Mariano Mullerat I Soldevila

Mariano Mullerat I Soldevila

(1897-1936)

Beatificazione:

- 23 marzo 2019

- Papa  Francesco

Ricorrenza:

- 13 agosto

Medico catalano, padre di famiglia, esemplare figura di laico impegnato, martire, ucciso “in odium fidei”, durante la guerra civile spagnola, solo perché cristiano 

  • Biografia
  • Decreto sul Martirio
  • omelia di beatificazione
"Si prese cura delle sofferenze fisiche e morali dei fratelli, testimoniando con la vita e con il martirio il primato della carità e del perdono" (Papa Francesco)

 

    Mariano Mullerat I Soldevila nasce il 24 marzo 1897 a Santa Coloma de Queralt (Tarragona), dove grazie alla famiglia e a un grande vescovo, si forma nella fede, e da dove si allontana solo per studiare medicina all'Università di Barcellona, dal 1914 al 1921 .

    Non fa fatica a trovare nella professione medica il naturale sbocco della chiamata al servizio che sente, fortissima, dentro di sé. Ama soprattutto assistere i poveri, che non si possono permettere di pagarlo, e i malati alla fine della vita, che accompagna per mano fino alla fine, preparandoli anche a ricevere i Sacramenti. 

    “La Catalogna sarà cristiana o non lo sarà”. Questo l’impegno preciso preso da Mariano che a un certo punto della sua vita viene eletto anche sindaco del suo paese, Arbeca. Tutti lo votano, credenti e non, perché “la gente gli voleva bene”, come sottolinea il card. Becciu. Pone, con il suo esempio e la sua testimonianza, un tema che dopo qualche anno, sarà affrontato nel Concilio Vaticano II e, poi, sarà al centro dell’Esortazione apostolica post-sinodale “Christifideles laici” di Giovanni Paolo II: l’impegno dei cattolici laici a “sporcarsi le mani” all’interno della società. Mariano lo fa con l’attività politica, perché “aveva già capito quello che fu poi un insegnamento di Paolo VI: che la politica è la forma più alta di carità”, ricorda ancora il card. Becciu. 

    Mariano è anche lo sposo premuroso di Dolors, con la quale mette su una famiglia che è vera cellula sana in una società in crisi: diventa così anche un padre amorevole di cinque figlie. Alcune diventeranno religiose, segno che Mariano e Dolors ben hanno interpretato l’idea di famiglia quale Chiesa domestica, facendo respirare alle bambine fin da piccole l’aria profumata della Parola di Dio che fa nuove tutte le cose, sperimentare la fedeltà alla Messa e all’Adorazione del Santissimo Sacramento. Il nuovo Beato, inoltre, è anche molto vicino alla spiritualità domenicana. Sua cognata, infatti, era una suora dell’Annunciazione e lui come medico si prende cura spesso della salute delle religiose e come sindaco si occupa delle scuole gestite dall’Ordine. Dopo la sua uccisione sarà proprio una delle suore che aveva assistito a ricordarlo così: “All’inizio della guerra civile ci ha visitato spesso per darci incoraggiamento e speranza; ci ha esortato a essere forti di fronte al pericolo che ci minacciava e non ci ha mai fatto mancare il suo aiuto”.   

    Ed ecco che la situazione, in Spagna, precipita. Il 13 agosto 1936 Mariano viene prelevato da casa sua e arrestato. La motivazione ufficiale gira intorno a una questione di fazioni politiche, ma la verità è che Mariano è un cristiano, un individuo ormai scomodo. Mentre lo portano via su una camionetta, una donna chiede piangendo alle guardie di consentire al dottor Mariano di visitare il figlio, gravemente ammalato. Non gli sarà permesso, ma Mariano scrive una cosa su un foglietto e la guarda negli occhi: “Non piangere. Tuo figlio non morirà. Dagli questa medicina e prega che Dio ti aiuti”, la consola.

    Arrivato sul patibolo, prima di essere ucciso, i testimoni raccontano che fino alla fine prega ad alta voce ed esorta tutti a farlo, tanto che uno dei suoi aguzzini lo colpisce sulla bocca per farlo smettere. Ma non serve. Questo è il modo in cui dobbiamo imparare a essere cristiani l’eredità che ci lascia il nuovo Beato, come precisa il card. Becciu: “Il coraggio di testimoniare Cristo fino alla fine, in ogni ambiente, davanti ad ogni difficoltà, sempre”.

 

CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI

 

TARRAGONA

Beatificazione ovvero dichiarazione di Martirio

sul Servo di Dio

MARIANO MULLERAT I SOLDEVILA

fedele laico e padre di famiglia

(† 13 Agosto 1936)

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DECRETO SUL MARTIRIO

 

 

    «Amore e giustizia io voglio cantare, voglio cantare inni a te, Signore» (Sal 101, 1).

 

    Con una vita coerente e soprattutto con una morte affrontata nella fede e nella speranza il Servo di Dio Mariano Mullerat i Soldevila, di fronte all’odio e alla barbarie, ha cantato un inno al Signore dell’amore e della giustizia.

    Il Servo di Dio nacque a Santa Coloma de Queralt presso Tarragona in Spagna, all’epoca appartenente alla diocesi di Vic, il 24 marzo 1897. Il 30 marzo seguente fu recato al fonte battesimale e il 17 maggio ricevette la cresima. I suoi genitori erano molto religiosi e lo educarono cristianamente; ma, quando aveva appena tre anni, il Servo di Dio rimase orfano di madre. Dopo aver completato il percorso scolastico presso un istituto religioso di Reus, si trasferì a Barcellona per studiare medicina. Qui si impegnò molto nello studio e, nello stesso tempo, manifestò un forte radicamento nella fede anche operando nell’apostolato universitario.

    Conseguita la laurea con la qualifica più brillante, il 14 gennaio 1922 sposò Dolores Sans i Bové e con la sua sposa si trasferì ad Arbeca, presso Lérida, paese di origine di sua madre. Dal loro matrimonio nasceranno cinque figlie, la prima delle quali morì due giorni dopo la nascita. La loro casa, dove ogni giorno si pregava con il rosario, era sempre aperta alle necessità dei bisognosi. Il Servo di Dio, mentre continuava il suo apostolato laicale, partecipò a diversi corsi di esercizi spirituali, diventando presidente dell’organizzazione che ne curava lo svolgimento. Come medico Mariano era apprezzato dalla popolazione. Egli, a sua volta, era molto attivo a servizio degli ammalati, ai quali portava non solo il conforto della medicina, ma anche quello della fede. Un sacerdote di Saragozza, che lo conobbe, dirà di lui: «Sembrava un prete; più di un medico dei disturbi corporali, sembrava un medico delle malattie spirituali. Davvero, ha avuto un’anima missionaria». In modo particolare nell’accudire i poveri non chiedeva alcun onorario.

    Nel 1923 fondò e diresse un giornale locale, L’Escut, che si proponeva di diffondere la dottrina sociale della Chiesa. Per questa sua notevole sensibilità politica venne eletto sindaco, carica che ricoprì per sei anni, impegnandosi per migliorare la situazione materiale e morale di Arbeca e a promuovere la cultura cristiana, soprattutto alla luce di gravi e crescenti discriminazioni antiecclesiali che andavano moltiplicandosi nel contesto sociale e politico del suo tempo.

    In quegli anni, infatti, la Spagna iniziava a manifestare i primi segni non solo della violentissima guerra civile che sarebbe ben presto deflagrata (1936-1939) ma anche di una non meno violenta persecuzione religiosa. Proprio in quel clima maturò il martirio del Servo di Dio. Egli era ben consapevole del rischio che correva; ma, pur potendo mettersi in salvo, preferì restare accanto al suo popolo e ai suoi pazienti.

    Nelle prime ore del 13 agosto 1936 il Servo di Dio venne arrestato nella sua casa dai miliziani anarco-comunisti e caricato su un camion insieme ad altri cinque compagni destinati ad una barbara fine. Mariano in quel momento, dopo aver esortato la moglie a perdonare i persecutori, pensò ai suoi amati pazienti e ne scrisse i nomi, chiedendo ad uno dei carcerieri di far pervenire l’elenco ad un altro medico suo amico, affinché gli infermi non fossero abbandonati: anche in questo gesto si evidenzia la grande serenità e la nobile carità che il Servo di Dio aveva sempre nutrito. Giunse perfino a curare la mano di un miliziano che si era accidentalmente ferito e a prescrivere dei medicinali per il figlio di un altro miliziano. Sulla strada di Borges Blanques fu assassinato insieme ai suoi compagni; ma immediatamente prim a aveva esortato ancora una volta suoi compagni a chiedere perdono al Signore con un atto di contrizione e a perdonare i loro aguzzini. I loro corpi vennero spruzzati di benzina e dati alle fiamme. Il cadavere di Mariano fu identificato a causa di alcuni strumenti medici e dalle chiavi di casa che portava con sé e che erano sopravvissuti al fuoco.

    La fama del martirio del Servo di Dio si diffuse nella comunità ecclesiale, per cui dal 9 luglio 2003 al 26 aprile 2004 si celebrò presso la Curia ecclesiastica di Tarragona l’Inchiesta Diocesana, la cui validità giuridica fu riconosciuta da questa Congregazione con decreto del 9 novembre 2007. Preparata la Positio, si è discusso, secondo la consueta procedura, se la morte del Servo di Dio sia stata un vero martirio. Il 28 aprile 2016 si celebrò il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi, che espresse parere favorevole. I Padri Cardinali e Vescovi nella Sessione Ordinaria del 6 novembre 2018, presieduta da me Card. Angelo Becciu, hanno riconosciuto che il suddetto Servo di Dio fu ucciso per la sua fedeltà a Cristo e alla Chiesa.

    De hisce omnibus rebus, referente subscripto Cardinale Praefecto, certior factus, Summus Pontifex Franciscus, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de martyrio eiusque causa Servi Dei Mariani Mullerat i Soldevila, Christifidelis Laici et Patrisfamilias, in casu et ad effectum de quo agitur.

 

    Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

 

 

     Datum Romae, die 7 mensis Novembris a. D. 2018.

    

ANGELUS Card. BECCIU

Praefectus

 

                                        + MARCELLUS BARTOLUCCI

                                        Archiep. tit. Mevaniensis

                                    a Secretis

 

 

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CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM

 

TARRACONENSIS

Beatificationis seu Declarationis Martyrii

Servi Dei

MARIANI MULLERAT I SOLDEVILA

Christifidelis Laici et Patrisfamilias

(† 13 mensis Augusti 1936)

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DECRETUM SUPER MARTYRIO

 

    «Misericordiam et iudicium cantabo; tibi, Domine, psallam» (Ps 100,1).

 

    Congruenti vita et maxime obeundo mortem in fide et spe Servus Dei Marianus Mullerat i Soldevila coram odio et barbarie amoris et iustitiae Domino hymnum cecinit.

    Servus Dei sanctae Colomae de Queralt prope Tarraconem in Hispania, olim in finibus Vicensis dioecesis, die 24 mensis Martii anno 1897 est natus. Die 30 eiusdem mensis sacro fonte lustratus est et die 17 mensis Maii sacramentum confirmationis accepit. Eius parentes admodum erant religiosi et christiane eum instituerunt, sed, vix tres annos natus, Servus Dei matre est orbatus. Expleto curriculo studiorum apud quoddam oppidi v. d. Reus institutum religiosum, Barcinonem se contulit ut medicinae studeret. Illic in studiis valde se tradidit, sed eodem tempore funditus se fidei devovit universitariumque etiam apostolatum exercendo.

    Laurea potitus summa cum laude, die 14 mensis Ianuarii anno 1922 uxorem duxit Mariam Perdolentem Sans i Bové et una cum uxore sua se contulit ad pagum Arbeca, a quo mater eius oriunda erat. Eorum e conubio quinque filiae proditae sunt, quorum prima duobus vix diebus post ortum mortua est. Eorum domus, in qua cotidie rosarii preces persolvebantur, semper patens necessitatibus omnium egenorum erat. Servus Dei, dum suum laicale apostolatum perageret, nonnullis spiritualibus exercitiis interfuit et praeses consociationis eadem exercitia apparantis factus est. Marianus fuit medicus existimatissimus apud cives. Is autem admodum navus erat erga aegrotos, quibus non solum medicinae solacium sed etiam consolationem fidei afferebat. Quidam Caesaraugustanus sacerdos, qui eum cognoverat, de  eo dixit: «Sacerdos videbatur: enim magis quam medicus corporalium morborum videbatur medicus spiritualium. Is animum missionarium vere habuit». Praesertim pauperibus curandis operam sine mercede dabat.

    Anno 1923 fundavit et direxit ephemeridem localem dictam L’Escut, cuius propositum fuit Ecclesiae socialem doctrinam divulgare. Hanc ob notabilem politicam facultatem, electus est syndacus; hoc munere sex per annos functus est, tradens se in meliorem faciendam condicionem materialem et moralem pagi Arbeca et in christianam culturam fovendam, praesertim ob graves et increbrescentes discriminationes contra Ecclesiam, quae in adiunctis socialibus ac politicis illius temporis multiplicabantur.

    Illis annis enim in Hispania prima signa manifestabantur non solum saevissimi belli civilis, quod inter annum 1936 et annum 1939 exarsurum erat, sed etiam non minus saevae religiosae persecutionis. Illis sane in adiunctis martyrium Servi Dei evenit. Is bene conscius erat periculi sed, quamvis fuga salutem petere posset, maluit tamen una cum civibus ac cum aegrotis suis manere.

    Prima luce die 13 mensis Augusti anno 1936 Servus Dei a militibus anarchiae et communismi sectatoribus deprehensus et in autocinetum onerarium impositus una cum quinque sociis, omnes atroci morti destinati. Marianus, postquam uxorem suam exhortatus est ut persecutoribus ignosceret, suis de aegrotis cogitavit nominaque eorum scripsit, petens a quodam milite eum custodiente ut hunc indicem nominum ad amicum medicum mandaret ne aegroti curis destituti evaderent. Etiam ex hac actione ostenditur magna serenitas et nobilis caritas, quas Servus Dei semper exercuerat. Quin etiam manum cuiusdam militis, qui forte se vulneraverat, curavit et medicamenta filio alterius militis praescripsit. Iuxta viam ad oppidum Borges Blanques una cum sociis suis interfectus est, sed paulo ante socios exhortatus erat ut Domino contritione veniam impetrarent persecutoribusque suis ignoscerent. Corpora eorum, benzinio adspersa, combusta sunt. Mariani corpus agnitum est ex praesentia medicorum instumentorum et clavium domus, quae una cum eo erant et e flammis servata sunt.

    Fama martyrii Servi Dei diffusa, a die 9 mensis Iulii anno 2003 ad diem 26 mensis Aprilis anno 2004 apud Curiam Ecclesiasticam Tarraconensem Inquisitio Dioecesana celebrata est, cuius iuridica validitas ab hac Congregatione de Causis Sanctorum per decretum diei 9 mensis Novembris anno 2007 est approbata. Exarata Positione, consuetas secundum normas disceptatum est an Servi Dei mors verum fuisset martyrium. Die 28 mensis Aprilis anno 2016 Peculiaris Theologorum Consultorum Congressus, fausto cum exitu, celebratus est. Patres Cardinales et Episcopi Ordinaria in Sessione diei 6 mensis Novembris anno 2018 congregati, cui egomet ipse Angelus Cardinalis Becciu praefui, Servum Dei ob suam fidem in Christum et in Ecclesiam interfectum esse agnoverunt.

    De hisce omnibus rebus, referente subscripto Cardinale Praefecto, certior factus, Summus Pontifex Franciscus, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, hodierno die declaravit: Constare de martyrio eiusque causa Servi Dei Mariani Mullerat i Soldevila, Christifidelis Laici et Paterfamilias, in casu et ad effectum de quo agitur.

 

    Hoc autem decretum publici iuris fieri et in acta Congregationis de Causis Sanctorum Summus Pontifex referri mandavit.

 

    Datum Romae, die 7 mensis Novembris a. D. 2018.

                 

ANGELUS Card. BECCIU

Praefectus

 

                                                    + MARCELLUS BARTOLUCCI

                                                    Archiep. tit. Mevaniensis

                                                a Secretis

Beatificazione di Mariano Mullerat i Soldevila

(Cattedrale metropolitana e primaziale di Tarragona, Spagna, 23 marzo 2019)

OMELIA DEL CARD. ANGELO BECCIU

 

«Chi ci separerà dall’amore di Cristo?» (Rm 8, 35). Con queste parole, che abbiamo ascoltato nella seconda lettura, san Paolo proclama una certezza irrevocabile, frutto della sua esperienza personale. Egli è fermamente persuaso che nulla «potrà mai separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore» (v.39), nemmeno gli eventi più drammatici e le sofferenze più atroci. L’apostolo riprende qui il messaggio sull’amore di Dio che già appariva nell’indirizzo della lettera ai Romani, quando definiva i suoi destinatari come «amati da Dio (1, 7). Sul tema dell’amore di Dio era tornato successivamente, con mirabili espressioni: «La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori» (Rm 5, 5). L’odierno brano si conclude con il tono trionfale di un inno di lode, perché nelle varie difficoltà i cristiani non sono soltanto vittoriosi, ma addirittura «più che vincitori grazie a colui che ci ha amati» (v.37).

Il beato Mariano Mullerat i Soldevila ha sperimentato pienamente, sulle strade del suo pellegrinaggio terreno, l’amore di Cristo, e ha perseverato in questo amore, nonostante le difficoltà, le tribolazioni e la persecuzione. Per questo la Chiesa riconosce la sua santità di vita: la santità infatti consiste nell’amore, mediante il quale rimaniamo in Cristo, così come Lui rimane nel Padre. La vetta della santità si raggiunge percorrendo la via dell’amore: non esiste un’altra strada! E Mariano ha raggiunto questa vetta e ha conseguito il destino dei giusti e degli eletti, di cui parla il libro della Sapienza: vive presso il Signore, perché è rimasto fedele nell’amore (cfr Sap 3, 1.9). Nonostante il tempo fosse caratterizzato da una forte ondata di odio persecutorio nei confronti del cristianesimo e di quanti testimoniavano la fede con le opere di misericordia, egli rifiutò di fuggire e rimase al suo posto. Continuò a svolgere con spirito evangelico la sua missione di medico in favore dei bisognosi. Alla cura del corpo dei malati più gravi, associava quella spirituale, preparandoli a ricevere i sacramenti; mentre non mancava di prestare gratuitamente le cure mediche ai poveri. Divenne così un vero apostolo, che diffondeva attorno a sé il profumo della carità di Cristo.

«Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire, mi segua» (Gv 12, 25-26). Il beato Mariano, sin dai primi anni della sua esistenza, capì questa verità: cioè che l’amore consiste nel dare se stessi, anzi, bisogna dare la vita, così come ha fatto Gesù. Alla sequela del divino Maestro, visse con impegno la propria vocazione cristiana mediante un’esistenza gioiosa e ricca di frutti come laico cattolico, studente modello, sposo e padre di famiglia esemplare, impegnato nella vita sociale e politica per diffondere con coraggio un umanesimo cristiano. Ci troviamo di fronte ad un credente che ha preso sul serio il battesimo, seminando a piene mani i fermenti evangelici nella città degli uomini.

Nella sua attività di medico, di sindaco, di giornalista è possibile cogliere una chiara e coerente vita cristiana, aperta incessantemente alle necessità dei fratelli. Data la situazione di persecuzione religiosa esplosa in modo violento nell’estate 1936, il beato Mariano era consapevole di mettere a rischio la propria vita, in quanto era conosciuto da tutti per la sua identità di credente e il suo fervido apostolato nelle associazioni laicali della parrocchia e nel servizio generoso agli ultimi. A causa di questo stile di vita apertamente evangelico, venne considerato dai miliziani una persona “pubblica” che agiva per conto della religione cattolica. Proprio per questa sua appartenenza venne catturato e ucciso dai nemici di Cristo: pagò con l’arresto, la prigionia e la morte violenta la sua fede in Gesù, fino al sacrificio supremo della vita: aveva 39 anni!

Si rimane colpiti dall’intensità dell’amore, dimostrata dal nuovo beato, che raggiunse l’apice nel gesto eroico di perdonare i propri carnefici e, addirittura, nel chinarsi a curare la ferita ad uno di essi. Alla violenza rispose con il perdono, all’odio rispose con la carità che non tiene conto del male ricevuto, tutto scusa e tutto sopporta (cfr 1 Cor 13, 5,7). Certo, ogni martirio ha luogo in circostanze storiche tragiche che, assumendo talvolta la forma di persecuzione, conducono a una morte violenta a causa della fede. Tuttavia, pur in mezzo a un simile dramma, il martire sa trascendere il momento storico concreto e contemplare i suoi simili con il cuore di Dio. Amando i suoi nemici e pregando per coloro che lo perseguitano (cfr Mt 5, 44), il martire rende visibile il mistero della fede che ha ricevuto, e diventa un grande segno di speranza, annunciando, con la propria testimonianza, la salvezza per tutti. Unendo il suo sangue al sangue di Cristo sacrificato sulla croce, l’immolazione del martire si trasforma in offerta dinanzi al trono di Dio, implorando clemenza e misericordia per i persecutori.

L’esempio del beato Mariano Mullerat i Soldevila è per questa arcidiocesi di Tarragona, e per l’intero popolo di Dio pellegrinante in Spagna, un potente faro di luce, un pressante invito a vivere il Vangelo in modo radicale e con semplicità, offrendo una pubblica e coraggiosa testimonianza della fede che professiamo. La sua disposizione ad affrontare la persecuzione e la morte come campione della fede, costituisce ancora oggi un chiaro esempio di fedeltà a Dio e di amore agli altri anche in circostanze avverse. Il suo martirio rappresenta per tutti un importante stimolo che spinge la comunità cristiana a ravvivare la missione ecclesiale e sociale, cercando sempre il bene comune, la concordia e la pace.

La beatificazione di questo fedele laico, la cui fine, come insegna il libro della Sapienza, «fu ritenuta una sciagura» (3, 2) non deve suscitare in noi soltanto un mero sentimento di ammirazione. Non è infatti un semplice eroe o un personaggio di un’epoca lontana. La sua parola e i suoi gesti ci parlano e ci spingono a configurare noi stessi sempre più pienamente a Cristo, trovando in Lui la sorgente dalla quale scaturisce l’autentica comunione ecclesiale, perché possiamo offrire nell’odierna società una coerente testimonianza del nostro amore e del nostro impegno per Dio e per i fratelli. Il nuovo beato ci aiuta, con il suo esempio e la sua intercessione, a non lasciarci vincere dallo scoraggiamento e ad evitare l’inerzia. Questo nostro tempo infatti, come quello in cui visse Mariano, è un tempo di grazia, un’occasione propizia per condividere con gli altri la gioia di essere discepoli di Cristo. Con la sua esistenza e la testimonianza della sua morte ci insegna che l’autentica felicità si trova nell’ascolto del Signore e nel porre in pratica la sua parola (cfr Lc 11, 28). Per questo, il servizio più prezioso che possiamo rendere oggi ai nostri fratelli è aiutarli ad incontrare Cristo che è «la Via, la Verità e la Vita» (cfr Gv 14, 16), l’unico che possa soddisfare le più nobili aspirazioni dell’uomo. L’odierna beatificazione susciti in questa comunità diocesana una incisiva chiamata a ravvivare la fede e sia al tempo stesso un costante invito alle famiglie, fondate sul sacramento del matrimonio, ad essere per i figli esempio e scuola del vero amore e “santuario” del grande dono della vita. Chiediamo al Signore che l’esempio di santità del nuovo beato ci ottenga abbondanti frutti di autentica vita cristiana: un amore che vinca la tiepidezza, un entusiasmo che stimoli la speranza, un rispetto che dia accoglienza alla verità e una generosità che apra il cuore alle necessità dei più poveri del mondo. Ci ottenga tutto ciò la preghiera del nuovo beato, la cui intercessione invochiamo con fiducia: Beato Mariano Mullerat i Soldevila, prega per noi!