Martiri Assunzionisti di Bulgaria

Martiri Assunzionisti di Bulgaria

(†1952)

Beatificazione:

- 26 maggio 2002

- Papa  Giovanni Paolo II

Ricorrenza:

- 13 novembre

Kamen Vitchev (1893-1952), Pavel Dzjidzjov (1919-1952) e Josaphat, al secolo Rober Matej Siskov (1884-1952), sacerdoti della Congregazione degli Agostiniani dell’Assunzione, che, ingiustamente accusati di tradimento sotto un regime ateo e gettati in carcere in quanto cristiani, nel loro combattimento mortale meritarono di ricevere la ricompensa di eternità dei fedeli discepoli di Cristo

  • Biografia
  • omelia di beatificazione
"La cosa principale è giungere a Dio vivendo per lui, tutto il resto è accessorio" (Josaphat Siskov)

 

Kamen Vitchev

Petâr Vitchev è nato in Bulgaria – nel villaggio Strem, diocesi di Tracia, regione di Burgas – il 23 maggio 1893 da genitori ortodossi. L'8 settembre del 1910 entra come aspirante nella Congregazione degli Assunzionisti, nella piccola città di Gemp, vicino a Luven in Belgio. In quel periodo prende il nome di Kamen con il quale è conosciuto. Nel 1912 inizia i suoi studi teologici nella citta di Luven, dove studia fino all'estate del 1918. Quindi viene nominato insegnante nel collegio“Sant'Agostino” in Plovdiv e più tardi nel piccolo seminario Kum-Kapu ad Instanbul. Proprio in questa città il 22 dicembre 1921 è ordinato sacerdote di rito orientale.

Dopo aver difeso la tesi in teologia nell'Università di Strasburgo nel 1930, è nominato professore di filosofia nel collegio “Sant'Agostino” in Plovdiv. Spesso viene invitato a far lezione sui temi riguardanti la gioventù e la vita pubblica. È collaboratore del giornale “Veritas” e della rivista “Le ricerche bizantine”.

Il 4 luglio1952 è arrestato dalla milizia comunista ed è denunciato come capo dello spionaggio cattolico che opera contro la sicurezza dello Stato. Non si hanno più notizie di lui fino al 20 settembre 1952, quando i giornali pubblicano sulle prime pagine l'atto di denuncia contro 40 persone accusate di essere spie contro il potere pubblico e di svolgere spionaggio in favore dei servizi segreti francesi e del Vaticano. Padre Kamen Vicev è inserito nella lista come primo organizzatore di questo spionaggio.

 

Pavel Dzjidzjov

Giuseppe Dzjidzjov è nato in Bulgaria, nella città di Plovdiv, diocesi di Plovdiv, il 19 luglio 1919, in una famiglia con zelanti genitori cattolici di rito latino. Nel 1926 diventa allievo della scuola degli Assunzionisti “Sant'Andrea” in Plovdiv. Dal 1931 fino al 1938 studia nel collegio “Sant' Agostino” di Plovdiv.

Il 2 febbraio 1938 entra come aspirante Assunzionista a Noseroa (Francia) e gli viene dato il nome Paolo (Pavel), con il quale è conosciuto da quel momento in poi. Studia filosofia e teologia a Lormoa, vicino a Parigi, fino al 1942. Lo stesso anno fa la sua Professione con i voti perpetui.

Costretto da una malattia a rientrare in Bulgaria, continua come studente irregolare i suoi studi teologici. Il 26 gennaio 1945 è ordinato sacerdote di rito latino a Plovdiv. È mandato, come sacerdote, nella città di Varna, dove studia economia e scienze sociali con lo scopo di occuparsi più tardi delle varie attività relative alle case e alla gestione economica della missione. Padre Paolo è uno studente molto bravo e attivo, ed esercita una grande influenza sugli altri studenti. Non nasconde mai le sue idee e convinzioni anticomuniste, e quindi proprio per questo viene seguito da vicino dai servizi segreti della nuova dirigenza dello Stato.

I suoi superiori gli affidano l'incarico di economo del collegio “Sant'Agostino” in Plovdiv e più tardi lo nominano economo del Vicariato Orientale. Seguito costantemente dalla milizia, durante la notte del 4 luglio 1952 viene arrestato nel seminario degli Assunzionisti a Plovdiv, insieme con Padre Kamen Vicev. Padre Pavel Dzjidjov è il secondo nella lista dei denunciati.

 

Josaphat Siskov

Rober Matej Siskov è nato il 9 febbraio 1884 in Plovdiv (allora Filippopoli) da una famiglia di zelanti cattolici. All'età di nove anni, nel settembre del 1893, Rober Matej entra nella scuola in Kara-Agac, poco distante da Odrin. Il 29 aprile1900, a soli 16 anni, diventa aspirante Assunzionista a Fanarachi in Turchia e gli viene dato il nome di Josaphat, con il quale è conosciuto da allora in poi. 

Nel 1904 soggiorna nella città di Luven per poter continuare i suoi studi in filosofia e in teologia. Proprio qui l'11 luglio 1909 è ordinato sacerdote di rito latino. Dal 1914 fino al 1919, durante la Prima Guerra Mondiale, è insegnante nel collegio “Sant'Agostino” in Plovdiv. Nel mese di luglio del 1929 è nominato direttore del piccolo seminario “Santi Cirillo e Metodio” nella citta di Jambol, dove studiano allievi di tutti e due i riti, orientale e latino.

Aperto alle novità tecniche, è la prima persona di Jambol che possiede ed usa la macchina da scrivere con i caratteri in cirillico, inserisce il cinema nella formazione degli allievi e organizza serate per i giovani, che per la prima volta, grazie a lui, possono ascoltareil grammofono.

Ospite privilegiato del seminario è Mons. Angelo Giuseppe Roncalli, in quel tempo Visitatore Apostolico (Rappresentante Pontificio) in Bulgaria: a lui piaceva visitare il seminario e rimaneva ammirato dell'attività che in esso si svolgeva. 

Nel 1937 viene nominato Superiore provinciale di Varna, dove rimane fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Nel 1948, quando i sacerdoti stranieri furono costretti a lasciare la Bulgaria, Padre Josaphat è nominato parroco in Varna. Qui è arrestato dalla milizia nel dicembre del 1951. Quasi per un anno intero gli Assunzionisti non hanno nessuna notizia circa il destino del loro confratello, fino al momento in cui sui giornali venne pubblicato l'atto di denuncia contro 40 persone. Tutti erano denunciati per spionaggio e cospirazione contro il “Potere del popolo”. Tra loro figura anche il nome di Padre Josaphat Siskov, che è stato denunciato come “una delle più vecchie spie”. 

Per tutti e tre venne emessa la sentenza di morte il3 ottobre 1952 e vennero fucilati nella notte tra l'11 e il 12 novembre 1952 a Sofia, insieme con il beato Vescovo Eugenio Bossilkov. Fino ad oggi non si sa in quale posto nel cimitero di Sofia siano stati sepolti. 

CELEBRAZIONE EUCARISTICA - BEATIFICAZIONI

OMELIA DEL SANTO PADRE

Plovdiv - Piazza Centrale
Domenica, 26 maggio 2002

 

1. "A Te la lode e la gloria nei secoli!"

Così abbiamo cantato poc'anzi nel Salmo responsoriale. La nostra assemblea, cari Fratelli e Sorelle, si raccoglie oggi, nel giorno del Signore, per celebrare la grandezza e la santità del nostro Dio e per professare la fede della Chiesa.

Con la discesa dello Spirito Santo nella Pentecoste è giunto al suo coronamento il ciclo degli avvenimenti con cui Dio, per tappe storiche successive, è venuto incontro agli uomini e ha offerto loro il dono della salvezza. La liturgia ci invita oggi a risalire alla Fonte suprema di questo dono: Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, la Trinità Santissima.

2. L'Antico Testamento sottolinea l'unità di Dio. Nella prima Lettura abbiamo ascoltato Dio proclamare davanti a Mosè: "Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di grazia e di fedeltà" (Es 34, 6). Mosè, per parte sua, ammonisce il suo popolo: "Ascolta, Israele; il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo" (Dt 6, 4).

Il Nuovo Testamento ci rivela che l'unico Dio è Padre, Figlio e Spirito Santo: una sola natura divina in tre Persone, perfettamente uguali e realmente distinte. Gesù le nomina espressamente, ordinando agli Apostoli di battezzare "nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo" (Mt 28, 19).

Tutto il Nuovo Testamento è un continuo ed esplicito annunzio di questo mistero, che la Chiesa, fedele custode della Parola di Dio, ha sempre proclamato, spiegato, difeso. Perciò al Dio Altissimo e Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo, anche oggi diciamo: "A Te la lode e la gloria nei secoli!".

3. Augurando a tutti con l'apostolo Paolo "la grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo" (2 Cor 13, 13), saluto innanzitutto con affetto voi, cari Fratelli e Sorelle, figli della Chiesa Cattolica, qui convenuti insieme con i vostri Vescovi dalle diocesi di Sofia-Plovdiv e di Nicopoli e dall'Esarcato Apostolico per i fedeli di rito bizantino-slavo. Ringrazio il Pastore di questa Chiesa particolare, Mons. Gheorghi Jovcev, per le parole di benvenuto che mi ha rivolto, ed estendo il mio saluto cordiale ai miei Fratelli nell'Episcopato Mons. Christo Proykov, Esarca Apostolico e Presidente della Conferenza Episcopale, e Mons. Petko Christov, Vescovo di Nicopoli. Saluto, altresì, i Signori Cardinali e Vescovi venuti dai Paesi vicini per condividere con la Chiesa che è in Bulgaria questo giorno di festa.

Un saluto particolare desidero rivolgere a Sua Eminenza Arsenij, Metropolita ortodosso di Plovdiv, che con squisita sensibilità ha voluto prendere parte alla celebrazione di questa Santa Liturgia e lo ringrazio vivamente per le cordiali parole che mi ha indirizzato all'inizio della celebrazione. Insieme con lui saluto nel Signore tutti i fedeli della Chiesa Ortodossa di Bulgaria che si uniscono a noi. La loro presenza qui è gradita testimonianza di fraternità, che ci fa pregustare nella speranza la gioia della piena unità, quando ci sarà dato di celebrare insieme il Sacrificio Eucaristico, memoriale della morte e risurrezione del Signore.

Un pensiero rispettoso desidero poi rivolgere ai fedeli dell'Islam, adoratori anch'essi, pur se in modo diverso, del Dio Unico e Onnipotente.

Saluto infine le Autorità civili che ci onorano della loro presenza e le ringrazio per il contributo efficace dato alla realizzazione di questo mio viaggio in Bulgaria.

4. Iddio, Uno e Trino, è presente nel suo popolo, la Chiesa. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo riceviamo il Battesimo; in questo stesso nome sono conferiti gli altri Sacramenti. In particolare, la Messa, "centro di tutta la vita cristiana", è segnata dal ricordo delle Persone divine: del Padre a cui si rivolge l'offerta; del Figlio, sacerdote e vittima del sacrificio; dello Spirito Santo, invocato per trasformare il pane e il vino nel corpo e sangue di Cristo e per fare dei partecipanti un solo corpo e un solo spirito.

La vita del cristiano è tutta orientata verso questo mistero. Dalla corrispondenza fedele all'amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo dipende la riuscita del nostro cammino quaggiù.

Avevano ben presente questa verità i tre sacerdoti assunzionisti, che oggi ho avuto la gioia di ascrivere all'albo dei Beati: la causa per la quale i Padri Kamen Vitchev, Pavel Djidjov e Josaphat Chichkov non hanno esitato a dare la vita è stata la fede in Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, è stato l'amore per Cristo, Figlio di Dio incarnato, al quale si sono donati senza riserve nel servizio alla sua Chiesa.

Il Padre Josaphat Chichkov affermava: "Cerchiamo di fare nel miglior modo possibile tutto quanto si attende da noi per poterci santificare" e aggiungeva: "La cosa principale è giungere a Dio vivendo per lui, tutto il resto è accessorio". Qualche mese prima dell'infame processo che li condannò a morte insieme al Vescovo Bossilkov, quasi prevedendo ciò che li attendeva, il Padre Kamen Vitchev scriveva al suo Superiore Provinciale: "Ci ottenga con la preghiera la grazia di essere fedeli a Cristo e alla Chiesa nella nostra vita quotidiana, per essere degni di testimoniarlo quando verrà il momento". E il Padre Pavel Djidjov diceva: "Aspettiamo il nostro turno: sia fatta la volontà di Dio".

5. Pensando ai tre nuovi Beati, sento il dovere di rendere omaggio alla memoria degli altri confessori della fedefigli della Chiesa Ortodossa, che sotto il medesimo regime comunista hanno subito il martirio. Questo tributo di fedeltà a Cristo ha accomunato le due comunità ecclesiali in Bulgaria fino alla testimonianza suprema. "Ciò non potrà non avere anche un respiro ed una eloquenza ecumenica. L'ecumenismo dei santi, dei martiri, è forse il più convincente. La communio sanctorum parla con voce più alta dei fattori di divisione" (Tertio millennio adveniente, 37).

Come potrebbe infatti non essere già perfetta la comunione che si realizza "in ciò che tutti noi consideriamo l'apice della vita di grazia, la martyria fino alla morte"? (Ut unum sint, 84). Non è forse questa "la comunione più vera che ci sia con Cristo che effonde il suo sangue e, in questo sacrificio, fa diventare vicini coloro che un tempo erano lontani (cfr Ef 2, 13)" (ibid.)?

6. La coraggiosa coerenza di fronte alla sofferenza e alla prigionia dei Padri Josaphat, Kamen e Pavel è stata riconosciuta dai loro ex-alunni - cattolici, ortodossi, ebrei, musulmani -, dai loro parrocchiani, dai confratelli religiosi e dai compagni di pena. Con il loro dinamismo, la loro fedeltà al Vangelo, il loro servizio disinteressato alla Nazione, essi si propongono come modelli per i cristiani di oggi, specialmente per i giovani di Bulgaria che cercano di dare un senso alla loro vita e vogliono seguire Cristo nel laicato, nella vita religiosa o nel sacerdozio.

La speciale dedizione con cui i nuovi Beati hanno accompagnato i candidati al presbiterato sia stimolo per tutti: esorto la Chiesa locale che è in Bulgaria a considerare seriamente la possibilità di istituire nuovamente un Seminario, nel quale i giovani, attraverso una solida formazione umana, intellettuale e spirituale, possano prepararsi al sacerdozio ministeriale per il servizio di Dio e dei fratelli.

7. Il mistero della Trinità ci rivela l'amore che è in Dio, l'amore che è Dio stesso, l'amore con il quale Dio ama tutti gli uomini. "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna" (Gv 3, 16). Il Figlio crocifisso e risorto, per parte sua, ha inviato nel nome del Padre lo Spirito Santo, perché alimenti nel cuore dei credenti il desiderio e l'attesa dell'eternità.

Questa attesa hanno vissuto attivamente i nuovi Beati, che ora godono della contemplazione appagante della Trinità Santissima. Ci affidiamo alla loro intercessione pregando con la Liturgia bizantina (Ora sesta, preghiera del congedo):

"Dio eterno, che vivi in una luce inaccessibile ...
proteggi noi che abbiamo riposto in te la nostra speranza,
colmandoci con la tua grazia divina e adorabile.
Perché tuo è il potere, tua è la maestà, la potenza e la gloria,
Padre, Figlio e Spirito Santo,
ora e sempre e nei secoli dei secoli.

Amen".

Che Dio benedica sempre la Bulgaria! Pace e progresso al popolo bulgaro! Grazie!