Causa in corso
Giuseppe Rossi
- Venerabile Servo di Dio -

Giuseppe Rossi

(1912 - 1945)

Beatificazione:

- 26 maggio 2024

- Papa  Francesco

Sacerdote diocesano; la sua morte fu conseguenza del clima di odio nei confronti della Chiesa e dei presbiteri da parte del regime fascista. Le Brigate Nere erano l’espressione violenta della mentalità del regime. In particolare, la 29a, intitolata a Ettore Muti e protagonista della sua uccisione, fu tra le più feroci

  • Biografia
Pur essendo consapevole del pericolo che correva, cercò di donarsi con la massima carità, ascoltando tutti e cercando di soccorrere chiunque si trovasse in una situazione di difficoltà

 

Giuseppe Rossi nacque a Varallo Pombia (Novara) il 3 novembre 1912, in una famiglia povera e religiosa. Entrato nel 1925 in Seminario, il 29 giugno 1937 fu ordinato sacerdote. L’anno successivo divenne parroco a Castiglione Ossola, piccolo paese montano, dove svolse l’apostolato per circa sei anni. Qui si dedicò in particolare alla formazione dei giovani, alla direzione spirituale dell’Azione Cattolica femminile e delle Conferenze di San Vincenzo, all’assistenza dei poveri e malati.

Scoppiata la Seconda Guerra Mondiale, la Val d’Ossola divenne teatro di scontri tra i partigiani e le formazioni fasciste. Il 26 febbraio 1945 i militi della Brigata Nera Ravenna ebbero uno scontro con i partigiani accanto a Castiglione, riportando due morti e una ventina di feriti. Questo provocò un’immediata rappresaglia contro la popolazione, in cui furono bruciate delle case e vennero presi degli ostaggi, tra cui don Giuseppe, che però vennero rilasciati lo stesso giorno. Ritornato a casa, durante la cena, fu ripreso dai militi fascisti che lo portarono fuori il paese, brutalmente percosso e ucciso.

Riguardo al martirio materiale, egli venne nuovamente prelevato verso le 20 del 26 febbraio 1945 da due militi fascisti e portato nel Vallone dei Colombetti, nei pressi di Castiglione Ossola. In quel luogo, dopo essere stato costretto a scavarsi la fossa a mani nude, fu ripetutamente percosso, colpito alla testa con un masso di 7 chili, che gli provocò lo sfondamento del cranio, quindi finito con una coltellata e un colpo di arma da fuoco.

Circa il martirioex parte persecutorum”, la morte di don Giuseppe fu conseguenza del clima di odio nei confronti della Chiesa e dei presbiteri da parte del regime fascista. Le Brigate Nere erano l’espressione violenta della mentalità del regime. In particolare, la 29a, intitolata a Ettore Muti e protagonista dell’uccisione di Giuseppe Rossi, fu tra le più feroci. L’esempio del presbitero era da loro considerato pericoloso al punto da procedere alla sua eliminazione.

In riferimento al martirioex parte victimae”, egli, come molti altri suoi confratelli, non prese posizione in merito alla politica ma, pur essendo consapevole del pericolo che correva, cercò di donarsi con la massima carità, ascoltando tutti e cercando di soccorrere chiunque si trovasse in una situazione di difficoltà.