Maria Guadalupe Ortiz

Maria Guadalupe Ortiz

(1916-1975)

Venerabilità:

- 04 maggio 2017

- Papa  Francesco

Beatificazione:

- 18 maggio 2019

- Papa  Francesco

Ricorrenza:

- 16 luglio

Insegnante di chimica e missionaria in Messico, Laica della Prelatura della Santa Croce e Opus Dei; ha servito con gioia i fratelli coniugando insegnamento e annuncio del Vangelo. La sua testimonianza è un esempio per le donne cristiane impegnate nel sociale e nella ricerca scientifica

  • Biografia
  • DECRETI
  • omelia di beatificazione
La prima laica dell’Opus Dei a salire agli onori degli altari

 

Guadalupe Ortiz de Landázuri y Fernández de Heredia nacque a Madrid il 12 dicembre 1916, festa della Madonna della quale portava il nome, a Madrid, ultima di quattro figli. I suoi genitori erano Manuel Ortiz García, militare di carriera, ed Eulogia Fernández de Heredia y Gaztañaga. Fu battezzata il 24 dello stesso mese.

Essendo il padre un militare, la famiglia dovette spesso trasferirsi per seguirlo nei vari incarichi che gli affidavano. Dopo aver frequentato il Collegio La Emulación a Segovia, iniziò il liceo a Tetuán (Africa) e riuscì a concluderlo a Madrid nel 1933.

Intraprese gli studi in Scienze chimiche all’Università centrale di Madrid, terminandoli solo dopo la guerra civile spagnola, nel 1941.

Conclusi gli studi universitari, nel 1941 diventò insegnante nel Colegio Liceo Francés e poi nel Colegio de las Irlandesas di Madrid.

Il 25 gennaio 1944 l'incontro con san Josemaría Escrivá cambiò completamente la sua vita. In quel momento, sentì il desiderio incontenibile di donare la sua vita per compiere la volontà di Dio.

Da quel momento la sua vita si strutturò su due pilastri: ebbe incarichi e responsabilità sempre crescenti all’interno dell’Opus Dei e, allo stesso tempo, sviluppò la sua abilità in chimica, raggiungendo risultati notevoli nella ricerca scientifica.

 

CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI

 

MADRID

Beatificazione e Canonizzazione

della Serva di Dio

MARÍA GUADALUPE ORTIZ DE LANDÁZURI

Y FERNÁNDEZ DE HEREDIA

fedele laica

della Prelatura personale della Santa Croce e Opus Dei

(1916-1975)

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DECRETO SULLE VIRTÙ

 

    «Dio ama chi dona con gioia» (2 Cor 9, 7).

    La Serva di Dio Guadalupe Ortiz de Landázuri y Fernández de Heredia ha donato con intensa gioia tutta se stessa al servizio del Signore e della sua Chiesa e ha sperimentato con forza l'amore di Dio.

    Ultima dei quattro figli di Manuel ed Eulogia, Guadalupe nacque a Madrid, in Spagna, il 12 dicembre 1916. Suo padre era ufficiale dell'esercito e fu mandato in diverse città; dal 1927 al 1932 risiedette in Africa settentrionale, accompagnato dalla moglie e dalla figlia Guadalupe, che frequentò la scuola dei Marianisti di Tetuán. La Serva di Dio sin da ragazza dimostrò di essere coraggiosa ed energica.

    Completò gli studi liceali a Madrid e nel 1933 si iscrisse alla Facoltà di Chimica nell'Università della capitale. Poco dopo lo scoppio della guerra civile spagnola, nel luglio del 1936, suo padre venne arrestato, processato sommariamente e condannato a morte. Guadalupe, con suo fratello e sua madre, poté confortare il papà prima della fucilazione e lo aiutò a prepararsi spiritualmente alla morte. La Serva di Dio perdonò i responsabili.

    Terminato il conflitto, Guadalupe riprese con impegno gli studi e si laureò nel 1941. Subito dopo cominciò ad insegnare al liceo. Il 25 gennaio 1944 conobbe san Josemaría Escrivá, fondatore dell'Opus Dei, al quale si rivolse in cerca di una guida spirituale. Da allora la Serva di Dio intensificò la vita di preghiera e, dopo alcuni giorni di ritiro spirituale, il 19 marzo dello stesso anno, gli chiese di entrare a far parte dell'Opus Dei, vivendo il celibato apostolico. Comprese che Dio la chiamava a servire la Chiesa per mezzo del suo lavoro svolto con amore e del suo apostolato nelle circostanze della vita ordinaria.

    San Josemaría le affidò diversi compiti di direzione nelle iniziative di evangelizzazione dell'Opus Dei a Madrid e a Bilbao. Nell'ottobre 1947 Guadalupe iniziò il dottorato universitario di ricerca in Chimica, ma alla fine del 1949 le fu chiesto se era disposta ad andare in Messico, per avviarvi le attività apostoliche.

    Si preparò con fede e con entusiasmo alla nuova avventura e, il 5 marzo 1950, intraprese il viaggio con altre due donne dell'Opus Dei. Si stabilirono a Città del Messico e qui, nell'aprile 1950, aprirono una residenza per universitarie. Le studentesse ricordano la simpatia e la dedizione della Serva di Dio, che si prendeva cura della loro formazione cristiana. Si recava con loro nei quartieri più poveri della città, per impartire la catechesi ai bambini e sovvenire alle necessità dei malati tramite una sorta di dispensario ambulante, per il quale si avvaleva dell'aiuto di un'amica che era medico.

    In accordo con il Vescovo di Tacámbaro, si adoperò per la promozione sociale delle giovani contadine di quella zona, affinché potessero imparare un lavoro e uscire dall'analfabetismo. Con mezzi di trasporto di fortuna, andava di persona a trovare le famiglie di queste ragazze nelle località più sperdute, sfidando con fortezza pericoli e difficoltà. Offriva loro, con affetto e pazienza, la formazione umana e cristiana più basilare. Presto le iniziative apostoliche si estesero ad altre città messicane. Nel 1952 contribuì all'inizio delle attività a Montefalco, una vecchia azienda agricola che, con grandi sacrifici e coinvolgendo nell'impresa molte persone, fu trasformata in una casa per ritiri, con annessi una scuola-fattoria per contadine e un centro di formazione professionale e di alfabetizzazione.

    Nel 1956 la Serva di Dio fu chiamata a Roma, per collaborare con san Josemaría nel governo delle attività apostoliche per le donne. Pochi mesi dopo si manifestò una grave malattia cardiaca, per la quale dovette subire una rischiosa operazione chirurgica, nel luglio del 1957. Dal 1958 abitò in Spagna, a Madrid, dove ricominciò a insegnare al liceo e, in seguito, nella Scuola Femminile per Periti Industriali. Nel 1965 conseguì il dottorato di ricerca in Chimica, con i massimi voti e un premio per la tesi dottorale. Malgrado la salute cagionevole, si impegnò con zelo ed entusiasmo nell'apostolato tra le giovani; diresse diverse iniziative in tal senso, tra cui un centro di studi sulle scienze domestiche.

    Agli inizi degli anni Settanta la cardiopatia si aggravò e il 1° luglio 1975 fu necessario sottoporla a un nuovo e complesso intervento; durante la convalescenza si verificò una crisi inattesa e, il 16 luglio 1975, festa della Madonna del Carmelo, il Signore la chiamò a Sé.

    Nella personalità della Serva di Dio spiccano la gioia contagiosa, la fortezza nell'affrontare imprese ardue, l'ottimismo cristiano dinanzi alle difficoltà e la dedizione agli altri. La sua fede teologale brillava soprattutto nell'amore verso l'Eucaristia e nella lieta accettazione della volontà di Dio. Nutriva una speranza ben temprata negli anni e praticò eroicamente la carità verso Dio e verso il prossimo. Viveva con devozione le varie pratiche di pietà e si raccoglieva spesso in preghiera dinanzi al Tabernacolo. Guidata dalla grazia divina, raggiunse un'armonica unità di vita e offriva al Signore il compimento delle varie incombenze quotidiane. Si rivolgeva con affetto alla Madonna e la invocava soprattutto con il titolo di Guadalupe.

    Era attenta alle necessità altrui e trattava tutti con la stessa cortesia e affabilità: le studentesse universitarie e le giovani contadine, le alunne delle scuole in cui insegnò e le amiche.

    Ebbe un indefettibile atteggiamento di disponibilità e obbedienza. Aveva palesi qualità umane e professionali, ma non si vantava di nulla, era pronta a servire gli altri, si sobbarcava le mansioni più umili. Visse molto sobriamente e accettò con buon umore le privazioni in cui spesso venne a trovarsi nell'avviare le iniziative apostoliche in nuove città. Era tenace nel portare a compimento le varie mansioni, traeva profitto persino dai ritagli di tempo, pur restando accogliente e disponibile verso chiunque. Anche quando la salute divenne malferma portò avanti con costanza i suoi impegni.  

    In virtù della fama di santità, il 18 novembre 2001 si aprì nell'Arcidiocesi di Madrid l'Inchiesta diocesana, che si chiuse il 18 marzo 2005. Nel frattempo un’Inchiesta rogatoriale si svolse dal 6 al 28 maggio 2003 a Città del Messico. Questa Congregazione delle Cause dei Santi ha decretato la loro validità giuridica con decreto del 17 febbraio 2006. Preparata la Positio, si è discusso, secondo la consueta procedura, se la Serva di Dio abbia esercitato in grado eroico le virtù. Con esito positivo, il 7 giugno 2016 si è tenuto il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi. I Padri Cardinali e Vescovi nella Sessione Ordinaria del 2 maggio 2017, presieduta da me, Card. Angelo Amato, hanno riconosciuto che la Serva di Dio ha esercitato in grado eroico le virtù teologali, cardinali ed annesse.

    Il sottoscritto Cardinale Prefetto ha presentato al Sommo Pontefice Francesco una relazione dettagliata su tutte le suddette fasi. Il Santo Padre, accogliendo e ratificando il parere della Congregazione delle Cause dei Santi, in data odierna ha dichiarato: Constano le virtù teologali della Fede, Speranza e Carità, tanto verso Dio come verso il prossimo, nonché le virtù cardinali della Prudenza, Giustizia, Temperanza e Fortezza, con le altre annesse, in grado eroico, e la fama di santità della Serva di Dio María Guadalupe Ortiz de Landázuri y Fernández de Heredia, fedele laica della Prelatura della Santa Croce e Opus Dei, nel caso e all’effetto di cui si tratta.

 

    Il Santo Padre ha dato mandato di rendere pubblico questo decreto e di trascriverlo negli Atti della Congregazione delle Cause dei Santi.

 

    Dato a Roma, il giorno 4 del mese di maggio dell’anno del Signore 2017.

 

Angelo Card. Amato, S.D.B.

Prefetto

 

                                                                                + Marcello Bartolucci

                                                                                Arcivescovo tit. di Bevagna

                                                                            Segretario

 

 

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CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM

 

MATRITENSIS

Beatificationis et Canonizationis

Servae Dei

MARIAE GUADALUPE ORTIZ DE LANDÁZURI

Y FERNÁNDEZ DE HEREDIA

christifidelis laicae

Praelaturae personalis Sanctae Crucis et Operis Dei

(1916-1975)

 

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DECRETUM SUPER VIRTUTIBUS

 

    «Hilarem enim datorem diligit Deus» (2 Cor 9, 7).

    Dei Serva Guadalupe Ortiz de Landázuri y Fernández de Heredia laeto animo se dedit totam in Dei eiusque Ecclesiae servitium atque divinum amorem fortiter experta est.

    Ultima ex quattuor filiis Emmanuelis et Eulogiae, Guadalupe nata est Matriti, in Hispania, die 12 mensis Decembris anno 1916. Pater eius erat praefectus militum quapropter non semel ab uno in aliud locum translatus est et ab anno 1927 usque ad annum 1932 in Africa Septentrionali sedem habuit cum uxore et filia Guadalupe, quae scholam frequentavit Religiosorum Societatis Mariae in civitate Tetuan. Dei Serva a pueritia forti et alacri animo praeditam sese praebuit.

    Anno 1933 lycaei studia Matriti complevit seque inscripsit Facultati Chimiae in eiusdem civitatis Universitate. Paulo post initium belli civilis Hispaniae, nempe mense Iulio anno 1936, Servae Dei pater prehensus et capite damnatus est in processu summario. Guadalupe, cum matre sua et fratre, patri solacium afferre potuit ante eius ex pyroballista internecione eumque iuvavit ut christiano spiritu mortem acciperet. Dei Serva eis ignovit qui patris morti causam dederant.

    Bello civili ad finem adducto, Guadalupe studiis diligenter incumbere perrexit, et anno 1941 doctoris gradum adepta est atque in lycaeo quodam docere coepit. Die 25 mensis Ianuarii anno 1944 ipsa primo novit Sanctum Iosephmariam Escrivá, Operis Dei conditorem, quem suae vitae spiritualis moderatorem habuit. Ex tunc Dei Serva impensius vitae orationis vacavit et, post aliquos dies recessus spiritualis, die 19 mensis Martii eiusdem anni, postulavit ut, “coelibatum apostolicum” servans, in Opere Dei admitteretur. Ipsa bene intellexit se a Deo vocari ut Ecclesiae Sanctae serviret per laborem amore peractum et per apostolatum in ordinariae vitae adiunctis.

    Sanctus Iosephmaria munera eidem concredidit moderandi quaedam Operis Dei incepta evengelizationis Matriti et Bilbai. Mense Octobri anno 1947 Guadalupe in Universitatem rediit, ut doctoratum pervestigationis in Chimia adipisceretur. Exeunte vero anno 1949 ab ea quaesitum est an parata esset ad sese in Mexicum transferendam, ut ibi inchoaret actuositatem apostolicam Operis Dei.   

    Novo huic muneri Guadalupe cum fiducia et animi ardore sese paravit et die 5 mensis Martii anno 1950 cum duabus aliis Operis Dei mulieribus iter inivit Mexicopolim, ubi, mense Aprili eiusdem anni, ipsae domum paraverunt mulieribus Universitatis alumnis hospitio recipiendis, quae alumnae memoria recolunt humanitatem et deditionem quibus Serva Dei christianam formationem eisdem impertiri curabat. Cum ipsis enim in pauperrimis suburbiis cathechesim pueris tradebat et aegrotis opitulabatur per erraticum quoddam valetudinarium, cui adiutricem operam conferebat Servae Dei amica, quae medici professionem exercebat.

    Communi consilio cum Episcopo Tacambarensi promovendis puellis rusticis illius regionis in sociali consortione impense incubuit, curavitque ut ipsae discerent artem quamdam operosam et litterarum ignorantiam debellarent. Vehicula quaecumque adhibens prout ei in promptu erant, in loca dissita se conferebat ut familias inviseret illarum puellarum, mira fortitudine pericula ac difficultates obiens. Cum affectu et patientia magna, iis puellis impertiebatur formationem fundamentalem et humanam et christianam. Hae apostolicae actuositates cito in alias Mexicanae Rei Publicae civitates propagatae sunt. Anno 1952 Guadalupe adiutricem contulit operam ineundis apostolicis inceptis in vetere quodam fundo dicto Montefalco, qui magno cum sacrificio et obtenta multorum cooperatione, conversus est in domum pro recessibus spiritualibus complectentem quoque scholam cum agris colendis necnon centrum formationis professionalis atque alphabeticae institutionis.

    Anno 1956 Dei Serva vocata est ut Romam rediret ad adiutricem operam praestandam Sancto Iosephmariae in moderamine apostolatus mulierum Operis Dei. Paucis vero post mensibus Guadalupe gravi cordis aegritudine laboravit, cuius causa, mense Iulio anno 1957, ipsa subire debuit periculosam chirurgicam sectionem. Ab anno 1958 habitavit Matriti, in Hispania, ubi denuo docuit in lycaeo ac deinde in Schola Mulieribus Peritis Industrialibus efformandis. Anno 1965 Guadalupe adepta est doctoratum pervestigationis in Chimia et quidem plenis votis atque addito praemio pro thesi doctorali. Aegra valetudine non obstante, Dei Serva apostolicae actuositati cum puellis sollerter et ardenti animo operam dare perrexit et centrum studiorum de scientiis domesticis necnon alia incepta moderata est.

    Ab anno 1970 Dei Servae cardiopatia in peius vertere coepit et die 1 mensis Iulii anno 1975 chirurgicam sectionem valde periculosam subire debuit; dum convalescebat subitanea supervenit crisis, et, die 16 eiusdem mensis et anni, Beatissimae Virgini Mariae de Monte Carmelo dicata, animam Deo piissime reddidit.

    Eminent in Dei Serva gaudium quod contagionis instar aliis transmittebat, fortitudo ut ardua quaeque oppeteret, christianus optimismus in difficilibus adiunctis et sui donum ad alios. Fides eius theologalis elucebat praesertim in amore erga Sanctissimam Eucharistiam et in laeta acceptatione voluntatis Dei. Spem colebat annorum decursu temperatam et heroice caritatem exercuit erga Deum et erga proximum. Pietatis exercitia devote colebat et frequenter coram tabernaculo orabat. Divina gratia ducta, ad harmonicam vitae unitatem pervenit et Deo offerebat diversa officia suae vitae quotidianae. Magno affectu Beatissimam Virginem Mariam alloquebatur eamque invocabat praesertim sub titulo de Guadalupe.

    Sollicitam se exhibebat erga aliorum necessitates et eadem urbanitate ac comitate erga omnes se gerebat, nempe erga mulieres Universitatis alumnas, puellas rusticas, alumnas scholarum in quibus docuit et amicas.

    Parata semper fuit ad agendum in aliorum utilitatem et ad oboediendum. Quamquam multis ornabatur qualitatibus et humanis et professionalibus, numquam tamen se iactavit, immo parata erat ad serviendum aliis et humiliora munera suscipere quaerebat. Sobrie admodum vixit et laeto animo accepit privationes quas frequenter passa est cum apostolica incepta in nova aliqua civitate inchoabat. Tenaciter munera sibi commissa perficiebat et subsicivis temporibus utiliter utebatur, manens tamen semper affabilis et parata ad alios adiuvandos. Cum Servae Dei salus infirma evenit ipsa perseveranter munera sua implere perrexit.

    Circa Servae Dei vitam, virtutes ac sanctitatis famam, apud Curiam arcidioecesis Matritensis Inquisitio dioecesana instructa est a die 18 mensis Novembris anno 2001 et clausa die 18 mensis Martii anno 2005; eius iuridica validitas ab hac Congregatione de Causis Sanctorum per decretum diei 17 mensis Februarii anno 2006 approbata est. Exarata Positione, disceptatum est consuetas secundum normas an Serva Dei virtutes heroum in modum exercuisset. Die 7 mensis Iunii anno 2016, positivo cum exitu, Peculiaris Congressus Consultorum Theologorum locum habuit, Patres Cardinales et Episcopi Ordinaria in Sessione diei 2 mensis Maii anno 2017 congragati, me Card. Angelo Amato moderante, Servam Dei heroicum in gradum virtutes theologales, cardinales et adnexas exercuisse agnoverunt.

    Facta de hisce omnibus Summo Pontifici Francisco accurata relatione ab infrascripto Cardinali Praefecto, Beatissimus Pater, accipiens rataque habens Congregationis de Causis Sanctorum vota, hodierna die declaravit: Constare de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate tum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Temperantia, Fortitudine, iisque adnexis in gradu heroico, Servae Dei Mariae Guadalupe Ortiz de Landázuri y Fernández de Heredia, Christifidelis Laicae Praelaturae Sanctae Crucis et Operis Dei, in casu et ad effectum de quo agitur.

 

    Hoc autem Decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

 

    Datum Romae, die 4 mensis Maii a.D. 2017.

 

Angelus Card. Amato, S.D.B.

Praefectus

 

                                                                                                + Marcellus Bartolucci

                                                                                                Archiep. tit. Mevaniensis

                                                                                            a Secretis

 

 

 

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DECRETO SUL MIRACOLO

 

         La Venerabile Guadalupe Ortiz de Landázuri y Fernández de Heredia nacque a Madrid il 12 dicembre 1916, festa della Madonna di Guadalupe, in seno a una famiglia cristiana. Era l'ultima di quattro fratelli. Si laureò in Scienze Chimiche e insegnò al liceo questa materia. Nel 1944 chiese l'ammissione all'Opus Dei, vivendo il celibato apostolico. San Josemaría le affidò la direzione di alcune iniziative di evangelizzazione a Madrid e a Bilbao. Nel 1950 si trasferì a Città del Messico, per avviare in quella nazione le attività apostoliche dell'Opus Dei tra le donne. Per vari anni si dedicò alla formazione umana e cristiana di molte persone in diverse città messicane. Nel 1956 la Serva di Dio fu chiamata a Roma per collaborare con san Josemaría al governo dell'apostolato delle donne dell'Opus Dei. A causa di una grave malattia cardiaca, subì un'operazione chirurgica e dal 1958 risedette a Madrid. Qui riprese l'insegnamento e nel 1965 ottenne il dottorato di ricerca in Chimica, per il quale le fu conferito un premio straordinario. Malgrado la salute delicata, continuò a dedicarsi con entusiasmo alla docenza e all'apostolato con le colleghe, le studentesse e le amiche. Tra le altre iniziative, diresse un centro di studi di scienze domestiche. Il 1° luglio 1975 si sottopose a un rischioso intervento chirurgico a causa del peggioramento della sua cardiopatia. Durante la convalescenza ebbe un'improvvisa crisi respiratoria. Il 16 luglio, festa della Madonna del Monte Carmelo, rese piamente l'anima al Signore. Nel 2017 il Sommo Pontefice Francesco ne riconobbe l’eroicità delle virtù.

    La fama di santità di cui godeva in vita cominciò a diffondersi e molti testimoniarono di aver ricevuto qualche favore da Dio tramite la sua intercessione. Tra le notizie di grazie spirituali e materiali, spiccò specialmente la guarigione, avvenuta nel 2002, di un signore di 76 anni d'età, da un tumore maligno alla pelle accanto all'occhio destro. Il malato fece ricorso all'intercessione di Guadalupe Ortiz de Landázuri per ottenere la sua guarigione e chiese ad altre persone di pregare per questa intenzione. Una notte in cui era specialmente preoccupato dinanzi alla prospettiva dell'imminente intervento chirurgico per l'asportazione del cancro, invocò con grande fede la Ven. Serva di Dio, chiedendole di evitargli quella prossima operazione. L'indomani mattina scoprì che la lesione tumorale era scomparsa completamente. Secondo il giudizio medico, la remissione di questo tipo di cancro è inspiegabile in assenza di terapia. Va messo particolarmente in risalto che il sanato guarì in modo istantaneo.

    L'inchiesta diocesana su questa guarigione fu istruita presso la curia dell'arcidiocesi di Barcellona, dal 25 maggio 2007 al 16 gennaio 2008. Il 24 ottobre 2008 codesta Congregazione decretò la validità giuridica del processo. Nella sessione del 5 ottobre 2017 la Consulta Medica della Congregazione ritenne che la guarigione era stata istantanea, completa e definitiva, e concluse che non era spiegabile sulla base della scienza medica. Il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi si svolse il 1° marzo 2018 e la Sessione Ordinaria dei Padri Cardinali e Vescovi il 5 giugno 2018, presieduta dal Prefetto, il Cardinale Angelo Amato. Entrambi gli organismi, sia quello dei Consultori sia quello dei Cardinali e Vescovi, risposero affermativamente al quesito se si trattasse di un miracolo operato da Dio.

    Dopo aver ricevuto dal Cardinale Prefetto una relazione dettagliata su tutto ciò che è stato appena esposto, accogliendo e ratificando i voti della Congregazione delle Cause dei Santi, in data odierna il Santo Padre Francesco ha dichiarato: Consta il miracolo operato da Dio attraverso l'intercessione della Venerabile Serva di Dio Guadalupe Ortiz de Landázuri y Fernández de Heredia, Fedele Laica della Prelatura della Santa Croce e Opus Dei, vale a dire la guarigione miracolosa, istantanea, completa e duratura di un uomo da un "cancro cutaneo ulcerato".

        

    Il Sommo Pontefice ha dato mandato di promulgare questo decreto e di inserirlo negli atti della Congregazione delle Cause dei Santi.

        

    Dato a Roma l'8 giugno dell'anno del Signore 2018.

 

Angelo Card. Amato

Prefetto

 

                                                                                                        + Marcello Bartolucci

                                                                                                        Arcivescovo tit. di Bevagna

                                                                                                        Segretario

 

 

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DECRETUM SUPER MIRACULO

 

    Venerabilis Serva Dei Guadalupe Ortiz de Landázuri y Fernández de Heredia, postrema ex quattuor filiis, nata est Matriti, a piis parentibus, die 12 mensis Decembris anno 1916, in die festo Beatae Mariae Virginis de Guadalupe. Doctoralem lauream obtinuit in Scientiis Chimicis, qua ipsa de re docendo operam dare coepit. Anno 1944 postulavit ut in Opere Dei admitteretur “coelibatum apostolicum” servans. Sanctus Iosephmaria munera eidem commendavit moderandi quaedam incepta evangelizationis Matriti et Bilbai. Anno 1950 Mexicopolim se contulit ut ea in natione labori apostolico Operis Dei inter mulieres initium daret. Ibidem igitur humanae et christianae multarum puellarum institutioni variis in civitatibus impense incubuit. Anno vero 1956, Dei Serva Romam se transtulit, ut Sancto Iosephmariae adiutricem operam praestaret in moderamine apostolatus mulierum Operis Dei. Propter gravem autem cordis infirmitatem sectionem chirurgicam subiit et anno 1958 Matritum rediit, ubi docendo operam dare perrexit et anno 1965 Lauream Pervestigationis in Chimia obtinuit, plenis quidem votis et addito insuper praemio extraordinario. Aegra valetudine non obstante, et docendi officio et apostolatui exercendo inter collegas, alumnas et amicas alacriter incubuit. Inter alia incepta, centrum studiorum de re domestica moderata est. Die 1 mensis Iulii anni 1975 subiit gravem chirurgicam sectionem, quia eius cardiopatia in peius versa erat. Perdurante periodo convalescentiae subitaneam crisim suffocationis passa est. Die vero 16 mensis Iulii, in festo Beatae Mariae Virginis de Monte Carmelo, animam Deo piissime reddidit. Anno 2017 Summus Pontifex Franciscus heroicitatem virtutum eius agnovit.

    Sanctitatis fama qua in vita gaudebat magis magisque diffusa est et haud pauci sunt qui testificantur se a Domino gratias accepisse, quas intercessioni Servae Dei tribuunt. Inter notitias harum gratiarum spiritualium et materialium peculiariter eminuit sanatio, anno 2002, viri 76 annos nati a tumore maligno in pelle prope oculum dexterum. Aegrotus intercessionem postulaverat Mariae Guadalupe Ortiz de Landázuri ad sanationem obtinendam et alias quoque personas rogaverat ut hac ipsa petitione Mariam Guadalupe adirent.

    Nocte quadam, cum sollicitus esset propter imminentem chirurgicam sectionem ad cancrum exstirpandum, aegrotus fidenter postulavit a Serva Dei ut illam sectionem vitaret. Mane vero diei subsequentis ipse comperuit laesionem tumoralem omnino absumptam esse. De medicorum sententia, scientifice explanari nequit exstinctio tumoris cancerosi huius generis sine medica cura. Notandus est insuper modus instantaneus sanationis.

    Inquisitio dioecesana super hac sanatione instructa est in archidioecesi barcinonensi, a die 25 mensis Maii anno 2007 ad diem 16 mensis Ianuarii anno 2008; die 24 mensis Octobris anno 2008 haec Congregatio iuridicam validitatem praedicti Processus decrevit. In adunatione habita die 5 mensis Octobris anno 2017, Medicorum Dicasterii Consilium censuit huiusmodi sanationem fuisse instantaneam, completam ac definitivam et declaravit ipsam secundum scientiam medicam explanari non posse. Die 1 mensis Martii anno 2018 Peculiaris Congressus Consultorum Theologorum locum habuit; Patres autem Cardinales et Episcopi Ordinaria in Sessione die 5 mensis Iunii anno 2018 congregati sunt, Card. Angelo Amato moderante. In utroque autem Coetu, sive Consultorum sive Cardinalium et Episcoporum, posito dubio an de miraculo divinitus patrato constaret, responsum affirmativum prolatum est.

    Facta demum de hisce omnibus Summo Pontifici Francisco per subscriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Sanctitas Sua, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierna die declaravit: Constare de miraculo a Deo patrato per intercessionem Venerabilis Servae Dei Mariae Guadalupe Ortiz de Landázuri y Fernández de Heredia, Christifidelis Laicae Praelaturae personalis Sanctae Crucis et Operis Dei, videlicet de celeri, perfecta ac constanti sanatione cuiusdam viri a «cancro cutaneo ulcerato».

    Hoc autem decretum publici iuris fieri et in Acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

    Datum Romae, die 8 mensis Iunii a. D. 2018.

 

Angelus Card. Amato

Praefectus

 

                                                            + Marcellus Bartolucci

                                                            Archiepiscopus tit. Mevaniensis

                                                                a Secretis

Beatificazione di Guadalupe Ortiz de Landázuri

(Palacio de Vistalegre di Madrid, 18 maggio 2019)

Omelia dell’Em.mo Card. Giovanni Angelo Becciu

 

«Voi siete la luce del mondo» (Mt 5, 14).

Cari fratelli e sorelle,

ascoltando queste parole di Cristo, rivolte ai discepoli e oggi indirizzate a noi, siamo quasi catturati da timore. Vorremmo subito rispondere al Maestro: sei tu la luce del mondo! E infatti ci torna alla mente quanto Egli ha detto di se stesso: “Io sono la luce del mondo, chi segue me avrà la luce della vita” (Gv 8, 12). Tuttavia, l’odierna pagina evangelica ci ricorda che Cristo dice che anche noi siamo nel mondo luce, perché l’abbiamo ricevuta da Lui, il quale è venuto nel mondo non solamente per “essere la luce”, ma per “dare la luce”, per trasferirla nelle menti e nei cuori di quanti credono in Lui. Gesù vuole da noi proprio questo, quando dice “voi siete la luce del mondo”. Infatti aggiunge: «Non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa» (vv.14-15).

Abbiamo quindi un compito. Abbiamo una responsabilità per il dono ricevuto: la responsabilità per la luce che ci è stata tramandata. Non possiamo soltanto appropriarci di essa e tenerla per noi stessi, ma siamo chiamati a comunicarla agli altri, a donarla; dobbiamo farla risplendere «davanti agli uomini» (v.16). Di questa verità ebbe consapevolezza la Beata Maria Guadalupe. Essa è per noi un modello di come attingere questa luce che è Cristo e di come trasmetterla ai fratelli. Ci troviamo, infatti, davanti ad una donna la cui vita è stata rischiarata solo dalla fedeltà al Vangelo. Poliedrica e perspicace, è stata luce per quanti ha incontrato nel corso della sua esistenza, attingendo coraggio e gioia di vivere dal suo abbandono in Dio, alla cui volontà aderiva giorno dopo giorno e la cui scoperta la rendeva coraggiosa testimone e annunciatrice della Parola di Dio. La sorgente della sua feconda vita cristiana era l’intima e costante unione con Cristo. Il suo dialogo con Dio, fin da giovinetta, era continuo e avveniva soprattutto mediante un’intensa vita sacramentale e prolungati tempi di raccoglimento: la Santa Messa e la confessione erano i pilastri del suo vissuto spirituale. La preghiera del rosario, recitata con grande devozione, era il segno evidente del suo profondo legame con la Madre di Dio, alla cui intercessione era solita affidarsi. Maria Guadalupe ha compiuto un cammino di orazione completo e maturo, che la portò a sperimentare in modo profondo e mistico la presenza del Signore ed il suo amore misericordioso. È infatti dalla contemplazione del mistero pasquale che scaturì la luce della verità che guidò i suoi passi. La stessa luce la rese una “lanterna” posta “sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa” (v.15).

La croce non tardò ad apparire nella sua vita. Nel terribile periodo della guerra civile accettò con eroica fortezza, frutto di fede, speranza e carità altrettanto eroiche, la tragica fucilazione del padre, i pericoli del conflitto armato, l’allontanamento da Madrid, la povertà e l’interruzione degli studi. Nel mezzo di tanto deserto spirituale e materiale avvenne l’incontro che avrebbe dato una svolta totale alla sua esistenza. Toccata dalla “Grazia”, sperimentata durante una messa domenicale, sentì il desiderio di incontrare qualcuno che l’aiutasse a trovare risposte più esaurienti alle sue esigenze spirituali e così, mediante un amico, entrò in contatto con il Fondatore dell’Opus Dei. Il colloquio segnò un decisivo passo verso una vita di totale donazione a Dio. Entrata nell’Opera, si rese disponibile, con animo entusiasta e generoso, a comunicare ovunque e a chiunque la gioia della scoperta della “perla preziosa” ed iniziò a svolgere un intenso apostolato in varie località, stringendo facilmente e dovunque amicizia con giovani che erano edificate dalla sua fede, pietà, carità ed allegria sana e contagiosa. Aveva ormai capito che l’unione con Dio non poteva limitarsi al momento della preghiera in cappella, ma che tutta la giornata le era offerta per intensificare il suo rapporto con il Signore. Una sua caratteristica spirituale infatti era quella di trasformare in preghiera tutto ciò che faceva. Al riguardo, amava ripetere che occorre: «camminare con i piedi per terra ma con lo sguardo sempre rivolto al cielo, per vedere meglio quello che succede intorno a noi» (Informatio, Sez. II, Biographia documentata, p. 46).

Quando il Fondatore, Escrivá de Balaguer, le chiese se era disposta ad andare in Messico per impiantarvi l’Opera, accettò subito e con gioia. Ormai non aveva nessun interesse se non quello di essere docile strumento nelle mani di Dio. Per superare le comprensibili difficoltà di famiglia, prepararsi spiritualmente al fine di compiere quanto Dio le domandava, si affidò a Nostra Signora di Guadalupe. In Messico, il suo lavoro apostolico si basava sull’amore di Dio, che si traduceva in una vita di pietà e di abbandono nelle Sue mani, di zelo missionario; si preoccupava anzitutto di formare bene le nuove leve; insisteva sulla necessità della perseveranza; edificava con il suo spirito di orazione, di sobrietà e di penitenza; era evidente che lavorava soltanto per la gloria di Dio e per l’estensione del suo regno.

Destinata a Roma, con responsabilità di governo, fu obbediente, umile e allegra come sempre, dedicandosi al lavoro d’ufficio e alla preghiera. Rientrata in Spagna, riprese l’insegnamento e la formazione delle giovani dell’Opera: fu il tempo di un impegno deciso, costante, generoso e gioioso nel vivere con sempre più radicalità il Vangelo; fu una risposta cosciente all’amore di Dio, di cui lei si sentì sempre investita soprattutto nei momenti più tragici della sua esistenza, con il proposito di farsi santa e, sulla scia della spiritualità dell’Opus Dei, fortemente animata dal desiderio di coinvolgere il maggior numero possibile di fratelli e di sorelle nella stessa avventura.

La Beata Maria Guadalupe ha saputo essere, in ogni circostanza, dono per gli altri, curando specialmente la formazione delle studentesse e dedicandosi alla ricerca scientifica per promuovere il progresso dell’umanità. Inoltre, il suo cuore fu sempre aperto alle necessità del prossimo, traducendosi in accoglienza e comprensione. In ogni circostanza dimostrò di essere una donna forte. La sua fortezza era particolarmente evidente nelle difficoltà, nell’attuazione di nuove opere apostoliche, nell’evangelizzazione di frontiera e, soprattutto, nell’accoglienza paziente delle sofferenze di natura fisica, che ne condizionavano pesantemente il vissuto. Tutto ha saputo accogliere senza riserve e senza lamenti, trasformando le infermità in preziosa offerta all’Altissimo e in un’occasione di profonda unione al Crocifisso.

La nuova Beata comunica a noi cristiani di oggi che è possibile armonizzare preghiera e azione, contemplazione e lavoro, secondo uno stile di vita che ci porta a fidarci di Dio e a sentirci espressione della sua volontà da vivere in ogni momento. Inoltre, ci insegna quanto sia bello e attraente possedere capacità di ascolto e atteggiamento sempre gioioso anche nelle situazioni più dolorose. Maria Guadalupe si presenta così ai nostri occhi come un modello di donna cristiana sempre impegnata laddove il disegno di Dio l’ha voluta, specificamente nel sociale e nella ricerca scientifica. In definitiva è stata un dono per tutta la Chiesa ed è un valido esempio da seguire.

La sua ricchezza di fede, speranza e carità è una mirabile dimostrazione di quanto il Concilio Vaticano Secondo ha affermato circa la chiamata di tutti i fedeli alla santità, specificando che ognuno persegue questo obiettivo «seguendo la propria via» (Lumen gentium, 41). Questa indicazione del Concilio trova oggi una compiuta attuazione con la Beatificazione di questa donna, alla cui preghiera e intercessione ci rivolgiamo per essere sempre più testimoni della luce di Cristo e lampade che illuminano le tenebre del nostro tempo.

Sì, invochiamola: Beata Maria Guadalupe, prega per noi!