Josef Daamian de Veuster

Josef Daamian de Veuster

(1840-1889)

Beatificazione:

- 04 giugno 1995

- Papa  Giovanni Paolo II

Canonizzazione:

- 11 ottobre 2009

- Papa  Benedetto XVI

- Piazza San Pietro

Ricorrenza:

- 15 aprile

Sacerdote professo della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria e dell’Adorazione perpetua del Santissimo Sacramento dell’Altare (Picpus), attese con tale dedizione all’assistenza dei lebbrosi, da morire colpito anch’egli dalla lebbra

  • Biografia
  • Omelia
  • Messaggero di speranza
  • omelia di beatificazione
"Sono felice e contento. E, se mi dessero l’opportunità di guarire andandomene da qui, risponderei senza esitazione: Resto con i miei lebbrosi tutta la mia vita!”

 

Josef Daamian de Veuster — il futuro Padre Damiano ss.cc. — nasce a Tremelo, in Belgio, il 3 gennaio 1840, da una famiglia numerosa di agricoltori-commercianti.

Suo fratello maggiore entra nella Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria e, proprio quando suo padre pensa a Giuseppe per affidargli l’impresa di famiglia, decide anche lui, senza indugio, di diventare un religioso e, all’inizio del 1859, comincia il suo noviziato a Louvain, nello stesso convento dove sta anche suo fratello; là prende il nome di Damiano.

Nel 1863 suo fratello, in procinto di partire per le isole Hawaii, si ammala. Essendo già stato preparato il viaggio, Damiano ottiene dal Superiore Generale il permesso di partire al posto di suo fratello. Il 19 marzo 1864 sbarca a Honolulu, il 21 maggio 1864 è ordinato sacerdote e si getta immediatamente anima e corpo nella dura vita di missionario in due villaggi delle Hawaii, la maggiore delle isole dell’arcipelago.

In quegli anni il governatore delle Hawai, per arginare la propagazione della lebbra, decide di deportare nella vicina isola di Molokai tutti quelli che sono colpiti dalla malattia per quei tempi ancora incurabile. La sorte dei malati preoccupa tutta la missione cattolica, in particolare il vescovo, Monsignor Louis Maigret, ss.cc., che ne parla con i suoi sacerdoti. Il vescovo, però, nonostante il voto di obbedienza fatto dai suoi sacerdoti, non se la sente di inviare nessuno a Molokai, perché sa che un simile ordine significherebbe morte certa per chi va in quel luogo. Tuttavia quattro confratelli si offrono volontari per andare a turno a visitare ed assistere i lebbrosi soli con la loro disperazione. Damiano è il primo a partire e il 10 maggio 1873 arriva a Molokai. Su sua richiesta e su quella degli stessi lebbrosi, ottiene di rimanere definitivamente sull’isola. Contagiato anche lui dalla lebbra, muore il 15 aprile del 1889. I suoi resti saranno rimpatriati nel 1936 e depositati nella cripta della chiesa della Congregazione dei Sacri Cuori a Louvain.

CAPPELLA PAPALE 
PER LA CANONIZZAZIONE DEI BEATI

 

ZYGMUNT SZCZĘSNY FELIŃSKI (1822 – 1895)
FRANCISCO COLL Y GUITART (1812 – 1875)
JOZEF DAMIAAN DE VEUSTER (1840 – 1889)
RAFAEL ARNÁIZ BARÓN (1911 – 1938)
MARIE DE LA CROIX (JEANNE) JUGAN (1792 – 1879)

OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Basilica Vaticana
Domenica, 11 ottobre 2009

 

Cari fratelli e sorelle!

“Che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?”. Con questa domanda ha inizio il breve dialogo, che abbiamo ascoltato nella pagina evangelica, tra un tale, altrove identificato come il giovane ricco, e Gesù (cfr Mc 10,17-30). Non abbiamo molti dettagli circa questo anonimo personaggio; dai pochi tratti riusciamo tuttavia a percepire il suo sincero desiderio di giungere alla vita eterna conducendo un’onesta e virtuosa esistenza terrena. Conosce infatti i comandamenti e li osserva fedelmente sin dalla giovinezza. Eppure tutto questo, che è certo importante, non basta, - dice Gesù - manca una cosa soltanto, ma qualcosa di essenziale. Vedendolo allora ben disposto, il divino Maestro lo fissa con amore e gli propone il salto di qualità, lo chiama all'eroismo della santità, gli chiede di abbandonare tutto per seguirlo: “Vendi quello che hai e dallo ai poveri... e vieni e seguimi!” (v. 21).

“Vieni e seguimi!”. Ecco la vocazione cristiana che scaturisce da una proposta di amore del Signore, e che può realizzarsi solo grazie a una nostra risposta di amore. Gesù invita i suoi discepoli al dono totale della loro vita, senza calcolo e tornaconto umano, con una fiducia senza riserve in Dio. I santi accolgono quest'invito esigente, e si mettono con umile docilità alla sequela di Cristo crocifisso e risorto. La loro perfezione, nella logica della fede talora umanamente incomprensibile, consiste nel non mettere più al centro se stessi, ma nello scegliere di andare controcorrente vivendo secondo il Vangelo. Così hanno fatto i cinque santi che oggi, con grande gioia, vengono posti alla venerazione della Chiesa universale: Zygmunt Szczęsny Feliński, Francisco Coll y Guitart, Jozef Damiaan de Veuster, Rafael Arnáiz Barón e Marie de la Croix (Jeanne) Jugan. In essi contempliamo realizzate le parole dell’apostolo Pietro: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito” (v. 28) e la consolante assicurazione di Gesù: “non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo , che non riceva già ora... cento volte tanto... insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà” (vv. 29-30)

Zygmunt Szczęsny Feliński, arcybiskup Warszawy, założyciel zgromadzenia Franciszkanek Rodziny Maryi, był wielkim świadkiem wiary i duszpasterskiej miłości w czasach bardzo trudnych dla narodu i Kościoła w Polsce. Gorliwie dbał o duchowy wzrost wiernych i pomagał ubogim i sierotom. W Akademii Duchownej w Petersburgu starał się o solidną formację przyszłych kapłanów. Jako arcybiskup warszawski zapalał wszystkich do wewnętrznej odnowy. Przed wybuchem powstania styczniowego ostrzegał przed niepotrzebnym rozlewem krwi. Jednak, gdy powstanie się rozpoczęło i gdy nastąpiły represje, odważnie stanął w obronie uciśnionych. Z rozkazu cara rosyjskiego spędził dwadzieścia lat na wygnaniu w Jarosławiu nad Wołgą. Nigdy już nie mógł powrócić do swojej diecezji. W każdej sytuacji zachował niewzruszoną ufność w Bożą Opatrzność i tak się modlił: „O Boże, nie od udręczeń i trosk tego świata nas ochraniaj... pomnażaj tylko miłość w sercach naszych i daj, abyśmy przy najgłębszej pokorze zachowali nieograniczoną ufność w pomoc i miłosierdzie Twoje”. Dziś jego ufne i pełne miłości oddanie Bogu i ludziom staje się świetlanym wzorem dla całego Kościoła.

[Zygmunt Szczęsny Feliński, Arcivescovo di Varsavia, fondatore della congregazione delle Francescane della Famiglia di Maria, è stato un grande testimone della fede e della carità pastorale in tempi molto difficili per la nazione e per la Chiesa in Polonia. Si preoccupò con zelo della crescita spirituale dei fedeli, aiutava i poveri e gli orfani. All’Accademia Ecclesiastica di San Pietroburgo curò una solida formazione dei sacerdoti. Come Arcivescovo di Varsavia infiammò tutti verso un rinnovamento interiore. Prima dell’insurrezione del gennaio 1863 contro l’annessione russa mise in guardia il popolo dall’inutile spargimento del sangue. Quando però scoppiò la sommossa e ci furono le repressioni, coraggiosamente difese gli oppressi. Per ordine dello zar russo passò vent’anni in esilio a Jaroslaw sul Volga, senza poter fare mai più ritorno nella sua diocesi. In ogni situazione conservò incrollabile la fiducia nella Divina Provvidenza, e così pregava: “Oh, Dio, proteggici non dalle tribolazioni e dalle preoccupazioni di questo mondo… solo moltiplica l’amore nei nostri cuori e fa che con la più profonda umiltà manteniamo l’infinita fiducia nel Tuo aiuto e nella Tua misericordia…”. Oggi il suo donarsi a Dio e agli uomini, pieno di fiducia e di amore, diventa un fulgido esempio per tutta la Chiesa.]

San Pablo nos recuerda en la segunda lectura que «la Palabra de Dios es viva y eficaz» (Hb 4,12). En ella, el Padre, que está en el cielo, conversa amorosamente con sus hijos de todos los tiempos (cf. Dei Verbum, 21), dándoles a conocer su infinito amor y, de este modo, alentarlos, consolarlos y ofrecerles su designio de salvación para la humanidad y para cada persona. Consciente de ello, San Francisco Coll se dedicó con ahínco a propagarla, cumpliendo así fielmente su vocación en la Orden de Predicadores, en la que profesó. Su pasión fue predicar, en gran parte de manera itinerante y siguiendo la forma de «misiones populares», con el fin de anunciar y reavivar por pueblos y ciudades de Cataluña la Palabra de Dios, ayudando así a las gentes al encuentro profundo con Él. Un encuentro que lleva a la conversión del corazón, a recibir con gozo la gracia divina y a mantener un diálogo constante con Nuestro Señor mediante la oración. Por eso, su actividad evangelizadora incluía una gran entrega al sacramento de la Reconciliación, un énfasis destacado en la Eucaristía y una insistencia constante en la oración. Francisco Coll llegaba al corazón de los demás porque trasmitía lo que él mismo vivía con pasión en su inte­rior, lo que ardía en su corazón: el amor de Cristo, su entrega a Él. Para que la semilla de la Palabra de Dios encontrara buena tierra, Francisco fundó la congregación de las Hermanas Dominicas de la Anunciata, con el fin de dar una educación integral a niños y jóvenes, de modo que pudieran ir descubriendo la riqueza insondable que es Cristo, ese amigo fiel que nunca nos abandona ni se cansa de estar a nuestro lado, animando nuestra esperanza con su Palabra de vida.

[San Paolo nella seconda lettura ci ricorda che "la Parola di Dio è viva, efficace" (Eb 4, 12). In essa, il Padre, che è in cielo, conversa amorevolmente con i suoi figli in ogni tempo (cfr. Dei Verbum, n. 22), facendo conoscere loro il suo infinito amore e, in tal modo, incoraggiarli, consolarli e offrire loro il suo disegno di salvezza per l'umanità e per ogni persona. Consapevole di ciò, san Francisco Coll si dedicò con impegno a diffonderla, compiendo così fedelmente la sua vocazione nell'Ordine dei Predicatori, nel quale emise la professione. La sua passione fu predicare, in gran parte in modo itinerante e seguendo la forma delle "missioni popolari", al fine di annunciare e di ravvivare nei paesi e nelle città della Catalogna la Parola di Dio, guidando così le persone all'incontro profondo con Lui. Un incontro che porta alla conversione del cuore, a ricevere con gioia la grazia divina e a mantenere un dialogo costante con Nostro Signore mediante la preghiera. Per questo, la sua attività evangelizzatrice includeva una grande dedizione al sacramento della Riconciliazione, un'enfasi particolare sull'Eucarestia e un'insistenza costante sulla preghiera. Francisco Coll giungeva al cuore degli altri perché trasmetteva quello che egli stesso viveva con passione nel suo intimo, quello che ardeva nel suo cuore:  l'amore a Cristo, il suo dono di sé a Lui. Affinché il seme della Parola di Dio trovasse un terreno buono, Francisco fondò la congregazione delle Suore Domenicane dell'Annunciazione, al fine di offrire un'educazione integrale ai bambini e ai giovani, di modo che potessero scoprire la ricchezza insondabile che è Cristo, questo amico fedele che non ci abbandona mai e non si stanca di stare al nostro fianco, animando la nostra speranza con la sua Parola di vita].

Jozef De Veuster, die de naam Damiaan verkreeg in de Congregatie van de Heilige Harten van Jezus en Maria, verliet zijn geboorteland Vlaanderen toen hij drie en twintig (23) jaar oud was, in achttienhonderd drie en zestig (1863), en wel om het Evangelie te verkondigen aan de andere kant van de wereld in de Hawaï-eilanden. Zijn missieactiviteit, die hem zoveel vreugde heeft verschaft, gaat zijn hoogtepunt vinden in de naastenliefde. Niet zonder vrees en weerzin, heeft hij ervoor gekozen naar het eiland Molokaï te gaan ten dienste van de melaatsen die zich daar bevinden, door iedereen verlaten; zo stelt hij zich bloot aan de ziekte waaronder ze lijden. Hij voelt zich bij hen thuis. De dienaar van het Woord is een lijdende dienaar geworden, melaats met de melaatsen gedurende de laatste vier jaar van zijn leven. Um Christus nachzufolgen, hat Pater Damian nicht nur seine Heimat verlassen, sondern auch seine eigene Gesundheit aufs Spiel gesezt: deshalb hat er - nach dem Wort, das Jesus uns heute im Evangelium verkündet - das ewige Leben bekommen (vgl. Mk 10,30). En ce 20ème anniversaire de la canonisation d’un autre saint belge, le Frère Mutien-Marie, l’Eglise en Belgique est unie une nouvelle fois pour rendre grâce à Dieu pour l’un de ses fils reconnu comme un authentique serviteur de Dieu. Nous nous souvenons devant cette noble figure que c’est la charité qui fait l’unité : elle l’enfante et la rend désirable. À la suite de saint Paul, saint Damien nous entraîne à choisir les bons combats (cf. 1 Tim 1, 18), non pas ceux qui portent la division, mais ceux qui rassemblent. Il nous invite à ouvrir les yeux sur les lèpres qui défigurent l’humanité de nos frères et appellent encore aujourd’hui, plus que notre générosité, la charité de notre présence servante.

[Jozef De Veuster, che nella Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria ha ricevuto il nome di Damiaan, quando aveva ventitré (23) anni, nel 1863, lasciò il suo Paese natale, le Fiandre, per annunciare il Vangelo all'altra parte del mondo, nelle Isole Hawaii. La sua attività missionaria, che gli ha dato tanta gioia, raggiunge il suo culmine nella carità. Non senza paura e ripugnanza, fece la scelta di andare nell'Isola di Molokai al servizio dei lebbrosi che si trovavano là, abbandonati da tutti; così si espose alla malattia della quale essi soffrivano. Con loro si sentì a casa. Il servitore della Parola divenne così un servitore sofferente, lebbroso con i lebbrosi, durante gli ultimi quattro anni della sua vita. 
Per seguire Cristo, il Padre Damiano non ha solo lasciato la sua patria, ma ha anche messo in gioco la sua salute: perciò egli - come dice la parola di Gesù che ci è stata annunciata nel Vangelo di oggi - ha ricevuto la vita eterna (cfr. Mc 10, 30) 
In questo ventesimo anniversario della canonizzazione di un altro santo belga, Fratel Mutien-Marie, la Chiesa in Belgio è riunita ancora una volta per rendere grazie a Dio per uno dei suoi figli, riconosciuto come un autentico servitore di Dio. Dinanzi a questa nobile figura ricordiamo che è la carità che fa l'unità: la genera e la rende desiderabile. Seguendo san Paolo, san Damiaan ci porta a scegliere le buone battaglie (cfr. 1 Tm 1, 18), non quelle che portano alla divisione, ma quelle che riuniscono. Ci invita ad aprire gli occhi sulle lebbre che sfigurano l'umanità dei nostri fratelli e chiedono, ancora oggi, più che la nostra generosità, la carità della nostra presenza di servitori.]

A la figura del joven que presenta a Jesús sus deseos de ser algo más que un buen cumplidor de los deberes que impone la ley, volviendo al Evangelio de hoy, hace de contraluz el Hermano Rafael, hoy canonizado, fallecido a los veintisiete años como Oblato en la Trapa de San Isidro de Dueñas. También él era de familia acomodada y, como él mismo dice, de “alma un poco soñadora”, pero cuyos sueños no se desvanecen ante el apego a los bienes materiales y a otras metas que la vida del mundo propone a veces con gran insistencia. Él dijo sí a la propuesta de seguir a Jesús, de manera inmediata y decidida, sin límites ni condiciones. De este modo, inició un camino que, desde aquel momento en que se dio cuenta en el Monasterio de que “no sabía rezar”, le llevó en pocos años a las cumbres de la vida espiritual, que él relata con gran llaneza y naturalidad en numerosos escritos. El Hermano Rafael, aún cercano a nosotros, nos sigue ofreciendo con su ejemplo y sus obras un recorrido atractivo, especialmente para los jóvenes que no se conforman con poco, sino que aspiran a la plena verdad, a la más indecible alegría, que se alcanzan por el amor de Dios. “Vida de amor... He aquí la única razón de vivir”, dice el nuevo Santo. E insiste: “Del amor de Dios sale todo”. Que el Señor escuche benigno una de las últimas plegarias de San Rafael Arnáiz, cuando le entregaba toda su vida, suplicando: “Tómame a mí y date Tú al mundo”. Que se dé para reanimar la vida interior de los cristianos de hoy. Que se dé para que sus Hermanos de la Trapa y los centros monásticos sigan siendo ese faro que hace descubrir el íntimo anhelo de Dios que Él ha puesto en cada corazón humano.

[Alla figura del giovane che esprime a Gesù il suo desiderio di fare qualcosa di più di adempiere semplicemente ai doveri che la legge impone, tornando al Vangelo di oggi, fa dà contrappunto fratel Rafael, oggi canonizzato, morto a ventisette anni come oblato nella trappa di San Isidro de Deuñas. Anche lui apparteneva a una famiglia agiata e, come egli stesso dice, era di "animo un po' sognatore", ma i suoi sogni non svaniscono dinanzi all'attaccamento ai beni materiali e ad altre mete che la vita del mondo a volte propone con grande insistenza. Disse sì alla proposta di seguire Gesù, in maniera immediata e decisa, senza limiti né condizioni. In tal modo, iniziò un cammino che, dal momento in cui nel monastero si rese conto che "non sapeva pregare", lo condusse in pochi anni sulla vetta della vita spirituale, che descrive con grande semplicità e naturalezza in numerosi scritti. Fratel Rafael, ancora vicino a noi, continua a offrirci con il suo esempio e con le sue opere un percorso attraente, soprattutto per i giovani che non si accontentano di poco, ma aspirano alla piena verità, alla più indicibile gioia, che si raggiungono solo attraverso l'amore di Dio. "Vita di amore... Ecco l'unica ragione per vivere", dice il nuovo santo. E insiste: "Dall'amore di Dio viene tutto". Che il Signore ascolti benigno una delle ultime preghiere di san Rafael Arnáiz, quando, nel donargli tutta la sua vita, lo supplicava:  "Prendi me e donati Tu al mondo". Che si doni per ravvivare la vita interiore dei cristiani di oggi! Che si doni affinché i suoi fratelli della trappa e i centri monastici continuino a essere quel faro che fa scoprire l'intimo anelito di Dio che Egli ha posto in ogni cuore umano].

Par son œuvre admirable au service des personnes âgées les plus démunies, Sainte Marie de la Croix est aussi comme un phare pour guider nos sociétés qui ont toujours à redécouvrir la place et l’apport unique de cette période de la vie. Née en 1792 à Cancale, en Bretagne, Jeanne Jugan a eu le souci de la dignité de ses frères et de ses sœurs en humanité, que l’âge a rendus vulnérables, reconnaissant en eux la personne même du Christ. « Regardez le pauvre avec compassion, disait-elle, et Jésus vous regardera avec bonté, à votre dernier jour ». Ce regard de compassion sur les personnes âgées, puisé dans sa profonde communion avec Dieu, Jeanne Jugan l’a porté à travers son service joyeux et désintéressé, exercé avec douceur et humilité du cœur, se voulant elle-même pauvre parmi les pauvres. Jeanne a vécu le mystère d’amour en acceptant, en paix, l’obscurité et le dépouillement jusqu’à sa mort. Son charisme est toujours d’actualité, alors que tant de personnes âgées souffrent de multiples pauvretés et de solitude, étant parfois même abandonnées de leurs familles. L’esprit d’hospitalité et d’amour fraternel, fondé sur une confiance illimitée dans la Providence, dont Jeanne Jugan trouvait la source dans les Béatitudes, a illuminé toute son existence. Cet élan évangélique se poursuit aujourd’hui à travers le monde dans la Congrégation des Petites Sœurs des Pauvres, qu’elle a fondée et qui témoigne à sa suite de la miséricorde de Dieu et de l’amour compatissant du Cœur de Jésus pour les plus petits. Que sainte Jeanne Jugan soit pour les personnes âgées une source vive d’espérance et pour les personnes qui se mettent généreusement à leur service un puissant stimulant afin de poursuivre et de développer son œuvre !

[Con la sua ammirevole opera al servizio delle persone anziane e più bisognose, Santa Marie de la Croix è a sua volta un faro che guida le nostre società, che devono sempre riscoprire il posto e il contributo unico di questo periodo della vita. Nata nel 1792 a Cancale, in Bretagna, Jeanne Jugan si preoccupò della dignità dei suoi fratelli e delle sue sorelle in umanità che l'età rendeva vulnerabili, riconoscendo in essi la persona stessa di Cristo. "Guardate il povero con compassione", diceva, "e Gesù vi guarderà con bontà, nel vostro ultimo giorno". Questo sguardo compassionevole verso le persone anziane, che veniva dalla sua profonda comunione con Dio, Jeanne Jugan l'ha mostrato nel suo servizio gioioso e disinteressato, esercitato con dolcezza e umiltà di cuore, volendo essere essa stessa povera fa i poveri. Jeanne ha vissuto il mistero di amore accettando, in pace, l'oscurità e la spoliazione fino alla sua morte. Il suo carisma è sempre attuale, poiché tante persone anziane soffrono di molteplici povertà e di solitudine, venendo a volte persino abbandonate dalle loro famiglie. Lo spirito di ospitalità e di amore fraterno, fondato su una fiducia illimitata nella Provvidenza, la cui sorgente Jeanne Jugan trovava nelle Beatitudini, ha illuminato tutta la sua esistenza. Questo slancio evangelico continua oggi in tutto il mondo nella Congregazione delle Piccole Sorelle dei Poveri, che fondò e che, sul suo esempio, rende testimonianza della misericordia di Dio e dell'amore compassionevole del Cuore di Gesù per i più piccoli. Che Santa Jeanne Jugan sia per le persone anziane una fonte viva di speranza e per le persone che si mettono generosamente al loro servizio un potente stimolo al fine di proseguire e di sviluppare la sua opera!].

Cari fratelli e sorelle, rendiamo grazie al Signore per il dono della santità, che quest'oggi rifulge nella Chiesa con singolare bellezza. Mentre con affetto saluto ciascuno di voi - Cardinali, Vescovi, Autorità civili e militari, sacerdoti, religiosi e religiose, fedeli laici di varie nazionalità che prendete parte a questa solenne celebrazione eucaristica, - vorrei rivolgere a tutti l'invito a lasciarsi attrarre dagli esempi luminosi di questi Santi, a lasciarsi guidare dai loro insegnamenti perché tutta la nostra esistenza diventi un cantico di lode all'amore di Dio. Ci ottenga questa grazia la loro celeste intercessione e soprattutto la materna protezione di Maria, Regina dei Santi e Madre dell'umanità. Amen.

Damiano è universalmente riconosciuto per aver liberamente scelto di condividere la vita con i lebbrosi confinati sulla penisola di Kalaupapa a Molokai. La sua partenza per l’isola « maledetta », l’annuncio della sua malattia nel 1885 e quello della sua morte colpirono profondamente i suoi contemporanei di tutte le confessioni.

Dopo la sua scomparsa, il mondo lo ha considerato un modello e un eroe di carità. Identificandosi con i lebbrosi, fino al punto di dire «noi lebbrosi », ha continuato a ispirare milioni di credenti e non-credenti, desiderosi di imitarlo e di scoprire la fonte del suo eroismo.

La vita e la morte di Damiano sono dei fatti profetici. Non solo sono una denuncia contro atteggiamenti contrari al rispetto dei diritti dell’uomo, ma sono anche un appello alla speranza.

Oggi come allora, nel mondo ci sono emarginati di ogni tipo: malati incurabili (colpiti da AIDS e tanti altri), bambini e anziani abbandonati, giovani disorientati, donne abusate, minoranze oppresse...

Per tutti vale l’appello di Padre Damiano che ricorda l’amore infinito di Dio fatto di compassione, fiducia, speranza e che denuncia le ingiustizie. In Damiano tutti possono trovare l’araldo dalla Buona Novella. Come il Buon Samaritano, si è accostato a tutti coloro che la malattia aveva relegato ai margini del sentiero della vita. Per questo Damiano è un esempio per ogni uomo e ogni donna che desideri impegnarsi nella lotta per un mondo più giusto, più umano, più conforme al cuore di Dio.

Servitore di Dio, Damiano è e resterà per tutti il servitore dell’uomo che più che vivere ha bisogno di ragioni per vivere.

Ecco il Damiano che oggi ancora ci sfida.

BEATIFICAZIONE DEL SERVO DI DIO DAMIANO DE VEUSTER,
MISSIONARIO DELLA CONGREGAZIONE DEI SACRI CUORI

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Solennità di Pentecoste - Bruxelles
Domenica, 4 giugno 1995

 

Cari Fratelli e Sorelle,

1. “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi… Ricevete lo Spirito Santo” (Gv 20, 21-22).

Gli Apostoli udirono queste parole dalla bocca di Cristo Risorto, la sera della Risurrezione. Al mattino del primo giorno della settimana, le donne, e poi Pietro e Giovanni, constatarono che la tomba dove Gesù era stato deposto era vuota. La sera dello stesso giorno Gesù si presentò in mezzo a loro. Era lo stesso Gesù che avevano conosciuto prima, ma allo stesso tempo era diverso. Sul suo corpo portava i segni della crocifissione, eppure era risorto. Non essendo più sottoposto alle leggi della materia, poteva entrare nel Cenacolo anche se tutte le porte erano chiuse. Dopo aver salutato gli Apostoli: “La pace sia con voi!”, Gesù risorto rivolse loro parole di fondamentale importanza, che decidono l’avvenire della Chiesa: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”. Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: “Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi” (Gv 20, 22-23).

Il vero momento della discesa dello Spirito Santo è la sera della Risurrezione. Gesù, figlio di Dio, consustanziale al Padre, alita sugli Apostoli. Questo afflato manifesta l’origine dello Spirito Santo, che viene dal Padre e dal Figlio. Questo soffio è salvifico; racchiude tutta la potenza della redenzione operata da Cristo. Si capisce perché Cristo, dopo aver detto agli Apostoli: “Ricevete lo Spirito Santo”, parla subito della remissione dei peccati. Egli conferisce loro il potere di rimettere i peccati, un potere che viene da Dio. Lo trasmette loro assieme al soffio redentore, che annuncia la venuta definitiva dello Spirito Santo. Il giorno di Pentecoste, la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli portò al battesimo di quanti credettero in Cristo, sulla parola di Pietro, e che volevano la salvezza, donata a tutta l’umanità, dalla Croce e dalla Risurrezione di Cristo.

2. Gli Atti degli Apostoli ci descrivono in modo dettagliato l’avvenimento della Pentecoste. Lo Spirito Santo, il soffio del Padre e del Figlio, rivela la propria presenza attraverso un violento colpo di vento. Contemporaneamente, lo Spirito Santo si manifesta attraverso l’elemento del fuoco. Ecco che sopra gli Apostoli riuniti nel Cenacolo, appare come un fuoco che si divide in lingue; se ne posa una sulla testa di ognuno di loro. Il vento e il fuoco, elementi naturali, testimoniano così la venuta dello Spirito Santo.

Tuttavia, queste manifestazioni si accompagnano ad un fenomeno di ordine soprannaturale. Gli Apostoli, pieni dello Spirito Santo, si mettono a parlare in altre lingue, secondo il modo di esprimersi che lo Spirito dona loro. Questo avvenimento suscita grande stupore in tutti quelli che si trovano a Gerusalemme, “Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo” (At 2, 5). Stupefatti e meravigliati, esclamano: “Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? E com’è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa?” (At 2, 7-8).

Quando l’autore del libro degli Atti degli Apostoli elenca i Paesi del mondo conosciuti a quell’epoca da cui provengono i pellegrini che partecipano all’evento della Pentecoste, delinea quasi una geografia della prima evangelizzazione, che gli apostoli devono compiere, annunciando nelle varie lingue “le meraviglie di Dio”. A parte Roma, non viene menzionato nessun Paese dell’occidente, del centro, del nord o dell’est dell’Europa. Il Belgio non viene nominato, e nemmeno le isole dell’arcipelago di Molokaî, nel lontano Pacifico. Non si parla della patria di Padre Damiano de Veuster, né del paese nel quale sarebbe andato in missione e avrebbe dato la sua vita per Cristo, realizzando così il servizio dell’amore per il prossimo.

3. Evocando i luoghi cari al cuore di Padre Damiano, saluto le Loro Maestà il Re dei Belgi e la Regina, Sua Maestà la Regina Fabiola, così come i membri del Corpo diplomatico e le Autorità civili. Esprimo i miei auguri fraterni al Cardinale Danneels in occasione del suo compleanno; i miei fervidi auguri vanno anche al Cardinale Suenens, che festeggerà il suo compleanno fra qualche giorno. Porgo i miei cordiali saluti a tutti i Vescovi. Sono lieto per la presenza della famiglia di Padre Damiano, di numerosi missionari, e delle delegazioni delle città di Tremelo, Malonne e Lovanio, e dell’Associazione degli Amici di Padre Damiano.

Sono felice di accogliere i delegati delle Isole Hawai.

A tutti voi, vanno i miei auguri fervidi e sinceri. La pace e l’amore di Cristo siano con voi!

4. Nel corso dei secoli, la Chiesa non ha mai cessato di crescere e di portare il Vangelo fino ai confini della terra, rispondendo alla chiamata di Cristo, che ha donato lo Spirito Santo, forza indispensabile affinché gli uomini svolgessero questo compito di evangelizzazione. La Chiesa rende grazie allo Spirito Santo per Padre Damiano, poiché è lo Spirito che gli ha ispirato il desiderio di consacrarsi senza riserve ai lebbrosi nelle isole del Pacifico, in particolare a Molokaî. Oggi, attraverso le mie parole, la Chiesa riconosce e conferma il valore esemplare di Padre Damiano sul cammino della santità, lodando Dio per averlo guidato fino alla fine della sua esistenza, lungo un cammino spesso difficile. Essa contempla con gioia ciò che Dio può realizzare attraverso la fragilità umana, poiché “è lui che ci dà la santità ed è l’uomo che la riceve” (Origene, Omelie su Samuele, I,11, 11).

Padre Damiano ha vissuto una forma particolare di santità nel corso del suo ministero; era allo stesso tempo sacerdote, religioso e missionario. Attraverso queste tre qualità, egli ha rilevato il volto di Cristo, indicando il cammino della salvezza, insegnando il Vangelo ed essendo un infaticabile agente di sviluppo. Ha organizzato la vita religiosa, sociale e fraterna di Molokaî, isola messa al bando dalla società a quell’epoca; con lui, ognuno aveva il suo posto, ognuno veniva riconosciuto e amato dai suoi fratelli.

In questo giorno di Pentecoste, domandiamo per noi come per tutti gli uomini l’assistenza dello Spirito Santo, per lasciare che discenda su di noi. Abbiamo la certezza che non ci impone niente che non sia accessibile, ma che, a volte attraverso cammini scoscesi, porta il nostro essere e la nostra esistenza alla perfezione. Questa celebrazione è anche un appello ad approfondire la vita spirituale, indipendentemente dal nostro essere malati o sani, e dalla nostra posizione sociale.

Cari Fratelli e Sorelle del Belgio, ognuno di voi è chiamato alla santità: mettete il vostro talento al servizio di Cristo, della Chiesa e dei vostri fratelli; lasciatevi plasmare con umiltà e pazienza dallo Spirito! La santità non è la perfezione secondo i criteri umani; non è riservata ad un esiguo numero di individui eccezionali. Essa è per tutti; è il Signore che ci fa accedere alla santità, quando accettiamo di collaborare per la gloria di Dio alla salvezza del mondo, malgrado il nostro peccato e il nostro temperamento a volte ribelle. Nella vostra vita quotidiana, siete chiamati a fare delle scelte che richiedono, “alcune volte, sacrifici non comuni” (Veritatis Splendor, 102). La vera felicità ha questo prezzo. L’apostolo dei lebbrosi ne è il testimone.

5. Today’s celebration is also a call to solidarity. While Damien was among the sick, he could say in his heart: "Our Lord will give me the graces I need to carry my cross and follow him, even to our special Calvary at Kalawao". The certainty that the only things that count are love and the gift of self was his inspiration and the source of his happiness. The apostle of the lepers is a shining example of how the love of God does not take us away from the world. Far from it: the love of Christ makes us love our brothers and sisters even to the point of giving up our lives for them.

I am pleased to greet the Bishop of Honolulu who accompanied the pilgrims of Hawaii for this solemn joyful celebration.

Ecco le parole del Santo Padre in una nostra traduzione in lingua italiana.

5. La celebrazione di oggi è anche un appello alla solidarietà. Quando Damiano si trovava in mezzo ai malati, poteva pronunciare nel suo cuore queste parole: “Nostro Signore mi darà la grazia necessaria per portare la mia croce seguendolo, fino al nostro Golgota speciale di Kalakao”. La certezza che contano solo l’amore e il dono di sé lo incoraggiava e lo rendeva felice. L’apostolo dei lebbrosi è un esempio luminoso del fatto che l’amore per Dio non allontana dal mondo, ma anzi l’amore di Cristo porta ad amare i propri fratelli fino a dare la propria vita per essi.

Sono felice di salutare il Vescovo di Honolulu che guida i pellegrini delle Hawai a questa solenne celebrazione.

6. An euch, liebe Schwestern und Brüder Belgiens, liegt es, die Fackel Pater Damians erneut zu ergreifen. Sein Zeugnis ist für euch alle, vor allem für euch junge Menschen, ein Anruf, um ihn kennenlernen zu können und durch sein Opfer in euch die Sehnsucht nach der Gottesliebe, dem Quell aller wahren Liebe und jedes gelungenen Lebens, und das Verlangen, aus eurem Leben eine fruchtbare Gabe zu machen, wachsen zu lassen.

Ecco le parole del Santo Padre in una nostra traduzione in lingua italiana.

6. Cari fratelli e sorelle del Belgio, tocca oggi a voi riprendere la fiaccola di Padre Damiano. La sua testimonianza è per voi un appello, soprattutto per voi giovani, affinché possiate tutti conoscerlo, e, attraverso il suo sacrificio, crescano in voi il desiderio di amare Dio, fonte del vero amore e di una vita felice, e il desiderio di fare della vostra vita un’autentica offerta.

7. Mon cœur se tourne vers ceux qui sont aujourd’hui encore atteints de la lèpre. Avec Damien, ils ont désormais un intercesseur, car, avant d’être malade, il s’était déjà identifié à eux et disait souvent: “Nous autres, lépreux”. En appuyant auprès de Paul VI la cause de béatification, Raoul Follereau avait eu l’intuition du rayonnement spirituel que Damien pouvait avoir après sa mort. Ma prière rejoint aussi tous ceux qui sont frappés par des maladies graves et incurables, ou qui sont à l’approche de la mort. Comme les évêques de votre pays l’ont rappelé, tous les hommes ont le droit d’avoir, de la part de leurs frères, une main tendue, une parole, un regard, une présence patiente et aimante, même s’il n’y a pas d’espoir de guérison. Frères et Sœurs malades, vous êtes aimés de Dieu et de l’Eglise! La souffrance est pour l’humanité un mystère inexplicable; si elle écrase l’homme laissé à ses propres forces, elle trouve un sens dans le mystère du Christ mort et ressuscité, qui demeure proche de tout être et qui lui murmure: “Courage, j’ai vaincu le monde”.  Je rends grâce au Seigneur pour les personnes qui accompagnent et entourent les malades, les petits, les êtres faibles et sans défense, les exclus: je pense spécialement aux professionnels de la santé, aux prêtres et aux laïcs des équipes d’aumônerie, aux visiteurs d’hôpitaux, et à ceux qui se dévouent pour la cause de la vie, pour la sauvegarde des enfants, et pour que chaque homme ait un toit et une place au sein de la société. Par leur action, ils rappellent l’incomparable dignité de nos frères qui souffrent, dans leur corps ou dans leur cœur; ils manifestent que toute vie, même la plus fragile et la plus souffrante, a du poids et du prix au regard de Dieu. Avec les yeux de la foi, au–delà des apparences, on peut voir que tout être est porteur du riche trésor de son humanité et de la présence de Dieu, qui l’a tissé dès l’origine.

Ecco le parole del Santo Padre in una nostra traduzione in lingua italiana.

7. Il mio cuore si rivolge a quanti ancora oggi sono colpiti dalla lebbra. In Damiano, essi hanno ormai un intercessore, poiché, prima di ammalarsi, si era già identificato con essi e diceva spesso: “Noi altri, lebbrosi”. Postulando presso Paolo VI la causa di beatificazione, Raoul Follereau aveva intuito l’influenza spirituale che Damiano poteva avere dopo la sua morte. La mia preghiera raggiunge anche tutti coloro che sono colpiti da malattie gravi e incurabili, o che sono vicini alla morte. Come hanno ricordato i Vescovi del vostro Paese, tutti gli uomini hanno il diritto di ricevere, da parte dei loro fratelli, una mano tesa, una parola, uno sguardo, una presenza paziente e amorevole anche quando non c’è speranza di guarigione. Fratelli e sorelle malati, siete amati da Dio e dalla Chiesa! La sofferenza è per l’umanità un mistero inspiegabile; se schiaccia l’uomo abbandonato alle proprie forze, essa trova un senso nel mistero di Cristo morto e risorto, che rimane vicino a qualsiasi uomo e gli sussurra: “Abbiate fiducia; io ho vinto il mondo” (Gv 16, 33). Rendo grazie al Signore per le persone che accompagnano e circondano i malati, i bambini, gli individui più deboli e indifesi, gli emarginati: penso soprattutto ai professionisti della salute, ai sacerdoti e ai laici dei gruppi di cappellani, a quanti visitano gli ospedali, e a quanti si dedicano alla causa della vita, per la tutela dell’infanzia, e affinché ogni uomo abbia un tetto e un posto in seno alla società. Con le loro azioni, essi ricordano l’incomparabile dignità dei nostri fratelli che soffrono, nel corpo e nel cuore; essi mostrano che ogni vita, anche la più fragile e la più sofferente, ha un peso e un valore agli occhi di Dio. Con gli occhi della fede, al di là delle apparenze, si può vedere come qualsiasi essere sia portatore del ricco tesoro della sua umanità e della presenza di Dio, che ne ha tessuto la trama fin dalle origini (cf. Sal 139).

8. Dans la Première Lettre aux Corinthiens, saint Paul écrit: “Personne n’est capable de dire "Jésus est le Seigneur" s’il n’est avec l’Esprit Saint”.  En effet, dire “Jésus est le Seigneur” signifie confesser sa divinité, comme l’avait confessée saint Pierre au nom des Apôtres à Césarée de Philippe. “Le Seigneur” – Kyrios en grec – est celui qui domine sur toute la création, celui auquel s’adresse le psaume que nous avons entendu: “Bénis le Seigneur, ô mon âme; Seigneur mon Dieu, tu es si grand! Quelle profusion dans tes œuvres, Seigneur! La terre s’emplit de tes biens. Tu reprends leur souffle, ils expirent et retournent à leur poussière. Tu envoies ton souffle: ils sont créés; tu renouvelles la face de la terre”. 

Ces versets de la liturgie parlent du pouvoir de Dieu sur toute la création. Elles concernent l’Esprit Saint, qui est Dieu, et qui donne la vie avec le Père et le Fils. Aussi, l’Eglise prie–t–elle aujourd’hui: “O Seigneur, envoie ton Esprit qui renouvelle la face de la terre”! L’Esprit Saint fait en sorte que l’homme parvienne à la connaissance du Christ et confesse sa divinité: “Jésus est Seigneur” – Kyrios!

Cette foi en la divinité du Christ, le Père Damien, d’une certaine manière, l’a sucée avec le lait maternel, dans sa famille en Flandres. Il a grandi avec elle et il la porta ensuite à ses frères et sœurs, dans les lointaines îles Molokaï. Pour confirmer jusqu’au bout la vérité de son témoignage, il a offert sa vie au milieu d’eux. Qu’aurait–il pu offrir d’autre aux lépreux, condamnés à une mort lente, sinon sa propre foi et cette vérité que le Christ est Seigneur et que Dieu est Amour? Il devint lépreux au milieu des lépreux, il devint lépreux pour les lépreux. Il a souffert et il est mort comme eux, croyant en la résurrection dans le Christ, car le Christ est Seigneur!

Ecco le parole del Santo Padre in una nostra traduzione in lingua italiana.

8. Nella Prima Lettera ai Corinzi, san Paolo scrive: “Nessuno può dire: “Gesù è Signore” se non sotto l’azione dello Spirito Santo” (1 Cor 12, 3). Infatti, dire “Gesù è il Signore” significa ammettere la sua divinità, come l’aveva ammessa san Pietro in nome degli Apostoli a Cesarea di Filippi. “Il Signore” – Kyrios in greco – è colui che domina su tutta la creazione, colui al quale si rivolge il salmo che abbiamo ascoltato: Benedici il Signore, anima mia, Signore, mio Dio, quanto sei grande!... Quanto sono grandi le tue opere, Signore!... la terra è piena delle tue creature... togli loro il respiro, muoiono e ritornano nella loro polvere... Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra” (Sal 104, 1. 24. 29-30).

Questi versetti della liturgia parlano del potere di Dio su tutto il creato. Riguardano lo Spirito Santo, che è Dio, e che dona la vita con il Padre e il Figlio. Ecco perché la Chiesa oggi prega così: “Signore, manda il tuo Spirito a rinnovare la faccia della terra”! Lo Spirito Santo fa in modo che l’uomo arrivi alla conoscenza di Cristo e ammetta la sua divinità: “Gesù è Signore” – Kyrios!

Questa fede nella divinità di Cristo, Padre Damiano, in un certo modo, l’ha succhiata con il latte materno, nella sua famiglia nelle Fiandre. È cresciuto con essa e l’ha portata in seguito ai suoi fratelli e sorelle, nelle lontane isole Molokaî. Per confermare fino alla fine la verità della sua testimonianza, ha offerto la sua vita in mezzo a loro. Che altro avrebbe potuto offrire ai lebbrosi, condannati ad una morte lenta, se non la sua fede e quella verità secondo la quale Cristo è Signore e Dio è amore? È diventato lebbroso in mezzo ai lebbrosi, è diventato lebbroso per i lebbrosi. Ha sofferto ed è morto come loro, credendo nella risurrezione in Cristo, poiché Cristo è Signore!

9. Saint Paul écrit encore: “Les dons de la grâce sont variés, mais c’est toujours le même Esprit. Les fonctions dans l’Eglise sont variées, mais c’est toujours le même Seigneur. Les activités sont variées, mais c’est toujours le même Dieu qui agit en tous. Chacun reçoit le don de manifester l’Esprit en vue du bien de tous”.  Par ces paroles, l’Apôtre présente une vision dynamique de l’Eglise, dynamique et en même temps charismatique. Dans cette vision charismatique, se manifeste l’Esprit que le Père, au nom du Christ, envoie sur les Apôtres. Tout a sa source dans les divers dons de la grâce, qui rendent les croyants capables de réaliser les activités, les vocations et les ministères variés, dans l’Eglise et dans le monde.

Le regard de Paul est universel, et, dans ce regard universel, nous retrouvons certainement une partie de la vie de notre bienheureux: son charisme, sa vocation et son ministère. En tout ceci, l’Esprit Saint s’est manifesté, pour le bien de tous. La béatification du Père Damien sert au bien de toute l’Eglise. Elle revêt une importance particulière pour l’Eglise qui est en Belgique, ainsi que pour l’Eglise dans les îles de l’Océanie.

Ecco le parole del Santo Padre in una nostra traduzione in lingua italiana.

9. San Paolo scrive ancora: “Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio che opera tutto in tutti. E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune” (1 Cor 12, 4-7). Con queste parole l’Apostolo presenta una visione dinamica della Chiesa, dinamica e al tempo stesso carismatica. In questa visione carismatica, si manifesta lo Spirito infuso sugli Apostoli dal Padre in nome di Cristo. Ogni cosa ha la sua fonte nei diversi doni della grazia, che rendono i credenti capaci di svolgere le attività, le vocazioni e i vari ministeri, nella Chiesa e nel mondo.

Lo sguardo di Paolo è universale, e, in questo sguardo universale, ritroviamo certamente una parte della vita del nostro beato: il suo carisma, la sua vocazione e il suo ministero. In tutto ciò, lo Spirito Santo si è manifestato per il bene di tutti. La beatificazione di Padre Damiano apporta beneficio a tutta la Chiesa. Essa riveste un’importanza particolare per la Chiesa in Belgio, come anche per la Chiesa nelle isole dell’Oceania.

10. Il est providentiel que cette béatification se déroule au cours de la solennité de la Pentecôte. Dans la Lettre au Corinthiens, Paul continue ainsi: “Notre corps forme un tout, il a pourtant plusieurs membres; et tous les membres, malgré leur nombre, ne forment qu’un seul corps. Il en est ainsi pour le Christ. Tous, ...nous avons été baptisés dans l’unique Esprit pour former un seul corps. Tous, nous avons été désaltérés par l’unique Esprit”.  Cet Esprit a soufflé dans les lointaines îles de l’Océanie, par le ministère du Père Damien; il trouve un écho dans vos familles, dans vos paroisses et dans les Congrégations missionnaires. Dans l’histoire de votre pays, se sont multipliées les œuvres, pour le bien et la croissance de l’Eglise; il faut noter en particulier la naissance de nombreuses congrégations religieuses qui ont eu un rayonnement important, par leurs activités spirituelles, caritatives, intellectuelles et sociales. D’autre part, des personnes douées de profonds charismes ont commencé à réaliser de grandes œuvres. Il suffit de mentionner des fondations comme les Universités catholiques de Louvain et de Louvain–la–Neuve, ainsi que la Jeunesse ouvrière catholique (JOC); il suffit de se rappeler des personnes comme le Cardinal Mercier, pionnier de l’œcuménisme, ou plus tard, le Cardinal Cardijn, fondateur de la JOC, et bien d’autres par qui l’Esprit agissait, pour le bien de toute l’Eglise, non seulement sur votre terre, mais encore dans le monde entier.

Ecco le parole del Santo Padre in una nostra traduzione in lingua italiana.

10. È provvidenziale che questa beatificazione si svolga nel corso della solennità della Pentecoste. Nella Lettera ai Corinti, Paolo continua così: “Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. ...tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo... Tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito” (1 Cor 12, 12-13). Questo Spirito ha soffiato nelle lontane isole dell’Oceania, attraverso il ministero di Padre Damiano; esso trova eco nelle vostre famiglie, nelle vostre parrocchie e nelle Congregazioni missionarie. Nella storia del vostro Paese si sono moltiplicate le opere, volte al bene e alla crescita della Chiesa; bisogna citare in particolare la nascita di numerose congregazioni religiose che hanno avuto una diffusione importante, con le loro attività spirituali, caritative, intellettuali e sociali. D’altra parte, persone dotate di profondi carismi hanno intrapreso grandi opere. È sufficiente ricordare fondazioni come le Università cattoliche di Lovanio e di Lovanio-la-Nuova, così come la Jeunesse ouvrière catholique (J.O.C.) (Gioventù Operaia Cattolica); basta menzionare persone come il Cardinale Mercier, pioniere dell’ecumenismo, o il Cardinale Cardijn, fondatore della J.O.C. e molte altre attraverso cui lo Spirito ha operato, per il bene di tutta la Chiesa, non solo nel vostro Paese ma in tutto il mondo.

11. Bienheureux Damien, tu t’es laissé conduire par l’Esprit Saint, en fils obéissant à la volonté du Père. Par ta vie et par ton œuvre missionnaire, tu manifestes la tendresse et la miséricorde du Christ pour tout homme, lui dévoilant la beauté de son être intérieur, qu’aucune maladie, qu’aucune difformité ni que nulle faiblesse ne peuvent totalement défigurer. Par ton action et par ta prédication, tu rappelles que Jésus a pris sur lui la pauvreté et la souffrance des hommes, et qu’il en a révélé la valeur mystérieuse. Intercède auprès du Christ, médecin des corps et des âmes, pour nos frères et sœurs malades, afin que, dans les angoisses et les douleurs, ils ne se sentent pas abandonnés, mais, unis au Seigneur ressuscité et à son Eglise, qu’ils découvrent que l’Esprit Saint vient les visiter, et qu’ils obtiennent ainsi la consolation promise aux affligés.

Ecco le parole del Santo Padre in una nostra traduzione in lingua italiana.

11. Beato Damiano, ti sei lasciato guidare dallo Spirito Santo, come un figlio che obbedisce alla volontà del Padre. Con la tua vita e la tua attività missionaria, esprimi la tenerezza e la misericordia di Cristo per ogni uomo, svelandogli la bellezza del suo essere interiore, che nessuna malattia, nessuna deformità e nessuna debolezza possono sfigurare completamente. Con il tuo operato e la tua predicazione, ricordi che Gesù ha fatto sue la povertà e la sofferenza degli uomini, e che ne ha rivelato il valore misterioso. Intercedi presso Cristo, medico dei corpi e delle anime, per i nostri fratelli e sorelle malati, affinché, nell’angoscia e nel dolore, non si sentano abbandonati ma, uniti al Signore risorto e alla sua Chiesa, scoprano che lo Spirito Santo discende su di loro e possano ottenere così la consolazione promessa agli afflitti.

12. “Gloire au Seigneur à tout jamais! Que Dieu se réjouisse en ses œuvres”!  C’est avec ces paroles du psalmiste que je veux conclure notre méditation, en ce jour solennel si attendu, au cours duquel le fruit mûr de la sainteté – le Père Damien de Veuster – reçoit la gloire des autels dans sa patrie. Frères et sœurs, soyez dociles à l’Esprit Saint, pour qu’à travers votre vie les hommes puissent découvrir le Dieu de qui vient tout don parfait!

Ecco le parole del Santo Padre in una nostra traduzione in lingua italiana.

12. “La gloria del Signore sia per sempre; gioisca il Signore delle sue opere” (Sal 104, 31). È con queste parole del salmista che desidero concludere la nostra meditazione, in questo giorno solenne tanto atteso, durante il quale il frutto maturo della santità – Padre Damiano de Veuster – riceve la gloria degli altari nella sua patria. Fratelli e sorelle, siate aperti allo Spirito Santo, affinché attraverso la vostra vita gli uomini possano scoprire il Dio da cui proviene ogni dono perfetto!