Marie-Thérèse de Soubiran

Marie-Thérèse de Soubiran

(1834 - 1889)

Beatificazione:

- 20 ottobre 1946

- Papa  Pio XII

Memoria Liturgica:

- 7 giugno

A Parigi in Francia, beata Maria Teresa de Soubiran La Louvière, vergine, che per la maggior gloria di Dio fondò la Società di Maria Ausiliatrice, da cui venne poi allontanata, per passare il resto della vita in profonda umiltà

  • Biografia
«Chi confida in Dio è forte della forza di Dio»

 

Le origini: un cuore preparato da Dio

Sofia Teresa Agostina Maria de Soubiran nacque il 16 maggio 1834 a Castelnaudary, nel cuore del Lauragais (Francia). Proveniva da un’antica famiglia nobile, impoverita dalla Rivoluzione, ma ancora segnata da una profonda fede cattolica. L’ambiente domestico, sobrio e austero, fu la prima scuola della sua anima. Il padre, militare ormai anziano, le trasmise il senso del dovere e della rettitudine; la madre e la zia nubile, un amore semplice e orante.

Senza frequentare scuole, educata con la sua piccola sorella Maria in casa dal canonico Luigi de Soubiran, suo zio e guida spirituale, la giovane Sofia imparò a conoscere Dio nel silenzio e nella disciplina. Fin da bambina sentì che la sua vita apparteneva al Signore. Le prime esperienze nella congregazione mariana, animata dallo zio, le fecero scoprire l’apostolato e il desiderio di “procurare a Dio qualche gloria, fare del bene alle anime”.

 

La chiamata e la lotta

Il carmelo la attirava, ma Dio la voleva altrove. Lo zio, animato da ideali sociali, desiderava restaurare in Francia l’antico istituto dei beghinaggi, comunità di donne consacrate ma laiche. Sofia Teresa, pur ribellandosi interiormente a questo progetto, riconobbe in esso una chiamata misteriosa. Dopo due anni di lotta, nel silenzio degli Esercizi di sant’Ignazio, si arrese: “Rinunciai a servire Dio come volevo, per cercarlo dove Egli mi voleva”.

Nel 1854 fondò a Castelnaudary il beghinaggio del Bon Secours. Gli inizi furono umili e faticosi. Sofia Teresa comprese presto che lo Spirito la spingeva oltre quella forma, verso una vita realmente religiosa e apostolica. Il fuoco dell’incendio che distrusse la casa nel 1861 fu come un segno profetico : da quelle ceneri sarebbe nata una nuova famiglia consacrata, interamente dedicata all’Eucaristia e a Maria.

 

La nascita di “Maria Ausiliatrice”

Nel 1862 Teresa consacrò la comunità alla Vergine Maria. Con la guida spirituale di padre Paul Ginhac, gesuita, maturò la decisione di vivere secondo una vera congregazione religiosa. Il 7 giugno 1864 fece il suo voto di autoespropriazione: “perché in M.A. e in me stessa il Signore sia il mio tutto, per non fondarmi che su di Lui”. Era il suo totale fiat.

Col titolo di Maria Ausiliatrice (M.A.), l’istituto prese vita tra le giovani povere e operaie, le più esposte ai pericoli morali del nascente mondo industriale. Teresa vi riconobbe la sua missione: “sostenere con ogni mezzo le giovani prive di famiglia, offrendo loro un rifugio e una fede”.

Da allora la sua vita fu un continuo donarsi. A Tolosa, a Lione, ad Amiens e in altre città, le case di famiglia accoglievano le giovani lavoratrici. L’amore di Cristo la spingeva sempre avanti: “Il pensiero che ha presieduto alla formazione di questa Società è stato il desiderio dell’espiazione in unione con nostro Signore, lavorando alla Redenzione con la sofferenza e la consacrazione attiva”.

 

La croce della fondatrice

Ma il cammino della fondatrice doveva passare per la purificazione. Accanto a lei sorse una donna ambiziosa, Giulia Richer (Madre Marie-François), che divenne assistente generale. Sotto apparenze di zelo, ella tramò contro Maria Teresa, fino a farla accusare di incapacità e di aver rovinato la congregazione.

Nel febbraio 1874, ingannata da chi più stimava, Teresa rassegnò le dimissioni. Scriverà : “La mia anima si dibatteva in inenarrabili angosce… ma vidi che il Signore voleva così.”
Fu allontanata.  Espulsa da ciò che aveva generato, e nonostante le sue richieste, non le fu più permesso di rientrare. Dopo sette mesi di solitudine e incertezza, trovò accoglienza a Parigi nel monastero di Nostra Signora della Carità del Rifugio. Vi prese il nome di Suor Maria del Sacro Cuore.

Nell’ombra e nel silenzio, visse gli ultimi quindici anni come semplice religiosa, povera tra le povere. “Il buon Dio — scrive — mi ha condotta per la via della croce, perché non avessi altro appoggio che Lui.” Nel nascondimento del Refugio, Maria Teresa porta nel cuore la congregazione. Non può scrivere né ricevere lettere, ma prega per le sue figlie: “Vedrete, quando non ci sarò più, ciò che Dio farà per Maria Ausiliatrice.”

Morì il 7 giugno 1889, nella pace e nell’umiltà, consumata dalla tisi e dall’amore, offrendo la sua sofferenza per la Chiesa e per Maria Ausiliatrice. Infatti, pochi mesi dopo la sua morte, la sua antica avversaria abbandonerà l’istituto. Sotto la guida di Maria Elisabetta de Luppé, la congregazione rinascerà nello spirito della fondatrice. Dio mantiene le sue promesse: dalla morte scaturisce la vita.

“Ho toccato con mano che Gesù Cristo mi ha amata.”
Così la Beata riassume tutto il mistero della sua vita: un lungo cammino d’amore, scolpito nella sofferenza, nella fede nuda e nella fiducia totale in Dio.

Maria Teresa de Soubiran fù beatificata il 20 ottobre 1946 dal Venerabile Servo di Dio Papa Pio XII.