Maria Luisa Merkert

Maria Luisa Merkert

(1817-1872)

Beatificazione:

- 30 settembre 2007

- Papa  Benedetto XVI

Ricorrenza:

- 14 novembre

Religiosa tedesca, cofondatrice della Congregazione delle Suore di Santa Elisabetta, della quale fu anche la prima Superiora Generale

  • Biografia
  • omelia di beatificazione
la cara Madre di tutti, Samaritana della Slesia

 

Maria Luisa Merkert, nacque il 21 settembre 1817 a Nysa in Slesia di Opole (allora diocesi di Breslavia), in una famiglia borghese e molto cattolica da coniugi Carlo Antonio Merkert e Maria Barbara Pfitzner. Era figlia secondogenita. Nel battesimo, amministrato nella chiesa parrocchiale di S. Giacomo di Nysa, ricevette i nomi di Maria Luisa. Sia i genitori sia la sorella maggiore Matilde erano membri della Confraternita del Sepolcro di Cristo, operante presso la Chiesa dei SS. Pietro e Paolo di Nysa. Il padre vi svolgeva diversi incarichi e responsabilità. Dopo la morte del padre, avvenuta nel 1818, l'educatrice principale di Maria e di sua sorella Matilde fu la madre, che educava le figlie nello spirito di fede e di amore e nel rispetto per i valori autenticamente cristiani.

Ambedue frequentarono a Nysa la scuola cattolica per ragazze. L'atmosfera religiosa, che regnava nella casa paterna, influì molto sulla formazione e sulla vocazione delle due sorelle riguardo al servizio caritativo verso i bisognosi, anche per la loro chiamata alla vita religiosa.

Nel 1842, dopo la morte della madre, che assistette durante la malattia, Maria, avendo 25 anni, decise di dedicarsi totalmente ai poveri, ai malati e agli abbandonati a domicilio. Insieme a sua sorella Matilde e con Francesca Werner, su consiglio del confessore, si unì a Clara Wolff, giovane virtuosa e terziaria francescana, che aveva deciso di servire i malati e i poveri a domicilio.

Cominciarono l'attività caritativo-apostolica a Nysa, il 27 settembre 1842. A questo passo si prepararono con la confessione, la comunione e con un atto di consacrazione al Sacratissimo Cuore di Gesù. La benedizione fu loro impartita dal sacerdote Francesco Saverio Fischer. Maria con costanza, dignità e grande gioia adempiva quotidianamente gli impegni assunti, assistendo i malati e i poveri nelle proprie casa e raccogliendo questue a favore dei bisognosi. L' 8 maggio 1846 muore la sua sorella Matilde, ammalatasi mentre curava malati di tifo.

Occorreva una specifica formazione per la vita religiosa. Maria, nel dicembre 1846 con Clara Wolff viene inviata per un periodo di noviziato presso le Suore della Misericordia di San Carlo Borromeo a Praga, lavorando come infermiera nell'ospedale anche a Podole, Litomierzyce e Nysa. Notando però che le Suore Borromee consideravano secondaria l'assistenza dei malati nelle loro case, Maria volendo concretizzare il carisma ricevuto da Dio di dedicarsi ai malati e ai poveri a domicilio, lasciò il loro noviziato il 30 giugno 1850. La formazione ricevuta diventò una benedizione per la nuova Congregazione.

Nonostante le immancabili incomprensioni, Maria poté dedicarsi totalmente al progetto originario dell'assistenza domiciliare ai malati, poveri, sopratutto più bisognosi. Il 19 novembre 1850, festa di Santa Elisabetta d'Ungheria, Maria Merkert e Francesca Werner, piene di fiducia in Dio, ripresero a Nysa l'attività caritativo-apostolica, scegliendo S. Elisabetta, piena di amore per Dio e per gli indigenti, come Patrona della comunità nascente. Nove anni dopo, il 4 settembre 1859, l'Associazione di S. Elisabetta ricevette l'approvazione da parte del Vescovo di Breslavia Mons. Enrico Förster. Il 15 dicembre 1859 fu tenuto il primo capitolo generale, che elesse Maria Merkert Superiora Generale. Il 5 maggio 1860, Maria insieme ad altre 25 religiose emise la professione dei voti di castità, povertà e obbedienza, più un quarto voto di servire i malati e i bisognosi. Negli anni 1863-1865 costruì a Nysa la Casa Madre della Congregazione. Nel 1864 l'Istituto riceve il riconoscimento giuridico statale. Il 7 giugno 1871, il Papa Pio IX concesse il Decretum Laudis alla Congregazione. Nel 1887 la Congregazione delle Suore di S. Elisabetta ottiene da Papa Leone XIII l'approvazione definitiva come Congregazione di diritto pontificio.

La vita e l'attività di Madre Maria Merkert erano animate dallo spirito di una carità ardente per le membra sofferenti del Corpo di Cristo. L'amore di Dio spingeva Maria all'amore verso il prossimo, a favore del quale spese tutte le sue energie fino alla morte. L'assistenza dei malati e abbandonati a domicilio non distraeva la Serva di Dio dalla vita di preghiera. Da una intensa vita di preghiera, dalla filiale devozione al Sacratissimo Cuore di Gesù attingeva la sua forza e animava la sua opera caritativa: La sua forza era il Sacratissimo Cuore di Gesù, a cui dedicava sempre se stessa e la sua Congregazione. Maria Merkert nutriva grande devozione verso la Madonna. In Lei riconosceva un modello della loro vita spirituale, si rivolgeva a Lei , per trovare conforto a tutti i suoi bisogni. Maria, Madre di Gesù era venerata come modello di fede e come mediatrice, aiutando a crescere nell'unione con Dio e a servire meglio il prossimo.

Con lo spirito veramente cristiano e con l'apertura universale rispondeva ai bisogni della Chiesa e della società dedicando, per amor di Dio, il tempo e le energie ai fratelli più bisognosi, nei quali vedeva il volto di Cristo. Le Suore erano a servizio a tempo pieno per gli anziani, gli orfani, i poveri, i malati. Maria irradiava la sua carità anche in momenti difficili, come quelli delle guerre del 1864, 1866 e 1870/71 e delle epidemie. Ha vissuto la sequela Christi, evidenziandone i tratti specifici nella radicale e creativa dedizione agli ammalati e più bisognosi.

Maria Merkert aveva grande e materna sollecitudine per le Suore, faceva ogni sforzo per dare loro istruzione conveniente e alto livello spirituale e morale, caratterizzato da spirito d'umiltà profonda.

Maria Merkert durante i 22 anni nei quali ebbe direzione della Congregazione, preparò alla vita religiosa e all'assistenza ai malati circa 500 Suore, arricchì la Chiesa con 90 case religiose, sparse in 9 diocesi e in due vicariati apostolici.

Chiamata la cara Madre di tutti e Samaritana della Slesia, morì in concetto di santità il 14 novembre 1872, a 55 anni di età. Il cordoglio fu grande, oltre che tra le consorelle, anche tra centinaia di poveri, che ebbe sempre servito fedelmente e ai quali ha dedicato la vita, inoltre tra tanti gli abitanti di Nysa e d'altri luoghi, essendo conosciuta ovunque e avendo ottenuto riconoscimento, rispetto e amore. Dopo solenni funerali celebrati dal Commissario Vescovile F. Neumann, è stata sepolta al cimitero gerosolimitano della città di Nysa. Nel Registro delle Suore defunte della Congregazione leggiamo: "È stata per le sue sorelle un'amorevole Madre e un insigne esempio di virtù (...) completamente dedita da opere di carità ha terminato la sia vita". Il 16 luglio 1964 le sue spoglie mortali furono trasportate dal cimitero alla cripta della chiesa parrocchiale di S. Giacomo a Nysa nella quale fu battezzata, e dal 19 settembre 1998, dopo la seconda ricognizione, la bara con i resti mortali di Maria Merkert è stata tumulata nella cappella laterale della stessa Chiesa, da dove ora intercede per le grazie divine a quelli che vengono a chiederle.

La fama di santità è continuata anche dopo la morte. La Congregazione delle Suore di S. Elisabetta e il Vescovo della diocesi di Opole vista la continua e crescente affluenza di devoti che visitavano la tomba di Madre Maria Merkert, affascinati dall'eroicità delle sue virtù e della fama di santità della sua vita, consapevole inoltre del valore di avere una celeste protettrice, una volta che sarà innalzata all'onore degli altari, decidono di promuovere l'apertura della Causa di beatificazione. Già nell'anno 1897, cioè vale a dire 25 anni dopo la morte di Maria, viene raccolta la documentazione inerente alla sua vita, all'attività e alle virtù e le relazioni scritte di testimoni oculari. Le difficili e avverse condizioni socio-politiche verificatesi nei tristi tempi, che seguirono la prima e la seconda guerra mondiale, nonché la difficile situazione generale postbellica hanno naturalmente rallentato l'iter di tali pratiche. Negli anni cinquanta e sessanta si fanno i primi passi per iniziare la Causa di Madre Maria Merkert, che poi vengono ripresi negli anni ottanta. Ufficialmente il Processo diocesano incominciò nel febbraio dell'anno 1985 e terminò nel settembre 1997. Gli atti processuali furono inviati alla Congregazione delle Cause dei Santi a Roma, dove furono sottoposti ad un rigorosissimo esame degli esperti.

I relativi lavori furono ultimati con il Decretum super Virtutibus solennemente promulgato da Giovanni Paolo II il 20 dicembre 2004 e con il Decretum super Miraculo, firmato da Benedetto XVI il 1° giugno 2007. L'11 giugno è stata approvata la data della beatificazione per il 30 settembre 2007 a Nysa, diocesi di Opole. Il Santo Padre è rappresentato dal Cardinale José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.

RITO DI BEATIFICAZIONE
DI MADRE MARIA MERKERT

DISCORSO DEL CARDINALE JOSÉ SARAIVA MARTINS
AL TERMINE DELLA CELEBRAZIONE EUCARISTICA

Chiesa dei Santi Giacomo e Agnese, Nysa (Diocesi di Opole)
Domenica, 30 settembre 2007

 

Mi sia permesso, al termine di questa Eucaristia, nella quale si è svolto il Rito Solenne della beatificazione di Maria Merkert, di esprimere tutta la mia gioia per la mia missione di Rappresentante del Santo Padre Benedetto XVI, di cui ho l'onore di parteciparvi il saluto e l'apostolica benedizione. Ringraziamo il Signore che ci ha concesso di vivere un evento ecclesiale di grande importanza, come sempre è una beatificazione, e non solo per questa Chiesa locale, anche perché vi sono coinvolte comunità e persone di tanti e diversi Paesi del mondo.

San Giovanni Crisostomo affermava che: "Gli uomini e le donne che pregano hanno le mani sul timone della storia".

Maria Merkert, forse, non ha mai avuto consapevolezza di essere fautrice di storia, certo è che alla sua morte, uno degli ultimi ricordi indelebili nel congedo, davanti alla sua tomba furono le parole: "Non visse invano".

La Merkert lasciava questa terra 135 anni fa, ormai lontano nel tempo, ma la sua figura e la sua opera, presenti ancor oggi in diverse Nazioni, con attività benefiche e ricercate a favore dei poveri e degli abbandonati, dimostrano quanto siano ancora attuali le linee portanti della sua carità operosa.

La novella Beata è dunque donna anche per i nostri tempi, tecnologicamente così avanzati, ma spiritualmente poveri, con una società che geme sotto il peso della povertà e dell'oppressione, almeno ancora in tante parti del mondo. La Beata Merkert è una donna forte, tutta dedita al servizio di Dio e dei fratelli, una donna di preghiera, un esempio di perfetta realizzazione della vocazione cristiana e religiosa.

Suggestiva è la definizione data della Beata chiamata la Samaritana della Slesia, perché come il Buon Samaritano si è chinata sulle miserie morali e materiali del suo prossimo. In un tempo - come l'attuale - in cui la Chiesa deve con più fiducia scommettere sulla carità, rispondendo con coraggio alle nuove sfide della povertà, la vita della Beata Maria è un incoraggiamento prezioso, soprattutto per la creatività e la dimensione ecumenica della sua carità.

Cari fratelli e sorelle, chi riflette sulla storia della Chiesa con gli occhi dell'amore, come ebbe a dire l'indimenticabile servo di Dio Giovanni Paolo II: "scorge con gratitudine che, malgrado tutti i difetti e tutte le ombre, ci sono stati e ci sono tuttora e dappertutto uomini e donne la cui esistenza mette in luce la credibilità del Vangelo".

Oggi ci riempie di letizia vedere annoverata nel libro dei Beati una cristiana di questa vostra terra che ci è di stimolo a vivere una fede coerente e vibrante.

A quella degli Apostoli, così come a quella della schiera dei Santi e dei Beati della Chiesa, a cui oggi si aggiunge la nostra Maria Merkert, dobbiamo aggiungere anche la nostra risposta personale.

L'incisività sociale del messaggio dipende soprattutto dalla credibilità dei suoi messaggeri. Infatti, la nuova evangelizzazione prende l'inizio da noi, dal nostro stile di vita. La Chiesa oggi non ha bisogno di cattolici part-time, ma di cristiani a tempo pieno come è stata la novella Beata. Impariamo da lei che un anno prima di tornare al Padre esortava: "Poniamo fiduciosamente e devotamente la nostra vita nelle mani di Dio, promettiamo di dedicare le nostre deboli forze esclusivamente a suo servizio".

La Beata Maria, dalla gloria del Cielo, protegga ed accompagni voi tutti con la sua intercessione di madre e sorella affinché, come le piaceva dire: "Non vogliamo perderci d'animo e impegnarci a fare quello che possiamo. Il resto è nelle mani di Dio".