Giovanni Francesco Macha

Giovanni Francesco Macha

(1914-1942)

Beatificazione:

- 20 novembre 2021

- Papa  Francesco

 

 

Sacerdote diocesano, martire, rivisse, nell’oscurità di una ingiusta prigionia, trovò in Dio la forza e la mitezza per affrontare il difficile Calvario della persecuzione; ucciso in odium fidei nel 1942

  • Biografia
  • decreto
Signore, mio Dio, in te ho trovato rifugio: salvami da chi mi perseguita e liberami (Sal 7, 2)

 

    Jan Franciszek Macha nacque il 18 gennaio 1914 a Chorzów (Polonia). Entrato in seminario, fu ordinato sacerdote per la Diocesi di Katowice il 25 giugno 1939.

    Iniziò il servizio pastorale presso la parrocchia di San Giuseppe a Ruda Śląska, in coincidenza con l’invasione della Polonia da parte dei tedeschi. Sin dai primi giorni di guerra, soffrì molto dell’avversione cristiana ad opera dei nazisti, della distruzione della cultura polacca e della persecuzione degli ex insorti slesiani e delle loro famiglie.

    Nel periodo natalizio del 1939, visitando le famiglie, si rese conto direttamente delle gravi condizioni materiali in cui versavano numerose famiglie, i cui padri, mariti o figli erano stati arrestati, fucilati o imprigionati nei campi di concentramento. Cominciò quindi ad organizzare l’aiuto materiale e spirituale destinato alle famiglie disagiate. In segreto, benediceva le nozze in lingua polacca, insegnava il catechismo e portava conforto con la Parola di Dio.

    Era un uomo di preghiera profonda e un sacerdote pieno di zelo. La polizia di Zabrze, dopo averlo convocato due volte per un interrogatorio, il 5 settembre 1941 lo arrestò alla stazione ferroviaria di Katowice e, insieme ad altri, lo mandò in detenzione preventiva a Mysłowice. In tale contesto sopportò la derisione e le torture, rifiutandosi di collaborare con i persecutori. Rincuorava i compagni di prigionia e pregava molto, chiedendo a Dio di perdonare i carnefici.

    L’atto di accusa fu rilasciato il 14 febbraio 1942. Nel giugno successivo, fu trasferito nel carcere di Katowice, per essere processato. Il 17 luglio del 1942, fu condannato a morte.

    Don Franz Wosnitza, allora Vicario Generale della diocesi di Katowice, cercò di difendere Jan Franciszek e scrisse alla Nunziatura di Berlino e al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati chiedendo di intervenire, senza però ottenere risultati positivi. Il 2 dicembre 1942, gli fu comunicata l’imminenza della morte e  gli venne data la possibilità di ricevere i sacramenti e di scrivere una lettera di addio alla famiglia.

    Il giorno successivo, 3 dicembre 1942, a 28 anni di età, fu ghigliottinato a Katowice (Polonia).

    La vicenda di Jan Franciszek Macha si sviluppò in un contesto persecutorio contro la Chiesa da parte del regime nazista. Il persecutore lo uccise in quanto sacerdote “scomodo” a causa della sua attività a favore del popolo polacco. La motivazione politica per la quale venne arrestato, processato e ucciso, cioè l’accusa di alto tradimento, fu soltanto un pretesto per eliminarlo.

     Jan Franciszek era consapevole del pericolo a cui si era esposto a causa del suo apostolato. La nazione polacca, nella sua tormentata storia di spartizioni e occupazioni straniere, ha sempre ritenuto la religione cattolica come suo elemento unificante e caratteristico della sua identità. Proprio a causa di tale mentalità si comprende la posizione di  Jan Franciszek. Nel continuare l’opera di sostegno alla popolazione accettò consapevolmente il rischio di essere ucciso. Durante la detenzione si comportò in modo esemplare. Poco prima dell’esecuzione si preparò a morire, conservando un atteggiamento sereno, senza alcun risentimento verso i persecutori.

CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM

Traduzione ufficiosa in italiano

KATOVICENSIS

Beatificationis seu Declarationis Martyrii

Servi Dei

IOANNIS FRANCISCI MACHA

Sacerdotis Dioecesani

(† 3.12.1942)

 

DECRETO SUL MARTIRIO

“Signore, mio Dio, in te ho trovato rifugio: salvami da chi mi perseguita e liberami” (Sal 7,2).

Il Servo di Dio Giovanni Francesco Macha ebbe a rivivere intensamente i sentimenti del salmista allorché venne imprigionato e andò incontro alla morte a motivo della sua fede, della sua carità e della sua giustizia. Nell’ora della prova trovò in Dio la forza e la mitezza per seguire Cristo ed essere fatto simile a lui nel sacrificio cruento della vita.

Il Servo di Dio nacque in Polonia, nel quartiere Chorzów Stary della città di Chorzów, il 18 gennaio 1914. Percepiti durante l’adolescenza i segni della vocazione sacerdotale, entrò in seminario e il 25 giugno 1939 a Katowice fu ordinato presbitero. Avendo dimostrato particolare predilezione per il lavoro pastorale, venne assegnato come vicario cooperatore alla parrocchia di San Giuseppe a Ruda Śląska. Nello stesso anno 1939 i nazisti invasero la Polonia e il Servo di Dio soffrì molto a motivo della loro avversione alla fede cristiana, la distruzione della cultura polacca e la persecuzione verso tutti gli oppositori del regime. Iniziò ad organizzare l’assistenza e il conforto delle famiglie polacche rimaste prive di padri, mariti o figli arrestati e fucilati per queste ragioni. Segretamente insegnava il catechismo e portava a tutti la Parola di Dio e i sacramenti. Era un sacerdote di profonda preghiera e pieno di zelo.

Venne arrestato nell’autunno 1941 presso la stazione ferroviaria di Katowice e inviato alla Struttura di Detenzione Preventiva di Mysłowice. Fu duramente e ripetutamente deriso e torturato. Mai tuttavia offrì la sua collaborazione al regime. Con il suo modo di essere rincuorava i compagni di prigionia e nella preghiera chiedeva a Dio di perdonare i suoi persecutori. Il 17 luglio 1942 fu condannato a morte con l’accusa di avere aiutato le famiglie polacche ed avere cospirato contro il regime nazista. Fu trasferito nel carcere di Katowice in attesa che la sentenza fosse eseguita. Pochi mesi dopo gli annunciarono la morte imminente, scrisse una lettera di addio ai propri famigliari e ricevette i sacramenti. Il 3 dicembre 1942 a Katowice fu ghigliottinato. Non è conosciuto il luogo di sepoltura del suo corpo e si pensa sia stato incenerito nei crematori di Auschwitz. Nel cimitero di Chorzów è stata eretta una lapide per la preghiera e il suo ricordo.

Il Servo di Dio era consapevole che il proprio apostolato lo esponeva ad un grave pericolo e tuttavia lo portò avanti con grande solerzia. Fu per questo stesso suo apostolato che venne arrestato e ucciso. In quel contesto di persecuzione fu considerato sacerdote “scomodo”. La motivazione politica della sua condanna per alto tradimento fu solo un pretesto. Generoso nel ministero, esemplare nella prigionia, si preparò alla morte senza risentimento e condividendo “gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù” (Fil 2,5).

La fama del martirio del Servo di Dio si diffuse nella comunità ecclesiale e tuttora perdura. Per questo motivo si è aperta la Causa sull’asserito martirio e dal 24 novembre 2013 al 4 settembre 2015 presso la Curia ecclesiastica di Katowice si è celebrata l’Inchiesta diocesana, della quale la Congregazione delle Cause dei Santi ha riconosciuto la validità giuridica con decreto del 14 settembre 2016. Preparata la Positio, il 19 giugno 2018 si è tenuto in via definitiva il Congresso dei Consultori Storici. Si è quindi discusso, secondo le consuete procedure, se quello del Servo di Dio si sia trattato di un vero martirio. L’8 novembre 2018 si è celebrato il Congresso dei Consultori Teologi, che ha espresso parere favorevole. Il Padri Cardinali e Vescovi, nella Sessione Ordinaria del 5 novembre 2019 da me Cardinale Angelo Becciu presieduta, hanno riconosciuto che il Servo di Dio è stato ucciso per la sua fedeltà a Cristo e alla Chiesa.

Fatta quindi di tutte queste cose un’accurata relazione al Santo Padre mediante il sottoscritto Cardinale Prefetto, Sua Santità, accogliendo e ratificando i voti di questa Congregazione delle Cause dei Santi, ha oggi dichiarato: Consta il martirio del Servo di Dio Giovanni Francesco Macha, Sacerdote Diocesano, nel caso e agli effetti per i quali si agisce.

Il Sommo Pontefice ha dato incarico di pubblicare il presente decreto e di metterlo agli Atti della Congregazione delle Cause dei Santi.

Roma, 28 novembre 2019.

Angelo Card. Becciu
Prefetto

+ Marcello Bartolucci
Arciv. tit. di Bevagna
Segretario