Maria Michela del Santissimo Sacramento
(1809-1865)
- 24 agosto
Vergine e fondatrice della Congregazione delle Ancelle del Santissimo Sacramento e della Carità, che, mossa da un grande amore e dal desiderio di guadagnare anime a Dio, dedicò la propria vita al riscatto delle ragazze moralmente traviate e delle prostitute
Micaela Desmaisières y López Dicastillo y Olmeda nacque a Madrid il 1° gennaio 1809 da nobile famiglia di conti e duchi, le fu riservato il titolo di viscontessa Jorbalán cedutale dal fratello Diego.
Pur trascorrendo l’infanzia e la gioventù nel gran mondo a cui apparteneva, dedicò parte del suo tempo alle opere caritatevoli di cui avvertiva una grande attrazione; si rivelò in lei una indole artistica, infatti dipingeva e suonava l’arpa, ci sono rimasti di lei parecchi dipinti e miniature di soggetti religiosi.
Nell’epidemia di colera che nel 1834, colpì Guadalajara fu in prima posizione a portare soccorso ai colpiti, eccelso esempio di una nobiltà di animo, sia di nome che di fatto.
Visitando assiduamente i ricoverati dell’ospedale di S. Giovanni di Dio a Madrid, conobbe nel 1884 una giovane ammalata, che succube delle disgrazie che l’avevano colpita, si era data alla malavita, Micaela riuscì a convincerla a ritornare in famiglia; da questo episodio sorse in lei l’idea di fondare dei collegi per aiutare queste ragazze, vittime della miseria e dell’ignoranza e che spesso si perdevano.
L’Istituto fu fondato a Madrid il 21 aprile 1845 ed affidato ad un comitato di sette volenterose signore. Dopo un corso di esercizi spirituali, fatti nell’aprile 1847 sotto la direzione del gesuita Eduardo José Rodriguez, che diventerà poi suo direttore spirituale fino alla morte, Micaela si avvia ad un arduo ed intenso lavoro ascetico, che la porterà il 23 maggio dello stesso anno, nella festa di Pentecoste, a ricevere una grazia spirituale, che darà inizio alla sua vita spiccatamente mistica e carismatica, incentrata nell’Eucaristia e proiettata verso gli altri.
La certezza della presenza reale di Cristo, generò in lei una fiducia e un abbandono in Lui che le avrebbe dato tutto ciò che aveva bisogno la sua anima e la sua opera. E Dio la dotò di grazie carismatiche, profezie e discernimento delle anime, mentre il suo sforzo ascetico sarà diretto soprattutto alla bontà, all’umiltà e all’obbedienza; dopo la sua consacrazione a Dio, prenderà il nome di Maria Michela del SS. Sacramento.
Svolse negli anni 1847-48, in Francia e in Belgio, dove risiedeva insieme al fratello ambasciatore, tutta una intensa opera apostolica e caritativa, estendendo, insieme al padre de la Bouillerie, il culto eucaristico a Parigi, altrettanto fece a Bruxelles.
Cercò di entrare a Parigi nella Congregazione delle Sorelle della Carità, ma per l’opposizione della famiglia e dei confessori, dovette rinunciare all’idea, mentre proseguiva la sua vita fatta di lunga preghiera e penitenze. Ritornata in Spagna a Madrid, trovò il suo Collegio in precarie condizioni, quindi ne riprese la conduzione e dopo aver tentato di affidarlo a suore straniere, decise dopo aver intuita la volontà di Dio, di rimanere lì, lasciando il mondo fino allora frequentato.
Seguirono anni di duri sacrifici, consumò la sua fortuna nel sostegno del Collegio, andando a chiedere perfino l’elemosina, incontrò una dura ostilità alla sua opera, fu calunniata, diffamata, minacciata, tentarono più volte di ucciderla e incendiare il collegio; fu lasciata sola anche dagli ecclesiastici che ritenevano inutile il suo lavoro, le maestre laiche che l’aiutavano, scoraggiate la lasciarono.
Nel 1857 al padre Rodriguez che era morto, subentrò nella direzione spirituale s. Antonio Maria Claret, nel contempo l’Opera cominciava a dare i suoi frutti e alla fondatrice cominciarono ad affiancarsi le prime compagne, così diede origine al nuovo Istituto delle Adoratrici Ancelle del SS. Sacramento e della Carità, approvato dal cardinale di Toledo il 25 aprile 1858 e nominata due giorni dopo superiora generale, l’approvazione finale pontificia arrivò il 24 novembre 1866.
Gli scopi della Congregazione sono indicati nelle costituzioni compilate da madre Maria Michela: 1) l’adorazione continua del SS. Sacramento; 2) trattare con benevolenza e vera carità le ragazze orfane o disgraziate che vorranno abbandonare la vita di corruzione e scandalo a cui si erano date, dando loro l’istruzione e l’educazione necessaria.
La fondatrice per la sua appartenenza alla nobiltà, non fu dimenticata dalla Corte spagnola, anzi la regina Isabella II la richiamò presso di sé e l’incontro di queste due donne fu benefico per le attività religiose e sociali, che si moltiplicarono anche in altri rami.
Nel 1865 il colera tornò a colpire la Spagna in particolare Valencia dove c’era un Collegio, la madre fondatrice accorse ancora una volta in prima linea, a soccorrere le sue figlie contagiate e questa volta anche lei fu colpita dal morbo, morendo il 24 agosto dello stesso 1865; fu sepolta nella stessa città di Valencia.
Alla sua morte l’Istituto si andava diffondendo e già sette Collegi erano funzionanti, mentre altri erano in progetto. Ha lasciato una gran quantità di scritti, regole, epistole, relazioni di viaggi, autobiografia, note intime spirituali di esercizi e ritiri, testamento, ecc.
Nel 1889 fu iniziato il processo di beatificazione nella curia di Valencia, nel 1891 le sue spoglie furono trasferite dal cimitero alla Casa della Congregazione della città e collocate in un artistico sarcofago, i miracoli necessari furono approvati nel 1925 e il 7 giugno 1925 Pio XI la proclamò beata, lo stesso pontefice la canonizzò il 4 marzo 1934. La festa liturgica è al 25 agosto.
(fonte: santiebeati.it)