Louis-Edouard Cestac

Louis-Edouard Cestac

(1801-1868)

Beatificazione:

- 31 maggio 2015

- Papa  Francesco

Ricorrenza:

- 27 marzo

Sacerdote diocesano, educatore, agricoltore, fondatore dell’Istituto delle Serve di Maria. Spese la sua vita a servizio della Chiesa e, in particolare, si distinse per il servizio al prossimo – dagli orfani ai senzatetto – con la convinzione che Dio si svela nei poveri e che c’è qualcosa di buono in ogni uomo

  • Biografia
  • il miracolo
  • Angelus
"È questo il mio essere... tutto di Dio, per Dio e con Dio”

 

Nacque a Bayonne, Francia, il 6 gennaio 1801, entrò nel Seminario minore di Aire-sur-l’Adour nel 1816 e fu ordinato sacerdote il 17 dicembre 1825.

Dopo un periodo di insegnamento nel seminario, nel 1931 fu nominato vicario della Cattedrale. Come sacerdote in cura d’anime si trovò ad affrontare una situazione sociale e religiosa particolarmente difficile, ed il giovane Curato si impegnò anzitutto nel ministero della predicazione, dell’insegnamento, della catechesi, dell’amministrazione dei sacramenti, dell’apostolato caritativo, a contatto con la gente povera della periferia di Bayonne, all’epoca una città di guarnigione militare, marittima e di transito.

Di fronte al triste spettacolo della larga frangia di miseria morale, spirituale e materiale, ebbe chiara la conoscenza degli effetti disastrosi della povertà precipitata in miseria, dell’ignoranza, del vizio, oltre che della fame. Cominciò così ad occuparsi delle numerose orfanelle della città e dell’apostolato delle «penitenti», donne redente a cui diede non solo un tetto, ma anche la possibilità di un lavoro che le affrancasse dal vizio e le recuperasse alla vita onesta. Da questo nucleo eterogeneo radunato nel «Rifugio» di Anglet, dietro suggerimento dell’Ordinario di Bayonne, nel gennaio del 1846 fondò la Congregazione delle Serve di Maria, soprattutto per l’educazione cristiana dei fanciulli dei piccoli villaggi e le «Bernardine», penitenti contemplative eremite, per una vita di preghiera e di sacrifici.

Per attendere meglio alle molteplici attività caritative, nel 1850 rinunciò all’ufficio di vicario della Cattedrale e, pochi anni dopo, anche al Canonicato, senza disporre, per altro, di mezzi materiali ma confidando unicamente nella Divina Provvidenza tramite l’intercessione della Beata Vergine Maria, di cui era particolarmente devoto.

La Sacra Scrittura, l’Eucarestia e la preghiera mariana erano la sua assidua compagnia e la sua forza nell’apostolato, nella pratica della mortificazione e della penitenza, nelle continue umiliazioni, nelle privazioni di ogni genere, nel lavoro estenuante, sia spirituale, come predicatore, confessore e direttore spirituale, sia materiale, nei campi o nei laboratori.

Morì nella notte del 27 marzo 1868, consumato dall’ardore apostolico e dalle fatiche, lasciando larghissimo rimpianto in molti che lo ritenevano santo. Le sue suore erano già in 14 diocesi con 165 case.

 

In vista della sua beatificazione, la Postulazione della Causa ha sottoposto al giudizio di questa Congregazione delle Cause dei Santi la presunta guarigione miracolosa di un uomo anziano, il quale, ormai ottantanovenne, nel novembre del 1939, mentre lavorava in un bosco presso Labenne, urtò contro il pomello di una pompa e si procurò una profonda ferita all’arto inferiore sinistro, aggravata dalla presenza di una varice. L’emorragia conseguente fu immediatamente fermata da una fasciatura praticatagli dalla nuora; ma il medico che lo visitò intuì che ben presto, a causa dell’età anziana, si sarebbe potuta formare una gangrena.

Nei giorni successivi ci si rese conto che la diagnosi era stata precisa e che le condizioni generali del paziente tendevano a peggiorare gradualmente. La terapia seguita consistette nell’applicazione di soluzioni antisettiche, con continui cambiamenti di fasciature, che si impregnavano di pus maleodorante. La gangrena, però, non accennava minimamente a recedere, anzi continuava il suo percorso fino ad estendersi a quasi tutta la gamba.

Questa degenerazione procurava dolori, scompensi di ogni genere, febbre e contrazione della diuresi: fenomeni che indussero i medici ad emettere un verdetto infausto quoad vitam.

In questa situazione estremamente problematica, un figlio dell’anziano signore, che era sacerdote diocesano, dopo aver visitato il padre, ormai in coma e in attesa che il parroco gli amministrasse gli ultimi sacramenti, rivolse la sua invocazione al Signore, chiedendo per il genitore il dono della guarigione per intercessione del Ven. Servo di Dio: egli, infatti, aveva conosciuto la figura del Cestac perché una sua zia era stata una delle prime suore dell’Istituto da lui fondato.

Nella notte tra l’11 e il 12 novembre 1939, subito dopo che tali invocazioni era state rivolte, si assistette ad una inversione di tendenza: il moribondo uscì dal coma e si unì alla preghiera del parroco, poi il processo narcotizzante si bloccò, diminuì il flusso del pus, le carni putrefatte scomparvero e iniziò spontaneamente la ricostruzione dei tessuti. Le funzioni fisiche ripresero il loro ritmo normale, senza che si evidenziasse alcun danno. L’anziano signore era guarito improvvisamente, con grande sorpresa del personale sanitario che l’aveva assistito; anzi, scomparvero anche le varici.

Appare evidente la concomitanza cronologica e il nesso tra l’invocazione al Ven. Servo di Dio e la guarigione dell’uomo ferito.

PAPA FRANCESCO

ANGELUS

Piazza San Pietro
Solennità della Santissima Trinità
Domenica, 31 maggio 2015

  

Cari fratelli e sorelle, buongiorno e buona domenica!

Oggi celebriamo la festa della Santissima Trinità, che ci ricorda il mistero dell’unico Dio in tre Persone: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. La Trinità è comunione di Persone divine le quali sono una con l’altra, una per l’altra, una nell’altra: questa comunione è la vita di Dio, il mistero d’amore del Dio Vivente. E Gesù ci ha rivelato questo mistero. Lui ci ha parlato di Dio come Padre; ci ha parlato dello Spirito; e ci ha parlato di Sé stesso come Figlio di Dio. E così ci ha rivelato questo mistero. E quando, risorto, ha inviato i discepoli ad evangelizzare le genti, disse loro di battezzarle «nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28,19). Questo comando, Cristo lo affida in ogni tempo alla Chiesa, che ha ereditato dagli Apostoli il mandato missionario. Lo rivolge anche a ciascuno di noi che, in forza del Battesimo, facciamo parte della sua Comunità.

Dunque, la solennità liturgica di oggi, mentre ci fa contemplare il mistero stupendo da cui proveniamo e verso il quale andiamo, ci rinnova la missione di vivere la comunione con Dio e vivere la comunione tra noi sul modello della comunione divina. Siamo chiamati a vivere non gli uni senza gli altri, sopra o contro gli altri, ma gli uni con gli altri, per gli altri, e negli altri. Questo significa accogliere e testimoniare concordi la bellezza del Vangelo; vivere l’amore reciproco e verso tutti, condividendo gioie e sofferenze, imparando a chiedere e concedere perdono, valorizzando i diversi carismi sotto la guida dei Pastori. In una parola, ci è affidato il compito di edificare comunità ecclesiali che siano sempre più famiglia, capaci di riflettere lo splendore della Trinità e di evangelizzare non solo con le parole, ma con la forza dell’amore di Dio che abita in noi.

La Trinità, come accennavo, è anche il fine ultimo verso cui è orientato il nostro pellegrinaggio terreno. Il cammino della vita cristiana è infatti un cammino essenzialmente “trinitario”: lo Spirito Santo ci guida alla piena conoscenza degli insegnamenti di Cristo, e ci ricorda anche quello che Gesù ci ha insegnato; e Gesù, a sua volta, è venuto nel mondo per farci conoscere il Padre, per guidarci a Lui, per riconciliarci con Lui. Tutto, nella vita cristiana, ruota attorno al mistero trinitario e viene compiuto in ordine a questo infinito mistero. Cerchiamo, pertanto, di tenere sempre alto il “tono” della nostra vita, ricordandoci per quale fineper quale gloria noi esistiamo, lavoriamo, lottiamo, soffriamo; e a quale immenso premio siamo chiamati. Questo mistero abbraccia tutta la nostra vita e tutto il nostre essere cristiano. Ce lo ricordiamo, ad esempio, ogni volta che facciamo il segno della croce: nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. E adesso vi invito a fare tutti insieme, e con voce forte, questo segno della croce: “Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo!”

In questo ultimo giorno del mese di maggio, il mese mariano, ci affidiamo alla Vergine Maria. Lei, che più di ogni altra creatura ha conosciuto, adorato, amato il mistero della Santissima Trinità, ci guidi per mano; ci aiuti a cogliere negli eventi del mondo i segni della presenza di Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo; ci ottenga di amare il Signore Gesù con tutto il cuore, per camminare verso la visione della Trinità, traguardo meraviglioso a cui tende la nostra vita. Le chiediamo anche di aiutare la Chiesa ad essere mistero di comunione e comunità ospitale, dove ogni persona, specialmente povera ed emarginata, possa trovare accoglienza e sentirsi figlia da Dio, voluta e amata.

Dopo l'Angelus:

Oggi a Bayonne, in Francia, viene proclamato Beato il sacerdote Louis-Edouard Cestac, fondatore delle Suore Serve di Maria; la sua testimonianza di amore a Dio e al prossimo è per la Chiesa un nuovo stimolo a vivere con gioia il Vangelo della carità.

Saluto tutti voi, cari romani e pellegrini: le famiglie, i gruppi parrocchiali, le associazioni, le scuole. In particolare, saluto i fedeli di La Valletta (Malta), Cáceres (Spagna) Michoacán (Messico); quelli provenienti da Caltanissetta, Soave, Como, Malonno e Persico Dosimo; il gruppo di Bovino, con i “Cavalieri di Valleverde”. Saluto i ragazzi che hanno ricevuto o si preparano a ricevere la Cresima, incoraggiandoli ad essere gioiosi testimoni di Gesù.

Al termine del mese di maggio, mi unisco spiritualmente alle tante espressioni di devozione a Maria Santissima; in particolare menziono il grande pellegrinaggio degli uomini al Santuario di Piekary, in Polonia, che ha per tema: “La famiglia: casa accogliente”. Ci sono tanti polacchi in Piazza oggi: fatevi vedere! La Madonna aiuti ogni famiglia ad essere “casa accogliente”.

Giovedì prossimo a Roma vivremo la tradizionale processione del Corpus Domini. Alle 19 in Piazza San Giovanni in Laterano celebrerò la Santa Messa, e quindi adoreremo il Santissimo Sacramento camminando fino alla piazza di Santa Maria Maggiore. Vi invito fin d’ora a partecipare a questo solenne atto pubblico di fede e di amore a Gesù Eucaristia, presente in mezzo al suo popolo. Prima di finire, facciamo ancora una volta il segno della croce, a voce alta, tutti! “Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”, ricordando il mistero della Santa Trinità.

A tutti auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticate di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci.