Giuseppe Ambrosoli

Giuseppe Ambrosoli

(1923 - 1987)

Venerabilità:

- 17 dicembre 2015

- Papa  Francesco

Beatificazione:

- 20 novembre 2022

- Papa  Francesco

Sacerdote professo della Congregazione dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù, morto nel 1987 a Lira, in Uganda. Dare gloria a Dio, percorrere la strada della santificazione attraverso un profondo amore a Gesù e ai fratelli, attingere dalla sorgente eucaristica la forza per aiutare le persone più fragili: questo fu il suo programma. Uomo dell’accoglienza e della generosità, «da ricco che era si fece povero» e, operando con mentalità profondamente cristiana, fu per tutti la “buona notizia” del Dio misericordioso

  • Biografia
  • Decreto sul Miracolo
  • Decreto sulle Virtù
"Le persone devono sentire l’influsso del Gesù che porto con me; devono sentire che in me c'è una vita soprannaturale espansiva ed irradiantesi per sua natura"

 

Il Beato Giuseppe Ambrosoli nacque a Ronago, presso Como il 25 luglio 1923. Settimo figlio di Giovanni Battista Ambrosoli, l’iniziatore della famosa omonima azienda del “Miele Ambrosoli” e di Palmira Valli, il cui padre era conosciuto in Como come “il medico dei poveri”.

Nel suo ambiente familiare non c’erano distanze di ceto o di classe, ma una serena fusione di cuori e di intenti, una operosa apertura e solidarietà verso tutti, una fede luminosa e discreta: questo fu il clima nel quale si svolse la sua infanzia e adolescenza.

Dopo la scuola superiore Giuseppe si iscrisse alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano, ma dovette interrompere gli studi a causa della guerra. Durante questi anni giovanili fece parte del gruppo diocesano di Azione Cattolica, nominato il “Cenacolo”, vera fucina di vocazioni sacerdotali e laicali.

Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, rischiando la vita, si impegnò per aiutare a rifugiarsi in Svizzera un gran numero di ebrei, di ex militari e di renitenti alla leva della Repubblica Sociale Italiana, destinati ai  campi di concentramento nazisti. Anch’egli dovette riparare in Svizzera, ma rientrò in Italia per evitare il minacciato rischio di una rappresaglia nei confronti dei familiari. Le autorità della Repubblica di Salò lo arruolarono e lo inviarono con altri studenti medici in Germania nel campo di addestramento di Heuberg (Stoccarda). Anche qui si prodigò per aiutare e sostenere moralmente i compagni, spesso fiaccati dal duro addestramento e disprezzati dai tedeschi. In questo periodo maturò la vocazione missionaria, come poi riferì un suo commilitone.

Finita la guerra riprese gli studi di medicina per laurearsi nel 1949. Dopo, per prepararsi meglio alla vita missionaria, studiò medicina tropicale a Londra e scelse di entrare nella Congregazione dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù, fondata da San Daniele Comboni. Dopo due anni di noviziato emise i primi voti e, pur non avendo ancora completato l’iter formativo teologico, il 17 dicembre 1955 fu ordinato sacerdote.

L’anno seguente partì per l’Uganda e fu assegnato a Kalongo dove contribuì con la sua opera instancabile a portare a piena fioritura le primitive opere sanitarie della missione ideate dai comboniani P. Alfredo Malandra e Suor Eletta Mantiero. Si dedicò alla trasformazione di quello che allora era un semplice dispensario e alla realizzazione della scuola per ostetriche “St. Mary’s Midwifery Training Centre”.

Contemporaneamente, si impegnò nello studio della lingua Acioli, parlata localmente. In breve tempo l’ospedale si ingrandì e si arricchì di reparti, fino ad avere circa 350 posti letto e diventando ben presto un punto di riferimento per l’intera Africa centro-orientale. Alla luce del principio ispiratore di Mons. Comboni Salvare l’Africa con l’Africa, coadiuvato dalle suore comboniane, poté far sorgere la scuola per ostetriche e infermiere che contribuì al miglioramento della qualità dell’assistenza sanitaria ugandese. In seguito associò al suo ospedale anche l’assistenza a due lebbrosari. Per la sua opera umanitaria ebbe anche dei significativi riconoscimenti da parte di istituzioni mediche italiane.

Il suo servizio, realizzato con indomita tenacia e fortezza cristiana, si ispirò costantemente  ad una sua frase che lo ha definito e fatto entrare nel cuore dei confratelli, delle suore che hanno operato con lui, dei medici che lo hanno coadiuvato nell’ospedale di Kalongo in Uganda, delle puerpere e degli ugandesi in generale curati con totale dedizione e infinita tenerezza e competenza: «Dio è amore e io sono il suo servo per la gente che soffre». Giuseppe Ambrosoli davvero collocò il Cristo sofferente al centro focale di tutta la sua vita e per questo l’ammalato, icona vivente del Signore crocifisso, divenne la priorità di ogni suo pensiero, di ogni sua preoccupazione e di ogni sua azione.

Profondamente partecipe al mistero della croce, alimentò costantemente la sua fede con la liturgia, la preghiera, la ricerca della volontà del Signore e la fedeltà alla sua consacrazione. Dare gloria a Dio, percorrere la strada della santificazione attraverso un profondo amore a Gesù e ai fratelli, attingere dalla sorgente eucaristica la forza per aiutare le persone più fragili: questo fu il suo programma. Uomo dell’accoglienza e della generosità, «da ricco che era si fece povero» e, operando con mentalità profondamente cristiana, fu per tutti la “buona notizia” del Dio misericordioso.

Ma la guerra civile, che investì il nord dell’Uganda, gli causò non pochi problemi all’attività, che, nonostante fosse vittima di un’assurda guerra fratricida tra ugandesi, riuscì a mettere in salvo i pazienti dell’ospedale e a garantire altrove la continuità dei corsi della scuola ostetriche.

La sua salute, già minata da una grave insufficienza renale, ne risentì per questi enormi sforzi e sacrifici. Le sue condizioni peggiorarono e il 27 marzo 1987 a Lira (Uganda), ricco di meriti e di virtù, chiuse gli occhi alla luce di questo mondo, totalmente abbandonato alla volontà di Dio.

Per la beatificazione, la Postulazione della Causa presentò all’esame della Congregazione l’asserita guarigione miracolosa, attribuita alla sua intercessione, riguardante una paziente da “Shock settico secondario da corioamnionite purulenta putrefattiva. Tromboflebite pelvica e tromboflebite profonda della grande safena dell’arto inferiore sinistro con dermatite gangrenosa della metà inferiore della gamba”. L’evento accadde nel 2008 a Matany (Uganda). Il 25 ottobre 2008, fu ricoverata all’ospedale San Kizito di Matany (Uganda) per partorire il secondo figlio. Il parto si rivelò difficile per la posizione del feto e per l’assenza del suo battito cardiaco. La paziente, in gravissime condizioni, partorì mediante taglio cesareo, ma il feto nacque morto. Poiché la partoriente era in pericolo di vita fu chiamato il parroco di Matany, per amministrarle l’Unzione degli Infermi. Uno dei medici curanti, invocò Giuseppe Ambrosoli, collocando una sua immaginetta vicino alla testa della paziente. Il mattino seguente, i sanitari constatarono un inatteso miglioramento. Da quel momento la paziente si riprese in modo rapido, fino alle dimissioni dall’ospedale.

L’invocazione è stata univoca, fatta con fede almeno dal medico curante, antecedente il viraggio favorevole del decorso clinico, in rapporto di nesso causale con la guarigione della paziente.

 

CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM

 

GULUENSIS

Beatificationis et Canonizationis

Venerabilis Servi Dei

IOSEPHI AMBROSOLI

Sacerdotis professi Missionariorum Combonianorum Cordis Iesu

(1923-1987)

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DECRETUM SUPER MIRACULO

 

    Venerabilis Servus Dei Ioseph Ambrosoli Ronigi, in dioecesi Comensi, die 25 mensis Iulii anno 1923 natus est. Medicae artis lauream adeptus, anno 1951 Gozzani instituti Missionariorum Combonianorum novitiatum ingressus est. Quattuor post annos professionem perpetuam emisit. Die 17 mensis Decembris anno 1955 Cardinalis Ioannis Baptista Montini, postea Summus Pontifex et Sanctus, eum presbyterum ordinavit. Anno 1956 Ioseph Ambrosoli oppidum v.d. Kalongo in Uganda profectus est, ubi parvum maternitatis ambulatorium et medicamentorum dispensarium in verum valetudinarium convertit. Artis ostetriciae iuvenibus huius loci mulieribus scholam aperuit. Anno 1972 Sanitatis Ugandae Administratio Leprosy Control quinque regionum, in quibus fere octo milia leprosi inscripti erant, eius curae commendavit. Ab anno 1985 status Ugandae et societatis condicio ruit et, post evangelizationis et praesertim aegrotantium curae iuvenumque educationis actuositatis tres et quinquaginta annos, missionis in Kalongo finis factus est. Unum fere post mensem, die 27 mensis Martii anno 1987 Venerabilis Servus Dei Lirae obiit. Die 17 mensis Decembris anno 2015 Summus Pontifex Franciscus eius virtutes heroicas agnovit.

    Beatificationis respectu, Causae Postulatio studio ac iudicio huius Congregationis de Causis Sanctorum miram cuiusdam mulieris sanationem subiecit. Res in pago v.d. Matany in Uganda anno 2008 accidit.

    Die 25 mensis Octobris mulier in Sancti Kiziti valetudinarium suum secundum paritura filium recepta est. Fetus quidem malam posituram habebat et cordis palpitationum defectum ostendebat. Aegrota, in gravissimis laborans, per caesaream sectionem fetum mortuum peperit.

    Cum parochus vocatus esset ad Sacri Olei Unctionem mulieri ministrandam, quidam medicus Venerabilis Servi Dei Ioseph Ambrosoli intercessionem petivit et parvam eius imaginem prope aegrotantis caput deposuit. Exinde res in melius mutavit, donec mulier celeriter sanaretur et a valetudinario dimitteretur. Venerabilis Servi Dei intercessionis invocatio univoca fuit magnaque fide prolata est, antequam clinicae condicio in melius mutaretur.

    Evidens est ergo concursus temporis et consequentia inter Venerabilis Servi Dei invocationem et mulieris sanationem, quae deinceps naturali socialique vita pollens sana vixit.

    De hac sanatione, mira aestimata, iuxta Curiam ecclesiasticam Morotoensem a die 17 mensis Septembris anno 2010 ad diem 21 mensis Iulii anno 2011 Inquisitio dioecesana celebrata est, cuius iuridica validitas ab hac Congregatione de Causis Sanctorum per decretum diei 11 mensis Maii anno 2012 est approbata.

    Medicorum Consilium huius Dicasterii in sessione diei 29 mensis Novembris anno 2018 declaravit sanationem celerem, perfectam, constantem et ex scientiae legibus inexplicabilem fuisse.

    Die 13 mensis Iunii anno 2019 Congressus actus est Peculiaris Theologorum Consultorum. Die autem 19 mensis Novembris eodem anno Patres Cardinales et Episcopi se congregaverunt, me Angelo Cardinale Becciu praesidente. Et in utroque Coetu, sive Consultorum sive Cardinalium et Episcoporum, posito dubio an de miraculo divinitus patrato constaret, responsum affirmativum prolatum est.

    Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Francisco per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de miraculo a Deo patrato per intercessionem Venerabilis Servi Dei Iosephi Ambrosoli, Sacerdotis professi Missionariorum Combonianorum Cordis Iesu, videlicet de repentina, completa ac constanti sanatione cuiusdam mulieris a “shock settico secondario da corioamnionite purulenta putrefattiva, tromboflebite pelvica e tromboflebite profonda della grande safena dell’arto inferiore sinistro con dermatite gangrenosa della metà inferiore della gamba”.

    Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

    Datum Romae, die 28 mensis Novembris a.D. 2019.

 

 

Angelus Card. Becciu

Praefectus

 

                                                                                        + Marcellus Bartolucci

                                                                                        Archiep. tit. Mevaniensis

                                                                                        A Secretis

 

GULUENSIS

Beatificationis et Canonizationis

Servi Dei

IOSEPHI AMBROSOLI

Sacerdotis Professi

Missionariorum Combonianorum Cordis Iesu

(1923-1987)

 

 

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Decreto sulle Virtù

 

«Le persone devono sentire l’influsso del Gesù che porto con me; devono sentire che in me c'è una vita soprannaturale espansiva ed irradiantesi per sua natura».

 

Queste parole, vergate dal Servo di Dio Giuseppe Ambrosoli, esprimono l’obbiettivo di tutta la sua vita e l’orizzonte della sua testimonianza missionaria esercitata attraverso il sacerdozio, i consigli evangelici e il servizio medico: «Irradiare l’amore di Cristo ed essere strumento della sua carità verso il prossimo».

Il Servo di Dio nacque a Ronago, presso Como il 25 luglio 1923. Settimo figlio di Giovanni Battista Ambrosoli, l’iniziatore della famosa omonima azienda del “Miele Ambrosoli” e di Palmira Valli, il cui padre era conosciuto in Como come “il medico dei poveri”. Nel suo ambiente familiare non c’erano distanze di ceto o di classe, ma una serena fusione di cuori e di intenti, una operosa apertura e solidarietà verso tutti, una fede luminosa e discreta: questo fu il clima nel quale si svolse la sua infanzia e adolescenza.

Dopo la scuola superiore Giuseppe si iscrisse alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano, ma dovette interrompere gli studi a causa della guerra. Durante questi anni giovanili fece parte del gruppo diocesano di Azione Cattolica, nominato il “Cenacolo”, vera fucina di vocazioni sacerdotali e laicali.

Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, rischiando la vita, si impegnò per aiutare a rifugiarsi in Svizzera un gran numero di ebrei, di ex militari e di renitenti alla leva della Repubblica Sociale Italiana, destinati ai  campi di concentramento nazisti. Anch’egli dovette riparare in Svizzera, ma rientrò in Italia per evitare il minacciato rischio di una rappresaglia nei confronti dei familiari. Le autorità della Repubblica di Salò lo arruolarono e lo inviarono con altri studenti medici in Germania nel campo di addestramento di Heuberg (Stoccarda). Anche qui si prodigò per aiutare e sostenere moralmente i compagni, spesso fiaccati dal duro addestramento e disprezzati dai tedeschi. In questo periodo maturò la vocazione missionaria, come poi riferì un suo commilitone.

Finita la guerra riprese gli studi di medicina per laurearsi nel 1949. Dopo, per prepararsi meglio alla vita missionaria, studiò medicina tropicale a Londra e scelse di entrare nella Congregazione dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù, fondata da San Daniele Comboni. Dopo due anni di noviziato emise i primi voti e, pur non avendo ancora completato l’iter formativo teologico, il 17 dicembre 1955 fu ordinato sacerdote.

L’anno seguente partì per l’Uganda e fu assegnato a Kalongo dove contribuì con la sua opera instancabile a portare a piena fioritura le primitive opere sanitarie della missione ideate dai comboniani P. Alfredo Malandra e Suor Eletta Mantiero. Il Servo di Dio si dedicò alla trasformazione di quello che allora era un semplice dispensario e alla realizzazione della scuola per ostetriche “St. Mary’s Midwifery Training Centre”. Contemporaneamente, si impegnò nello studio della lingua Acioli, parlata localmente. In breve tempo l’ospedale si ingrandì e si arricchì di reparti, fino ad avere circa 350 posti letto e diventando ben presto un punto di riferimento per l’intera Africa centro-orientale. Alla luce del principio ispiratore di Mons. Comboni Salvare l’Africa con l’Africa, coadiuvato dalle suore comboniane, poté far sorgere la scuola per ostetriche e infermiere che contribuì al miglioramento della qualità dell’assistenza sanitaria ugandese. In seguito associò al suo ospedale anche l’assistenza a due lebbrosari. Per la sua opera umanitaria ebbe anche dei significativi riconoscimenti da parte di istituzioni mediche italiane.

Il suo servizio, realizzato con indomita tenacia e fortezza cristiana, si ispirò costantemente  ad una sua frase che lo ha definito e fatto entrare nel cuore dei confratelli, delle suore che hanno operato con lui, dei medici che lo hanno coadiuvato nell’ospedale di Kalongo in Uganda, delle puerpere e degli ugandesi in generale curati con totale dedizione e infinita tenerezza e competenza: «Dio è amore e io sono il suo servo per la gente che soffre». Il Servo di Dio  davvero collocò il Cristo sofferente al centro focale di tutta la sua vita e per questo l’ammalato, icona vivente del Signore crocifisso, divenne la priorità di ogni suo pensiero, di ogni sua preoccupazione e di ogni sua azione. Profondamente partecipe al mistero della croce, alimentò costantemente la sua fede con la liturgia, la preghiera, la ricerca della volontà del Signore e la fedeltà alla sua consacrazione. Dare gloria a Dio, percorrere la strada della santificazione attraverso un profondo amore a Gesù e ai fratelli, attingere dalla sorgente eucaristica la forza per aiutare le persone più fragili: questo fu il programma del Servo di Dio. Uomo dell’accoglienza e della generosità, «da ricco che era si fece povero» e, operando con mentalità profondamente cristiana, fu per tutti la “buona notizia” del Dio misericordioso.

Ma la guerra civile, che investì il nord dell’Uganda, causò non pochi problemi all’attività del Servo di Dio, che, nonostante fosse vittima di un’assurda guerra fratricida tra ugandesi, riuscì a mettere in salvo i pazienti dell’ospedale e a garantire altrove la continuità dei corsi della scuola ostetriche. La sua salute, già minata da una grave insufficienza renale, ne risentì per questi enormi sforzi e sacrifici. Le sue condizioni peggiorarono e il 27 marzo 1987 a Lira (Uganda) il Servo di Dio, ricco di meriti e di virtù, chiuse gli occhi alla luce di questo mondo, totalmente abbandonato alla volontà di Dio.

In virtù della fama di santità, dal 22 agosto 1999  al 4 febbraio 2001 presso la Curia ecclesiastica di Gulu  fu celebrata l’Inchiesta Diocesana, mentre a Como dal 7 novembre 1999 al 30 giugno 2001 si svolgeva una Inchiesta Rogatoriale: la loro validità giuridica è stata riconosciuta da questa Congregazione con decreto del 7 maggio 2004. Preparata la Positio, si è discusso, secondo la consueta procedura, se il Servo di Dio abbia esercitato in grado eroico le virtù. Con esito positivo, il 4 dicembre 2014 si è tenuto il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi. I Padri Cardinali e Vescovi nella Sessione Ordinaria del 15 dicembre 2015, presieduta da me, Card. Angelo Amato, hanno riconosciuto che il Servo di Dio ha esercitato in grado eroico le virtù teologali, cardinali ed annesse.

Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Francisco per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate tum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Temperantia et Fortitudine, iisque adnexis, in gradu heroico, Servi Dei Iosephi Ambrosoli, Sacerdotis professi Missionariorum Combonianorum Cordis Iesu, in casu et ad effectum de quo agitur.

 

Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

 

Datum Romae, die 17 mensis Decembris a. D. 2015.

 

    

ANGELUS Card. AMATO, S. D. B.

Praefectus

 

                            + MARCELLUS BARTOLUCCI

                            Archiep. tit. Mevaniensis

                            a Secretis

 

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Decretum Super Virtutibus

 

«Homines influxum Iesu quem mecum porto percipere debent et pariter sentire debent quod in me est vita supernaturalis expansiva et sua natura irradians».

 

Verba haec scripta a Servo Dei Iosepho Ambrosoli totius eius vitae finem et ambitum missionariae operae exercitum per sacerdotium suum, per evangelica consilia et denique per officium medicum ostendunt, scilicet «Christi amorem irradiare et instrumentum fieri eius caritatis erga proximum».

Servus Dei natus est Comi die 25 mensis Iulii anno 1923, septimus filius Ioannis Baptistae Ambrosoli, fundatoris eiusdem nominis mellificii scilicet v.d. Miele Ambrosoli, et Palmirae Valli, cuius pater Comi ab omnibus notus ut pauperum medicus erat. Eorum in familia discrepantiae ordinis et classis umquam evaderunt sed serena concordia mentium et intentionum, industriosa promptitudo et solidamen erga omnes, luminosa et prudens fides excitaverunt ambitum in quo Servus Dei infans et adulescens vixit.

Post lyceum Iosephus se ascribebatur in facultate Medicinae et Chirurgiae Mediolanensis Universitatis, sed studia belli causa intermisit. Istis iuvenilibus annis Dioecesano Actionis Catholicae dicto Coenaculum coetui adhaesit, qui fere officina fuit vocationum sacerdotalium et laicalium.

Post armistitium diei 8 mensis Septembris anno 1943, in discrimine vitae versans, multis Iudeis, veteranis militibus et militiae renitentibus Rei Publicae Socialis Italicae, qui destinabantur ad campos captivis custodiendis a nazistis militibus, auxilium dedit ut in Helvetiam confugerent. Ipse Servus Dei in Helvetiam se recipere debuit, sed in Italiam rediit ne familia sua, ut minis significabatur, represaliis afficeretur. Auctoritates Rei Publicae Socialis Italicae eum conscripserunt et una cum aliis iuvenibus studentibus medicinae in Germaniam miserunt, ut militari in campo pagi v. Heuberg Stutgardiae exercitarentur. Et ibique se totum dedit ut comitibus animo auxiliaretur et faveret, qui durissima exercitatione saepe debilitabantur et e Germanicis spernebantur. Hoc in tempore, ut etiam commilito eius retulit, orta est in corde Servi Dei vocatio ad missionem.

Expleto bello, studia medica renovavit et anno 1949 lauream consecutus est. Postea ad operam missionariam validius suppeditaret Londini tropicalem medicinam studuit et in Congregationem Missionariorum Comboniani Cordis Iesu, fundatam a Sancto Daniele Comboni, ingressus est. Duos novitiatus post annos vota emisit et die 17 mensis Decembris anno 1955, ante theologicum cursum expletum, presbiteratu auctus est.

Sequenti anno in Ugandam profectus est et proprie in pago v. Kalongo stetit, ubi indefessa sollicitudine primitivas operas medicas, institutas a Patre Alfredo Malandra et a Sorore Electa Mantiero eiusdem Congregationis, ad perfectionem et ad fructus redidit. Servus Dei omnino se tradidit in convertendo quod olim erat simplex dispensarium et in aedificando scholam obstetriciae dictam “St. Mary’s Midwifery Tranining Centre”. Eodem tempore studuit et linguam Acioli, qua indigeni utebantur. Brevi tempore, valetudinarium valde increbuit, multis ad disciplinas constitutas novis sectionibus se lucupletavit et fere 350 lecti hospitio numerabantur et cito longe praestantius valetudinarium  totius Africae Mediae et Orientalis evenit. Secundum principium propositi Domini Comboni scilicet Servare Africam per Africam, cum auxilio Sororum Combonianarum instituit scholam artis obstetriciae et artis pro infirmorum ministris, quae valde profuit ad incrementum praesidii sanitatis Ugandae. Postea suo valetudinario addidit subsidium duorum leprosariorum. Humana opera sua multa signa approbationis etiam a medicis institutionibus Italicis consecutus est.

Eius ministerium indomita tenacia, christiana fortitudine excitatum infundebatur ab illa sua sententia, quae eum denotavit et tum in cordibus posuit confratrum, tum sororum, quae cum eo egerunt, tum medicorum, qui in valetudinario pagi Kalongo in Uganda cum eo interfuerunt, et denique puerperarum et omnium civium Ugandensium, qui deditione, summa blanditia et doctrina curabantur, scilicet «Deus est amor et ego servus eius sum pro hominibus sufferentibus». Servus Dei Christum dolentem in medio totius suae vitae posuit et reapse aegrotus, qui Domini crucifixi est imago, evadit principium et prioritas omnis eius cogitationis, omnis eius sollicitudinis denique omnis actionis eius.

Funditus particeps mystrii Crucis, fidem suam constanter liturgia, oratione, inquisitione Domini voluntatis et fidelitate sua in consecratione sustinuit et fulsit. Servi Dei propositum vitae omni in re fuit glorificare Deum, sanctificationis viam lustrare per amorem in Iesum et in fratres et denique e fonte eucharistico vim exhaurire ad proximos infirmiores subveniendos. Vir benignus et generosus «e divite se pauperum redidit», agens secundum propositum funditus christiane omnibus evadit nuntius Dei misericordis.

Bellum civile, quod in septentrionali parte Ugandae exarsit, multa impedimenta Servi Dei ad operas interposuit, qui etsi fratricidae belli inter Ugandenses victima evaderet tamen valetudinarii aegrotos servavit et cursus obstetriciae scholae alibi sine intermissione perrexit. Eius valetudo renalis insufficientia vitiata valde ingravescit ob nimias curas et sacrificia. Die 27 mensis Martii anno 1987 in pago Lira in Uganda, valetudo in deterius inclinata, meritis et virtutibus opimus pie lumen vitale deseruit, Dei voluntati se omnino committens.

Fama sanctitatis e die 22 mensis Augusti anno 1999 ad diem 4 mensis Februarii anno 2001 iuxta curiam Guluensem Inquisitio Dioecesana celebrata est, dum Comi e die 7 mensis Novembris anno 1999 ad diem 30 Iunii anno 2001 Inquisitio Rogatorialis celebratur, quorum omnium iuridica validitas ab hac Congregatione de Causis Sanctorum per decretum diei 7 mensis Maii anno 2004 est approbata. Exarata Positione disceptatum est secundum normas a Servus Dei virtutes heroum in gradum exercuisset. Positivo cum exitu die 4 mensis Decembris anno 2014 Peculiaris Consultorum Theologorum habitus est. Patres Cardinales et Episcopi Ordinaria in Sessione diei 15 mensis Decembris anno 2015 congregati, me Angelo Amato praesidente, agnoverunt Servum Dei virtutes teologales, cardinales et adnexas heroicum in gradum exercuisse.

Facta demum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Francisco per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate tum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Temperantia et Fortitudine, iisque adnexis, in gradu heroico, Servi Dei Iosephi Ambrosoli, Sacerdotis Professi Missionariorum Combonianorum Cordis Iesu, in casu et ad effectum de quo agitur.

 

Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

 

Datum Romae, die 17 mensis Decembris a. D. 2015.