Luigi Beltrame Quattrocchi (1880-1951) e Maria Corsini  (1884-1965)

Luigi Beltrame Quattrocchi (1880-1951) e Maria Corsini (1884-1965)

Beatificazione:

- 21 ottobre 2001

- Papa  Giovanni Paolo II

Ricorrenza:

- 9 novembre e 26 agosto

Sposi:

Luigi Beltrame Quattrocchi (1880-1951) che, padre di famiglia, nelle faccende pubbliche come in quelle private osservò i comandamenti di Cristo e li proclamò con diligenza e probità di vita;

Maria Corsini (1884-1965), che, madre di famiglia, visse con suo marito una vita di profonda e lieta comunione di fede e di carità verso il prossimo, illuminando con la luce di Cristo la famiglia e la società.

  • Biografia
  • omelia di beatificazione
"Non si esaurisce nella celebrazione del sacramento del matrimonio, ma accompagna i coniugi lungo tutta la loro esistenza"

 

Luigi Beltrame Quattrocchi 

Luigi Beltrame Quattrocchi nasce a Catania il 12 gennaio 1880. Trascorsa la prima infanzia con i suoi genitori Carlo e Francesca, e i fratelli Gregorio, Mariannina ed Ettore, intorno al 1889 va a vivere con Luigi e Stefania Quattrocchi, zii per parte materna, che ne richiedono l'affidamento ai cognati non potendo avere figli.

Nel 1890, a seguito di un trasferimento dello zio Luigi, cassiere principale della Regia Dogana, approda a Roma dove trascorrerà il resto della sua esistenza. Nella capitale frequenta il liceo Umberto I e nel 1898 consegue la licenza liceale con profitto.

Iscrittosi nello stesso anno alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università La Sapienza, si laurea in corso il 14 luglio 1902. Durante gli studi (1901) conosce Maria Corsini e, dopo tre anni di incontri, il 15 marzo 1905 stringe con lei il fidanzamento privato, ufficializzato poi il 30 dello stesso mese.

Nell'agosto del 1905 viene nominato Vice-Pretore Onorario alla Prefettura Urbana, e a novembre, il giorno 25, sposa Maria Corsini nella basilica di S. Maria Maggiore.

Dalla loro unione nascono quattro figli: il primo Filippo nel 1906 (in seguito Don Tarcisio), la seconda Stefania nel 1908 (divenuta poi Suor Cecilia), il terzo Cesare nel 1909 (religioso anche lui, con il nome di P. Paolino) e la quarta Enrichetta il 6 aprile del 1914.

Nel 1909 Luigi viene nominato Sostituto Avvocato Erariale; nel 1919 è Vice Avvocato Erariale; nel 1921 Segretario Generale. Arriva al pensionamento nel 1946 con la qualifica di Vice-Avvocato Generale Onorario dello Stato. Svolge inoltre numerosi incarichi ufficiali presso diversi Ministeri, l'ENPAS dipendenti statali, e consulenza legale per l'IRI, la Banca d'Italia, la Banca Commerciale Italiana, la Banca Nazionale del Lavoro, il Consorzio per le Opere Pubbliche, la STET.

Nonostante l'impegno del lavoro e della famiglia, Luigi si prodiga in un proficuo apostolato e prende parte all'associazionismo cattolico.

Nel 1916 coopera con l'ASCI, divenendo nel 1917 Presidente del Reparto Roma V e nel 1918 membro del Commissariato Centrale. Nel 1919 fonda con l'amico Gaetano Pulvirenti un oratorio festivo nella basilica di Santa Pudenziana, poi Reparto Scout Roma XX, diretto da lui stesso fino al 1923. Nel 1921 viene nominato Consigliere generale dell'ASCI fino al 1927. Collabora ancora con il Prof. Luigi Gedda nell'Azione Cattolica Maschile e nei Comitati Civici, appoggia come consigliere amministrativo il sorgere dell'Agenzia ORBIS; coadiuva con gli onorevoli Reggio d'Aci e Jacini al Centro Studi Politici; opera nella GIAC, nel Movimento di Rinascita Cristiana e nel Fronte della Famiglia.

Preziosa è infine la sua presenza come brancardier per l'UNITALSI. Muore il 9 novembre 1951, in via Depretis, per infarto miocardico.

Per quanti lo conobbero fu una persona affabile, vera, essenziale, dotta, convinta. Era dotato di un eccezionale fascino umano che la grazia divina aveva arricchito e completato. Splendido esempio di dedizione familiare e professionale, ha saputo fedelmente corrispondere al progetto di Dio su di lui, fondando la sua vita sui valori della fede cristiana.

Caratteristica della sua esistenza fu la quotidiana attenzione ad approfondire la presenza di Dio, fino a giungere ad una significativa maturità spirituale, operando, con coerenza e sollecitudine, per la salvezza propria e quella di quanti incontrava nei suoi rapporti professionali: santificarsi per santificare.

Luigi, uomo laico-cristiano, ha vissuto le vicende piccole e grandi del suo tempo nella sua esistenza di sposo, padre e professionista alla luce di Dio, contribuendo alla promozione umana e spirituale del proprio ambiente; inoltre ha dimostrato che il seguire Gesù e il Vangelo con il dono totale di sé è l'espressione più piena e autentica del cristiano, chiamato a realizzarsi secondo il progetto di Dio, nella fedeltà di una risposta d'amore senza riserve.

 

MariaCorsini

Nasce a Firenze il 24 giugno 1884 da Angiolo Corsini e Giulia Salvi e viene battezzata il 28 dello stesso mese. I genitori le impartiscono un'accurata educazione morale, principalmente attraverso l'esempio. Nell'infanzia e adolescenza si mostra una fanciulla illibata nei comportamenti, giudiziosa, obbediente, incline alla pietà.

A motivo dei diversi trasferimenti per il lavoro del padre, la famiglia si sposta da Firenze a Pistoia (1888), poi di nuovo a Firenze (1890), quindi ad Arezzo (1892) dove Maria riceve il sacramento della Cresima, e infine a Roma (1893), tappa definitiva.

Nella capitale frequenta le elementari presso le Suore di St. Joseph di Cluny (3a elem.) e alla scuola statale (4a e 5a elem.). Il 30 settembre 1897 riceve la Prima Comunione. Per le scuole superiori frequenta l'Istituto Femminile di Commercio per Direttrici e Contabili, fino al conseguimento della licenza. Diligente e studiosa è particolarmente portata per le discipline letterarie, dote che metterà a frutto attraverso la composizione di numerosi scritti dai principi semplici, ma veri e solidi, la maggior parte dei quali verranno editi.

Nel 1901 conosce Luigi Beltrame Quattrocchi, poi Avvocato nel 1902, con il quale stringe fidanzamento privato il 15 marzo 1905, ufficializzato alla presenza delle due famiglie il 30 marzo dello stesso anno. I due giovani si sposano il 25 novembre 1905 nella Cappella di S. Caterina nella basilica di S. Maria Maggiore.

Trascorso qualche mese la sposina è in attesa del primo figlio, che dà alla luce nel 1906. Battezzato con il nome di Filippo sarà poi Don Tarcisio. Una seconda ravvicinata gravidanza si conclude con la nascita, nel 1908, di Stefania, in seguito Suor Cecilia. Nel 1909 arriva il terzogenito Cesare, poi monaco Benedettino e poi ancora monaco Trappista con il nome di P. Paolino. Nel 1913 l'annuncio di una quarta gravidanza porta una nuova grande gioia, che sfocerà con la nascita, il 6 aprile 1914, di Enrichetta.

Dopo un forte deperimento organico, Maria si riprende dimostrando di possedere una ricchezza e profondità spirituali maggiori, che la porteranno ad impegnarsi in una indefessa attività apostolica

Già nel 1914, a seguito del terremoto di Avezzano, si prodiga nell'assistenza ai feriti. Nello stesso anno inizia le catechesi alle donne presso la parrocchia di S. Vitale. Nel 1915 soccorre moralmente e spiritualmente i soldati della Prima Guerra Mondiale ricoverati nei diversi ospedali di Roma. Nel 1917 diventa Terziaria Francescana e nel 1919 è accolta nella Congregazione delle Dame dell'Immacolata.

Nel 1920 entra nelle file del Consiglio Centrale dell'Azione Cattolica Femminile e diviene membro effettivo del Segretariato Centrale di Studio.

Nel 1936 diviene accompagnatrice dei malati sui treni dell'UNITALSI diretti a Lourdes e a Loreto. Un anno dopo segue e termina un corso per infermiere della CRI e si specializza in malattie tropicali. Nel 1945 collabora nell'opera di Ristoro alla Stazione Termini e nel 1946-1947 aderisce all'iniziativa dei P. Lombardi e P. Rotondi "Mondo Migliore". In questi stessi anni entra a far parte del Movimento Fronte della Famiglia, del quale sarà Vice-Presidente del Comitato romano. Altro campo d'azione è Rinascita Cristiana.

Riguardo alla sua attività di scrittrice, inizia con la pubblicazione nel 1920 di articoli su "Fiamma viva", "Il Solco", "In Alto" e sul Bollettino della FUCI.

Dal 1922, anno in cui in casa Beltrame Quattrocchi si annunciano ben tre vocazioni, Maria seguirà fino al suo ultimo respiro, con un vero sacerdozio materno, la scelta di vita consacrata dei tre figli Filippo, Cesare e Stefania.

Dall'epistolario scambiato con loro, nel 1924 vede la luce "Voce di Madre". Nel 1936 dà alle stampe "Il libro della giovane" e nel 1937 compone un opuscolo dal titolo "I nostri ammalati". Nel 1940 escono "Il fuoco ha da ardere" e "Mamma vera". Nel 1943 scrive "Fiore che sboccia", con la collaborazione del figlio P. Paolino. Nel 1952 nascono "Lux vera" e "Vita coi figli". Nel 1953, ripercorrendo la vita in comune trascorsa col marito Luigi, pubblica "L'ordito e la trama", in seguito ristampato con il titolo "Radiografia di un matrimonio". L'ultimo suo componimento è del 1955 "Rivalutiamo la vita". 

Nel 1951 perde il suo amato Luigi. Nel 1965, a 81 anni, il 25 agosto, Maria Corsini Beltrame Quattrocchi passa a miglior vita mentre si trova in vacanza a Serravalle di Bibbiena, nella villetta "La Madonnina", fatta costruire per lei da Luigi.

Laica, sposa e madre di famiglia, di profonda vita interiore, trascorse i suoi giorni nel fedele e quotidiano adempimento dei propri doveri e nelle mansioni proprie di un generoso impegno nell'apostolato laicale, in perfetta adesione alla gerarchia e in profondo spirito di servizio. La sua vita si sintetizza e si compendia in tre verbi: fiat, il suo sì personale, fedele e totale; adveniat, il desiderio di Dio, la sua gloria e la salvezza degli uomini; magnificat, la lode e la gratitudine verso Dio Creatore, Gesù che redime e lo Spirito Santo vivificante.

Evitando attrattive e pericoli mondani ha gettato le sue reti nel mare dell'amore di Dio e del prossimo. In una vita semplice e ordinaria ha guardato a quell'unico centro da cui trarre vigore di coesione, slancio d'impegno, capacità di un costante rinnovamento.

Ella ha saputo cioè generosamente e mirabilmente confessare Cristo in ogni circostanza della sua vita, nella condizione di sposa, madre e apostola, lasciando che Dio trasparisse con naturalezza in lei.

Il suo messaggio è ben chiaro alle mamme, alle spose, agli educatori: ella è un invito vivente a tutti di come ci si dona agli altri; un invito a vivere la propria fede e la propria vocazione come espressione della carità di Cristo

CAPPELLA PAPALE PER LA BEATIFICAZIONE DEI SERVI DI DIO 
LUIGI BELTRAME QUATTROCCHI E MARIA CORSINI, SPOSI

OMELIA DEL SANTO PADRE

Domenica, 21 ottobre 2001
Giornata Missionaria Mondiale

 

1. "Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?" (Lc 18,8).

L'interrogativo, col quale Gesù conclude la parabola sulla necessità di pregare "sempre, senza stancarsi" (Lc 18,1), scuote il nostro animo. E' una domanda a cui non fa seguito una risposta: essa, infatti, intende interpellare ogni persona, ogni comunità ecclesiale, ogni generazione umana. La risposta deve darla ciascuno di noi. Cristo vuole ricordarci che l'esistenza dell'uomo è orientata all'incontro con Dio; ma proprio in questa prospettiva egli si domanda se al suo ritorno troverà anime pronte ad attenderlo, per entrare con lui nella casa del Padre. Per questo a tutti dice: "Vegliate, perché non sapete né il giorno né l'ora" (Mt 25,13).

Cari Fratelli e Sorelle! Carissime famiglie! Oggi ci siamo dati appuntamento per la beatificazione di due coniugi: Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi. Con questo solenne atto ecclesiale noi intendiamo porre in evidenza un esempio di risposta affermativa alla domanda di Cristo. La risposta è data da due sposi, vissuti a Roma nella prima metà del secolo ventesimo, un secolo in cui la fede in Cristo è stata messa a dura prova. Anche in quegli anni difficili i coniugi Luigi e Maria hanno tenuto accesa la lampada della fede - lumen Christi - e l'hanno trasmessa ai loro quattro figli, dei quali tre sono oggi presenti in questa Piazza. Carissimi, di voi così scriveva vostra madre: "Li allevammo nella fede, perché conoscessero Dio e lo amassero" (L'ordito e la trama, p. 9). Ma quella vivida fiamma i vostri genitori l'hanno trasmessa anche agli amici, ai conoscenti, ai colleghi... Ed ora, dal Cielo, la donano a tutta la Chiesa.

Insieme con i parenti e gli amici dei nuovi Beati, saluto le Autorità religiose intervenute a questa celebrazione, a cominciare dal Cardinale Camillo Ruini e dagli altri Signori Cardinali, Arcivescovi e Vescovi presenti. Saluto inoltre le Autorità civili, tra le quali spiccano il Presidente della Repubblica italiana e la Regina del Belgio.

2. Non poteva esserci occasione più felice e più significativa di quella odierna per celebrare i vent'anni dell'Esortazione Apostolica Familiaris consortio. Questo documento, che resta ancor oggi di grande attualità, oltre ad illustrare il valore del matrimonio e i compiti della famiglia, sollecita ad un particolare impegno nel cammino di santità a cui gli sposi sono chiamati in forza della grazia sacramentale, che "non si esaurisce nella celebrazione del sacramento del matrimonio, ma accompagna i coniugi lungo tutta la loro esistenza" (Familiaris consortio, 56). La bellezza di questo cammino risplende nella testimonianza dei beati Luigi e Maria, espressione esemplare del popolo italiano, che tanto deve al matrimonio e alla famiglia fondata su di esso.

Questi coniugi hanno vissuto, nella luce del Vangelo e con grande intensità umana, l'amore coniugale e il servizio alla vita. Hanno assunto con piena responsabilità il compito di collaborare con Dio nella procreazione, dedicandosi generosamente ai figli per educarli, guidarli, orientarli alla scoperta del suo disegno d'amore. Da questo terreno spirituale così fertile sono scaturite vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, che dimostrano quanto il matrimonio e la verginità, a partire dal comune radicamento nell'amore sponsale del Signore, siano intimamente collegati e si illuminino reciprocamente.

Attingendo alla parola di Dio ed alla testimonianza dei Santi, i beati Sposi hanno vissuto una vita ordinaria in modo straordinario. Tra le gioie e le preoccupazioni di una famiglia normale, hanno saputo realizzare un'esistenza straordinariamente ricca di spiritualità. Al centro, l'Eucaristia quotidiana, a cui si aggiungevano la devozione filiale alla Vergine Maria, invocata con il Rosario recitato ogni sera, ed il riferimento a saggi consiglieri spirituali. Così hanno saputo accompagnare i figli nel discernimento vocazionale, allenandoli a valutare qualsiasi cosa "dal tetto in su", come spesso e con simpatia amavano dire.

3. La ricchezza di fede e d'amore dei coniugi Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi è una vivente dimostrazione di quanto il Concilio Vaticano Secondo ha affermato circa la chiamata di tutti i fedeli alla santità, specificando che i coniugi perseguono questo obiettivo "propriam viam sequentes", "seguendo la loro propria via" (Lumen gentium, 41). Questa precisa indicazione del Concilio trova oggi una compiuta attuazione con la prima beatificazione di una coppia di sposi: per essi la fedeltà al Vangelo e l'eroicità delle virtù sono state riscontrate a partire dal loro vissuto come coniugi come genitori.

Nella loro vita, come in quella di tante altre coppie di sposi che ogni giorno svolgono con impegno i loro compiti di genitori, si può contemplare lo svelarsi sacramentale dell'amore di Cristo per la Chiesa. Gli sposi, infatti, "compiendo in forza di tale sacramento il loro dovere coniugale e familiare, penetrati dallo Spirito di Cristo, per mezzo del quale tutta la loro vita è pervasa di fede, speranza e carità, tendono a raggiungere sempre più la propria perfezione e la mutua santificazione, e perciò partecipano alla glorificazione di Dio" (Gaudium et spes, 49).

Care famiglie, oggi abbiamo una singolare conferma che il cammino di santità compiuto insieme, come coppia, è possibile, è bello, è straordinariamente fecondo ed è fondamentale per il bene della famiglia, della Chiesa e della società.

Questo sollecita ad invocare il Signore, perché siano sempre più numerose le coppie di sposi in grado di far trasparire, nella santità della loro vita, il "mistero grande" dell'amore coniugale, che trae origine dalla creazione e si compie nell'unione di Cristo con la Chiesa (cfr Ef 5,22-33).

4. Come ogni cammino di santificazione, anche il vostro, cari sposi, non è facile. Ogni giorno voi affrontate difficoltà e prove per essere fedeli alla vostra vocazione, per coltivare l'armonia coniugale e familiare, per assolvere alla missione di genitori e per partecipare alla vita sociale.

Sappiate cercare nella parola di Dio la risposta ai tanti interrogativi che la vita di ogni giorno vi pone. San Paolo nella seconda Lettura ci ha ricordato che "tutta la Scrittura è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia" (2 Tm 3,16). Sorretti dalla forza di questa parola, potrete insieme insistere con i figli "in ogni occasione opportuna e non opportuna", ammonendoli ed esortandoli "con ogni magnanimità e dottrina" (2 Tm 4,2).

La vita coniugale e familiare può conoscere anche momenti di smarrimento. Sappiamo quante famiglie sono tentate in questi casi dallo scoraggiamento. Penso, in particolare, a coloro che vivono il dramma della separazione; penso a chi deve affrontare la malattia e a chi soffre la scomparsa prematura del coniuge o di un figlio. Anche in queste situazioni si può dare una grande testimonianza di fedeltà nell'amore, reso ancora più significativo dalla purificazione attraverso il passaggio nel crogiolo del dolore.

5. Affido tutte le famiglie provate alla provvida mano di Dio e all'amorevole cura di Maria, sublime modello di sposa e di madre, che ben conobbe il soffrire e la fatica del seguire Cristo fin sotto la croce. Carissimi sposi, non lasciatevi mai vincere dallo sconforto: la grazia del Sacramento vi sostiene e vi aiuta ad innalzare continuamente le braccia al cielo come Mosè, di cui ci ha parlato la prima Lettura (cfr Es 17,11-12). La Chiesa vi è vicina e vi aiuta con la sua preghiera soprattutto nei momenti di difficoltà.

Nello stesso tempo, chiedo a tutte le famiglie di sostenere a loro volta le braccia della Chiesa, perché non venga mai meno alla sua missione di intercedere, consolare, guidare e incoraggiare. Vi ringrazio, care famiglie, per il sostegno che date anche a me nel mio servizio alla Chiesa e all'umanità. Ogni giorno io prego il Signore perché aiuti tante famiglie ferite dalla miseria e dall'ingiustizia e faccia crescere la civiltà dell'amore.

6. Carissimi, la Chiesa confida in voi, per affrontare le sfide che l'attendono in questo nuovo millennio. Tra le vie della sua missione, "la famiglia è la prima e la più importante" (Lettera alle Famiglie, 2); su di essa la Chiesa conta, chiamandola ad essere "un vero soggetto di evangelizzazione e di apostolato" (ivi, 16).

Sono certo che sarete all'altezza del compito che vi attende, in ogni luogo e in ogni circostanza. Vi incoraggio, cari coniugi, ad assumere pienamente il vostro ruolo e le vostre responsabilità. Rinnovate in voi stessi lo slancio missionario, facendo delle vostre case luoghi privilegiati per l'annuncio e l'accoglienza del Vangelo, in un clima di preghiera e nell'esercizio concreto della solidarietà cristiana.

Lo Spirito Santo, che ha ricolmato il cuore di Maria perché, nella pienezza dei tempi, concepisse il Verbo della vita e lo accogliesse assieme al suo sposo Giuseppe, vi sostenga e vi rafforzi. Egli colmi i vostri cuori di gioia e di pace, così che sappiate rendere lode ogni giorno al Padre celeste, da cui discende ogni grazia e benedizione.

Amen!