José Torres Padilla

José Torres Padilla

(1811 - 1878)

Venerabilità:

- 21 maggio 2022

- Papa  Francesco

Beatificazione:

- 09 novembre 2024

- Papa  Francesco

Sacerdote diocesano, Cofondatore della Congregazione delle Suore della Compagnia della Croce; fu un sacerdote innamorato del ministero. Visse con fedeltà la sequela di Cristo, unendo in sé l’uomo di preghiera, il professore e il Cofondatore

  • Biografia
Animato dalla speranza, si donò al prossimo, attratto soprattutto dalle anime più bisognose. Gli infermi e le loro famiglie ebbero un posto speciale nel suo cuore

 

José Torres Padilla nasce il 25 agosto 1811 a San Sebastián de La Gomera (cono­sciuto popolarmente come La Villa), municipio delle Isole Canarie, in una famiglia piuttosto agiata, ma visse per lo più a Siviglia. Terzo dei quattro figli di Francisco de Torres Bauta e María Josefa Padilla y Cabeza, venne battezzato sei giorni dopo la nascita e ebbe un’infanzia felice, fino a quando non rimase orfano dei genitori nel 1821. Da quel momento fu accolto con i fratelli da una zia. Nel 1827 si spostò a Tenerife per studiare presso l’università S. Fernando de La Laguna. Nel 1833 lasciò le Isole Canarie per la Penisola Iberica allo scopo di proseguire gli studi, essendo chiusa l’università de La Laguna. Non potendo sbarcare a Siviglia in ragione della grande epidemia di colera, si fermò per un anno a Valencia dove si diplomò in filosofia.

L’anno successivo raggiunse Siviglia, dove completò il terzo anno di studi filosofici e, successivamente, quelli di teologia, fino all’ottenimento del baccellierato nel 1841, giacché il 15 aprile 1835 aveva ricevuto – da un Arcivescovo canario, confessore del re Fernando VII, Mons. Cristobal Bencomo Rodríguez – un lascito testamentario che gli consentiva di proseguire gli studi in vista del sacerdozio. Dopo gli Ordini minori, il suddiaconato e il diaconato, il 27 febbraio 1836 venne ordinato sacerdote dall’Arcivescovo di Siviglia, Card. Francisco Javier de Cienfuegos y Jovellanos, e celebrò la sua prima Messa l’8 marzo 1836. Erano tempi difficili per la Chiesa spagnola, che si trovava in mezzo ad una vera e pro­pria persecuzione religiosa da parte del governo liberale.

Dopo una breve permanenza a Granada, venne nominato cattedratico nel Seminario Conciliare di Siviglia, dove insegnò teologia dal novembre 1842, e successivamente Storia e Disciplina Ecclesiastica, nonché Patrologia, mentre era incaricato anche di svolgere un servizio pastorale presso la parrocchia di S. Marcos

Alla fine del 1868, fu nominato Consultore Pontificio nella Commissione di Disciplina Ecclesiastica del Concilio Vaticano I, ragion per cui risiedette a Roma nel biennio 1869-1870. Qualche mese dopo il ritorno a Siviglia fu nominato canonico della catte­drale (settembre 1871), carica che esercitò fino alla morte (23 aprile 1878). Come canonico, molto presto al mattino celebrava la Santa Messa nella cappella della Cattedrale detta “de los Dolores”, e subito dopo si dedicava alle confessioni nella stessa chiesa fino al tempo del coro; spesso dopo il coro tornava al confessionale e con­tinuava a confessare per ore. Guidò spiritualmente molti religiosi, sia di vita attiva che di vita contemplativa.

La sua fama era così grande a Siviglia che lo chiamavano il “santero”: si diceva che, poiché era santo, santificava tutti coloro che dirigeva. Fu richiesto a tale scopo anche da persone lontane da Siviglia, come testimoniano le licenze di confessione da lui ottenute da diversi Vescovi.

Nella città di Siviglia si diffusero le voci sulla sua carità con i poveri, nonché sulla povertà e sul singolare distacco dai beni che lo caratterizzava.

Tra le persone affidate alla sua guida, nel 1862 troviamo Ángela Guerrero González, sedicenne che tre anni dopo gli confidò il desiderio di vivere in religione. Don José aiutò la futura Santa nella scelta di una famiglia religiosa, ma la salute debole della gio­vane rese impossibile l’accoglienza in clausura o tra le Figlie della Carità. Dopo un tempo di maturazione spirituale sotto la guida di don José, nel 1875 Sant’Angela fondò, con tre compagne, la “Compañía de la Cruz”, dedita ai poveri più abbandonati, sul cui sviluppo materiale e spirituale egli vigilerà sino alla morte. Questo elemento permette di considerarlo Cofondatore dell’Istituto.

Don José dedicò gli ultimi anni di vita alla formazione delle Suore della Croce, premura che gli cagionò critiche da coloro che non vedevano di buon occhio il lavoro delle religiose tra i bisogno­si. Nondimeno, la sua salute si indebolì progressivamente con il passare degli anni. Nel 1878 la quaresima fu per lui assai dolorosa e la Settimana Santa divenne un vero calvario; il 20 aprile, Sabato Santo, gli furono amministrati il viatico e l’unzione degli infermi, e il 23 aprile, martedì dell’Ottava di Pasqua, si spense nella pace del Signore. Ricevuta la notizia della sua dipartita, molta gente si recò nella Casa delle suore da lui fondate per rendere omaggio alla salma, a cominciare dal Cardinale di Siviglia, dai Canonici e vari sacerdoti, ma anche numerose altre persone, tra cui tanta gente semplice e molti poveri. Don José fu sepolto due giorni dopo in una cappella dei Canonici della Catte­drale di Siviglia nel cimitero di San Sebastián, ma, trascorsi cinque anni, il suo corpo fu trasferito alla cappella della Casa Madre della Compagnia della Croce, dove oggi si trova, non lontano da quello di Sant’Angela.

 

In vista della beatificazione

Per la beatificazione di José Torres Padilla la postulazione ha presentato all’esame del Dicastero l’asserita guarigione miracolosa, attribuita alla sua intercessione, di una suora, religiosa professa della Congregazione delle Sorelle della Compagnia della Croce. Il 3 marzo 2018 la sanata accusò un fortissimo dolore al petto che la fece svenire e fu ricoverata all’ospedale “Virgen del Rocio” di Siviglia con sospetto infarto miocardico. Dopo le cure necessarie venne dimessa con una diagnosi di “cardiopatia ipertensiva con funzione globale preservata e disfunzione sistolica”. Nonostante la terapia mirata, si ebbe un peggioramento delle condizioni della paziente, che venne nuovamente ricoverata il 28 marzo 2018 con diagnosi di “insufficienza cardiaca congestizia”, alla quale si aggiunsero ricorrenti episodi di bronchite asmatica.

La situazione peggiorò con la comparsa di edemi declivi, dispnea e instabilità pressoria. Furono compiuti ulteriori accertamenti in ospedale e l’angiografia Tac effettuata l’11 aprile 2018 evidenziò un “tromboembolismo massivo e infarto polmonare”. Lo stesso giorno ebbe un arresto cardiorespiratorio e subì la rianimazione cardio-polmonare. I medici, che avevano diagnosticato anche una Trombosi Venosa Profonda all’arto inferiore destro della paziente, ritenevano ormai molto scarse le probabilità di salvare la vita alla sanata, la quale venne trasferita in prognosi gravissima nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale universitario “Virgen Macarena” di Siviglia. Molte comunità della Congregazione della Croce, venute a sapere delle condizioni critiche della consorella, si unirono in preghiera per ottenere il miracolo della guarigione attraverso l’intercessione di José Torres Padilla. Il 13 aprile 2018, la sanata, che pure si era affidata alla preghiera intercessoria del Venerabile Servo di Dio, fu trovata in condizioni cliniche generali buone, con il cuore ritmico in buona frequenza e senza presentare edemi. Fu dimessa il 23 aprile 2018. Lo stato di buona salute e l’assenza di sintomi patologici venne confermato da controlli successivi.