er konnte darin die Liebe Gottes zu jedem, absolut jedem Menschen finden. Er konnte sich in dem Blick des dreifaltigen Gottes, in dem Blick des gekreuzigten Jesus hineinversetzen.

Er erkannte die Macht der Liebe des Herzen Jesu. Er machte sich den Blick Gottes zu eigen und konnte so den Menschen, denen er begegnete, auch seine Liebe schenken. Er war dadurch offen für alle Menschen, die er traf, er war offen für Ihre seelischen und körperlichen Bedürfnisse. Er war ein Mann der liebenden Begegnung. Diese Wesensart seiner Frömmigkeit wurde von den Leuten erkannt, und so nannten sie Ihn den guten Pater Philipp.

Aber… was können wir vom Seligen Pater Philipp lernen?

Zuerst ist hier sein absoluter Glaube an Gott zu nennen. Wir leben in einer Welt, wo Gott keine große Rolle mehr zu spielen scheint. In Deutschland ist nur noch die Hälfte der Bevölkerung Christen. Diese Säkularisierung ist aber nicht nur in Zahlen greifbar, diese Säkularisierung ist in unsere Herzen und in unseren Lebensstil eingeflossen. Wir müssen dazu Gott der sonntäglichen Frömmigkeit einen Platz in unserem Alltag geben. Er wird dann die Enge unsers Lebens zerbrechen und uns in die Weite führen. Dann wird Gott unser Leben verändern, wir können wieder frohe Christen werden.

Wir können aber auch dem Kreuz einen Platz in unserem Leben geben. Wir tragen schwer an unseren Kreuzen, dem Kreuz der Krankheit und des Todes, dem Kreuz von Streit und Krieg, dem Kreuz der Sinnlosigkeit und der Langweile, dem Kreuz von Angst und Hoffnungslosigkeit. Wir können darum beten, in dem Kreuz die Quelle der Liebe und des Heils zu entdecken. Die Liebe bringt das dunkle Kreuz des Todes zum Strahlen im Lichte der Auferstehung.

Und dann die Menschenliebe: Wir sind so schnell im Verwerfen des anderen, in der Ablehnung aller, die nicht unsere persönliche Meinung und unser Lebensgefühl teilen. Das führt manchmal zu Zerreißproben innerhalb der Kirche. Hören wir doch auf mit diesen Kleinkriegen!

Beten wir zu Gott, dass wir uns in seinem Blick der Liebe in alle Menschen hineinversetzen können.

Das ist der Kern der Missionsfähigkeit der Kirche. Ohne die Liebe zu dem konkreten Menschen in unserem Alltag ist unser Christentum nicht authentisch. Diese Liebe muss sich auch in unserem Engagement zeigen. Wenn wir für die Bewahrung der Schöpfung eintreten, wenn wir Flüchtlinge aufnehmen und uns für den Frieden einsetzen, dann werden wir nicht zu einer Sozialorganisation, dann verbinden wir Gottesliebe und Menschenliebe. Es ist diese Verbindung, die der gute Pater Philipp lebte, die uns zu Zeugen des Evangeliums in dieser Welt macht.

Seliger Pater Philipp, Apostel der Gottesliebe und der Menschenliebe, bitte für uns!

 

Ellwangen (Germania), sabato 16 luglio 2022

 

Jean-Claude Card. Hollerich