Marie Rivier

Marie Rivier

(1768 - 1838)

Beatificazione:

- 23 maggio 1982

- Papa  Giovanni Paolo II

Canonizzazione:

- 15 maggio 2022

- Papa  Francesco

-

Ricorrenza:

- 3 febbraio

Vergine, religiosa che, al tempo della rivoluzione francese, quando tutti gli Ordini religiosi e le Congregazioni venivano chiusi, fondò la Congregazione delle Suore della Presentazione di Maria per istruire il popolo cristiano nella fede

 

  • Biografia
  • Lettera Apostolica
  • Omelia nella Beatificazione
“Ti porterò molti fanciulli”

 

 

VITA  E  OPERE

 

 

    Santa Marie Rivier venne alla luce in Francia, a Montpezat-sous-Bauzon, nel dipartimento di Ardèche, diocesi di Viviers, il 19 dicembre 1768.

    A circa sedici mesi cadde dal letto, riportando conseguenze gravi ad un’anca. Il suo sviluppo fisico ne risentì particolarmente. Non riuscendo a mettersi in posizione eretta, si trascinava sulla schiena aiutandosi con le mani. A poco le servivano le piccole stampelle di legno, che i genitori avevano fatto realizzare per lei.

    La madre portava tutti i giorni la bambina nella Cappella dei Penitenti, dove si venerava la Vergine della Pietà, cara alla devozione degli abitanti di Montpezat. Per quattro anni Maria passò ore ed ore adagiata su un piccolo tappeto fra l’altare e l’immagine della Madonna. La guardava e, con molta fiducia, le chiedeva di essere guarita. Un giorno le sovvenne che, se fosse tornata sana, avrebbe potuto dedicare la vita all’istruzione dei fanciulli. Per un breve tempo aveva ripreso a camminare con le stampelle, se non che una nuova caduta la immobilizzò completamente. Guarì il 15 agosto 1777. Ricordandosi allora della promessa fatta, all’età di 9 anni decise di dedicarsi ai più piccoli. Per l’atteggiamento mostrato nei loro confron­ti, le coetanee la chiamavano “piccola mamma”. Non mancava di visitare i poveri e fare loro del bene. Con la Prima Comunione sentì crescere in lei il desiderio di consacrarsi completamente a Dio.

    A 12 anni venne mandata, con una sorella più grande, presso le suore di Notre-Dame a Pradelles, nell’Alta Loira. Completati gli studi, chiese di essere ammessa in monastero, ma fu respinta a causa della corporatura troppo esile e della salute cagionevole.

    Nel 1786 poté aprire a Montpezat una scuola. Gli alunni furono da subito molto numerosi e la giovane maestra si dedicava a loro con infaticabile dedizione e marcate capacità didat­tiche. I più ne ebbero per questo grande stima e fiducia. Entrò nel Terz’Ordine Francescano e nel Terz’Ordine Domenicano. Alle giovani disoccupate della parroc­chia offrì un luogo in cui essere istruite. Faceva frequenti visite ai malati e aiutava i bisognosi.

    Con lo scoppio della Rivoluzione Francese, dovette interrom­pere la sua attività e trovò ospitalità nel vicino villaggio di Thueyts. In un tempo tanto ostile verso la religione, confidò al sacerdote Louis Pontanier, membro della Compagnia di San Sulpizio, il desiderio di fondare una nuova Congregazione dedita all’istruzione e alla formazione religiosa della gioventù e, sotto la sua guida, raccolse attorno a sé alcune ragazze. Il 21 novembre 1796, festa della Presen­tazione di Maria al Tempio, col permesso di Laurent Vernet, Vicario Generale dell’Arcivescovo di Vienne (responsabile anche della diocesi di Viviers, dopo la destituzione del suo Vescovo costituzionale), insieme a quattro compagne promise di “votare se stessa e la loro opera alla Regina del Cielo”. Nasceva così la Congregazione delle Suore della Presentazione di Maria. Lo stesso giorno dell’anno suc­cessivo undici compagne emisero con lei la professione religiosa, secondo una regola redatta provvisoriamente dal Pontanier.  

    In seguito alla firma del Concordato fra la Sede Apostolica e la Repubblica Francese (1801), la Congregazione ebbe il pieno appoggio del Vescovo di Mende, competente per quel territorio, e di molti altri Vescovi, che non solo accoglievano il carisma e l’opera della Rivier, ma ne promuovevano anche le vocazioni. Inviate soprattutto a formare la gioventù, le religiose si inserirono particolarmente nel tessuto parrocchiale nel quale lavoravano. Negli anni 1802-1810 le Suore della Presentazione aprirono 46 case e nel 1803 avviarono il primo noviziato. L’apostolato delle Suore, guidate dalla Beata, si svolgeva anche attraverso istruzioni ed esortazioni al popolo. Convocavano i fedeli in chiesa alla domenica, li invitavano a pregare e recitare il Rosario. Da questa predicazione, che assumeva forme diverse caso per caso, nacquero conversioni, vocazioni e tanti tornarono al confessio­nale. Per anni la scuola e l’insegnamento del catechismo furono l’unico campo di apostolato delle religiose. Nel 1815 Maria Rivier acquistò un antico convento a Bourg-Saint-Andéol, nella regione del Rodano, che divenne il centro della Congregazione e luogo di diffusione del suo carisma e del lavoro apostolico. Nel 1820 furono approvate le Regole dell’istituto, già in uso dal 1802. Rimasero in vigore fino al 1899. Ottenuto il decretum laudis nel 1836, nel 1890 la Congregazione divenne poi di diritto pontificio.

    L’attività della Beata Rivier dovette fermarsi quando, fra la fine del 1837 e le prime settimane del 1838, cominciarono a venirle meno le forze. Il 3 febbraio 1838 concluse la sua vita terrena. Già in vita era ricono­sciuta come una donna santa e virtuosa, e tale fama andò accre­scen­dosi dopo la sua morte. Il numero delle case della Congregazione della Presentazione di Maria, fondate in quarantadue anni, era di oltre 130. La sua tomba si trova a Bourg-Saint-Andéol, per molti anni Casa Generalizia della Congregazione.

    Le Suore della Presentazione di Maria lavorano oggi in Africa, Asia, Europa, America del sud e America del nord, specialmente in favore dei bambini, dei giovani e degli emarginati.

 

 

"ITER" DELLA CAUSA

 

 

a) In vista della Beatificazione

 

    Gli Atti del Processo Informativo, celebrato a Viviers fra il 1842 e il 1846, giunsero a Roma e furono aperti il 15 gennaio 1847, a meno di nove anni dalla morte della Rivier.

    Il 12 maggio 1853 il Beato Pio IX, Sommo Pontefice, confermò il giudizio positivo sull’Introduzione della Causa. Il 21 settembre successivo fu emesso il decreto super non cultu, mentre quello super scriptis porta la data dell’8 luglio 1869.

    I Processi Apostolici super virtutibus et miraculis in specie e super fama sanctitatis in genere furono celebrati presso la Curia ecclesiastica di Viviers fra il 1853 e il 1869.

    Tenutasi il 15 gennaio 1890 la Congregazione Generale coram Sanctissimo Leone XIII, il decreto sulle virtù venne pro­mulgato il 13 giugno dello stesso anno.

    Per la Beatificazione, la Postulazione della Causa ha presentato la guarigione di una bambina di sette anni, affetta da acrodinia infantile. Il caso si verificò il 3 febbraio 1938, centesimo anniversario della morte di Maria Rivier.

    Il Processo Apostolico super miro si tenne presso la Curia ecclesiastica di Viviers nel 1948 e fu riconosciuto canonicamente valido con decreto del 6 marzo 1970. La discussione medica av­ven­ne il 4 dicembre 1975 e il Congresso Peculiare dei Consul­tori Teologi il 2 giugno 1981. Il voto favorevole della Congregazione Plenaria dei Padri Cardinali e Vescovi, celebratasi il 12 ottobre 1981, fu presentato al Santo Padre Giovanni Paolo II il 15 ottobre dello stesso anno. Il decreto sul miracolo venne quindi promul­gato il 27 novembre successivo.

    Su richiesta del Postulatore, in ragione dell’ampia fama di segni attribuita alla Fondatrice delle Suore della Presentazione di Maria, la Causa venne dispensata dal secondo miracolo, allora richiesto. Il solenne rito di Beatificazione fu presieduto da San Giovanni Paolo II il 23 maggio 1982 in Piazza San Pietro.

 

b) In vista della Canonizzazione

 

    Il miracolo per la Canonizzazione è avvenuto nel 2015 a Tagbilaran, nelle Filippine. Si tratta della scomparsa dell’idrope di un feto alla dodicesima settimana e quattro giorni di gravi­danza. La neonata è venuta alla luce il 6 settembre 2015.

Su questo evento, ritenuto miracoloso, si è istruita l’Inchiesta diocesana presso la Curia ecclesiastica di Tagbilaran dal 19 novembre al 1° dicembre 2018. Il decreto sulla validità giuridica dell’Inchiesta è stato emesso dalla Congregazione delle Cause dei Santi il 24 maggio 2019.

    Il 23 febbraio 2021 la Consulta Medica ha dichiarato che la repentina, completa e duratura guarigione non è spiegabile secondo le attuali conoscenze scientifiche.

    I Consultori Teologi hanno espresso il loro voto favorevole circa il miracolo e la sua attribuzione all’intercessione della Beata Maria Rivier l’8 giugno dello stesso anno. Esito analogo ha avuto la Sessione Ordinaria dei Cardinali e Vescovi il 7 dicembre 2021.

    Il Santo Padre Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto sul miracolo il 13 dicembre 2021.

 

LITTERAE APOSTOLICAE

de peracta Beatificatione

 

IOANNES PAULUS PP. II

ad perpetuam rei memoriam

 

    Adoranda Christi verba: «Euntes in mundum universum prae­dicate Evangelium omni creaturae» (Mc 16, 15) percommode Venerabili Servae Dei cedunt Mariae Rivier, utpote quae talia verba sibi facta reputans, quoad vixit nihil aliud quam apostolatum gesserit in salutem animorum, quasi vis arcana humanam eius voluntatem moverit, atque corpus illud fragile ob infractum robur fulserit. Quam, sane, die XIX Decembris anno MDCCLXVIII in vico Montpezat natam, in Galliae finibus, atque duobus post diebus sacro fonte ablutam, implacabilis dolor momordit, ceu florem hiems. Nam gravi casu cum decidisset, omni amisso pedum usu, iam nullo modo aut stare aut ambulare potuit. Matri ergo tristissimae, sed plenae fidei, simul consolationi erat, simul viridissimae spei, aegram filiolam in aliquam beatae Mariae Virginis a pietate aediculam deferre, eique illam credere. Quod cum quattuor per annos cotidie egisset pia parens, quam longos! tandem, o mirum! puella sanata est, quamvis, quasi in signum superati periculi, brevi esset corpore. Iuxta autem promissum, Maria puellarum curam adhibere coepit, alto animo; neque per totam vitam aut ab incepto declinavit, aut a sententia deflexit. Aperto ergo ludo in suo pago natali, pueros puellasque, nec non illorum matres religionem docebat, interim pauperes miserosque visitans, aegrisque assidens. Rogata praeterea a Curione, quam aequissimo animo id etiam in se suscepit, ut pueros ad primam Communionem pararet, quam laetissimo fructu. Sed iam rei publicae commutandae motus, atrociores quidem, in Gallia inminent: dantur strages, sacerdotes occiduntur, Religiosi dissipantur, paroeciae vacuae fiunt, omnia in clandestino fieri, sicut in persecutione. Neque tamen haec Mariae animum frangunt; quae privatim, publice Christifideles cogit, erudit, hortatur quasi sacerdos, periculi incuriosa. Cum autem anno mdccxciii mater obiisset, pia filia re paterna pauperibus distributa, Thueyts vicum petit, qui industriae ipsius latius patere videbatur, ibique praeter scholam, etiam ephebeum puellarum educandarum condit. Atque hic etiam, haec est rerum humanarum fortuna! ab acerba reprehensione temeritatis, ad apertam laudem incolae illi transeunt; quin, carentes parocho, confestim ei circumfunduntur, quasi alteri ab illo, religionem sitientes. Ceterum, ea tempestate Maria consilio sacerdotis occulti fulta, qui fuit M. Pontanier, Sulpitianus Sodalis, novam Religiosarum Congregationem constituit, iam diu mente conceptam, ad Christi plebem erudiendam. Quae sane, die XXI Novembris anno MDCCXCVI orta in pago Thueyts, nomen a Praesenta­tione Mariae sumpsit. Non autem praetereundum est in tanto opere condendo atque moderando Venerabili Matri pium virum Iosephum Vernet adfuisse, Vicarium Generalem dioecesis Vivariensis, rara pietate, consilio, prudentia. Ut autem bonae Matri erat in votis, sociae laboris opinione celerius multiplicantur, non modo simplices et ineruditae, sed doctae litterisque imbutae. Videres igitur illas, Mariae vestigiis instantes, die dominico e sua sede apium more prodeuntes praedicare per pagos, colloqui cum popularibus, confortare haesi­tantes, aegrotos visitare, vocare noctu sacerdotes qui sacramenta occulte ministrarent. Neque ita agentes iram Dictatorum acerbam non concitaverunt; sed prudentia, robur, interdum studia ipsa illorum qui adversae partis erant, sedavit. Etiam Episcopus, qui antehac nimis circumspectus cum primis fuisset, opere florente, flavescente messe in admirationem versus, et laudavit et exclamavit ibi esse certe digitum Dei. Ceterum, per pactum conventum inter S. Sedem et Galliam anno mdccci initum, mutatis in medius Ecclesiae condicio­nibus, Institutum a Praesentatione Mariae effusis habenis altum petiit finesque protulit. Nascuntur ergo novae domus Religiosae quasi ex arbore frondes, in dioecesibus Mimatensi, Nemausensi, Avenionensi; praeterea in urbe Bourg-Saint-Andéol, in qua princeps Sodalitatis Sedes anno MDCCCXX constituta est, in vetere nempe coenobio quam apto ad crescentis ac fiorentis Instituti necessitates; alibi scilicet tam multae, ut labentibus annis iam erectae domus non numerarentur. Atque Maria Rivier praeit omnibus in media acie, industria, labore, virtute, studio rerum cae­lestium, amore in omnes. Sed si per haec animus celerior et expeditior fiebat, corpus terebatur cotidie ceu vestis. Atque paulatim, anno MDCCCXXXVIII, die III Februarii, naturae cessit, serenissimo occasu. Quod si nunc, quasi eius arcana naturae in interiore sacrario clausa, brevi inquisitione attingere velimus, hoc praecipue est in eius laude ponendum, quod sanctos Christi Apostolos sit fide ac labore aemulata. Is enim unus in ea regnabat articulus: quomodo aptiusque homines in Dei cognitionem et amorem adduceret; adeo ut, dicebat, si optio ei data esset, utrum viveret ad labores, an moreretur ad aeternum et incommutabilem vitam, illud omnino mallet. Inops opum, dives erat atque copiosa fidei. «Si enim – adfirmabat – opibus affluxissem, non tanta essem aggressa; cum autem rerum omnium egena essem, idcirco coepta bene verterunt». His armis divinam arcem semper expugnabat; ac semper tantum pecuniae, olei, vestium adesse, quantum opus esset. Quin immo, quo iniquior condicio esset, eo liberalior pia mater erat, perinde ac si tali ratione Deum sibi obligari vellet. Ceterum, acerbe severa erga se, perindulgens ac dulcis erat in alios, maxime pauperes. Fuit etiam haec beata Dei famula fortis ad pericula; quod tum cetera ostendunt, tum hoc: quod eo ipso tempore religiosam Societatem constituit, quo reliquae omnes exstinguerentur oppressae; neque id quasi secreto, sed luce et palam. Quanta vero eius auctoritas esset apud omnes, verba alicuius magistratus aperiunt adfirmantis se duos omnino vidisse graves obtutus, Napoleonis I atque Matris Mariae Rivier. Prex eius ex ore fluebat tamquam aqua de fonte perennis; crux omnem eius vitam tinxit; sententiae eius nonnullae Sanctorum sapientiam sapiunt. Non ergo mirum, si adhuc vivens haec Dei famula, tantis cumulata virtutibus gratiisque dignata, sancta haberetur. Crescente vero opinione post mortem, visum est cum utilitate animorum congruere, si publicum Ecclesiae iudicium de eius sanctitate exploraretur. Factum ergo ut, actis de iure agendis, die XII Mai, anno MDCCCLIII, Pius IX, Decessor Noster, decretum de introducenda Causa beatificationis faceret; item Leo XIII P. M. die XIII Iunii, anno MDCCCXC, de heroicis eius virtutibus certam sententiam tulit egregiis cum laudibus. Tandem Ipsi die XXVII Novembris, anno MDCCCCLXXXI, miraculum a Deo patratum ob intercessionem venerabilis Servae Dei probavimus, ab altero signo producendo, iure requisito, actores eximentes. Post haec ad sollemnem beatificationem tum eius, tum aliorum, ventum est, quae hodie facta est in foro S. Petri, Romae, per hic subiectam formulam: «Nos, vota fratrum Nostrorum Ioannis Bluyssen, Episcopi Bosco­ducensis, Ioannis Hermil, Episcopi Vivariensis, Pauli Grégoire, Archie­piscopi Mariano­politani, Francisci Xavierii Azagra Labiano, Episcopi Carthaginensis in Hispania, nec non plurium aliorum Fratrum in Episcopatu, multorumque christifidelium explentes, de Congre­gationis pro Causis Sanctorum consulto, Auctoritate Nostra Apostolica facultatem facimus, ut Venerabiles Servi Dei Petrus Donders, Maria Anna Rivier, Maria Rosa Durocher, Maria Angela Astorch, Andreas Bessette, Beatorum nomine in posterum appellentur, eorumque festum die ipsorum natali: Beati Petri Donders, die decima quarta Ianuarii, Beatae Mariae Rivier, die tertia Februarii, Beatae Mariae Rosae Durocher, die sexta Octobris, Beatae Mariae Angelae Astorch, die secunda Decembris, Beati Andreae Bessette, die sexta Ianuarii, in locis et modis iure statutis quotannis celebrari possit. In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen». Contrariis nihil obstantibus. Ceterum, confidimus fore ut novo virtutis exemplo proposito aetati nostrae quam apto, Ecclesia omnis huius Beatae vestigiis insistat.

    Datum Romae, apud S. Petrum, sub anulo Piscatoris, die XXIII mensis Maii, anno MDCCCCLXXXII, Pontificatus Nostri quarto.

 

Augustinus Card. Casaroli

a publicis Ecclesiae negotiis

 

Loco + Sigilli

AAS LXXVIII (1986), 707-710.

 

 

 SANTA MESSA PER LA PROCLAMAZIONE DI CINQUE NUOVI BEATI

OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II

Domenica, 23 maggio 1982

 

    1. “Noi abbiamo riconosciuto e creduto nell’amore che Dio ha per noi. Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui” (1Gv 4,16).

    Queste parole dell’apostolo Giovanni, cari fratelli e sorelle, trovano oggi una ulteriore e luminosa conferma nella figura dei cinque nuovi Beati, che contempliamo nella gloria di Dio e che sono una autentica dimostrazione dell’amore stesso di Dio per noi. Si tratta di tre donne e di due uomini.

    L’una è vissuta nel sedicesimo secolo in un Convento della Spagna: Maria Angela Astorch; gli altri vissero principalmente nel secolo scorso: Marie-Anne Rivier, Petrus Donders, Marie-Rose Durocher; infine, uno è quasi nostro contemporaneo: André Bessette. In essi, come scrive ancora l’apostolo Giovanni, l’amore di Dio ha raggiunto la sua perfezione (cf. 1Gv 4,12) e in cielo essi conoscono quella “perfezione della gioia” promessa da Cristo nella sua preghiera sacerdotale (cf. Gv 17,13).

    In questi uomini e in queste donne, dalla cui testimonianza evangelica già furono colpiti i loro contemporanei, abbiamo visto un vero riflesso dell’amore che costituisce la ricchezza incomparabile di Dio all’interno della vita trinitaria che si è manifestato nel dono del Figlio unigenito per la salvezza del mondo, particolarmente nel suo sacrificio redentore (cf. Gv 3,16).

    Questo amore viene moltiplicato e quasi acceso, come un fuoco, dallo Spirito Santo nel cuore di uomini e di donne come noi, umili e poveri, ma pienamente “fedeli al suo nome”. Lo Spirito li rende fiduciosi in Dio, ma anche veramente coraggiosi nell’andare incontro con costante coerenza ai poveri, ai malati, ai giovani bisognosi di educazione, alle anime abbandonate. È vero che “nessuno mai ha visto Dio” (1Gv 4,12); ma il segno più efficace e rivelatore della sua presenza tra gli uomini è proprio l’amore, così come esso viene senza riserve praticato dai migliori dei suoi fedeli (cf. 1Gv 4,20). I contemporanei dei nuovi Beati sono stati colpiti dai loro frutti di santità. E oggi la Chiesa solennemente riconosce che questi Beati “dimorano in Dio” e li propone come esempi alla meditazione e alla vita concreta di tutti i battezzati, che in essi trovano un nuovo punto di riferimento per la propria testimonianza cristiana.

    2. Petrus Donders, nato all’inizio del secolo scorso nei Paesi Bassi, ha passato gran parte della sua vita in Suriname, dove ha annunziato il Vangelo agli schiavi, ai negri ed agli indiani.

    Egli è conosciuto soprattutto per la cura spirituale e corporale dei lebbrosi, cosicché viene chiamato a ragione l’apostolo dei lebbrosi.

    Possiamo dire che è stato un apostolo dei poveri. Egli è nato infatti in una famiglia povera ed ha dovuto condurre la vita di operaio prima di poter seguire la sua vocazione sacerdotale. Ha consacrato tutta la sua vita di sacerdote ai poveri.

    Egli è altresì un invito e uno stimolo al rinnovamento ed alla rifioritura dello slancio missionario che, nel secolo scorso e in questo secolo, ha dato un contributo eccezionale alla realizzazione del compito missionario della Chiesa. Associato in età più avanzata alla Congregazione del santissimo Redentore, ha praticato in modo eccellente ciò che sant’Agostino ha proposto come ideale dei suoi religiosi: imitare le virtù e gli esempi del Redentore nel predicare ai poveri la divina Parola. Egli ha mostrato, per mezzo della sua vita, come l’annunzio della Buona Novella della redenzione, della liberazione dal peccato, deve trovare appoggio e conferma in una autentica vita evangelica, di concreto amore del prossimo, soprattutto verso i più piccoli dei fratelli in Cristo.

    3. La seconda figura che la Chiesa desidera oggi elevare alla gloria degli altari e proporre alla imitazione del popolo fedele è quella di Maria Angela Astorch, un nuovo esempio di santità maturato in terra di Spagna.

    Appartiene alla famiglia delle religiose Clarisse Cappuccine.

    Nelle tappe successive come semplice religiosa, giovane maestra delle novizie, responsabile della formazione delle professe e abbadessa, lascia attorno a sé, a Barcellona, a Saragozza, Siviglia e Murcia, una ammirevole scia di fedeltà alla sua congregazione e di amore alla Chiesa.

    La sua intelligenza non comune sa appoggiarsi alla solidità della parola rivelata e degli scrittori ecclesiastici che ella studia e conosce in profondità. Ciò la porta a una solida conoscenza teorica e pratica dei cammini della spiritualità, che vive in intima unione con la Chiesa, soprattutto attraverso la liturgia, i sacri testi e l’ufficio divino. Fino al punto che si può indicarla come una mistica del breviario.

    Nei suoi compiti di formatrice utilizza “il nobile stile” che Dio usa con lei stessa. Sa perciò rispettare l’individualità di ogni persona, aiutandola anche a “camminare al passo di Dio”, che è diverso in ognuno. Così la comprensione profonda non diviene tolleranza inerte.

    Maria Angela Astorch è quindi una figura degna di essere oggi contemplata attentamente, affinché ci insegni a rispettare il cammino dell’uomo, aprendolo alle vie di Dio.

    4. Guardiamo ora la beata Maria Rivier che Pio XI chiamava già la “donna apostolo”. È infatti l’ardore del suo apostolato che colpisce i suoi contemporanei, durante e dopo la Rivoluzione francese. Appassionata fin dall’infanzia dall’idea di istruire i bambini, di insegnare loro, come una “piccola madre”, ad amare Dio, fonda molto più tardi le Sorelle della Presentazione, specialmente per educare la gioventù a vivere nella fede, privilegiando i poveri, gli orfani, quelle che sono abbandonate o che non conoscono Dio. Non solo raccoglie le ragazze giovani, ma vuole “formare delle buone madri di famiglia”, convinta del ruolo evangelizzatore delle famiglie e della importanza dell’iniziazione religiosa dei bambini: “La vita sta tutta nelle prime impressioni!”, diceva. Si è potuto considerarla come una “mietitrice di innumerevoli anime”. E per questo non risparmiava ogni mezzo: numerose scuole di paese, missioni, ritiri che predica ella stessa, assemblee della domenica..

    Qual era dunque il segreto dello zelo di Marie Rivier? Si resta colpiti dalla sua audacia, dalla sua tenacia, dalla sua gioia comunicativa, dal suo coraggio “pronto a colmare mille vite”. Molte difficoltà del resto sarebbero state in grado di scoraggiarla: l’infermità della sua infanzia fino alla guarigione avvenuta in un giorno di festa della Vergine, una mancata crescita fisica, una salute sempre debole durante tutti i settant’anni della sua esistenza, la miseria dell’ignoranza religiosa che l’attorniava. Ma la sua vita mostra bene la potenza della fede in un animo semplice e retto, che si affida interamente alla grazia del suo battesimo. Essa si fida fino in fondo di Dio, che la purifica mediante la croce. Prega intensamente Maria e con lei si presenta davanti a Dio in atteggiamento di adorazione e di offerta. La sua spiritualità è solidamente teologale e nettamente apostolica: “La nostra vocazione è Gesù Cristo”; dobbiamo riempirci del suo spirito, perché venga il suo regno, specialmente nell’animo dei giovani.

    5. Oltre Atlantico, in Canada, ritroviamo un’altra figura molto apostolica nella beata Marie-Rose Durocher. Era nata in una famiglia numerosa e ricca di anime consacrate. Alla ricerca della sua propria vocazione nella Chiesa e non potendo entrare. a causa della sua debole salute, nelle due sole congregazioni che allora esistevano a Quebee, serve per 13 anni presso il presbiterio di suo fratello – oggi si direbbe in qualità di “collaboratrice domestica del sacerdote” – preoccupata non solamente di mantenere in ordine la casa, ma di accogliere i sacerdoti e i seminaristi malati. di dirigere le opere di carità della parrocchia e di stimolare la pietà mariana delle giovani. Fu allora, alla domanda del Vescovo di Montreal, con l’incoraggiamento dei Padri Oblati di Maria Immacolata e secondo l’esempio dei Fratelli delle Scuole cristiane, che fonda una nuova congregazione per rispondere ai bisogni dell’istruzione e dell’educazione religiosa delle ragazze, in particolare nei luoghi poveri delle campagne attorno a Montreal: le Suore dei Santi nomi di Gesù e Maria. Durante gli ultimi sei anni della sua breve esistenza ha dato sufficiente impulso alla sua opera che oggi è presente in sei paesi.

    Quale spirito è stato dunque all’origine di un tale apostolato, così ben rispondente ai bisogni della Chiesa nel momento della “rinascita cattolica” in Canada, all’inizio del secolo scorso? Soprattutto la disponibilità totale a seguire gli impegni che le richiedeva la sua fede in Gesù, il suo amore per la Chiesa, la cura dei più abbandonati. Sono del resto i responsabili della Chiesa che hanno capito le sue capacità e le hanno affidato la sua missione: l’apostolato autentico, oggi come ieri, non è solamente una questione di carisma personale, ma è chiamata della Chiesa e inserimento nella sua pastorale. Marie-Rose Durocher ha agito con semplicità, con prudenza, con umiltà, con serenità.

    Non si è lasciata fermare dai suoi problemi personali di santità né dalle prime difficoltà dell’opera che iniziava. Il suo segreto consiste nella preghiera e nella dimenticanza di se, che attestano, secondo il giudizio del suo Vescovo, una reale santità.

    6. Infine, senza lasciare il Canada, veneriamo anche nel beato fratello André Bessette un uomo di preghiera e un amico dei poveri; ma d’uno stile del tutto diverso, e a dire il vero sorprendente.

    L’opera della sua vita – la sua lunga vita durata 91 anni – è quella di un servitore povero e umile: “Pauper, servus et humilis”, come hanno scritto sulla sua tomba. Operaio fino a 25 anni, presso un’azienda agricola, all’officina, in fabbrica, entra in seguito presso i Fratelli della Santa Croce, che gli affidano per quasi quarant’anni il servizio di portiere nel loro collegio di Montreal; per trent’anni poi assolve il compito di custode dell’Oratorio San Giuseppe in prossimità del collegio.

    Da dove gli viene allora il suo irradiamento inaudito, la sua fama presso milioni di persone? Una folla quotidiana di malati, di afflitti, di poveri di ogni tipo, di handicappati o feriti dalla vita trovavano presso di lui, al parlatorio del collegio, all’Oratorio, accoglienza, ascolto, conforto e fede in Dio, confidenza nell’intercessione di San Giuseppe, in breve, il cammino della preghiera e dei sacramenti, e con questo la speranza e molto spesso anche il sollievo evidente del corpo e dell’anima. I “poveri” di oggi non avrebbero anch’essi tanto bisogno di un tale amore, d’una tale speranza, d’una tale educazione alla preghiera?

    Ma chi diede questa capacità a Fratel André? Dio si è piegato a dotare di un’attrazione e di “un potere” meravigliosi questo uomo semplice, che, egli stesso, aveva conosciuto la miseria d’essere orfano in mezzo a dodici fra fratelli e sorelle, era restato senza denaro, senza istruzione, con una salute mediocre, in breve, privo di tutto all’infuori di una grande fiducia in Dio. Non è cosa straordinaria che egli si sia sentito vicino alla vita di San Giuseppe, il Lavoratore povero ed esiliato, così familiare con il Salvatore, che il Canada e specialmente la Congregazione della Santa Croce hanno sempre molto onorato. Fratel Andrè ha dovuto sopportare l’incomprensione e la presa in giro a causa del successo del suo apostolato. Ma restava semplice e gioviale. Con il ricorso a San Giuseppe e davanti al Santo Sacramento, egli praticava, lungamente e con fervore, in nome dei malati, la preghiera che insegnava loro. La sua fiducia nella virtù della preghiera non è una delle indicazioni più preziose per gli uomini e le donne del nostro tempo, tentati di risolvere i loro problemi facendo a meno di Dio?

    7. Mentre ricordiamo così il messaggio di ciascuno di questi Beati, quali sono i sentimenti che animano la nostra preghiera?

    Innanzitutto una profonda azione di grazia verso il Signore, come cantiamo nel salmo: “Benedici il Signore anima mia... Come il cielo è alto sulla terra, così è grande la sua misericordia su quelli che lo temono” (Sal 102,2.11). È lui l’origine di quell’amore forte che ci dà modo di contemplare presso i nostri padri. Noi beneficiamo delle loro opere che hanno lasciato una impronta fino a noi.

    Traiamo beneficio dal loro esempio, che la Chiesa oggi propone ufficialmente. Beneficiamo della loro intercessione: beatificandoli la Chiesa ci dice che essi possono essere invocati e pregati nelle Chiese particolari, perché essa è sicura che partecipano già della felicità eterna, presso Cristo che siede alla destra del Padre.

    Questo giorno d’azione di grazia, di gioia e di fierezza per la Chiesa, lo è particolarmente per i quattro paesi la cui fede generosa ha potuto preparare dei cristiani, dei sacerdoti, dei missionari, dei religiosi e delle religiose di tale tempra: i Paesi Bassi, la Spagna, la Francia, il Canada, le cui delegazioni ufficiali e diocesane sono felice di salutare. Giorno di festa anche per le cinque famiglie religiose, molto onorate da questi beati che ne sono stati membri o che le hanno fondate.

    Noi tutti possiamo allo stesso tempo provare una grande speranza! Allo stesso modo in cui, all’origine, gli Apostoli hanno saputo trovare in Mattia un testimone della Resurrezione, così, in ciascuna epoca, lo Spirito Santo suscita anche – e forse soprattutto – tra coloro che sono considerati deboli, piccoli, poveri, perfino handicappati e malati, in ogni caso umili, degli sconvolgenti testimoni del Vangelo, che rispondono ai bisogni spirituali del loro tempo, con un’intuizione sicura, una semplicità disarmante, un’audacia a tutta prova, e una profonda adesione alla Chiesa che ha riconosciuto l’autenticità del loro carisma e della loro missione.

    Che questi beati intercedano per noi! Che rendano chiaro il nostro cammino! Che ci ottengano la speranza e l’audacia di testimoni dell’amore di Dio! Affinché il mondo attraverso di noi riconosca questo Amore e aspiri alla sua pienezza!

    Amen! Alleluia!