Luca Passi
(1789-1866)
- 18 aprile
Sacerdote diocesano, fondatore dell’Istituto delle Suore Maestre di Santa Dorotea e San Raffaele, che aveva per scopo l’educazione dei ragazzi e delle ragazze: una sorta di “scuola-lavoro”, cioè una formazione alla cultura della coltivazione agricola e, insieme, anche una formazione culturale di base in modo che questi ragazzi potessero, poi, riuscire nella vita.
Nato a Bergamo il 22 gennaio 1789 da una nobile famiglia veneziana, fin dalla giovinezza nutrì aspirazioni apostoliche-missionarie, per cui si consacrò al servizio del Signore e fu un autentico testimone della carità evangelica soprattutto nell’azione formativa umano-sociale e morale della gioventù.
“Chi non arde, non accende”. Questo usava dire don Luca alle consorelle che si occupavano dell’educazione cristiana delle giovani, che voleva conquistate dal “fuoco d’amor di Dio”.
Quel fuoco in lui era divampato fin da piccolo, grazie all’educazione spirituale ricevuta in famiglia e ai lunghi anni dell’infanzia trascorsi nella villa di campagna di Calcinate, vicina al palazzo dello zio monsignore dove fu trasferito il seminario di Bergamo dopo la sua soppressione. Una figura splendente, quella del parente, tanto che tre degli undici fratelli Passi ne seguirono l’esempio scegliendo la vita sacerdotale. Don Luca, animato dall’urgenza di testimoniare ed evangelizzare, fece di più, e diventò uno dei grandi missionari apostolici del XIX secolo, insignito da Papa Gregorio XVI del titolo di “Missionario Apostolico”.
Nel 1838 don Passi fondò la “Pia Opera di Santa Dorotea”, un progetto educativo-pastorale destinato ai più giovani e ai più deboli: la loro educazione e formazione cristiana, specialmente dei poveri, era un obiettivo fondamentale per don Luca, che già nel 1815 diede vita a due opere pie, quella di San Raffaele e quella di Santa Dorotea.
La prima, per i maschi, si diffuse a Genova, ma ebbe breve vita a causa dei moti rivoluzionari del ’48; il ramo femminile, invece, ebbe più successo, tanto che in sostegno dell’opera il sacerdote fondò la congregazione di religiose, che stimolava al loro compito dicendo: “Bisogna dare la vita anche per la salvezza di una sola persona”.
Morì a Venezia il 18 aprile del 1866.
ggi pomeriggio alle 15, nella cattedrale di San Marco a Venezia, la cerimonia di Beatificazione di don Luca Passi, il sacerdote bergamasco ricordato come predicatore eccellente ed evangelizzatore entusiasta dei giovani, che nel 1838 fondò l’Istituto delle Suore Maestre di Santa Dorotea. A rappresentare il Santo Padre, il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
“Chi non arde, non accende”. Questo usava dire don Luca alle consorelle che si occupavano dell’educazione cristiana delle giovani, che voleva conquistate dal “fuoco d’amor di Dio”. Quel fuoco in lui era divampato fin da piccolo, grazie all’educazione spirituale ricevuta in famiglia e ai lunghi anni dell’infanzia trascorsi nella villa di campagna di Calcinate, vicina al palazzo dello zio monsignore dove fu trasferito il seminario di Bergamo dopo la sua soppressione. Una figura splendente, quella del parente, tanto che tre degli undici fratelli Passi ne seguirono l’esempio scegliendo la vita sacerdotale. Don Luca, animato dall’urgenza di testimoniare ed evangelizzare, fece di più, e diventò uno dei grandi missionari apostolici del XIX secolo, insignito da Papa Gregorio XVI del titolo di “Missionario Apostolico”.
“Oltre alla predicazione ordinaria fatta in parrocchia, egli si dedicò alla predicazione straordinaria, fatta in varie città su richiesta di vescovi e di parroci e comprendente quaresimali, mesi mariani, esercizi spirituali, novene, tridui, panegirici in onore dei Santi, quarant’ore. Al termine, poi, di ogni missione, era solito rilasciare i cosiddetti ricordi, introdotti spesso dalla parola di San Paolo: ‘La volontà di Dio è questa, che vi facciate Santi’”.
Questi ricordi erano per lo più elenchi dettagliati degli obblighi religiosi di ogni buon cristiano, in relazione alle proprie condizioni di vita, per aspirare alla santità. Come figura di riferimento, specialmente per le ragazze, don Passi scelse Santa Dorotea, la martire cristiana del III secolo che poco prima del patibolo riuscì a far tornare a Cristo due donne che sotto tortura lo avevano rinnegato e convertì il giovane pagano Teofilo, cui mandò dal paradiso un angelo recante rose e mele, per dimostrargli l’esistenza della vita eterna, oltre la morte. A spiegare il riferimento è il cardinale Amato:
“Il rimando a Santa Dorotea potrebbe ricordare che anche i giovani possono essere missionari di Cristo tra i loro compagni, così come fu Dorotea, questa ragazza cristiana dell’antica regione della Cappadocia, oggi in Turchia, che convertì, praticamente, queste due ragazze e questo giovane pagano”.
I giovani: la loro educazione e formazione cristiana, specialmente dei poveri, era un obiettivo fondamentale per don Luca, che già nel 1815 diede vita a due opere pie, quella di San Raffaele e quella di Santa Dorotea. La prima, per i maschi, si diffuse a Genova, ma ebbe breve vita a causa dei moti rivoluzionari del ’48; il ramo femminile, invece, ebbe più successo, tanto che in sostegno dell’opera il sacerdote fondò la congregazione di religiose, che stimolava al loro compito dicendo: “Bisogna dare la vita anche per la salvezza di una sola persona”. Ne ripercorre il sentiero il cardinale Amato:
“L’attività pastorale del nostro Beato ebbe il suo culmine nella fondazione, nel 1838, a Venezia, delle Suore Maestre di Santa Dorotea, una congregazione ancora oggi dinamicamente protesa nell’accompagnamento e nella guida dei giovani a Cristo”.
FRANCISCUS PP.
LITTERAE APOSTOLICAE
VENERABILI SERVO DEI LUCAE PASSI
BEATORUM HONORES DECERNUNTUR*
Ad perpetuam rei memoriam. — « Ignem veni mittere in terram et quid volo? Si iam accensus esset! » (Lc 12, 49).
Venerabilis Dei Servus Lucas Passi, presbyter dioecesis Bergomensis, pastor vigilis, studiosus, liberalis, et in populi Dei servitio navus utpote predicator ac fundator, igne Spiritus Sancti ardens, continuo repetebat, « qui non ardescit non incendit. »
Lucas Passi Bergomi natus est die XXII mensis Ianuarii anno MDCCLXXXIX. Quamquam primogenitus fuit comitis Henrici Passi, qui ex nobili stirpe Preposulo et Catherina Corner ortus est. Lucas neque divitias neque nobilitatem familiae suae iactavit tamquam beneficium vel ius praecipuum suum. Familia eius fuit insignis ob robustam catholicam fidem, virtutibus civilibus exemplaribus coniunctam. Parentes primum educavit liberos eosque fide, pietate pauperumque cura instituerunt. Non solum Lucas, sed fratres eius ordinati sunt sacerdotes: alter, nomine Marcus Celius, quasi unius animae fuit Lucae; alter, nomine Iosephus Antonius, ministerium exercuit apud paroeciam in Calcinate, ad quod oppidum familia se contulit ut tranquilitate animi frueretur, a bello quod milites Francogallici conflaverunt Bergomi remota. Studiis in seminario perfectis, Lucas ordinatus est sacerdos die XIII mensis Martii anno MDCCCXIII. Illo tempore percipiebantur in societate Italica, praesertim inter iuvenes, depravatio moralis, igorantia legendi ac scribendi, religionis ignorantia, necnon desparatio atque miseria. Hic iuvenis sacerdos, adscriptus in Collegio Apostolico Bergomi ibique muneribus spiritalibus ac apostolicis fungens, dedit se homiliis dandis, confessionibus auscultandis ac praecipue – tamquam diligens missionarius itinerans – praedicationibus extraordinariis faciendis, quas, ab episcopis vel parochis invitatus, in variis locis praebebat, praesertim tempore quadragesimali, in exercitationibus spiritalibus, novenis et missionibus popularibus. Vires quoque incumbit in formationem iuvenum, quapropter Pium Opus Sanctae Dorotheae instituit ut puellae a corruptione morum protegerentur ac formatione Christiana imbuerentur. Similiter Pium Opus Sancti Raphaëlis fundavit. Haec instituta, Luca Passi adhortante, aedificata sunt super correctionis fraternae praeceptum. Ipse quoque Consilium de moribus et rebus oeconomicis incohavit ut labores iuvenum ruri ordinaretur. Apex autem pastoralis operis eius fuit constitutio Sororum Magistrarum Sanctae Dorotheae, Venetiis die VI mensis Augusti anno MDCCCXXXVIII facta, quae munus haberet Operis Sanctae Dorotheae provehendi. Denique Lucas pie obitus est Venetiis die XVIII mensis Aprilis anno MDCCCLXVI. Dum vivebat, ille verus apostolus, Sanctum nempe Paulum imitans, habebatur. Testes affirmaverunt ipsum omnia omnibus fuisse ut omnes pro Christo devinceret: magnus scilicet magnis, parvus parvis, humilis, mitis, laetus et affabilis omnibus. Ardens cupiebat ut Evangelium propagaretur ad animarum salutem. Nec frigor, nec imber, nec aestus, nec nives, nec ventus, nec longa itinera, nec viae asperae neque montes ardorem apostolicum in eo extinguere potuerunt. Nihil sane impedivit eum ne Christi missionarius esset. Hoc studium radices egit in acrem et vivacem fidem, spem indelebilem et caritatem operosam. Enimvero fons huius industriae apostolicae patet ex testamento eius, in quo memoratur Iesum, ter an Petrus se amaret (Io 21, 1-19) percontatum, ipsi Apostolo Ecclesiam concredidisse, dicens: « Pasce oves meas ». Sicut ergo missio pastoralis Petri orta est ab eius absoluto amore pro Iesu, ita eodem amore Lucas nutrivit sacerdotium suum, quem, ut ipse affirmavit, oportet Institutum mundo ostenderet secundum finem ob quem Institutum ipsum constitutum est. Ministerium Lucae in primis fuit expressio caritatis vivae ac diffusae. Iudicio eius, sacerdos esse significat mediatorem exsistere inter homines et Deum, dispensatorem divinorum mysteriorum, praeconem Verbi divini, magistrum et ducem populi, reconciliare conversos, docere ignorantes, monere dubitantes, roborare vacillantes, consolari debiles, corrigere errantes et a lupis rapacibus parvulos tutari. Significat summatim bonum esse pastorem qui plorat cum eo qui plorat patiturque cum eo qui patitur, ut omnes pro Christo vincat. Nemo effugere debuit caritatem pastoralem huius pii sacerdotis, qui omnes quos occurrit curavit. Caritatem enim ex miti Corde Iesu hausit verbaque ex Evangelio suscepit, quod sciebat, meditabatur ac cum aliis partiebatur cum gaudio opereque indefesso.
Virtutes heroico in gradu ab ipso exercitae recognitae sunt a Benedicto XVI per Decretum die VI mensis Iulii anni MMVII promulgatum. Inquisitio dioecesana super miro instructa est Venetiis a die VII ad diem XIII mensis Iunii anno MMIX, quae pertinuit ad coniectam miram sanationem Lucae Passi attributam. Die XIII mensis Octobris anno MMXI, Coetus Medicorum hanc sanationem scientifice inexplicabilem iudicavit. Die XVIII mensis Februarii anno MMXII, habitus est Congressus Peculiaris Consultorum Theologorum, qui faventem tulit sententiam de hoc miro Venerabili Dei Servo attribuendo. Die XIX mensis Iunii anno MMXII, coacta est Congregatio Ordinaria Patrum Cardinalium et Episcoporum, Ponente Cardinali Francisco Monterisi, qui hanc sanationem a Deo patratam esse per intercessionem Lucae Passi iudicaverunt. Quapropter, die XXVIII mensis Iunii anno MMXII, Benedictus XVI mandavit ut Congregatio de Causis Sanctorum Decretum super miro promulgaret statuitque ut sollemnis beatificationis ritus die XIII mensis Aprilis anno MMXIII Venetiis celebraretur.
Hodie igitur, in praedicta urbe, de mandato Nostro Venerabilis Frater Noster Angelus S.R.E. Cardinalis Amato, Praefectus Congregationis de Causis Sanctorum, textum Litterarum Apostolicarum legit, quibus Nos Venerabilem Servum Dei Lucam Passi in Beatorum numerum adscribimus:
Nos, vota Fratris Nostri Francisci Moraglia, Patriarchae Venetiarum, necnon plurimorum aliorum Fratrum in Episcopatu multorumque christifidelium explentes, de Congregationis de Causis Sanctorum consulto, auctoritate Nostra Apostolica facultatem facimus ut Venerabilis Servus Dei Lucas Passi, Sacerdos dioecesanus, Fundator Sororum Magistrarum a Sancta Dorothea necnon Operis Sanctae Dorotheae, testis studiosus dilectionis Dei erga parvos et pauperes, Beati nomine in posterum appelletur, eiusque festum die duodevicesima mensis Aprilis, qua in caelum natus est, in locis et modis iure statutis quotannis celebrari possit. In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti.
Quae vero per has Litteras statuimus, ea firma sint in perpetuum, contrariis quibuslibet non obstantibus.
Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die XIII Aprilis, anno Domini MMXIII, Pontificatus Nostri primo.
De mandato Summi Pontificis
loco Secretarii Status
PETRUS PAROLIN
Archiepiscopus tit. Aquipendiensis